Israele-Hamas, Biden a un anno da attacco: “Non ci arrenderemo mai fino a ritorno ostaggi”
Il presidente Usa: "Sosteniamo il diritto di Israele a difendersi dagli attacchi di Hezbollah, Hamas, Houthi e Iran". Macron: "Nostro dolore acuto come un anno fa". Starmer: "Cessate il fuoco nell'anniversario del 7 ottobre"
"Non ci arrenderemo mai finché non riporteremo a casa sani e salvi tutti gli ostaggi rimasti" nella Striscia di Gaza. A dichiararlo il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in una nota in occasione del primo anniversario del massacro del 7 ottobre.
"Oggi e ogni giorno, penso agli ostaggi e alle loro famiglie. Ho incontrato le famiglie degli ostaggi e ho pianto con loro. Hanno attraversato l'inferno", ha aggiunto Biden, sottolineando che la sua Amministrazione ha negoziato per il rilascio di oltre 100 ostaggi, compresi cittadini americani.
"Condanno con fermezza l'ondata violenta di antisemitismo in America e nel mondo. È inaccettabile. Dobbiamo unirci contro l'antisemitismo e contro l'odio in tutte le sue forme", ha dichiarato ancora Biden sottolineando: "L'attacco del 7 ottobre ha portato in superficie ricordi dolorosi lasciati da millenni di odio e violenza contro il popolo ebraico. Ecco perché, subito dopo l'attacco, sono diventato il primo presidente americano a visitare Israele in tempo di guerra. Ho detto chiaramente al popolo di Israele: non siete soli. Un anno dopo, la vice presidente Harris ed io rimaniamo impegnati totalmente per la sicurezza del popolo ebraico, la sicurezza di Israele e il suo diritto di esistere".
"Sosteniamo il diritto di Israele a difendersi dagli attacchi di Hezbollah, Hamas, Houthi e Iran. La scorsa settimana, su mia istruzione, l'esercito degli Stati Uniti ha nuovamente assistito attivamente nella difesa di successo di Israele, aiutando a sconfiggere un attacco iraniano con missili balistici", ha aggiunto Biden.
"Non dimenticherò mai l'orrore del 7 ottobre 2023. 1.200 persone innocenti, tra cui 46 americani, sono state massacrate dai terroristi di Hamas. Donne stuprate sul ciglio della strada. 250 persone rapite. È stato il giorno più letale per il popolo ebraico dopo l'Olocausto. Ciò che Hamas ha fatto quel giorno è stata pura malvagità, è stato brutale e nauseante. E ha riacceso una profonda paura tra il popolo ebraico non solo in Israele, ma anche negli Stati Uniti e in tutto il mondo", ha dichiarato dal canto suo la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris.
Macron: "Nostro dolore acuto come un anno fa"
Il presidente francese Emmanuel Macron ha pubblicato un messaggio in ebraico, commemorando il massacro del 7 ottobre dell'anno scorso. "Il nostro dolore è qui ed è acuto come lo era un anno fa - ha scritto il capo dello Stato - Il dolore del popolo israeliano, il nostro dolore e il dolore dell'umanità in generale. Non dimenticheremo i morti, i prigionieri e le famiglie i cui cuori sono spezzati dalla perdita e dall'attesa del loro ritorno. I miei pensieri sono con loro".
Starmer: "Cessate il fuoco nell'anniversario del 7 ottobre"
Il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer, ha chiesto un cessate il fuoco in Medio Oriente in occasione del primo anniversario del 7 ottobre e ha invocato "un sostegno inequivocabile alla comunità ebraica" in quello che è stato "il giorno più buio" della sua storia "dall'Olocausto".
"Un anno dopo questi orribili attacchi, dobbiamo sostenere inequivocabilmente la comunità ebraica e unirci come Paese. Non dobbiamo mai voltarci dall'altra parte di fronte all'odio. Né mentre i civili soffrono le terribili conseguenze di questo conflitto. Ribadisco il mio appello a la fine immediata degli scontri a Gaza e in Libano e l’eliminazione di tutte le restrizioni sugli aiuti umanitari", ha affermato.
Starmer ha sostenuto che il suo governo non “vacillerà” nella “ricerca della pace”. "In questo giorno di dolore e tristezza, onoriamo coloro che abbiamo perso e continuiamo la nostra determinazione nel far tornare coloro che sono ancora tenuti in ostaggio, aiutare coloro che soffrono e garantire un futuro migliore al Medio Oriente", ha affermato.
Spagna chiede liberazione ostaggi e cessate il fuoco
La Spagna dal canto suo ha chiesto la liberazione degli ostaggi ancora detenuti dal Movimento di resistenza islamica Hamas, e un cessate il fuoco nella regione che consenta l'accesso agli aiuti umanitari a Gaza.
In un comunicato, il ministero degli Esteri spagnolo ha ricordato e ribadito "la sua più ferma condanna degli atroci attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023", esprimendo anche la sua solidarietà alle famiglie e ai parenti delle vittime, in particolare di Maya Villalobo e Ivan Illaramendi, i due cittadini spagnoli uccisi durante gli attacchi terroristici. "A distanza di un anno, il Governo esprime la propria solidarietà alle famiglie degli ostaggi ancora tenuti in ostaggio e ne chiede l'immediato rilascio. È necessario un cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, l'accesso umanitario ai civili e la fine della violenza", si legge nella dichiarazione.
Il governo ribadisce inoltre la sua determinazione a combattere "l'antisemitismo e tutte le forme di odio e discriminazione", impegnandosi a "continuare a lavorare per la pace in Medio Oriente" e a far progredire "l'attuazione della soluzione dei due Stati che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza, la migliore garanzia di stabilità per tutti nella regione".
A Berlino la commemorazione alla Porta di Brandeburgo, letti i nomi delle vittime
Un anno dopo l'attacco terroristico di Hamas contro Israele, un gruppo di persone si è riunito questa mattina alla Porta di Brandeburgo a Berlino, per commemorare le vittime, leggendo i nomi delle 1.170 persone uccise e delle 255 rapite. La commemorazione è iniziata alle 5:29 del mattino, l'ora esatta dell'inizio dell'attacco il 7 ottobre 2023.
Come a Berlino in decine di città di tutto il mondo - tra queste, Lipsia, Dusseldorf, Varsavia, Belfast, Lima e New York - si sono tenute manifestazioni analoghe, con la lettura dei nomi delle vittime. Gli organizzatori hanno dichiarato che l'obiettivo dell'evento è quello di "condividere il dolore del popolo ebraico, essere solidali con lo Stato ebraico a prescindere dalla politica attuale e alzare la voce contro l'antisemitismo e l'antisionismo".
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Dopo Helene ecco Milton, la Florida si prepara...
Evacuate diverse contee, dichiarato lo stato di emergenza
Mentre sta ancora affrontando gli effetti dell'uragano Helene, la Florida si prepara all'arrivo di Milton, un nuovo uragano che si è intensificato fino a diventare una tempesta di categoria 2, prima del suo arrivo sulla costa del Golfo del Messico.
Lo Stato sta ancora contando i danni provocati da Helene, che il 26 settembre ha colpito la regione Big Bend come uragano di categoria 4, uccidendo almeno 232 persone in tutto il sud-est e lasciando oltre 800 km di distruzione causati da inondazioni e venti catastrofici.
Secondo quanto ha annunciato il National Hurricane Center, Milton oggi dovrebbe passare a categoria 3 o superiore, con venti di 193 km orari. Si prevede che colpisca tra Cedar Key e Naples, includendo l'area di Tampa verso metà settimana.
Per Miami, Orlando e Tampa sono previsti da 5 a 20 centimetri di pioggia fino a giovedì. Secondo il centro uragani, alcune aree dello Stato potrebbero ricevere più di 38 centimetri di pioggia. “Milton sarà una tempesta storica per la costa occidentale della Florida”, ha dichiarato il Servizio meteorologico nazionale di Tampa Bay in un briefing questa mattina.
Avvisi di evacuazione
Il governatore Ron DeSantis ha dichiarato lo stato di emergenza a 51 contee e ha avvertito i cittadini della Florida di prepararsi a più interruzioni di corrente, assicurandosi di avere cibo e acqua per una settimana e di essere pronti a mettersi in viaggio. DeSantis ha spiegato che, nonostante il punto preciso in cui Milton toccherà terra non è ancora chiaro, la Florida sarà duramente colpita.
Le autorità hanno emesso ordini di evacuazione obbligatori per alcune parti della contea di Pasco e dell'isola di Anna Maria vicino a Tampa a partire da oggi, mentre altre località hanno chiesto ai residenti di evacuare. Le evacuazioni includono anche i residenti che vivono in case mobili, in zone basse e soggette a inondazioni.
Le autorità hanno affermato che, oltre all'ondata di tempesta di Milton, i detriti di Helene renderanno difficile ai soccorritori raggiungere le persone in difficoltà nei prossimi due giorni.
Esteri
Re Carlo sospenderà cure per il cancro durante visita in...
Riprenderà il ciclo di terapie non appena tornerà nel Regno Unito
I medici hanno concesso a Re Carlo di sospendere la terapia contro il cancro per poter volare in Australia la prossima settimana per una visita reale. Il monarca partirà il 18 ottobre, toccando Sydney e Canberra, per poi proseguire per una visita di Stato a Samoa, nel Pacifico meridionale, dove parteciperà al Commonwealth Heads of Government Meeting (Chogm).
Secondo quanto appreso dal Daily Mail, Sua Maestà continuerà la terapia in corso contro il cancro fino al momento della partenza, per interromperla durante il suo soggiorno all'estero. Il re riprenderà il ciclo di cure non appena tornerà nel Regno Unito. Charles, 75 anni, a cui è stata diagnosticata una forma tumorale a febbraio in seguito a un intervento chirurgico alla prostata, è da allora sottoposto a cure settimanali. La notizia che il Re faccia un viaggio così lontano e lasci passare 11 giorni tra un trattamento e quello successivo - scrive il giornale britannico - è una buona notizia per la sua salute e sottolinea anche il suo impegno nel rispettare i doveri reali che ha dimostrato fin dalla diagnosi.
Il Re e sua moglie, la Regina Camilla, hanno un programma fitto di impegni, che comprenderanno fino a dieci appuntamenti al giorno durante la loro visita reale, e avranno solo un giorno di riposo. Fonti sottolineano, tuttavia, che il loro programma è stato organizzato in stretta consultazione con i medici che monitoreranno quotidianamente la salute di Carlo. Al suo seguito ci sarà, come sempre, un medico, prassi standard per il Re quando è all'estero. Il viaggio tanto atteso è estremamente significativo in quanto è la sua prima visita a un reame, di cui è capo di Stato da quando è diventato Re, e il suo primo Chogm come capo del Commonwealth.