Appuntamento a Venezia il 24 e il 25 ottobre con il summit dedicato alla transizione sostenibile della filiera della moda fondato e realizzato da Sistema Moda Italia, The European House – Ambrosetti e Confindustria Veneto Est - Area Metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso
Al via la terza edizione del Venice Sustainable Fashion Forum, il summit dedicato alla transizione sostenibile della filiera della moda. Il Forum, fondato e realizzato da Sistema Moda Italia, The European House – Ambrosetti e Confindustria Veneto Est - Area Metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso, si svolgerà a Venezia, presso la Fondazione Giorgio Cini (Isola di San Giorgio), il 24 e 25 ottobre. Titolo e tema conduttore della terza edizione del Forum, presentato nella sede di Sistema Moda Italia a Milano, e che riunirà i principali stakeholder del settore Fashion & Luxury, è 'Leading Re-Generation'. L’obiettivo è proporre nuove soluzioni per ripensare l’approccio alla sostenibilità, nell’ottica della 'rigenerazione' dell’intero settore, con impatti diretti sul capitale umano e sul quadro normativo, sull’innovazione e sulla trasformazione digitale, sulla tracciabilità e la trasparenza della filiera oltre che sull’approccio ai consumi. Il tema rappresenta un appello ai principali protagonisti dell’intera filiera della moda, dalle manifatture di eccellenza ai brand alle pmi, a confrontarsi insieme a istituzioni ed esperti sulle implicazioni che la transizione ha già innescato su competitività, produzione e ricavi. Un invito a condividere le best practice e convergere su soluzioni e azioni comuni per il futuro.
L’evento è stato presentato da: Sergio Tamborini, Presidente Sistema Moda Italia, Flavio Sciuccati, Senior Partner & Director Global Fashion Unit The European House - Ambrosetti, Andrea Favaretto Rubelli, Vice Presidente Gruppo Sistema Moda Confindustria Veneto Est, Carlo Cici, Partner & Head of Sustainability Practices The European House – Ambrosetti, Andrea Crespi, Vice Presidente Sistema Moda Italia con delega alla Sostenibilità. In questa occasione, sono stati anticipati alcuni dati della 3a edizione dello studio strategico “Just Fashion Transition 2024”, l’Osservatorio permanente sulla transizione sostenibile delle filiere chiave della moda, abbigliamento, calzature e pelletteria di TEHA, che quest’anno si concentra sulle traiettorie evolutive del settore al 2030 e sull’efficacia degli impegni delle aziende nel perseguirle.
Il confronto tra queste dimensioni ha dato vita a 5 raccomandazioni strategiche per accelerare la decarbonizzazione nel settore. Se è vero, infatti, che in un solo anno l’impegno nell’ambito della sostenibilità delle top 100 aziende fashion europee è cresciuto, e che già 34 aziende su 100 siano effettivamente riuscite a ridurre le loro emissioni dirette e indirette più velocemente di quanto richiesto dagli obiettivi europei di decarbonizzazione, il traguardo testimonia come l’impegno richiesto per rispettare i tempi sia ancora significativo. Just Fashion Transition 2024 ha coinvolto oltre 500 aziende, tra retailer globali, big europei e aziende della filiera italiana, misurate attraverso un modello Teha di valutazione delle performance Esg. Le proiezioni delle prestazioni economiche e ambientali di settore al 2030 sono basate su serie storiche che contano più di 775 datapoint a livello europeo. Inoltre, è stata effettuata un’analisi delle aspettative del mercato basata su un campione globale di oltre 26.000 consumatori.
La prima giornata del Venice Sustainable Fashion Forum 2024 sarà articolata nella consueta sessione plenaria mattutina e in quattro sessioni parallele pomeridiane, per rispondere alle crescenti richieste di confronto e networking. Al centro del dibattito, durante la sessione introduttiva, sarà la competitività dell'industria rafforzata da un approccio sostenibile, con attenzione alla crisi demografica, alle condizioni di lavoro e al mutamento delle abitudini di consumo. Sullo sfondo, i cambiamenti urgenti da attuare, guidati anche da un processo normativo unitario reso omogeneo a livello europeo. E’ previsto poi un focus relativo al nuovo standard di rendicontazione per le aziende (Csrd), all’obbligo di due diligence sulla catena del valore (Csddd), alle nuove modalità di realizzazione dei prodotti secondo i principi dell’ecodesign (EsPR) e alla responsabilità dei produttori sul fine vita dei prodotti post-consumo (Epr).
Le sessioni pomeridiane saranno dedicate a temi verticali, attraverso best practice della filiera con un focus su finanza, digitalizzazione ed economia circolare, mentre un approfondimento “ad hoc” sarà dedicato allo studio Just Fashion Transition 2024. La seconda giornata sarà dedicata all’analisi del quadro dei consumi, dall’evoluzione storica fino a un approfondimento sul settore luxury e sull’ultra fast fashion, non trascurando le sfide del retail. La discussione si concentrerà poi , sul ruolo chiave della collaborazione tra monte-valle della filiera per una gestione responsabile e sulle sfide e opportunità dell’innovazione facilitata da digitalizzazione e soluzioni AI. Come ogni anno il Forum avanzerà proposte e raccomandazioni condivise dagli stakeholder, necessarie al raggiungimento di una transizione giusta ed efficace. Spiega Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia: “I momenti di difficoltà, come quello che sta attraversando il settore Tessile e Moda, sono da sempre terreno fertile per implementare nuovi assetti di rilancio. Se la filiera sta ridefinendo le sue priorità rispetto all’innovazione, al capitale umano e al prodotto è anche e soprattutto per le sfide sostenibili che il mercato Europeo sollecita. Insieme alle azioni di sostegno e di promozione, presso le istituzioni e all’estero, il Venice Sustainable Fashion Forum 2024 rappresenta per Sistema Moda Italia un’importante occasione per sottolineare l’urgenza di un’agenda sostenibile e di nuove misure per la competitività dell’industria manifatturiera.”
Flavio Sciuccati, pPartner The European House-Ambrosetti e director global fashion unit sottolinea: “Questa nostra terza edizione del Forum di Venezia capita in un anno particolarmente difficile per l’intero settore Moda & Lusso a livello mondiale e per tutta la manifattura made in Italy in particolare. Per questo motivo, oltre al senso di urgenza sul tema Sostenibilità che sin dall’inizio ha caratterizzato l’impostazione che abbiamo dato a questo Osservatorio, quest’anno, sia nello studio strategico che presenteremo che nello svolgimento delle sessioni del Forum, daremo maggiore rilevanza al Business e al suo andamento nei prossimi anni. Lo facciamo perché siamo convinti che la “sfida della Sostenibilità” debba essere abbracciata e possa essere vinta solo dalla stretta collaborazione di tutti e tre gli elementi strategici che caratterizzano (e rendono unico) questo settore, soprattutto nel nostro Paese: i grandi marchi, i piccoli marchi e l’intera filiera manifatturiera la cui parte a monte, per evidenti motivi di frammentazione e di mezzi a disposizione, rappresenta oggi l’anello più debole che va sostenuto e preservato”.
Per Leopoldo Destro, presidente Confindustria Veneto Est: “In uno scenario complesso e cruciale per il settore, questa terza edizione del Forum fa di Venezia un riferimento internazionale del confronto sulla transizione sostenibile come opportunità di ri-generazione per una filiera chiave del Made in Italy quale il Tessile, Moda e Calzatura che, solo in Veneto, supera i 14,5 miliardi di esportazioni. Un’eccellenza creativa e allo stesso tempo manifatturiera, rappresentata dalla pregiata tradizione tessile e dall’intelligenza artigianale della Città lagunare e Distretti tessili dell’area, delle Calzature del Brenta e Sportsystem. La sfida è coniugare competitività e sostenibilità, nei modi e tempi giusti, con adeguati stimoli agli investimenti e regole europee realistiche. È l’appello condiviso che rivolgeremo da Venezia”.
Moda
Damiano David stilista per Diesel, capsule a quattro mani...
In collezione top in jersey bruciacchiati, pantaloni ultra-ampi e il nome del cantante nel caratteristico font del marchio
Damiano David, già ambasciatore globale di Diesel, espande il suo ruolo, co-creando per la prima volta una capsule esclusiva insieme al direttore creativo del marchio, Glenn Martens. Arruolato appositamente come co-creatore, Damiano unisce il suo stile unico con l’approccio anticonformista del brand per dar vita a una collezione genderless che celebra la libertà, l’auto-espressione e l’inclusività.
La capsule incarna appieno l’identità di Diesel sotto la guida di Martens. I look più iconici della sfilata vengono reinventati con proporzioni esagerate: top in jersey bruciacchiati, pantaloni ultra-ampi con coulisse e la parola 'Damiano' stampata nel caratteristico font Diesel, come se fossero stati forgiati da una fiamma ossidrica. Il denim esplora nuovi orizzonti con trattamenti peel-off su completi oversize, maxigonne, pantaloni cargo e una mantella ampia dai bordi sfilacciati. Abiti e maglieria in lana spalmata vengono proposti in versioni oversize, mentre alcuni dei capi più personali della collezione sono arricchiti da stampe e patchwork ispirati ai tatuaggi di Damiano.
Alcuni dei pezzi chiave della capsule Diesel x Damiano sono stati già mostrati nelle recenti apparizioni pubbliche del cantante, come l'abito nero spalmato che ha indossato al Bof 500 Gala, o la mantella nera sfoggiata durante la sfilata Diesel primavera-estate 2025. Diesel aveva annunciato la nomina di Damiano come primo ambasciatore globale del brand lo scorso giugno. Con il suo stile eclettico e il suo spirito ribelle, Damiano incarna perfettamente l'archetipo dell’uomo Diesel.
Cantautore acclamato, Damiano David ha fatto il suo ingresso sulla scena internazionale partendo dalle strade di Roma, conquistando il mondo come frontman dei Maneskin. La sua carriera solista, iniziata con il singolo di debutto 'Silverlines' (prodotto da Labrinth), ha continuato a crescere con il brano 'Born With A Broken Heart', consolidando la sua posizione come una delle voci più innovative della musica globale. Questa collaborazione con Diesel rappresenta il legame duraturo tra il brand e la musica innovativa, e segna un nuovo capitolo nella visione di Diesel della mascolinità e della liberazione di genere. La capsule Diesel x Damiano David è un tributo alla creatività, all’arte e alla sperimentazione che contraddistinguono il marchio.
Moda
Le scarpe Derby, un classico modello di calzatura maschile
Le scarpe Derby, un classico modello di calzatura maschile
Le scarpe Derby rappresentano un pilastro nel panorama delle calzature maschili, unendo eleganza senza tempo e versatilità quotidiana. Nate nel XIX secolo, queste scarpe si sono evolute da semplici calzature funzionali a simboli di stile raffinato. La loro caratteristica principale, l’allacciatura aperta, le distingue dalle Oxford, offrendo una calzata più comoda e adattabile. Oggi, le scarpe da uomo Derby sono apprezzate sia in contesti formali che informali, dimostrando una capacità unica di adattarsi a diverse occasioni e stili. Esplorare la storia e le peculiarità di questo modello permette di comprendere appieno il suo ruolo nel guardaroba maschile contemporaneo.
Origini storiche delle scarpe Derby
Le scarpe Derby devono il loro successo a una trovata semplice quanto geniale: un’allacciatura aperta che rispondeva alla necessità di vestire piedi più larghi. Si racconta che tutto sia partito da un nobile inglese, il Conte di Derby, desideroso di un paio di scarpe capaci di adattarsi ai suoi piedei senza stringere troppo. Così nacque una calzatura che, pur mantenendo un tocco di eleganza, offriva una comodità impareggiabile.
Da quell’inizio quasi casuale, le Derby si sono fatte largo ben oltre i confini dell’Inghilterra, conquistando gli uomini di tutta Europa. Che si trattasse di caccia, di camminate nei boschi o di vita cittadina, queste scarpe divennero la scelta ideale per chi cercava uno stile che non sacrificasse la praticità. Nei salotti e nei club, come nelle passeggiate all’aperto, le Derby rappresentavano un’eleganza disinvolta, adatta a ogni occasione ma mai troppo formale, proprio come una buona conversazione tra amici.
Caratteristiche distintive del modello Derby
A differenza delle Oxford, che sfoggiano un’allacciatura chiusa e rigida, le scarpe Derby si distinguono per una struttura aperta che le rende più accessibili e versatili. Questo dettaglio, apparentemente semplice, rivoluziona la calzatura, donandole un’aura di praticità che sposa perfettamente eleganza e comfort. Il sistema di allacciatura aperta, con i gambetti (le parti laterali della scarpa) cuciti sopra la linguetta, consente di regolare facilmente la calzata, adattandola alle diverse conformazioni del piede. Non stupisce che il modello abbia guadagnato popolarità tra chi cercava stile senza rinunciare alla comodità.
Senza mezzi termini, la Derby può considerarsi una scarpa “democratica” – raffinata ma non rigida, capace di accompagnare chi la indossa dai contesti più formali fino ai momenti di relax. Linee pulite e sobrie caratterizzano questo modello, spesso realizzato in pelle liscia o scamosciata, con finiture che ne esaltano la robustezza e l’eleganza. Insomma, l’essenza stessa di una calzatura che si fa notare per la sua classe discreta, sempre pronta a mettersi al servizio dello stile di chi la indossa.
Versatilità e abbinamenti delle scarpe Derby
Le scarpe Derby sembrano nate per adattarsi a qualsiasi situazione, quasi come fossero il coltellino svizzero del guardaroba maschile. Eleganti e senza troppi fronzoli, riescono a muoversi con disinvoltura tra un look casual e uno più formale. Abbinate a un completo scuro, sfoggiano una raffinatezza sottile, mai eccessiva; con jeans e maglione, invece, rivelano un lato rilassato che non rinuncia al buon gusto. Sono calzature divenute popolari per la loro versatilità, la stessa che si cerca in una moda che accompagni senza essere invadente.
Per chi ama gli abbinamenti più audaci, la Derby si presta persino a stili ibridi, mescolando capi classici a dettagli moderni. In pelle lucida per una serata speciale o in scamosciato per un tocco di informalità, queste scarpe incarnano la libertà di vestire secondo il proprio umore, senza mai perdere di vista lo stile. Un’arma segreta, si potrebbe dire, che ogni uomo dovrebbe avere nel proprio arsenale.
Dove acquistare le scarpe Derby
Borghiniclassic.com è lo shop online di riferimento per le calzature da uomo. Non solo Derby, ma anche modelli raffinati come le Oxford, i mocassini e persino le sneakers, tutti accomunati da un’attenzione per i dettagli che rasenta la perfezione. Qui ogni calzatura porta con sé il fascino dell’artigianato tradizionale, una scelta di materiali oculata e una cura del design che non lascia nulla al caso. Eleganza, comfort, versatilità: tre elementi che, in ogni modello, si incontrano per offrire un’esperienza che va ben oltre il semplice indossare una scarpa.
Economia
Il fascino del vintage conquista l’Italia: una nuova...
Milano, 12 novembre 2024 — Avete mai provato a rovistare nell’armadio della nonna? Tra cappotti di lana e borse in pelle consumate dal tempo, si scoprono spesso veri tesori, capi che portano con sé un’epoca e che ci fanno sentire parte di una storia. Ecco, questo è il mondo del vintage, un mondo che non è mai stato così alla moda come oggi. E pensare che, solo qualche anno fa, il vintage era roba per pochi fissati, quelli che passavano le domeniche nei mercatini a cercare quel pezzo unico, quel vestito perfetto da riportare in vita. Ma, diciamocelo, le cose sono cambiate un bel po’. Adesso, grazie a internet, il vintage è diventato un fenomeno super pop, un trend che attira l’attenzione di tutti, dai giovani ai meno giovani. Insomma, è diventato davvero per tutti.
Nel 2023 la moda di seconda mano ha fatto davvero il botto in Italia, arrivando a 26 miliardi di euro. E sapete chi sta dietro a tutto questo boom? La Gen Z! Sono loro i veri protagonisti di questa rinascita del vintage, mettendo abbigliamento e accessori pre-loved al terzo posto nelle loro cose preferite da comprare. Perché diciamocelo, il vintage ha quella magia che nessun’altra moda riesce ad avere: offre capi che non passano mai, che raccontano una storia e che ci fanno sentire unici in un mondo dove tutto cambia alla velocità della luce.
Il Lugo Vintage Festival e il boom dell’abbigliamento second hand
C’è un evento che sta facendo parlare un sacco di gente ultimamente: il Lugo Vintage Festival. Due weekend da segnare sul calendario: 12-13 ottobre e 16-17 novembre. E sapete chi c’è come partner? Subito, quella piattaforma super popolare per comprare e vendere roba in modo sostenibile, con più di 18,7 milioni di utenti al mese. Insomma, mica poco! E alla guida del festival c’è Angelo Caroli, che non è proprio l’ultimo arrivato: dal 1978 seleziona abiti e accessori che sono il meglio del meglio in fatto di stile e design. Caroli è uno di quelli che sa mescolare estetica e sostenibilità come pochi, proprio in un periodo in cui la parola d’ordine è sostenibilità, non solo nella moda ma anche nella vita di tutti i giorni.
Su Subito, gli annunci nella categoria “Abbigliamento e accessori” sono oltre un milione e trovare il capo perfetto è un’esperienza che richiede pazienza e, soprattutto, una buona strategia. Angelo Caroli ha stilato insieme a Subito una serie di consigli per orientarsi tra le tantissime proposte disponibili. Che si tratti di una giacca in pelle stile biker o di un vestito floreale anni ’70, seguire alcune semplici regole può fare davvero la differenza quando si cerca quel pezzo unico che renderà il nostro guardaroba speciale.
Come trovare il pezzo vintage perfetto su Subito
Allora, come si fa a non perdere la testa tra tutte queste opzioni? Prima di tutto, è essenziale partire dalle parole chiave. Sapete, il potere delle keyword non va mai sottovalutato. Quando cercate qualcosa online, specificare il più possibile è fondamentale. Non basta digitare “giacca vintage”: aggiungete dettagli come “anni ’70”, “in pelle marrone”, “stile biker” e così via. Sfruttare al massimo i filtri di ricerca è un altro passaggio cruciale; bisogna indicare tutto ciò che si sa, come taglia, colore, materiale e decennio.
Ma attenzione, il vintage è anche un po’ questione di amore a prima vista. Quante volte ci siamo lasciati conquistare da una foto e abbiamo comprato d’impulso? Anche qui c’è una lezione da imparare: meglio non farsi prendere troppo dall’entusiasmo iniziale. Bisogna sempre guardare bene le fotografie, leggere le descrizioni dettagliate e porre attenzione a difetti e segni di usura. Le immagini possono nascondere difetti che sono, in realtà, ben visibili dal vivo, quindi è sempre meglio andare con i piedi di piombo e fare tutte le domande del caso al venditore.
Il ruolo della community e del venditore
Quando si compra vintage online, è importante anche capire chi è il venditore. Sembra scontato ma le recensioni contano tantissimo. La community di chi compra e vende è davvero il cuore del mercato vintage online. Sono i feedback delle persone che fanno capire se un venditore è affidabile oppure no. Insomma, se vedi un venditore con tante foto, descrizioni super dettagliate e, soprattutto, recensioni positive, allora puoi andare abbastanza tranquillo. Al contrario, se uno non ti dà dettagli o ha poche info, forse è meglio pensarci due volte prima di comprare.
Poi, se state cercando capi vintage e volete davvero fare una scelta accurata, non abbiate paura di fare domande. Chiedete del capo, delle sue condizioni, se è stato modificato o se presenta difetti. La cosa bella del vintage è che le imperfezioni non sono sempre un problema, anzi, a volte contribuiscono a raccontare la storia di quel capo e a renderlo unico. Le modifiche possono dare nuova vita a un vestito, magari rendendolo più adatto ai gusti attuali o più vicino alla propria taglia.
L’etichetta non mente: come leggere un capo vintage
Un altro aspetto importante è “l’etichetta”. L’etichetta è un po’ il passaporto del capo vintage, è quella piccola targhetta che ci racconta tutto: chi lo ha prodotto, in che epoca, di quali materiali è fatto e come dobbiamo prendercene cura. Scegliere materiali di qualità, come le fibre naturali, è sempre un’ottima scelta per fare in modo che il nostro pezzo vintage ci accompagni per tanti anni ancora.
Un consiglio che Caroli ha ripetuto più volte durante l’evento è quello di non basarsi solo sulla taglia indicata. Le taglie cambiano con il tempo: una M degli anni ’80 non corrisponde alla M di oggi. Meglio prendere le misure in centimetri e confrontarle con le proprie, in modo da non avere sorprese quando il pacco arriva a casa.
I capi evergreen: puntare sui classici
Un altro segreto per un buon acquisto vintage è puntare sui grandi classici. Sì, quelli che non passano mai di moda. Trench, giacche in pelle, shearling: questi capi sono passe-partout che ogni guardaroba dovrebbe avere. Non dimentichiamo poi le iconiche borse vintage, che negli ultimi anni sono diventate sempre più gettonate e il cui valore tende spesso a crescere nel tempo.
“La forza della moda è proprio la sua volatilità e il suo continuo cambiamento”, racconta Caroli. La bellezza del vintage è anche questa: è imprevedibile. Non possiamo sapere con certezza quali trend torneranno di moda ma avere nel proprio guardaroba dei capi iconici ci permette di essere sempre pronti, senza mai sentirci fuori posto.
Il vintage come scelta di stile e sostenibilità
Quindi, comprare vintage non è solo questione di stile, è anche una piccola azione per fare qualcosa di buono per il pianeta. Ogni capo di seconda mano che compriamo è uno in meno che finisce in discarica, ed è un passo verso un futuro un po’ più green. L'”A.N.G.E.L.O Vintage Place” di Angelo Caroli, ad esempio, è un vero punto di riferimento per chi cerca pezzi autentici e di qualità, sia in Italia che nel mondo. E, oh, non dimentichiamoci di Subito, dove ci sono migliaia di venditori pronti a offrirci qualcosa di unico.
Se sei alle prime armi e non sai da dove iniziare, niente paura. Il nostro consiglio? Parti con qualcosa di semplice, tipo una borsa o una giacca che puoi abbinare facilmente. E poi, quando ti senti un po’ più sicuro, inizia a fare qualche scelta più coraggiosa: mescola il vintage con qualcosa di moderno e crea un look che parli davvero di te, che dica chi sei senza troppe parole.
Che tu sia un super appassionato di moda o semplicemente qualcuno a cui piace curiosare, il vintage ha qualcosa per tutti. Non è una moda che segue le tendenze, è una moda che le crea. È una moda che ha già vissuto, che ha storie da raccontare e che merita di avere una seconda possibilità. E, alla fine dei conti, è un modo per sentirci parte di qualcosa di più grande, una storia che attraversa il tempo e che possiamo continuare a scrivere, ognuno con il proprio stile, oggi.