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Vincenzo Agostino e il nipote Nino Morana

Papà Vincenzo aspettava questo momento da 35 anni, da quando il 5 agosto del 1989 i sicari di Cosa nostra uccisero il figlio poliziotto, Nino Agostino, e la moglie Ida Castelluccio, incinta di 4 mesi. Lo ripeteva sempre: "Solo quando sarà fatta giustizia, mi taglierò la barba". Ma non ha fatto in tempo. Perché è morto lo scorso 24 aprile. Però, oggi pomeriggio c'erano le figlie, Ida e Flora, il nipote Nino Morana, cresciuto con il nonno alla ricerca di giustizia. La sentenza è arrivata dopo oltre 7 ore di Camera di consiglio all'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo. Ergastolo per il boss Gaetano Scotto. "Oggi mio nonno avrebbe tagliato la barba, e ce la tagliamo tutti metaforicamente. Con lui", ha detto il nipote Nino Morana. "E' in parte una vittoria per tutti noi", ha poi aggiunto. Ma prima ha lanciato un appello al boss Gaetano Scotto: "Collabori per fare luce sui tanti punti oscuri sulla morte di mio zio Nino...".

Accanto a lui c'è anche don Luigi Ciotti. L'Associazione Libera si è costituita parte civile nel processo. E' emozionata anche la Procuratrice generale Lia Sava, che ha sostenuto l’accusa con Umberto De Giglio e Nico Gozzo. Gaetano Scotto era accusato di duplice omicidio aggravato in concorso mentre Francesco Paolo Rizzuto, il coimputato che è stato assolto su richiesta della stessa Procura generale, di favoreggiamento aggravato. Scotto è stato condannato anche al pagamento di oltre mezzo milione di euro per il risarcimento delle parti civili.

Durante il processo è emerso che il poliziotto Nino Agostino, che all'epoca era in servizio al Commissariato di San Lorenzo di Palermo raccoglieva informazioni sui latitanti nel territorio del mandamento di Resuttana. "Un fatto importante da risultare decisivo nella valutazione di quella che deve essere la responsabilità di chi faceva parte di questa compagine criminale", hanno spiegato le difese di parti civili, durante le arringhe. Non ci sono state repliche, né dalla Procura generale né dalle difese, prima che i giudici entrassero in camera di consiglio. In passato il boss Nino Madonia era stato giudicato in un procedimento parallelo con rito abbreviato. Adesso sul banco degli imputati Gaetano Scotto, suo stretto collaboratore, per il quale la procura generale nelle scorse settimane ha chiesto l'ergastolo. Che oggi è stato concesso. Ma per la difesa di Scotto non si sarebbe trattato di un omicidio di mafia. Il delitto sarebbe stato di ben "altra natura che trae origine da ben altri rapporti". Elementi che porterebbero "alla assoluta mancanza di prova nei confronti di Scotto Gaetano. Per tali motivi concludo, così come il mio precedente difensore, chiedendo l'assoluzione di Scotto Gaetano per non aver commesso il fatto contestato", ha detto l'avvocato Giuseppe Scozzola.

Il pg Umberto De Giglio, ha detto durante la requisitoria che gli elementi raccolti ''in questo processo dimostrano con certezza che l'agente di polizia Antonino Agostino è stato assassinato da soggetti appartenenti a Cosa nostra''. In particolare "da Scotto e Madonia". Secondo la procura generale, ''Scotto ha eseguito materialmente l'omicidio come ci riferiscono concordemente Vito Lo Forte, Vito Galatolo e Oreste Pagano in base alle informazioni che gli stessi hanno appreso da fonti e in contesti diversi''. ''Tutte le direzioni delle diverse visuali dalle quali si può analizzare il duplice omicidio si incrociano proprio sulla posizione della figura di Scotto. Tutte le traiettorie probatorie ci portano a Scotto'', ha spiegato il Pg De Giglio durante la requisitoria.

E ancora: "Tutte le direzioni delle diverse visuali dalle quali si può analizzare il duplice omicidio si incrociano proprio sulla posizione della figura di Scotto. Tutte le traiettorie probatorie ci portano a Scotto”. Non solo. L’accusa ritiene anche che il boss dell’Acquasanta quale “uno dei mandanti dell’omicidio”. E ciò “non solo in quanto esponente di vertice del mandamento di Resuttana, in stretti rapporti con Nino Madonia, ma anche in ragione dei rapporti particolari che Scotto intratteneva con uomini delle istituzioni come il maresciallo Salzano e Giovanni Aiello (faccia da mostro ndr). E quindi in ragione di quella particolare posizione occupata da Scotto proprio in quello spazio di complicità tra mafia e istituzioni. Quello stesso spazio in cui si era introdotto Agostino nella sua attività di raccolta di informazioni. E in cui si deve collocare l’omicidio di Agostino”.

Il poliziotto Agostino, ha ricordato la procura generale, “era entrato in contatto con soggetti legati a servizi segreti instaurando rapporti quantomeno di collaborazione operativa” con costoro. Era entrato in contatto con il giudice Giovanni Falcone - avendo fatto servizio di protezione per l’estremista Alberto Volo, al tempo sentito da Falcone - e “aveva cercato di raccogliere informazioni sull’attentato all’Addaura” in cui sarebbe dovuto morire Falcone.

“Tutto questo - disse De Giglio in requisitoria - lo aveva introdotto in quello spazio di contiguità in cui si verificavano le connessioni illecite tra mondo mafioso ed apparati dello Stato. Aveva visto incontri tra mafiosi ed esponenti delle istituzioni. O comunque aveva compreso il significato illecito delle relazioni sistemiche tra i due mondi. Manifestando la volontà di non finire in questo calderone, Agostino aveva guadagnato l’ostilità non solo di Cosa nostra ma anche interna del suo mondo. In particolare di coloro nelle istituzioni che temevano che Agostino potesse rivelare quanto aveva vissuto e soprattutto quanto aveva visto”.

Il giovane poliziotto “è stato ucciso anche per evitare che potesse rivelare quelle informazioni che aveva raccolto in merito ai rapporti esistenti tra esponenti mafiosi ed alcuni uomini dello Stato, appartenenti alla Polizia o ai servizi segreti”. Alla procura generale risulta “ancora accertato che in alcuni ambienti della polizia e dei servizi l’eliminazione di Agostino fu salutata con favore. Risulta infine provata che soggetti legati o appartenenti a servizi di sicurezza realizzavano azioni depistanti, dirette a sviare le indagini sul duplice omicidio allo scopo di nascondere l’attività effettivamente svolta da Agostino”. Oggi pomeriggio, alle 17.16 è arrivata la sentenza, tanto attesa, tanto cercata, da papà Vincenzo Agostino. Che oggi avrebbe tagliato la barba. Dopo 35 anni. (di Elvira Terranova)

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Cronaca

Open Arms, ex parroco Lampedusa: “Il fatto sussiste,...

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Open Arms, ex parroco Lampedusa:

"Fa sorridere l'espressione 'il fatto non sussiste', perché il fatto sussiste, eccome. E' accaduto, è passato sulla pelle delle persone che sono rimaste sequestrate e sofferenti in mezzo al mare per diversi giorni. Il fatto sussiste e io e altri insieme a me ne siamo stati testimoni". A dirlo all'Adnkronos è Carmelo La Magra, ex parroco di Lampedusa, dopo la sentenza del processo Open Arms e l'assoluzione con formula piena - perché il fatto non sussiste - del vicepremier Matteo Salvini. Nei giorni del braccio di ferro con 147 naufraghi bloccati in mezzo al mare in pieno agosto il prete da sempre in prima linea nell'accoglienza dei migranti ha ripetuto la 'protesta' andata in scena qualche mese prima, quando a essere bloccata era stata un'altra nave, la Sea Watch. Ha dormito all'addiaccio sul sagrato della chiesa di Lampedusa.

"Non una protesta - dice oggi -, ma un modo per manifestare la nostra solidarietà e la nostra vicinanza alle persone a cui era impedito di sbarcare". Oggi che il Tribunale di Palermo ha emesso il verdetto di assoluzione per l'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, don Carmelo ricorda la sofferenza dei naufraghi. "Il fatto sussiste perché li abbiamo visti sbarcare con i nostri occhi e abbiamo festeggiato con loro dopo giorni in balia del mare. Quello che è accaduto in quei giorni è storia, è reale, se le responsabilità non vengono riconosciute i motivi saranno altri ma il fatto è accaduto". Il leader della Lega ancora una volta oggi ha ribadito: "Rifarei tutto, ho difeso i confini dai clandestini". Eppure da quella nave "chi di noi era là non ha visto scendere persone che potessero mettere a rischio l'Italia. I confini si proteggono dagli eserciti e non dai poveri, da chi vuole invadere e non da chi chiede aiuto", dice l'ex parroco di Lampedusa.

Insomma, sottolinea don Carmelo, alla base del divieto di sbarco non c'era la difesa dei confini". "E' accaduto, ed è accaduto in modo plateale, quello che si ripete anche oggi quasi ogni giorno: che sulla pelle dei migranti si faccia politica, che i naufraghi vengano usati per fare propaganda". Anche perché, ricorda ancora il prete, "mentre venivano bloccati i naufraghi su Open Arms e un mese prima quelli sulla Sea Watch, a centinaia ogni giorni sbarcavano a Lampedusa in modo autonomo o dopo i soccorsi delle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza. La verità è che Open Arms è diventata un palcoscenico per un comizio. Bloccando quelle persone, Salvini non stava difendendo l'Italia, ammesso che di difesa si potesse parlare".

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Cronaca

Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 20 dicembre

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Realizzati invece dieci '5' che vincono 13.957,21 euro ciascuno

Superenalotto, numeri combinazione vincente 20 dicembre

Nessun '6' né '5+1' al concorso del Superenalotto di oggi 20 dicembre. Realizzati invece dieci '5' che vincono 13.957,21 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 48.1 milioni di euro.

Con quali punteggi si vince

Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:

- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;

- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;

- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;

- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;

- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.

Il prezzo di una schedina

La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.

La giocata minima della schedina è una colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.

Come controllare se ho vinto

E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.

La combinazione vincente di oggi

Estratta la combinazione vincente del concorso di oggi 20 dicembre del Superenalotto: 17, 35, 43, 56, 63, 85. Numero Jolly: 23. Numero SuperStar: 74.

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Cronaca

Magdeburgo, auto contro mercatino di Natale: “11...

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Arrestato l'uomo alla guida, un cittadino saudita, dopo la sua folle corsa per 400 metri tra la folla. Il cancelliere tedesco Scholz: "Questo attacco suscita i peggiori timori". Il nostro ministro degli Esteri Tajani: "Al momento non risultano italiani coinvolti"

Il mercatino dove è stato compiuto l'attentato

Attentato nel mercatino di Natale a Magdeburgo, in Germania. Un'auto si è lanciata contro la folla, oggi 20 dicembre 2024 provocando almeno 2 morti e 80 feriti. Una delle vittime confermate è un bambino piccolo, ha reso noto il premier della Sassonia-Anhalt', Reiner Erich Haseloff.

Il conducente dell'auto, che è stato arrestato, ha guidato per 400 metri tra la folla. Si tratta di un cittadino saudita, nato nel 1974, come affermano i media tedeschi. Secondo fonti di sicurezza, l'uomo avrebbe noleggiato il veicolo poco prima dell'attacco condotto con una Bmw alle 19.04. L'uomo arrestato non era precedentemente noto alle forze dell'ordine come un estremista islamico. La polizia sospetta che a bordo dell'auto ci fosse un ordigno esplosivo, come riporta l'emittente Mdr.

"Questo attacco suscita i peggiori timori" ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz che domani, con la ministra dell'Interno Nancy Faeser, sarà a Magdeburgo, riferisce la Bild.

"Da quello che sappiamo al momento si è trattato di un attacco di un lupo solitario così non pensiamo che ci siano altri pericoli per la città", ha detto il premier della Sassonia, Haseloff confermando che "abbiamo arrestato il responsabile, un uomo dell'Arabia Saudita, un dottore che era in Germania dal 2006".

La polizia tedesca sta conducendo un'operazione a Bernburg, la città a circa 45 chilometri da Magdeburgo dove viveva il cittadino saudita responsabile dell'attacco al mercatino di Natale, scrive il giornale Mitteldeutsche Zeitung, che parla di agenti pesantemente armati che hanno fatto irruzione in una casa di Christianstrasse. La polizia non ha però confermato che l'operazione sia collegata all'attentato.

" "Al momento non ci risultano italiani - ha detto il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani, anticipando il numero delle vittime - . Ho parlato adesso con l'unità di crisi in ambasciata e la polizia tedesca".

Il mercatino di Natale, situato vicino al municipio, è stato raggiunto da ambulanze e paramedici. Molte delle persone rimaste ferite sono state curate davanti alle bancarelle. Nella piazza del municipio che ospitava il mercato sono state montate anche delle tende per accogliere i feriti.

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