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Israele: “Iran deve essere fermato”. Oggi Biden parlerà con Netanyahu

Beirut e Gaza ancora sotto attacco. Allarme Onu: 400.000 persone intrappolate nel nord della Striscia. Il premier israeliano avverte: "Libano rischia di fare la fine di Gaza". Giallo su morte Safieddine. Wsj: Sinwar ha ordinato la ripresa degli attentati suicidi

Attacco di Israele in Libano - (Afp)

"L'Iran, principale sponsor del terrorismo a livello mondiale, deve essere fermato prima che sia troppo tardi". Così Israele in un post su X. "Il 1° ottobre, il regime iraniano ha lanciato quasi 200 missili balistici contro Israele. Questo attacco non è stato semplicemente un attacco a Israele, ma rappresenta una minaccia significativa per la stabilità globale", si legge sull'account ufficiale dello Stato ebraico.

Oggi colloquio Biden-Netanyahu

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrà un colloquio telefonico oggi con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu su eventuali piani per colpire l'Iran. Lo rivela Axios, citando tre funzionari statunitensi. "Vogliamo usare la telefonata per cercare di definire i limiti della ritorsione israeliana", ha detto un funzionario, spiegando che Washington vuole assicurarsi che Israele attacchi obiettivi in Iran che siano significativi senza essere sproporzionati. I due leader non si parlano da quasi 50 giorni.

Raid in Libano

Ancora attacchi di Israele contro in Libano. Oggi, 9 ottobre, il sobborgo meridionale di Dahiyeh a Beirut è stato preso di mira da una serie di raid durante la notte. Gli attacchi hanno causato ingenti danni, tra cui il crollo di quattro edifici residenziali adiacenti nella zona di Burj Al-Barajneh, ha riferito martedì l'agenzia di stampa nazionale libanese (NNA).

Le Forze di Difesa Israeliane hanno emanato un nuovo "avviso" per i civili che vivono nel sud, con la conferma che i militari "continuano ad attaccare i siti di Hezbollah". "Agli abitanti del sud del Libano, fate attenzione - si legge in un post su X del portavoce Avichay Adraee - E' vietato tornare nelle vostre case fino a nuovo avviso, per garantire la vostra sicurezza. Dovete astenervi dal dirigervi verso il sud. Chiunque si dirige a sud mette in pericolo la propria vita".

Hezbollah ha annunciato che i suoi miliziani hanno affrontato le forze israeliane che "stavano cercando di infiltrarsi nella città di confine sudorientale di Blida" in Libano, facendo anche scoppiare un ordigno esplosivo per contrastarne l'avanzata. I militari volevano avanzare in direzione dell'area di confine di Labouneh poco prima delle 5 del mattino, afferma il gruppo, che sostiene di aver impedito una serie di tentativi di infiltrazione dall'inizio dell'operazione il 30 settembre.

Nel frattempo in in Libano vengono segnalate "interruzioni della telefonia mobile in varie regioni del sud". A riferirne è il giornale libanese L'Orient Le Jour. Secondo il corrispondente della testata, "sono impossibili le comunicazioni con gli abitanti di Rmeish (nella regione di Bint Jbeil), dove le reti Alfa e Touch sono interrotte".

Raid su Gaza

Bombardamenti anche su Gaza. Nove membri della stessa famiglia sono stati uccisi in un attacco israeliano su un edificio residenziale nel quartiere Shejaia, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa palestinese Wafa. Nel frattempo, altre tre persone sono state uccise nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale, tra cui un bambino, e diverse altre sono rimaste ferite.

Israele ha ordinato l'evacuazione di tutta la parte settentrionale di Gaza domenica e ha intensificato gli attacchi nella zona. Al Jazeera ha riferito questa mattina che decine di corpi giacevano nelle strade del campo profughi di Jabalia e che i soccorritori non sono riusciti a raggiungere la zona a causa dei continui bombardamenti.

Secondo Philippe Lazzarini, commissario generale dell'Unrwa "almeno 400.000 persone sono intrappolate" nel nord della Striscia di Gaza. "I recenti ordini di sgombero delle autorità israeliane obbligano le persone a fuggire ancora, e ancora, in particolare dal campo di Jabaliya - scrive su X - In molti si rifiutano perché sanno troppo bene che nessun luogo è sicuro nella Striscia di Gaza".

Raid in Siria

Un morto e un ferito tra le fila delle forze di sicurezza siriane nei pressi della città siriana di Quneitra, vicino al confine con Israele. Lo riferisce l'agenzia ufficiale siriana Sana che cita una fonte della polizia di Quneitra e attribuisce l'operazione a Israele, parlando di "un'aggressione israeliana". L'agenzia non fornisce altri dettagli.

Ieri 7 persone, tra loro donne e bambini, sono rimaste uccise nel raid israeliano sferrato contro un edificio residenziale a Damasco. A renderlo noto è stato il ministero della Difesa siriano. Almeno altre 11 persone sono rimaste ferite nell'attacco, ha poi reso noto il ministero, precisando che si tratta di dati provvisori perché le ricerche e le operazioni di soccorso sono in pieno svolgimento.

Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, 9 persone sono rimaste uccise nel raid, tra cui 5 civili. Il ministero degli Esteri di Damasco ha condannato "nei termini più duri questo brutale crimine contro civili indifesi" chiedendo "misure immediate" per fermare Israele prima che trascini la regione "in un confronto che avrà conseguenze disastrose".

5 persone accoltellate a Hadera

Diverse persone sono state accoltellate a Hadera, città nel centro di Israele. Lo riportano i media locali. Le ultime notizie del Jerusalem Post parlano di cinque feriti, due dei quali sono in condizioni gravi. L'assalitore sarebbe fuggito. Il giornale precisa che la Polizia indaga, ma non si tratterebbe di terrorismo.

Sinwar ha ordinato la ripresa degli attentati suicidi

Il leader di Hamas Yahya Sinwar avrebbe ordinato ai leader del gruppo terroristico in Cisgiordania di rinnovare gli attentati suicidi in Israele poco dopo aver sostituito Ismail Haniyeh a capo dell'ufficio politico di Hamas. A scriverlo oggi è il Wall Street Journal, citando funzionari di intelligence arabi. L'ordine sarebbe stato impartito poco prima del fallito attentato suicida a Tel Aviv, afferma il giornale secondo il quale alcuni alti esponenti di Hamas avrebbero avuto riserve sulla decisione.

Citando funzionari arabi coinvolti nella mediazione, il Wall Street Journal conferma inoltre precedenti notizie secondo cui Sinwar avrebbe recentemente rinnovato i contatti con i mediatori sul cessate il fuoco e gli ostaggi. La testata rivela poi di aver visionato una lettera che sarebbe stata scritta da Sinwar il mese scorso, in cui si afferma che Hamas è pronto per una prolungata guerra di logoramento per "minare la determinazione di Israele" e aprire la strada alla fine dello Stato ebraico. Le posizioni di Sinwar verrebbero considerate estremiste anche all'interno dello stesso gruppo, scrive il giornale, citando funzionari ed ex funzionari israeliani e arabi.

Netanyahu avverte il Libano: "Distruzione simile a quella di Gaza"

Ieri in un video messaggio al popolo libanese, Netanyahu ha avvertito che il Libano rischia di cadere "nell’abisso di una lunga guerra" mentre il suo paese intensifica la sua offensiva contro Hezbollah. "Cristiani, drusi, musulmani, sunniti e sciiti, tutti voi state soffrendo a causa della futile guerra di Hezbollah in Israele", ha detto. “Avete l’opportunità di salvare il Libano prima che cada nell’abisso di una lunga guerra che porterà distruzione e sofferenza simili a quelle che vediamo a Gaza”.

In Libano si stanno già verificando "gli stessi schemi" e "metodi di guerra" utilizzati da Israele a Gaza, hanno affermato funzionari delle Nazioni Unite, mettendo in guardia contro gli sfollamenti di massa dovuti alla ferocia degli attacchi israeliani.

Giallo su morte Safieddine

Intanto è giallo sulla morte di Hashem Safieddine, possibile successore di Hassan Nasrallah. Dopo che Netanyahu ha detto che è stato ucciso, il portavoce dell'Idf si mostra più cauto affermando che si stanno ancora valutando i risultati del raid. "Abbiamo colpito il quartier generale dell'intelligence a Beirut, cioè il quartier generale del capo della divisione intelligence, Abu Abdullah Mortada - ha detto il portavoce dell'Idf, Daniel Hagari - sappiamo che Hashem Safieddine era lì con lui. Si stanno ancora valutando i risultati del raid, Hezbollah sta cercando di nascondere i dettagli. Quando sapremo informeremo il pubblico".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Ucraina, media: “Vertice Ramstein rinviato a data da...

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Lo rende noto un portavoce del Pentagono

il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

Il vertice sull'Ucraina in programma per sabato nella base americana a Ramstein, in Germania, è stato cancellato e rinviato a data da definire. A scriverne è Der Spiegel citando un portavoce del Pentagono.

Il vertice poteva essere una nuova chance per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di presentare il suo Piano di pace davanti agli alleati e convincerli della necessità di un ulteriore salto di qualità nell'assistenza a Kiev.

Resterebbe in stand-by anche il viaggio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Roma e in altre capitali europee. A quanto apprende l'Adnkronos, Zelensky dovrebbe dovuto essere a Roma giovedì, in visita a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Mosca, abbattuti 47 droni lanciati da Kiev

Le autorità di Mosca hanno annunciato di aver abbattuto circa 50 droni lanciati dall'esercito di Kiev contro varie regioni della Russia. Il ministero della Difesa ha annunciato su Telegram che i sistemi di difesa hanno "disarticolato" vari "tentativi del regime di Kiev di portare a termine attacchi terroristici usando droni". In totale, 24 droni sono stati intercettati nei cieli della regione di Briansk, cinque a Belgorod, due a Kursk e Rosto e uno a Krasnodar. Altri 13 droni sono stati abbattuti sul Mare di Azov.

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Esteri

Israele, Libano ancora sotto attacco. Oggi Biden parlerà...

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Beirut e Gaza ancora sotto attacco. Allarme Onu: 400.000 persone intrappolate nel nord della Striscia. Il premier israeliano avverte: "Libano rischia di fare la fine di Gaza". Giallo su morte Safieddine. Wsj: Sinwar ha ordinato la ripresa degli attentati suicidi

Attacco di Israele in Libano - (Afp)

"L'Iran, principale sponsor del terrorismo a livello mondiale, deve essere fermato prima che sia troppo tardi". Così Israele in un post su X. "Il 1° ottobre, il regime iraniano ha lanciato quasi 200 missili balistici contro Israele. Questo attacco non è stato semplicemente un attacco a Israele, ma rappresenta una minaccia significativa per la stabilità globale", si legge sull'account ufficiale dello Stato ebraico.

Oggi colloquio Biden-Netanyahu

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrà un colloquio telefonico oggi con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu su eventuali piani per colpire l'Iran. Lo rivela Axios, citando tre funzionari statunitensi. "Vogliamo usare la telefonata per cercare di definire i limiti della ritorsione israeliana", ha detto un funzionario, spiegando che Washington vuole assicurarsi che Israele attacchi obiettivi in Iran che siano significativi senza essere sproporzionati. I due leader non si parlano da quasi 50 giorni.

Raid in Libano

Ancora attacchi di Israele contro in Libano. Oggi, 9 ottobre, il sobborgo meridionale di Dahiyeh a Beirut è stato preso di mira da una serie di raid durante la notte. Gli attacchi hanno causato ingenti danni, tra cui il crollo di quattro edifici residenziali adiacenti nella zona di Burj Al-Barajneh, ha riferito martedì l'agenzia di stampa nazionale libanese (NNA).

Le Forze di Difesa Israeliane hanno emanato un nuovo "avviso" per i civili che vivono nel sud del Libano, con la conferma che i militari "continuano ad attaccare i siti di Hezbollah". "Agli abitanti del sud del Libano, fate attenzione - si legge in un post su X del portavoce Avichay Adraee - E' vietato tornare nelle vostre case fino a nuovo avviso, per garantire la vostra sicurezza. Dovete astenervi dal dirigervi verso il sud. Chiunque si dirige a sud mette in pericolo la propria vita".

Hezbollah ha annunciato che i suoi miliziani hanno affrontato le forze israeliane che "stavano cercando di infiltrarsi nella città di confine sudorientale di Blida" in Libano, facendo anche scoppiare un ordigno esplosivo per contrastarne l'avanzata. I militari volevano avanzare in direzione dell'area di confine di Labouneh poco prima delle 5 del mattino, afferma il gruppo, che sostiene di aver impedito una serie di tentativi di infiltrazione dall'inizio dell'operazione il 30 settembre.

Raid su Gaza

Bombardamenti anche su Gaza. Nove membri della stessa famiglia sono stati uccisi in un attacco israeliano su un edificio residenziale nel quartiere Shejaia, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa palestinese Wafa. Nel frattempo, altre tre persone sono state uccise nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale, tra cui un bambino, e diverse altre sono rimaste ferite.

Israele ha ordinato l'evacuazione di tutta la parte settentrionale di Gaza domenica e ha intensificato gli attacchi nella zona. Al Jazeera ha riferito questa mattina che decine di corpi giacevano nelle strade del campo profughi di Jabalia e che i soccorritori non sono riusciti a raggiungere la zona a causa dei continui bombardamenti.

Secondo Philippe Lazzarini, commissario generale dell'Unrwa "almeno 400.000 persone sono intrappolate" nel nord della Striscia di Gaza. "I recenti ordini di sgombero delle autorità israeliane obbligano le persone a fuggire ancora, e ancora, in particolare dal campo di Jabaliya - scrive su X - In molti si rifiutano perché sanno troppo bene che nessun luogo è sicuro nella Striscia di Gaza".

Raid in Siria

Sette persone, tra loro donne e bambini, sono rimaste uccise nel raid israeliano sferrato ieri contro un edificio residenziale a Damasco. A renderlo noto è stato il ministero della Difesa siriano. Almeno altre 11 persone sono rimaste ferite nell'attacco, ha poi reso noto il ministero, precisando che si tratta di dati provvisori perché le ricerche e le operazioni di soccorso sono in pieno svolgimento.

Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, 9 persone sono rimaste uccise nel raid, tra cui 5 civili. Il ministero degli Esteri di Damasco ha condannato "nei termini più duri questo brutale crimine contro civili indifesi" chiedendo "misure immediate" per fermare Israele prima che trascini la regione "in un confronto che avrà conseguenze disastrose".

Sinwar ha ordinato la ripresa degli attentati suicidi

Il leader di Hamas Yahya Sinwar avrebbe ordinato ai leader del gruppo terroristico in Cisgiordania di rinnovare gli attentati suicidi in Israele poco dopo aver sostituito Ismail Haniyeh a capo dell'ufficio politico di Hamas. A scriverlo oggi è il Wall Street Journal, citando funzionari di intelligence arabi. L'ordine sarebbe stato impartito poco prima del fallito attentato suicida a Tel Aviv, afferma il giornale secondo il quale alcuni alti esponenti di Hamas avrebbero avuto riserve sulla decisione.

Citando funzionari arabi coinvolti nella mediazione, il Wall Street Journal conferma inoltre precedenti notizie secondo cui Sinwar avrebbe recentemente rinnovato i contatti con i mediatori sul cessate il fuoco e gli ostaggi. La testata rivela poi di aver visionato una lettera che sarebbe stata scritta da Sinwar il mese scorso, in cui si afferma che Hamas è pronto per una prolungata guerra di logoramento per "minare la determinazione di Israele" e aprire la strada alla fine dello Stato ebraico. Le posizioni di Sinwar verrebbero considerate estremiste anche all'interno dello stesso gruppo, scrive il giornale, citando funzionari ed ex funzionari israeliani e arabi.

Netanyahu avverte il Libano: "Distruzione simile a quella di Gaza"

Ieri in un video messaggio al popolo libanese, Netanyahu ha avvertito che il Libano rischia di cadere "nell’abisso di una lunga guerra" mentre il suo paese intensifica la sua offensiva contro Hezbollah. "Cristiani, drusi, musulmani, sunniti e sciiti, tutti voi state soffrendo a causa della futile guerra di Hezbollah in Israele", ha detto. “Avete l’opportunità di salvare il Libano prima che cada nell’abisso di una lunga guerra che porterà distruzione e sofferenza simili a quelle che vediamo a Gaza”.

In Libano si stanno già verificando "gli stessi schemi" e "metodi di guerra" utilizzati da Israele a Gaza, hanno affermato funzionari delle Nazioni Unite, mettendo in guardia contro gli sfollamenti di massa dovuti alla ferocia degli attacchi israeliani.

Giallo su morte Safieddine

Intanto è giallo sulla morte di Hashem Safieddine, possibile successore di Hassan Nasrallah. Dopo che Netanyahu ha detto che è stato ucciso, il portavoce dell'Idf si mostra più cauto affermando che si stanno ancora valutando i risultati del raid. "Abbiamo colpito il quartier generale dell'intelligence a Beirut, cioè il quartier generale del capo della divisione intelligence, Abu Abdullah Mortada - ha detto il portavoce dell'Idf, Daniel Hagari - sappiamo che Hashem Safieddine era lì con lui. Si stanno ancora valutando i risultati del raid, Hezbollah sta cercando di nascondere i dettagli. Quando sapremo informeremo il pubblico".

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Esteri

Ue, la ricetta di Orban: “Ve lo dico io come deve...

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Il premier ungherese alla vigilia del Consiglio europeo di oggi illustra il suo piano tra guerra in Ucraina e immigrazione. "Senza i Balcani l’Europa non sarà mai completa", afferma e in agenda "competitività al primo posto"

Viktor Orban - Fotogramma

Viktor Orban, primo ministro ungherese e ‘bestia nera’ del consensus bruxellese, arriva a Strasburgo e, alla vigilia del dibattito con gli eurodeputati che si tiene oggi 9 ottobre, illustra la sua ‘ricetta’ su come l’Ue dovrebbe evolversi e fornendo a tratti anche una certa prospettiva storica sull’evoluzione che l’Unione ha subito in questi ultimi anni.

Escluso decisamente che il suo Paese possa seguire l’esempio del Regno Unito: l’Ungheria, ha detto, "non ha alcuna intenzione" di lasciare l'Unione Europea. Orban è uno dei leader politici più longevi d’Europa: è primo ministro ininterrottamente dal 2010, e in precedenza aveva ricoperto la stessa carica dal 1998 al 2002. Nel 2011, all’epoca della prima presidenza ungherese del Consiglio Ue, ha ricordato, “avevamo a che fare con le primavere arabe e con l’incidente nucleare di Fukushima”, in Giappone, quindi “non era neanche quello un periodo facile”. Ma oggi “l’Ue è in situazione molto più seria”, con “gravi conflitti” nel Medio Oriente, in Africa e in Ucraina, che si ripercuotono sull’Europa.

Competitività

Al primo posto, nell’agenda della presidenza ungherese, c’è la “competitività”, della quale si parlerà a Budapest, nel Consiglio Europeo informale dell’8 novembre, con l’ex presidente della Bce Mario Draghi. L’Europa, ha ricordato Orban, “perde costantemente competitività”, come “ha detto Draghi”. Anche il presidente Emmanuel Macron, ha ricordato il premier, ha avvertito che l’Europa “potrebbe morire”. E quindi “in tempi come questi è nostro dovere mostrare al Parlamento Europeo la via: l’Europa deve cambiare”. Il nostro obiettivo è avere “un’Europa competitiva”.

Immigrazione

Il premier magiaro ha parlato a lungo di migrazioni, uno dei punti sui quali l’Ue ha finito negli ultimi anni per avvicinarsi a posizioni non molto lontane dalle sue. Secondo lui, la “crisi migratoria non è finita”. Dal 2015, ha notato, “mi danno o dell’idiota o del malvagio”, quando si parla di politiche migratorie, ma alla fine, prevede, “tutti concorderanno con me, alla fine: servono hotspot esterni”. Per Orban, la politica migratoria europea “non funziona” e l’immigrazione “illegale” aumenta “il livello di antisemitismo, la violenza sulle donne e anche l’omofobia”. Visto che la politica migratoria Ue “non funziona”, i Paesi membri “tentano di difendere” le loro frontiere, reintroducendo i controlli di confine. Per Orban, come per l’area euro esiste l’Eurosummit, anche i leader dei membri dell’area Schengen “dovrebbero riunirsi regolarmente”.

Sicurezza e agricoltura

Anche la “politica di sicurezza” europea per la presidenza ungherese “è importante” e “ne parleremo al Consiglio Europeo” di Budapest in novembre. Inoltre, per l’Ungheria “senza i Balcani l’Europa non sarà mai completa”. Sono “vent’anni”, ha ricordato Orban, che l’Ue ha promesso a quei Paesi di poter entrare. E “senza la Serbia, il processo non sarà mai completo”. E qui ha sottolineato che Romania e Bulgaria dovrebbero finalmente entrare nell’area Schengen, dato che “sono pronte a difendere i confini esterni dell’’Ue”. Orban ha poi ricordato che per la presidenza ungherese “l’agricoltura è molto importante” e sarà tra le priorità di Budapest, per “rendere l’Europa di nuovo grande”, ha detto evocando il Maga di Donald Trump.

Sulle prossime elezioni presidenziali Usa, non si è nascosto dietro formule diplomatiche: “Se tornerà Trump stapperemo diverse bottiglie di champagne”, ha assicurato. Perché “ci sono differenze ovvie” tra l’approccio alla politica estera dei Democratici e dei Repubblicani. Se Trump vincerà le elezioni, ha detto ancora Orban, “agirà immediatamente” sulla guerra tra Russia e Ucraina, “ancora prima di insediarsi”, quindi in Europa “non avremo molto tempo” come europei per prepararci. Per l’Ungheria “sarebbe comunque un giorno fantastico”.

Guerra in Ucraina

Anche sulla guerra in Ucraina ha detto chiaramente come la pensa, pur riconoscendo di essere “in forte minoranza” nell’Ue. In Ungheria "abbiamo un'opinione diversa dalla maggioranza degli altri Paesi" sulla guerra in Ucraina.

"L'intenzione è avere un cessate il fuoco il prima possibile, perché non è possibile vincere sul campo di battaglia. Quello che stiamo facendo è perdere, perdere, perdere". "La strategia europea - ha continuato - non è una buona strategia. Non è mai successo nella storia che nella guerra non ci fosse comunicazione" tra i belligeranti. "Quello che facciamo è irrazionale. Sono in minoranza nell'Ue, ma essere in minoranza non è una ragione per rinunciare alle proprie convinzioni. Questa strategia non funziona, come si vede. Ne serve una nuova”.

E a Budapest, ha aggiunto, “abbiamo esperienza con i russi”. L'Ungheria oggi “fortunatamente è nella Nato. Per molto tempo siamo stati una zona cuscinetto”. In Russia e in Ucraina, ha detto Orban che ha incontrato sia Vladimir Putin che Volodymyr Zelensky, "entrambi i leader sono convinti che il tempo sia dalla loro parte. Quindi non vogliono un cessate il fuoco e la pace: vogliono continuare a combattere. Il che non è positivo per l'Europa”. Quindi, “dovremmo creare un ambiente internazionale che li spinga a comunicare, verso un negoziato".

Ma “la mia proposta - ha continuato Orban - è stata rigettata. Ora la situazione è che la maggioranza del mondo è per la pace e l'Ue è per la guerra. Noi pensiamo di essere la maggioranza morale del pianeta, ma non è così. Prima della mia missione, parlare" di queste cose "era tabù. Quando parlavo di pace, mi dicevano che ero il cavallo di Troia di Putin. Credo che dobbiamo continuare a lavorare per convincere i belligeranti" a parlarsi, per arrivare ad un cessate il fuoco. Non solo.

Il "problema élite europea"

Orban ha detto che, a suo modo di vedere, il problema è “l’élite europea”, che “si definisce mainstream” e che “tenta di gestire la politica europea”, vivendo nella “bolla” bruxellese. Per lui, i popoli “non sono d’accordo” con le politiche del mainstream europeo, che “si cinge di una cintura protettiva”. Quindi, l’élite europea “ci vede, noi Patrioti o l’Ecr, come pericolosi, perché rappresentiamo la volontà del popolo”.

Il cordone sanitario nel Parlamento Europeo, per Orban, è un’espressione di questo atteggiamento: “In Ungheria - ha notato - non esiste che un partito di opposizione non ottenga una presidenza di commissione”. Quindi, ha proseguito, “suggerisco che ci calmiamo tutti” e che dialoghiamo, perché “servono grandi cambiamenti” in Europa. Se “la bolla” non sarà in grado di produrre quei cambiamenti “dovremo metterla da parte”, ma “anche loro potrebbero essere parte del cambiamento: nessuno vuole buttarli fuori”. Perché “persino le élite capiscono che servono cambiamenti nelle migrazioni, nell’agricoltura, nella competitività. Non è ideologia, è buon senso. Come Patrioti continueremo a crescere, crescere, crescere. Ma qui parliamo di politica europea, non di questioni di partito”.

E ha aggiunto che, secondo lui, nel 2015-2016 nell’Ue “è cambiato tutto”. "Il 2015 - ha detto Orban - è stato l'anno in cui le cose sono cambiate. Prima di tutto, le migrazioni non sono un problema tecnico, ma rivelano come la pensi sulla tua comunità nazionale e sugli stranieri. E' una materia molto verticale. Sfortunatamente, invece di lasciare ogni Paese con la sua politica, i pesi massimi hanno deciso che serviva un pacchetto comune sulle migrazioni".

Anche la Brexit “ha cambiato tutto - ha continuato Orban - perché l'Ue era sempre stata basata sull'equilibrio. I francesi, i tedeschi, e probabilmente la maggioranza dei membri fondatori, stavano da una parte, quelli dell'est e i britannici dall'altra parte”. Insomma, prima della Brexit “c’era un equilibrio naturale”, ma poi “i britannici sono usciti”. E “ora viviamo un momento molto difficile, perché molte proposte che vengono dalla Commissione vorrebbero centralizzare sempre di più" le politiche, "e a noi questa cosa non piace".

"Le istituzioni non bastano, servono leader forti, eletti"

Il premier magiaro ha detto di non avere mai aspirato a diventare "un politico internazionale", ma "sono i liberali che mi hanno reso famoso", ha sostenuto. E sulla leadership in Europa, ha proseguito, "ho una teoria: noi consideriamo le istituzioni come la cosa più importante. Se vengono gestite bene, tutto è a posto. Ma, quando arrivano i problemi, le istituzioni" non bastano. "Servono leader forti, eletti, che siano determinati". Il problema non è "la mancanza di qualità dei leader", perché dirlo “non sarebbe giusto”, ma "la cultura della bolla. Io non sono più coraggioso degli altri: la differenza è che noi in Ungheria abbiamo una stabile maggioranza. Se avessero la nostra forte maggioranza Germania, Francia, Spagna e Italia potrebbero fornire leader".

Orban, infine, ha rivendicato il diritto di proporre le sue ricette in Europa, senza essere ostracizzato e ridotto al silenzio: “Non sta scritto da nessuna parte che il primo ministro ungherese debba stare sempre zitto. Sono qui a rappresentare l'interesse nazionale degli ungheresi e vorrei fare accordi e compromessi con gli altri", ha concluso.

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