Strangola la moglie davanti ai figli piccoli, ennesimo femminicidio nel casertano
La vittima è una donna di 24 anni, fermato dai Carabinieri un 30enne a San Felice a Cancello
Strangola la moglie davanti ai figli piccoli. Ennesimo femminicidio oggi in provincia di Caserta. La vittima è una giovane mamma di 24 anni. I Carabinieri sono intervenuti questa notte a San Felice a Cancello ed hanno fermato il marito 30enne di origini albanesi, con nazionale della vittima.
Secondo una prima ricostruzione, l'uomo avrebbe strangolato sua moglie al culmine di una lite davanti ai due figli piccoli di 4 e 6 anni. Ora la sua posizione è al vaglio della procura di Santa Maria Capua Vetere.
Cronaca
Farmaci, Heffler (Humanitas): “Anti Il-5 efficace...
L'allergologo in occasione del congresso Siaaic, 'terapia preziosa perché le 2 patologie hanno stesso percorso infiammatorio'.
"Le terapie biologiche che bloccano l'interleuchina 5 (Il-5) si sono dimostrate molto efficaci sia nella gestione dell'asma grave che della poliposi nasale. Le due malattie, infatti, condividono lo stesso percorso infiammatorio e spesso coesistono. Nei pazienti con asma grave, si stima che il 45-50% abbia anche poliposi nasale, un dato elevato rispetto alla prevalenza della poliposi nella popolazione generale, che è del 2-3%. D'altro canto, il 70-80% dei pazienti con la poliposi nasale ha anche asma, sebbene non sempre grave. Poter trattare entrambe le patologie con un unico farmaco che agisce su un meccanismo centrale come l'interleuchina 5 è un'opportunità terapeutica preziosa". Lo ha detto Enrico Heffler, direttore della Scuola di specializzazione in Allergologia e immunologia clinica di Humanitas University Milano, all'Adnkronos Salute in occasione congresso Siaaic, Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica, che si è svolto a Roma.
"Asma grave e poliposi nasale - spiega Heffler - sono due malattie infiammatorie croniche delle vie respiratorie. In entrambe, nella stragrande maggioranza dei casi, l'infiammazione è di tipo 2. Questa infiammazione è caratterizzata da un importante infiltrato di eosinofili, cellule che normalmente abbiamo nel nostro sistema immunitario, ma che quando sono iperespresse nei tessuti, soprattutto nelle vie aeree respiratorie e nel tessuto naso-sinusale, per quanto riguarda la poliposi, causano una serie di danni locali con manifestazioni cliniche caratteristiche".
Fulcro del problema è l'infiammazione. "Nell'asma - continua lo specialista - causa iperreattività bronchiale, ovvero i bronchi diventano più reattivi a stimoli esterni e tendono a chiudersi più facilmente, causando il broncospasmo con mancanza di respiro a cui seguono gli altri sintomi. Nella poliposi nasale, invece, dove non ci sono muscoli, come nei bronchi, l'infiltrato di eosinofili e di altre cellule forma escrescenze chiamate polipi che occupano la cavità nasale e i seni paranasali, determinando un'ostruzione importante, perdita dell'olfatto e conseguenze come il peggioramento della qualità del sonno, a causa della difficoltà respiratoria".
In questo contesto infiammatorio, è fondamentale il ruolo dell'interleuchina 5. "Si tratta di una citochina, una proteina prodotta da diversi tipi cellulari, in particolare dai linfociti T e da cellule chiamate Innate Lymphoid Cells 2 - illustra Heffler - Questa citochina è centrale per la nascita, crescita, maturazione e attivazione degli eosinofili. Grazie all'interleuchina 5, gli eosinofili maturano nel midollo osseo, entrano nel circolo sanguigno e poi nei tessuti target, come i bronchi e i seni paranasali. Sempre grazie all'interleuchina 5, gli eosinofili non solo migrano nei tessuti, ma si attivano, liberando sostanze tossiche che danneggiano l'ambiente circostante. Poiché entrambe le malattie condividono lo stesso percorso infiammatorio, è possibile trattarle con un unico farmaco biologico".
A livello internazionale "ci sono già linee guida e raccomandazioni sia per l'asma grave che per la poliposi nasale, che ci aiutano a considerare la terapia biologica per i pazienti elegibili - precisa Heffler - La scelta del farmaco dipende dalla fenotipizzazione del paziente, ovvero dallo studio delle sue componenti infiammatorie, e da quanto l'interleuchina 5 è il target principale o se è necessario un altro approccio. Esistono poi anche registri di malattia per monitorare l'andamento delle patologie e la risposta ai diversi trattamenti. In Italia abbiamo il registro Sani (Severe Asthma Network Italy) per l'asma grave e il registro Rinet (Rhinosinusitis Italian Network) per la poliposi nasale".
Cronaca
Farmaci, Vultaggio (UniFi): “Mepolizumab sicuro...
L'esperta in occasione del congresso Siaaic, 'terapia intelligente blocca l'Il-5 centrale nella patologia'.
"Per il trattamento della granulomatosi eosinofilica con poliangioite (Egpa) è ora a disposizione un farmaco molto particolare e importante. Si chiama mepolizumab ed è il primo trattamento mirato approvato per Egpa. Si tratta di un farmaco biologico e intelligente che va a bloccare una sostanza chiamata interleuchina 5 (Il-5), che ha un ruolo centrale nella patologia. Infatti, l'Il-5 è la citochina più importante per gli eosinofili perché ne aumenta la sopravvivenza. Mepolizumab agisce bloccando le funzioni biologiche della Il-5 e riducendo il numero degli eosinofili, le cellule responsabili del danno tissutale tipico della Egpa". Lo ha detto Alessandra Vultaggio, ricercatrice del dipartimento di Medicina sperimentale e clinica presso l'Università degli Studi di Firenze, Sod Immunoallergologia Aou Careggi, all'Adnkronos Salute in occasione del congresso Siaaic, Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica, che si è svolto a Roma.
L'Egpa, già nota come sindrome di Churg-Strauss, è una malattia complessa che interessa diversi organi come reni, nervi, cuore, cute e vasi sanguigni. "I pazienti trattati con mepolizumab - spiega l'esperta - possono andare in remissione, ossia ottenere una scomparsa dei segni e sintomi che la malattia comporta, permettendo loro di ridurre di molto, fino addirittura a sospendere, la quantità di cortisone assunta quotidianamente. Parliamo di una malattia infiammatoria caratterizzata da un aumento degli eosinofili nel sangue, un tipo particolare di globuli bianchi, e un aumento conseguente di queste cellule nei vari tessuti dove causano un danno di tipo strutturale. La quasi totalità dei pazienti manifesta asma e poliposi nasale, a cui poi si associano vari segni e sintomi legati al tipo di organo coinvolto".
Mepolizumab si sta dimostrando sicuro ed efficace anche nelle forme di malattia di più lunga durata e più grave, prevenendo le recidive. "Da qualche anno il farmaco è ormai parte del nostro armamentario farmaceutico - continua Vultaggio - In Italia, prima con i pazienti asmatici severi e ora anche per altre malattie quali la poliposi nasale, la sindrome ipereosinofila e l'Egpa, osserviamo successi terapeutici addirittura migliori di quelli dei trial registrativi". Tali risultati inducono a implementare il più velocemente possibile la diagnosi, in modo da poter valutare tempestivamente l'introduzione del farmaco biologico.
"Spesso la storia dei pazienti con Egpa è una storia lunga - sottolinea l'esperta - caratterizzata da notevole ritardo diagnostico. E' importante conoscere la malattia e saperla sospettare. Ci aiutano semplici esami ematici che registrano lo spiccato aumento degli eosinofili nel sangue in pazienti con storia di asma e poliposi nasale e, talvolta, anche la positività di alcuni particolari autoanticorpi a livello ematico, denominati Anca".
Trattandosi di una patologia che può colpire organi diversi, le manifestazioni cliniche dell'Egpa sono eterogenee e quindi diversi specialisti possono trovarsi di fronte a pazienti in cui si sospetta la patologia. "Noi allergologi e immunologi - aggiunge Vultaggio - abbiamo la necessità di collaborare in un team multidisciplinare al quale devono appartenere pneumologi, otorini, cardiologi, nefrologi, radiologi e anatomo-patologi". Lo scambio di informazioni e competenze tra i vari specialisti, infatti, "è essenziale per arrivare più precocemente alla diagnosi e per ottimizzare il trattamento - conclude la specialista - fino all'introduzione del farmaco biologico e al monitoraggio dei suoi effetti terapeutici".
Cronaca
Uccise la sorella Alice con 20 coltellate, Cassazione...
24 anni e sei mesi per l'omicidio avvenuto a maggio 2022
Alberto Scagni è stato condannato a 24 anni e sei mesi. I giudici della Corte di Cassazione, confermando le condanne di primo e secondo grado, non hanno riconosciuto la tesi dei suoi difensori Mirko Bettolli e Alberto Caselli Lapeschi, secondo i quali Scagni non avrebbe agito con premeditazione la sera del primo maggio 2022, quando uccise la sorella Alice sotto casa con oltre venti coltellate. La Suprema Corte ha rigettato quindi il ricorso dei suoi legali.
Scagni era stato condannato in primo e secondo grado a 24 anni e 6 mesi. Il coltello con cui aveva ucciso Alice era stato 'nascosto' in un sacchetto di plastica, motivo per cui la procura gli aveva contestato l'aggravante del mezzo insidioso, non riconosciuta però nelle due sentenze, insieme a quella della crudeltà, anche questa scartata dai giudici che avevano riconosciuto a Scagni la seminfermità mentale che, per i legali sarebbe incompatibile con la premeditazione.
Alberto Scagni, secondo quanto ricostruito al processo, aveva atteso sotto casa della sorella almeno per due ore prima di commettere il brutale omicidio. Per questo motivo la procura generale si era detta contraria alla tesi difensiva anche per via delle minacce di morte che Alberto aveva indirizzato nei mesi alla sorella e al resto della famiglia.
Ricorso della famiglia alla Cedu giudicato ammissibile
Intanto ieri è stato giudicato ammissibile il ricorso della famiglia Scagni alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.
Questa la nota della famiglia Scagni: "Oggi (ieri, ndr) abbiamo avuto la notizia che il ricorso alla Cedu sulla vicenda ignobile dell’abbandono subito nella tragedia che ha travolto la vita dei nostri figli ha avuto conferma di ammissibilità. Tragedia che noi continuiamo a ritenere quantomeno arginabile sulle tremende conseguenze. Questa prima decisione di mera Ammissione a trattare il ‘caso Scagni’ da parte della Corte Europea, ci conforta minimamente nel nostro insanabile dolore: dunque non siamo soltanto patetici visionari persecutori ma esiste una Giustizia che vuole vederci dentro, che intende meritevole valutare l’operato delle Istituzioni dello Stato Italiano da sottoporre a vaglio di correttezza (anzi di esistenza!, vista la pesante inerzia che si è platealmente dimostrata nei fatti). Era quello che chiedevamo, un esame di coscienza giuridicamente leale di tutte le parti in causa. L’abbiamo urlato quella notte davanti al corpo di Alice persa. A lei lo dobbiamo che ha perso davvero tutto. L’abbiamo asserito in Questura il mattino dopo: vogliamo sapere dove e come abbiamo sbagliato, cosa dovevamo fare di più, oltre a far fermare Alberto folle dal CSM, oltre a chiedere aiuto di ultima istanza al 112. Oggi (ieri, ndr) vi è stata Udienza in Cassazione per ricorso di Alberto contro aggravante di Premeditazione. Non è nostra materia, ma è nostro diritto affermare che la verità processuale storicizzata definitivamente con Sentenza di Primo Grado su cui si basa anche il lavoro degli Ermellini è una verità distorta e falsata per comodità di vittimizzazione della famiglia Scagni, la famiglia di Graziano, Antonella, Alberto e Alice. E salvare dall’esame altri. Nessun altro sa, nessun altro conosce il nostro dolore, nessun altro si può permettere ricostruzioni fantasiose e utilitaristiche della vita della nostra famiglia, dei nostri sentimenti e comportamenti, senza concederci (come di fatto negato) di contribuire (con pari dignità alle altre Parti Processuali) al raggiungimento della Verità dei fatti. Niente e nessuno riporta in vita Alice, ma il dovere di perseguire Verità e Giustizia sarà per noi fino all’ultimo nei nostri pensieri. Col pensiero di Alice sempre vicino a noi".