Israele celebra anniversario attacco Hamas e annuncia: “Iniziate operazioni di terra in Libano”
Netanyahu: "Obbligati a riportare indietro i nostri ostaggi". Hamas: "Battaglia di logoramento del nemico continua". Tel Aviv avvia le operazioni di terra in Libano, operazione aerea "su vasta scala"
Mentre continuano gli attacchi al Libano e a Gaza, e con Hamas, Hezbollah e gli Houthi che lanciano razzi e missili contro lo Stato ebraico, Israele commemora oggi il primo anniversario dell'attacco del 7 ottobre con veglie e cerimonie in tutto il Paese per ricordare le centinaia di vittime, le decine di ostaggi e i soldati feriti o uccisi nel tentativo di salvarli.
Alle 6.30 del mattino, l'ora esatta in cui Hamas ha lanciato l'attacco, le famiglie delle persone uccise al festival musicale Nova si sono riunite nel luogo in cui sono stati uccisi quasi 400 spettatori e dove molti altri sono stati presi in ostaggio. Quindi sono iniziare le cerimonie commemorative per il primo anniversario dell'attacco terroristico.
Alla stessa ora, le famiglie degli ostaggi ancora detenuti a Gaza - circa 100, un terzo dei quali sarebbero morti - si sono riunite davanti alla residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme per alzarsi in piedi durante una sirena di due minuti, replicando un'usanza delle date più solenni del calendario israeliano, il Giorno della Memoria e del Ricordo.
L'Esercito israeliano ha intanto dichiarato "zona militare chiusa" l'area delle regioni di Rosh Hanikra, Shlomi, Hanita, Adamit e Arab al-Aramshe, nel nordovest di Israele. "E' severamente vietato l'ingresso in questa zona", sottolineano le Idf.
Ala militare Hamas: "Continuiamo battaglia di logoramento"
"E' passato un anno dall'operazione più professionale e di successo dell'era moderna" avvenuta dopo che "il nemico era impegnato in insediamento, giudaizzazione e aggressione contro i prigionieri palestinesi", sostiene intanto Abu Obeida, il portavoce delle Brigate al Qassam, ala militare di Hamas nella Striscia di Gaza, in un messaggio video trasmesso dall’emittente Al Jazeera nell'anniversario dell'attacco del 7 ottobre.
"La nostra scelta è quella di continuare una lunga e dolorosa battaglia di logoramento con il nemico, e le battaglie hanno dimostrato il successo di questa opzione”, ha continuato, aggiungendo: "Se e gli omicidi mirati fossero una vittoria, la resistenza contro l’occupazione sarebbe già finita”.
Il destino degli ostaggi israeliani “è soggetto alla decisione del governo di occupazione e non escludiamo che il loro dossier finisca in un tunnel senza uscita", continua Abu Obeida. Il portavoce sostiene che Israele “sopravvive appeso alle corde della solita Amministrazione Usa, che senza dubbio verranno tagliate con il passare del tempo”.
Netanyahu: "Obbligati a riportare indietro i nostri ostaggi"
"In questo giorno, in questo luogo e in molti luoghi del nostro Paese, ricordiamo i nostri morti, i nostri ostaggi, che siamo obbligati a riportare indietro, ed i nostri eroi caduti in difesa della patria e della nazione. Abbiamo attraversato un terribile massacro un anno fa", ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in una nota.
Intercettato missile contro Israele dallo Yemen
E' stato intanto intercettato un missile terra-terra lanciato dallo Yemen in direzione di Israele. Lo rendono noto le forze israeliane (Idf) dopo che nella parte centrale di Israele sono tornate a suonare le sirene dell'allarme antiaereo. Il missile è stato abbattuto con il sistema di difesa Arrow che intercetta il proiettile mentre è ancora fuori dall'atmosfera. Il missile lanciato dagli Houti dello Yemen era diretto a Tel Aviv, precisa l'Idf. I ribelli Houthi hanno poi rivendicato il lancio di missili e droni.
Hamas lancia razzi su Israele
Secondo quanto ha reso noto l'Idf in un comunicato in occasione dell'anniversario Hamas aveva "pianificato di lanciare un'ampia raffica di razzi contro Israele questa mattina, ma i suoi piani sono stati sventati "dopo aver individuato i preparativi da parte dell'organizzazione terroristica Hamas di aprire il fuoco su Israele".
I caccia israeliani hanno colpito diversi lanciarazzi e tunnel in tutta Gaza poco prima delle 6,30 del mattino, ora in cui Hamas aveva pianificato di lanciare i razzi. Il gruppo islamista è riuscito a lanciare solo quattro razzi nella zona di Sufa, tre dei quali sono stati intercettati mentre il quarto è caduto in una zona aperta.
Le sirene d'allarme sono scattate a Tel Aviv a seguito del lancio di razzi dalla Striscia di Gaza, hanno riferito i media israeliani, precisando che Hamas ha rivendicato il lancio di due razzi M90 contro la capitale dello Stato ebraico nel primo anniversario del 7 ottobre. Due le persone rimaste ferite, ha riferito il Magen David Adom - il servizio nazionale di primo soccorso israeliano - precisando che si tratta di due donne sui 30 anni che sono state portate all'ospedale Asaf Harofeh.
Il lancio di razzi contro Tel Aviv fa parte della "battaglia di attrito in corso" ed è la risposta ai "massacri di civili" da parte dell'esercito israeliano e dello "sfollamento deliberato della nostra gente", hanno affermato le Brigate al-Qassam, l'ala militare di Hamas, nella loro rivendicazione su Telegram dell'attacco con una salva di razzi Maqadmeh M-90 lanciata dal sud di Gaza contro Tel Aviv.
Iniziate operazioni di terra in Libano, 135 razzi da Hezbollah
Sul fronte del Libano, intanto, le Forze di Difesa israeliane hanno annunciato che la 91ma Divisione regionale 'Galilea' ha iniziato ieri sera le operazioni di terra nel sud del Paese, unendosi ad altre due divisioni che già operano sul posto contro Hezbollah. Lo riporta il Times of Israel. "Più di 120" obiettivi di Hezbollah nel sud del Paese sono stati bombardati nell'arco di un'ora, confermano intanto le Idf che danno notizia di un' "operazione aerea su vasta scala" nel sud del Paese dei Cedri.
"Cento jet dell'Aeronautica militare - fanno sapere - hanno attaccato per un'ora più di 120 obiettivi terroristici di unità dell'organizzazione terroristica di Hezbollah", compresi "obiettivi della forza Radwan" e "il quartier generale dell'intelligence di Hezbollah nel sud del Libano".
Intanto per i civili del Libano arriva un nuovo avvertimento. Su X il portavoce Avichay Adraee 'invita' a evitare di trovarsi lungo la spiaggia o su imbarcazioni al largo della costa libanese dal fiume Awali verso sud. Un "avvertimento", a stare lontani "per la vostra sicurezza" e "fino a nuovo avviso" dal mare e dalla spiaggia nell'area, che si inserisce nel contesto delle operazioni militari israeliane contro Hezbollah. Il fiume Awali si trova a circa 50 chilometri dal confine sud del Libano, a nord di Sidone.
Gli aerei israeliani hanno intanto bombardato una casa nella cittadina di Srifa, a sud della città di Tiro, nel Libano meridionale, uccidendo almeno quattro persone, secondo quanto riportato da Lebanon 24 e Quds News Network.
Dieci vigili del fuoco sono rimasti uccisi in un raid israeliano su Baraachit, località nel sud del Libano. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Beirut, secondo quanto riporta al-Arabiya. Stando al ministero, i vigili si trovavano in un edificio comunale, in procinto di partire per una missione di salvataggio ed i loro sono ancora intrappolati sotto le macerie.
Le Idf hanno annunciato di aver eseguito un nuovo attacco "mirato" sulla periferia meridionale di Beirut, già da settimane teatro di raid contro esponenti di Hezbollah. Lo riferiscono i media dello Stato ebraico. Sarebbero due i raid consecutivi contro un'area vicinissima all'aeroporto di Beirut, hanno riferito fonti della sicurezza e media libanesi, secondo cui almeno due razzi sono stati sparati contro la zona di al-Kokoudi, a pochi chilometri dall'aeroporto, che resta operativo.
Sei raid israeliani avrebbero colpito la periferia sud di Beirut, riferiscono i media libanesi che in precedenza avevano riferito di una serie di operazioni nella zona nota per essere la storica roccaforte di Hezbollah nella capitale libanese.
Le Idf hanno quindi confermato di aver colpito "il quartier generale dell'intelligence" di Hezbollah a Beirut. Si tratta di un obiettivo che già nei giorni scorsi le Idf avevano reso noto di aver preso di mira.
Da questa mattina sono intanto 135 i razzi lanciati da Hezbollah dal Libano in direzione di Israele, hanno reso noto le forze israeliane come riporta la Bbc.
Herzog: "Attacco è stato una cicatrice per l'umanità". Telefonata con Biden
Il presidente israeliano Isaac Herzog era tra coloro che hanno tenuto le commemorazioni questa mattina presso un kibbutz vicino al sito del festival Nova. Herzog ha descritto gli attacchi del 7 ottobre come una "cicatrice sulla faccia della Terra" e ha invitato i paesi a sostenere Israele per portare la pace. "Il mondo deve rendersi conto e comprendere che per cambiare il corso della storia e portare la pace e un futuro migliore nella regione, deve sostenere Israele nella sua battaglia contro i suoi nemici", ha aggiunto.
"Tutti siamo potenziali prede" di "questa oscura visione di dominio e distruzione", ha detto successivamente Herzog in un video messaggio. "Questa visione oscura non inizia nè finisce con Hamas, ma con il regime radicale degli Ayatollah in Iran". Herzog ha parlato di una "forza di estremismo e oppressione che sistematicamente sponsorizza il terrorismo". "Tutti siamo potenzialmente prede - sostiene ancora il presidente israeliano - e dobbiamo stare insieme per affrontarlo".
Il Presidente americano Joe Biden ha poi parlato al telefono con il presidente di Israele, esprimendo le sue profonde condoglianze agli israeliani e alle famiglie dei 1.200 innocenti, inclusi 46 americani, massacrati da Hamas "in un giorno di brutalità indicibile". Ha sottolineato che "gli Usa non si daranno mai per vinti mai fino a che non saranno riportati a casa in sicurezza i rimanenti ostaggi", secondo quanto rende noto la Casa Bianca.
Biden ha espresso "il suo impegno per la sicurezza degli ebrei, per la sicurezza di Israele, il suo diritto a esistere, e a riaffermato il suo sostegno per il diritto di Israele di difendersi contro attacchi dall'Iran e dai gruppi sostenuti dall'Iran, inclusi Hezbollah, Hamas e gli Houti". Il presidente Usa ha anche espresso "profonda tristezza per la perdita di vite innocenti a Gaza e per le sofferenze ancora in corso dei civili palestinesi come risultato della guerra che Hamas ha scatenato".
I due leader hanno ribadito "il loro impegno per raggiungere un accordo a Gaza che porti gli ostaggi a casa, garantisca la sicurezza di Israele, allevi la sofferenza dei civili palestinesi, e apra la strada per una pace duratura con Hamas che non sia mai più in grado di controllare Gaza e ricostituire le sue capacità militari".
Israele non conferma ancora morte Safieddine, possibile erede Nasrallah
Israele non ha la conferma che il potenziale successore di Hassan Nasrallah, Hashem Safieddine, sia morto. Lo ha chiarito il portavoce del governo israeliano, David Mencer, in un briefing online con i giornalisti. ''Non abbiamo ancora conferme in merito'', ma ''quando sarà confermata, se e come, daremo la notizia sul sito delle Idf'', ha dichiarato.
Nasrallah è stato ucciso in un raid aereo israeliano il 27 settembre a Dahiyeh, sobborgo meridionale di Beirut. Safieddine, suo cugino, potrebbe essere stato ucciso in un raid simile nella stessa zona, considerata roccaforte di Hezbollah, nella notte tra giovedì e venerdì scorsi.
Israele: "Presunto ostaggio morto al festival Nova, il corpo è ancora a Gaza"
Ed è di oggi la notizia che Idan Shtivi, 28 anni, che si credeva fosse tenuto in ostaggio da Hamas, è stato assassinato il 7 ottobre al festival musicale Nova di Reim e il suo corpo è trattenuto a Gaza. Idan Shetewi lascia i genitori, Eli e Dalit, tre fratelli e il compagno, Stav. Il 7 ottobre - raccontano i media israeliani - arrivò la mattina presto al festival Nova per documentare i suoi amici che si esibivano e conducevano workshop. Shtivi partì in macchina con due amici, Lior e Yulia, ma fu bloccato dai terroristi sulla strada che andava a nord. Girò quindi la macchina e iniziò a guidare verso sud, ma andò fuori strada. L'ultima volta che è stato visto è stato in quel luogo, e l'auto è stata ritrovata in seguito, piena di fori di proiettile e sangue. Sono stati trovati i corpi dei suoi amici, mentre Shtivi si era creduto fosse stato preso in ostaggio a Gaza. Si ritiene che 97 dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre siano ancora a Gaza, compresi i corpi di almeno 33 persone la cui morte è stata confermata dalle Idf.
Israele ordina evacuazione immediata aree sud Gaza
L'esercito israeliano ha ordinato di evacuare "immediatamente" diverse aree del sud della Striscia di Gaza a seguito degli attacchi con razzi lanciati stamane, primo anniversario del massacro del 7 ottobre, contro lo Stato ebraico. "A causa degli atti terroristici di Hamas, che saranno affrontati con estrema forza, dovete evacuare queste aree immediatamente e dirigervi verso l'area umanitaria di al-Mawasi", ha dichiarato il portavoce delle Idf, Avichay Adraee, rivolgendosi ai palestinesi.
Nuove sanzioni Usa su finanziatori Hamas, uno è in Italia
Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni su Hamas nel primo anniversario del massacro, ha intanto annunciato il Dipartimento del Tesoro Usa in una nota sul proprio sito web. In particolare, sono stati designati ''tre individui e un ente di beneficenza fittizio che sono importanti sostenitori finanziari internazionali di Hamas, nonché un istituto finanziario controllato da Hamas a Gaza''. E' stato anche ''designato un sostenitore di lunga data di Hamas'', prosegue la nota. Si tratta di ''attori che svolgono ruoli critici nella raccolta fondi esterna per Hamas, spesso sotto le mentite spoglie di opere di beneficenza, e che finanziano le attività terroristiche del gruppo''.
La Segretaria del Tesoro Janet Yellen ha affermato che ''mentre ricorre un anno dal brutale attacco terroristico di Hamas, il Tesoro continuerà a colpire incessantemente la capacità di Hamas e di altri proxy iraniani destabilizzanti'' in modo che non possa più ''finanziare le loro operazioni e compiere ulteriori atti violenti".
In particolare, il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sanzionato tre presunti finanziatori di Hamas tra cui uno con base in Italia. Si tratta di Mohammad Hannoun, "riconosciuto come un agente principale di Hamas da Israele nel 2013", come riporta il Jerusalem Post. Hannoun guida un gruppo di beneficenza denominato Charity Association of Solidarity with the Palestinian People (ABSPP), che è accusato di aver convogliato denaro all'ala militare di Hamas sotto le mentite spoglie di aiuti umanitari.
Tra gli altri sanzionati, Hamid Abdullah Hussein Al-Ahmar, cittadino yemenita residente in Turchia, ex membro del parlamento per conto del partito della Fratellanza Musulmana in Yemen, descritto come uno dei più importanti sostenitori internazionali di Hamas. Al Ahmar, che presiede la Al-Quds International Foundation con sede in Libano, è descritto come colui che ha svolto un ruolo chiave nel portafoglio di investimenti clandestini di Hamas, che al suo apice ha gestito oltre 500 milioni di dollari in attività.
Il Tesoro ha anche preso di mira Majed Al-Zeer, descritto come un "alto rappresentante di Hamas in Germania, che è anche uno dei membri più anziani di Hamas in Europa e ha svolto un ruolo centrale nella raccolta fondi europea del gruppo terroristico". Al-Zeer è stato designato come funzionario di Hamas da Israele già nel 2013 ed è stato anche riconosciuto dalle autorità tedesche come leader degli sforzi di Hamas nel paese già nel 2018. Ha guidato una vasta gamma di organizzazioni in tutta Europa, tra cui il Palestinian Return Centre di Londra, la sua sussidiaria European Palestinian Conference e l'European Palestinian Council for Political Relations (EUPAC).
Esteri
Ucraina-Russia, Zelensky: “Guerra può finire nel...
Il presidente ucraino e l'incognita della nuova amministrazione Usa: "Voglio sentire le proposte di Trump"
L'Ucraina punta su Donald Trump per chiudere la guerra con la Russia nel 2025. Mentre Vladimir Putin spaventa l'Europa con il nuovo missile Oreshnik che "può colpire ovunque" nel Vecchio Continente, Kiev attende l'insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti per una svolta negoziale che apra la strada alla pace. Trump, com'è noto, da mesi si dice convinto di poter portare Ucraina e Russia al tavolo per una rapida intesa.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a dirsi fiducioso che la guerra con la Russia possa finire nel 2025 e che "a gennaio avremo un piano", ribadisceai media stranieri a margine della terza conferenza internazionale 'Grain from Ukraine'.
Cosa ha detto Zelensky
"Per quanto riguarda il momento in cui la guerra finirà... finirà quando la Russia deciderà di farla finire. Quando gli Stati Uniti assumeranno una posizione più forte. Quando il Sud globale si schiererà con l'Ucraina e a favore della fine della guerra", dice Zelensky, sottolineando di essere fiducioso che questi sviluppi si verificheranno prima o poi e che verranno prese delle decisioni.
"Sarà un percorso difficile, ma sono convinto che abbiamo tutte le possibilità di raggiungere questo obiettivo l'anno prossimo - afferna - capiamo che la Russia non sarà d'accordo con tutti questi passi, ma c'è la Carta delle Nazioni Unite e tutte le nostre azioni si basano su di essa. Speriamo che siano sostenute dai nostri partner".
"Voglio sentire le proposte di Trump"
L'incognita maggiore per Zelensky - e allo stesso tempo la principale speranza - è la nuova amministrazione Usa. È necessario ascoltare le proposte d Trump sul piano per porre fine al conflitto. "Siamo aperti - dice Zelensky -; lo dirò ancora una volta, e tra l'altro, ai leader dei paesi africani, asiatici e arabi... Siamo pronti a vedere le loro proposte. Voglio anche vedere quelle del nuovo presidente degli Stati Uniti d'America. Penso che avremo queste proposte a gennaio e che avremo un piano per porre fine a questa guerra".
"Sono sicuro che l'anno prossimo avremo tutte le possibilità di porre fine alla guerra - aggiunge il presidente ucraino - Ci sono passi appropriati per questo... Comprendiamo che la Russia non farà tutti questi passi. Ma esiste una carta delle Nazioni Unite e tutti i nostri passi basati sulla Carta delle Nazioni Unite saranno sostenuti dai partner".
Il messaggio (quotidiano) da Mosca
Putin, particolarmente loquace negli ultimi giorni con 2 messaggi, tace lasciando spazio ai proclami di Dmitry Medvedev, ex presidente e attuale numero 2 del Consiglio di sicurezza. Il presidente, dopo il lancio di un nuovo missile a medio raggio contro il territorio ucraino, ha avvertito in particolare l'Europa: "Possiamo colpire ovunque", ha detto come reazione alle azioni condotte da Kiev, che ha colpito il territorio russo con missili americani (Atacms) e britannici (Storm Shadow).
A stretto giro, tocca a Medvedev indicare la soluzione ideale del conflitto per i parametri russi: "Se il blocco Nato smette di soffiare sul fuoco della guerra in Ucraina, questo conflitto può finire senza alcun ulteriore costo per l'umanità", dice Medvedev.
Esteri
Netanyahu, Crosetto: “Linea governo è approfondimento...
Il ministro della Difesa sul mandato emesso dalla Corte penale internazionale: "A primo acchito sembra una sentenza più politica che tecnica". Salvini: "Non è Netanyahu il criminale"
Sul mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, "la linea del governo è quella di approfondire le motivazione della sentenza che a primo acchito sembra una sentenza più politica che tecnica". Dopo le parole della premier Giorgia Meloni, a ribadirlo è il ministro della Difesa Guido Crosetto prima di intervenire alla convention di Centro Popolare e Noi Moderati, in corso a Napoli.
"Ma la cosa che ha colpito di più e che io ho detto sin dal primo momento - ha aggiunto il ministro - è che abbiamo trovato inaccettabile e assurdo mettere sullo stesso piano i leader di un'organizzazione terroristica che ha attaccato innocenti con chi guida legittimamente uno stato democratico e si sta difendendo".
La linea Meloni
Rimettendo ordine dopo una serie di prese di posizione non univoche all'interno dell'esecutivo, tanto che il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini nella mattinata aveva manifestato la convinzione che la premier avrebbe trovato "una sintesi", Meloni ieri sera ha indicato la linea del governo italiano sul caso.
"Approfondirò in questi giorni - ha spiegato Meloni - le motivazioni che hanno portato alla sentenza della Corte penale internazionale. Motivazioni che dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica. La presidenza italiana del G7 intende porre il tema all’ordine del giorno della prossima ministeriale Esteri che si terrà a Fiuggi dal 25 al 26 novembre. Un punto resta fermo per questo Governo: non ci può essere una equivalenza tra le responsabilità dello Stato di Israele e l'organizzazione terroristica Hamas", ha sottolineato la presidente del Consiglio.
Salvini insiste: "Non è Netanyahu il criminale"
''Conto che si trovi una soluzione perché sicuramente non è Netanyahu il criminale di guerra. Diciamo che i terroristi islamici sono il problema per l'Italia e per il mondo, e quindi conto che il problema non si ponga mai'', ha intanto insistito oggi il ministro Salvini.
Parlamentari e Ong italiani a dicembre a L'Aja: "Sostegno a Cpi, Italia non si sottragga"
Intanto, venerdì 13 dicembre prossimo, una delegazione composta da deputati e deputate dell’Intergruppo parlamentare per la pace tra la Palestina e Israele, europarlamentari italiani e rappresentanti delle Ong italiane, si recherà a L'Aja per una serie di incontri presso la Corte penale internazionale (Cpi).
La visita, prevista da tempo, avviene dopo l’emissione dei mandati di arresto da parte della Corte nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e dell’attuale leader di Hamas Mohammed Deif, la cui morte è ancora incerta, per crimini di guerra e contro l’umanità.
"L’obiettivo della visita –dichiarano i parlamentari dell'Intergruppo- è di prendere atto del lavoro della Corte, delle difficoltà e degli ostacoli che sta incontrando nello svolgimento delle proprie attività, oltre ad esprimere pieno sostegno alla Corte, che opera al solo scopo di affermare la legalità internazionale, nonostante pressioni e circostanze molto difficili".
"È fondamentale che l’Italia, Paese in cui fu firmato lo Statuto di Roma che ha istituito la Cpi, dia un chiaro e inequivocabile segnale di vicinanza alla Corte. Il lavoro della Corte va rispettato in tutti i suoi passaggi: indagini, mandato d’arresto e sentenza. Il nostro Governo non può sottrarsi ai suoi obblighi internazionali e, per evitare ogni complicità con chi è ricercato per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, è necessario che prenda chiaramente le distanze dall’operato di Netanyahu e dei suoi ministri, dando piena attuazione al mandato d’arresto della Corte, che rappresenta un obbligo per ciascun Stato parte", concludono i parlamentari e le parlamentari dell'intergruppo per la pace tra la Palestina e Israele, coordinato dalla deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari.
Esteri
Ucraina-Russia, Medvedev: “Armi nucleari? Opzione...
Il vice capo del Consiglio di sicurezza russo: "Guerra finirà se Nato smette di alimentarla". Per il Pentagono, migliaia di soldati nordcoreani combatteranno "presto" contro le forze ucraine
Il conflitto in Ucraina potrà finire senza ulteriori costi in termini di vite umane se la Nato smetterà di alimentarlo. Ad assicurarlo è il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, in un'intervista al canale televisivo Al Arabiya.
"Se il blocco Nato smette di soffiare sul fuoco della guerra in Ucraina, questo conflitto può finire senza alcun ulteriore costo per l'umanità", ha detto Medvedev. Commentando quindi la possibilità che la Russia utilizzi armi nucleari, come minacciato dal presidente Vladimir Putin, Medvedev ha osservato che si tratta di un'"opzione estrema".
Pentagono: "Presto migliaia di nordcoreani contro forze ucraine"
Gli Stati Uniti prevedono intanto che migliaia di soldati nordcoreani di stanza in Russia combatteranno "presto" contro le forze ucraine. A dichiararlo è stato il capo del Pentagono Lloyd Austin.
Il segretario alla Difesa statunitense stima infatti che circa 10mila militari dell'esercito nordcoreano si trovino nella regione russa di Kursk, che confina con l'Ucraina ed è in parte occupata dalle forze di Kiev, e siano "integrati nelle formazioni russe".
"Sulla base di ciò che sono stati addestrati" a fare e "di come sono stati integrati nelle formazioni russe, mi aspetto di vederli presto impegnati in combattimento", ha detto Austin ai giornalisti dalle Figi, dove si trova in visita, precisando di non avere conoscenza di "alcuna informazione significativa" di soldati nordcoreani "attivamente impegnati in combattimento" ad oggi.