Bonetti: “Bene ‘Women on Board’, agire per promozione donne in cda”
Così deputata di Azione alla presentazione alla Camera della 3a edizione di 'Women on Board' il progetto ideato e promosso, sin dal 2022, da Manageritalia, Federmanager, Aidp e Hub del Territorio Ets
"Sono onorata che Manageritalia e Federmanager abbiano scelto di dare avvio quest'anno dalla Camera dei Deputati a un percorso importante di formazione al femminile per promuovere la presenza di donne nei cda e nei livelli esecutivi delle aziende. L'alleanza mondo privato delle imprese e mondo istituzionale ha segnato un percorso virtuoso ed efficace del nostro Paese, a partire dalla legge Golfo Mosca che ha introdotto per la prima volta le quote per le donne nel cda fino ad arrivare alla certificazione per la parità di genere dentro alle azioni del Governo Draghi e promossa all'interno del Pnrr". Così Elena Bonetti, componente della commissione Affari sociali della Camera dei deputati e già ministro per le Pari opportunità, con Adnkronos/Labitalia a margine della presentazione alla Camera della 3a edizione di 'Women on Board' il progetto ideato e promosso, sin dal 2022, da Manageritalia, Federmanager, Aidp e Hub del Territorio Ets.
Secondo Bonetti, "la presenza di donne nei cda, ma non solo, la presenza di donne nei ruoli di governance in tutti i livelli della carriera, e anche della presenza nelle imprese, dà ormai dati certi sulla qualità ulteriore che essa può portare nell'ottica di una diversità di genere, anche in una leva di sviluppo italiano. Solo mettendo in campo tutte le energie femminili di cui disponiamo l'Italia può pensare di avere un percorso di crescita, di sviluppo e di competitività a livello europeo e a livello internazionale", ha sottolineato.
Quindi la strada è di andare verso uno step successivo rispetto a quanto fatto negli anni scorsi. "Oggi quello che dobbiamo fare è proseguire certamente in un'azione di formazione coordinata ma anche attraverso una normativa che renda conveniente, ancora più conveniente e in qualche modo a tratti anche obbligatorio la promozione delle donne nei cda: questo fa la certificazione per la parità di genere", ha sottolineato.
Per l'esponente politico però "serve però anche mettere in campo politiche necessarie per le piccole e le medie imprese, quindi ricostruire quella filiera che dalla grande impresa partecipata possa 'contaminare' in modo positivo l'esperienza delle piccole e le medie imprese che ovviamente vivono di dimensioni, di fatiche e di opportunità diverse. Ma è quello che credo sia il passo successivo che già la certificazione ha iniziato ma su quale bisogna proseguire convintamente", ha concluso.
Economia
Metalmeccanici, contratto al palo: si ventila rischio...
È ancora al palo la trattativa tra Federmeccanica-Assistal e i sindacati metalmeccanici Fiom, Fim e Uilm, sul rinnovo del contratto collettivo nazionale che riguarda 1,6 milioni di lavoratori in oltre 30 mila aziende, una forza lavoro responsabile, solo nel 2022, dell’8% del Pil nazionale. Un percorso in salita, iniziato in primavera con la presentazione della piattaforma comune e scandito da cinque incontri tra frizioni e battute d’arresto. E ora, datori e tute blu si apprestano a riprendere le fila del confronto con un nuovo appuntamento in programma il 10 ottobre. Ma l’aria è tesa e si inizia a ventilare il rischio di una rottura del tavolo che agita sull’industria metalmeccanica, dopo anni di sostanziale sintonia, lo spettro degli scioperi.
Le tute blu a maggio avevano presentato una piattaforma unitaria con una serie di richieste tra cui, in testa, un aumento salariale e un taglio dell’orario lavorativo, incassando tuttavia un secco 'no' da parte degli industriali, avevano giudicato le proposte "insostenibili" sul piano economico. Nell'incontro fissato per giovedì prossimo si dovrebbe “entrare nel vivo” dei negoziati, dicono all’AdnKronos fonti vicine al dossier: Federmeccanica e Assistal porteranno infatti al tavolo la loro proposta di rinnovo. Ma se quest’ultima dovesse essere “troppo distante dalle richieste sindacali sia sui salari che sui contratti – avvertono le fonti – rischiamo la rottura del tavolo e l’avvio di un periodo conflittuale nelle aziende metalmeccaniche italiane con agitazioni e mobilitazioni”. Un percorso che potrebbe culminare nello sciopero e, in generale, in un periodo di acque agitate per un comparto già azzoppato da una congiuntura complessa.
Salari
In testa alle principali richieste delle tute blu, il salario. Per il triennio 2024-2027 i sindacati chiedono un aumento sul trattamento economico minimo pari a 280 euro. Una richiesta “insostenibile” secondo Federmeccanica-Assistal: per effetto del meccanismo di adeguamento dei minimi tabellari ex post all’inflazione, secondo l’indicatore Ipca, a giugno i metalmeccanici hanno incassato già un adeguamento dei minimi di garanzia pari a 137,52 euro (al livello C3); cifra che, considerando l’intero periodo di vigenza dell’attuale contratto nazionale, ovvero a partire dal giugno 2021, si attesta a 310 euro (sempre al livello C3).
Inoltre, le tre sigle vogliono un aumento del premio perequativo a 700 euro annui, modificando i criteri di erogazione a beneficio dei lavoratori che dipendono da imprese che non hanno in vigore un premio di risultato o analoghe voci retributive derivanti dalla contrattazione collettiva aziendale, evitando che rimangano di fatto senza la copertura del secondo livello di contrattazione.
Orari
Accanto al capitolo salari, l’orario di lavoro, con l’avvio di una fase di sperimentazione contrattuale con l'obiettivo di raggiungere progressivamente le 35 ore settimanali (facendo salve le intese aziendali esistenti). Anche qui, i datori hanno chiuso la porta, facendo notare che l’attuale Ccnl consente già alle aziende di sperimentare rimodulazioni dell’orario di lavoro, cosa che in alcuni casi sta avvenendo, e ricordando che nel 2026 si completerà la settimana aggiuntiva di ferie per gli operai con più di 18 anni di anzianità di servizio.
Di pari passo va inoltre la richiesta di un ulteriore sforzo sulla conciliazione tra lavoro e vita privata: definire la normativa quadro a livello nazionale, utilizzare i Par (Permessi annui retribuiti) anche a frazioni d’ora, sia per i lavoratori a giornata che per quelli impegnati nei turni di lavoro e beneficiare di Par con preavviso ridotto o nullo per l’assistenza ai figli minori, genitori anziani, familiari disabili. Ancora: permessi aggiuntivi specifici per il lavoro di cura, per figli minori diretti o riconosciuti nei diversi contesti famigliari, per genitori anziani e famigliari disabili. Focus anche sul congedo parentale, con la richiesta di integrare il trattamento economico previsto portando l’integrazione al 100% del reddito per ulteriori due mesi (attualmente all’80% e al 60%), e di prevedere l’utilizzo del congedo anche in ore.
Welfare
Sul fronte welfare, i sindacati chiedono un aumento dei flexible benefit a 250 euro annui. Ma di nuovo le imprese hanno fatto presente che, sempre nel mese di giugno, sono stati riconosciuti 200 euro di flexible benefits che si aggiungono a quelli di pari importo erogati a partire dal 2021 per un totale di 800 euro netti, considerando l’abbattimento del cuneo fiscale. Tra le proposte, c’è poi l’adeguamento progressivo del contributo mensile a carico aziendale di 4 euro a dipendente, finalizzato a sviluppare prestazioni di carattere integrativo e mutualistico erogate dal Fondo sanitario, e un rafforzamento del numero di aderenti al Fondo previdenziale (Cometa) attraverso forme di premialità straordinarie per i nuovi, accompagnate da campagne informative condivise tra le parti attraverso una comunicazione nel cedolino paga.
Economia
Manovra, Bankitalia: “Pil 2024 più basso di stime...
Sergio Nicoletti Altimari alle commissioni Bilancio riunite della Camera e del Senato: "Quadro Psb più favorevole di nostre valutazioni. Con sgravi lavoro rischi per equilibrio pensioni"
Pil più basso delle attese del governo per il 2024. A indicarlo è stato Sergio Nicoletti Altimari, capo dipartimento economia e statistica della Banca d'Italia durante l'audizione sul Piano strutturale di bilancio davanti alle commissioni Bilancio riunite della Camera e del Senato. Lo scenario programmatico del Psb è "più favorevole delle nostre valutazioni", ha sottolineato.
"Nel quadro previsivo a legislazione vigente del Psb - ha spiegato Nicoletti Altimari - il Pil cresce dell'1 per cento quest'anno, dello 0,9 per cento nel prossimo e dell'1,1 per cento nel 2026. La revisione dei conti economici trimestrali pubblicata venerdì scorso dall'Istat, non inclusa nel quadro, comporterebbe una correzione meccanica al ribasso di due decimi di punto percentuale della stima per l'anno in corso" ribassando quindi la stima precedente del +1% a +0,8%.
"Strategia comprensibile ma rischi anche con piccoli scostamenti"
Permangono rischi nella strategia di bilancio per i prossimi anni, hanno sottolineato quindi i rappresentanti della Banca d'Italia durante l'audizione.
"Rispetto agli andamenti tendenziali dei conti, il governo programma misure espansive – accrescendo il disavanzo di circa 0,4 punti percentuali del pil nel 2025, 0,7 nel 2026 e di 1,1 nel 2027 – rispettando al contempo il tasso medio di crescita della spesa netta indicato nella traiettoria di riferimento proposta dalla Commissione a giugno (spetterà alle prossime manovre di bilancio specificare interventi coerenti con questi obiettivi)", si rileva.
Questa strategia per la Banca d'Italia "è comprensibile" ma "non è esente da rischi. In primo luogo, non è certo che il miglioramento dei conti dell’anno in corso – che riflette il vivace andamento delle entrate dirette – abbia natura pienamente strutturale". In secondo luogo, "data l’elevata incertezza che caratterizza le stime macroeconomiche, anche piccoli scostamenti dai piani di bilancio potrebbero rendere difficoltoso riportare, come pianificato dal Governo, l’indebitamento netto sotto la soglia del 3 per cento del prodotto nel 2026 e, più in generale, conseguire il profilo del debito delineato nel Piano".
"No deroga tetti spese, calo debito priorità"
L’approvazione del Psb "è un passaggio della massima importanza. Il documento, infatti, fissa le principali direttrici della politica di bilancio italiana almeno fino alla fine della legislatura. A meno di eventi eccezionali, non si potrà derogare dai tetti di spesa inclusi nel Piano", ha spiegato quindi Nicoletti Altimari.
"Assicurare che l’incidenza del debito pubblico si collochi stabilmente su una traiettoria discendente è un obiettivo prioritario per l’Italia a prescindere dai vincoli europei", aggiunge.
"Con sgravi lavoro rischi per equilibrio pensioni"
Rendendo strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro potrebbero "venire meno a livello aggregato l'equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni che, nel medio periodo, caratterizza il nostro sistema previdenziale e ne rappresenta un punto di forza", ha detto ancora il capo dipartimento economia e statistica di Bankitalia.
"Regole stabili per credibilità, bene andamento conti"
"Potersi basare su un quadro di regole stabile e orientato al medio termine conferisce credibilità alle strategie di politica economica e àncora le aspettative di famiglie, imprese e operatori finanziari", sottolineano i rappresentanti della Banca d'Italia.
"I conti in corso d’anno mostrano un andamento incoraggiante. Nelle stime del Piano l’indebitamento netto sul PIL nel 2024 si ridurrebbe sia rispetto al 2023 sia rispetto a quanto stimato nel Def di aprile. Il saldo primario sarebbe nuovamente in avanzo, seppur minimo, per la prima volta dal 2019. Più in generale, l’intero profilo dell’indebitamento netto per gli anni 2024-27 a legislazione vigente risulta più favorevole di quanto stimato in primavera", aggiunge.
"Prudenza conti ma anche riforme e investimenti, più dettagli Pnrr"
"Un approccio prudente nella gestione della finanza pubblica si deve coniugare con una forte azione riformatrice e di investimento, in modo da innalzare il potenziale di crescita. Su questo fronte, il documento indica ambiti rilevanti per le prospettive future dell’economia italiana. Molto dipenderà da come le misure di riforma saranno effettivamente disegnate. Sarebbe auspicabile che il Piano fornisse un maggiore livello di dettaglio sui tempi e le modalità di attuazione", spiega ancora Bankitalia.
Salute e Benessere
Lo Spallanzani partecipa allo studio sulla febbre...
L'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani Irccs di Roma partecipa allo studio di sanità pubblica sul monitoraggio sierologico e molecolare uomo-animale-vettore della febbre emorragica di Congo e Crimea (Cchf) in Italia. Lo studio multicentrico, che partirà a breve, è coordinato dall'Istituto zooprofilattico sperimentale di Abruzzo e Molise e prevede la partecipazione di altre 8 istituzioni nazionali.
Responsabile scientifico del progetto per lo Spallanzani è Daniele Lapa che spiega: "A causa del suo potenziale epidemico, dell'elevato tasso di mortalità, della possibilità di focolai nosocomiali e delle difficoltà di trattamento e prevenzione, il virus Cchf rientra tra gli agenti patogeni inclusi nella lista Blueprint dell'Organizzazione mondiale della sanità, cioè un elenco di malattie ritenute un rischio per la salute pubblica e per cui è stato definito un piano strategico per evitare crisi su larga scala. In merito alla febbre emorragica Congo e Crimea, va detto che si tratta di un virus fortemente presente in Africa e nell'Est Europa e che può manifestarsi anche in forma asintomatica o paucisintomatica".
"In Italia, nonostante un importante presenza delle zecche Hyalomma, capaci di trasmettere il virus - precisa Lapa - questo non è mai stato cercato nella popolazione umana. Invece adesso, con questo studio, andremo a creare un sistema di sorveglianza umana, animale ed entomologica sul territorio italiano. L'impegno da parte dello Spallanzani prevede, tra le altre cose, l'utilizzo del Laboratorio di virologia e biosicurezza per confermare eventuali positività anticorpali nella popolazione umana e animale. Lo studio ci permetterà di capire se nel territorio italiano il virus è presente e questo, di conseguenza, ci aiuterà nel migliorare le strategie di prevenzione, trattamento e controllo".