Pellegrini, dal calo con la Roma all’espulsione in azzurro: ecco cosa gli è successo
Il centrocampista giallorosso sta deludendo con il club e in Nazionale. De Sisti: "Soffre la pressione"
Lorenzo Pellegrini continua a deludere. Ieri sera il centrocampista della Roma è stato protagonista, ma in negativo, con la maglia dell'Italia, rimediando un'espulsione, al tramonto del primo tempo, per un brutto intervento a centrocampo. Con gli azzurri avanti 2-0, il rosso diretto rimediato dal capitano giallorosso ha rimesso in partita il Belgio, che è riuscito a rimontare fino al definitivo 2-2. L'uscita dal campo di Pellegrini è stata accompagnata dai fischi dell'Olimpico, proprio come accaduto, con la maglia della Roma, contro Udinese e Venezia. Dietro l'evidente calo prestazionale del centrocampista sembrano esserci infatti anche malumori ambientali, aumentati dopo l'inaspettato esonero di De Rossi. L'arrivo in panchina di Juric non ha invertito il trend, con Pellegrini che, pur schierato spesso titolare, non è riuscito a offrire prestazioni convincenti. Ma cosa si nasconde dietro la crisi del capitano della Roma?
De Sisti: "Pellegrini deve guardarsi dentro, soffre troppo la pressione"
A dire la sua sulla crisi di Pellegrini anche Giancarlo De Sisti, ex storico centrocampista della Roma, con cui vinse due Coppe Italia, e della Nazionale italiana, con cui conquistò l'Europeo del 1968: "Contro il Belgio si è vista una bellissima Italia, con momenti di calcio totale, ma l'espulsione di Pellegrini ha cambiato l'inerzia del match e condizionato il risultato", ha raccontato ai nostri microfoni. "Pellegrini, nonostante sia un bravissimo giocatore e un'ottima persona, soffre i periodi negativi che si vivono sia individualmente che di squadra. Nell'arco di una stagione è normale che ci siano momenti in cui si brilla di più e altri in cui si soffre, ma gli manca l'entusiasmo per poter reagire. Anche ieri sera stava cercando di dare qualità alla squadra, facendo girare bene il pallone, ma il rosso ha condizionato non solo la sua partita, ma anche l'umore della gente".
Il capitano giallorosso sembra soffrire molto, forse troppo, le pressioni ambientali: "Le tante chiacchiere su di lui hanno generato disaffezione. Deve lavorare di più su se stesso, guardarsi dentro. La sensazione che ho è che sia sempre nervoso, e questo non lo aiuta. Fare il capitano alla Roma non è un compito semplice, ma è magico. Spesso però si guarda più la fascia che il pallone. Lui ha tutte le qualità per farlo al meglio, ma deve stare più sereno in campo. Gioca sempre come fosse l'ultima spiaggia".
Sicuramente l'addio di De Rossi non ha aiutato: "A livello ambientale il suo esonero è stato un duro colpo. Ci sono state delle incomprensioni tra i tifosi e alcuni giocatori, e si è creata una situazione difficile nello spogliatoio, anche per chi ha più esperienza". La Roma però non può fare a meno di Pellegrini: "Lorenzo e Dybala sono i calciatori con il maggiore tasso tecnico, non si possono mettere in discussione ogni due partite. A tutti capita di sbagliare, ma spesso ci scordiamo che sotto la maglia c'è un cuore che batte. Pellegrini va sostenuto perché la Roma non può permettersi di perderlo".
Giannini: "Sta vivendo un momento no, ma va sostenuto"
"Secondo me non c'entra la pressione. Lorenzo è un ragazzo tranquillo, che non crea problemi e non alimenta polemiche. Sta vivendo un momento no, ma resta un nazionale, uno dei migliori calciatori italiani", così Giuseppe Giannini, intervenuto ai nostri microfoni. Il Principe, storico capitano della Roma, crede ancora nelle qualità di Pellegrini, nonostante il calo dell'ultimo periodo: "Non può essere considerato scarso soltanto perché ha sbagliato un paio di partite. Va aiutato, sostenuto e incitato. Anche lui è un essere umano, a volte ci possono essere anche problemi personali dietro a prestazioni negative. È capitato anche a me".
"Non ci si può lamentare del suo atteggiamento o del comportamento in campo", ha continuato, "è un ragazzo serio e disponibile al sacrificio. I tifosi lo valutano per le prestazioni, ma anche il capitano può avere dei momenti negativi. Non vedo problemi tattici, perché stiamo parlando di un professionista che ha la capacità di cambiare il proprio modo di giocare e adattarsi alle esigenze dell'allenatore". (di Simone Cesarei)
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Il Bologna batte il Torino 0-2 e supera il Milan, settimo...
I rossoblù superano i granata in trasferta grazie alle reti di Dallinga e Pobega nella ripresa
Nel primo anticipo di oggi, sabato 21 dicembre, il Bologna batte il Torino in trasferta e supera il Milan in classifica. I rossoblù si portano al settimo posto con 28 punti grazie al 2-0 rifilato ai granata, con le reti di Dallinga e Pobega nella ripresa.
La partita
Rigore assegnato al Bologna al 7' per un fallo di Sosa su Holm e calciato da Castro, Milinkovic-Savic lo para e para anche la ribattuta centrale di Pobega. Al 25' pericolosissimo il Torino con Sosa a conclusione dopo un affondo sulla fascia destra di Pedersen che lancia verso il centro, il destro esce dallo specchio di porta. Ancora in avanti i granata con Pedersen al 37', ma il fuorigioco annulla l'azione. Affondo centrale al 43' di Karamoh ben ostacolato da Beukema, poi l'uscita di Ravaglia annulla l'azione. Nella ripresa Ravaglia salva su Sanabria al 49' con un'uscita provvidenziale per il mantenimento dello 0-0. E' Pobega a cercare il vantaggio di sinistro al 61', stavolta Milinkovic-Savic non ci arriva, ma la traversa salva la sua porta. La partita si sblocca al 70' a vantaggio del Bologna con Dallinga, al primo anno in Serie A e al suo primo gol, appena mandato in campo da Italiano. Il raddoppio all'80' di Pobega viene verificato al Var per fuorigioco ma poi convalidato, è 0-2. I rossoblù salgono a quota 28 punti, il Toro resta 11esimo a quota 19
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Basket, Petrucci confermato presidente Fip: “Tante...
Il dirigente ha raccolto oltre il 70% delle preferenze. Gandini: "Lavoreremo insieme"
Gianni Petrucci è stato confermato Presidente della Federazione Italiana Pallacanestro per il quadriennio olimpico 2025-2028. Eletto al primo scrutinio in occasione della 50ª Assemblea Generale Ordinaria svoltasi oggi a Roma presso lo Stadio Olimpico, Petrucci ha conseguito il 70,83% delle preferenze precedendo il candidato Guido Valori (23,96%). Le schede bianche sono state 5. Ad esito dei lavori assembleari, il presidente Petrucci ha confermato Maurizio Bertea Segretario Generale FIP.
Le parole di Petrucci
Petrucci ha commentato così il suo quarto mandato da presidente della Fip: “Questo successo ha un sapore particolare, perché questa campagna elettorale è partita con tante cattiverie che sinceramente non mi sono spiegato. Io sono stato sempre al mio posto, credo che la mia elezione dipenda dalla qualità, dalla correttezza e dalla competenza dimostrata da tutta la mia squadra, che è stata eletta interamente. Ringrazio la mia famiglia, che mi è stata vicina in questo periodo, e poi tutti coloro che sono stati al mio fianco, dal Segretario Generale Maurizio Bertea a tutti i dipendenti federali. Un abbraccio va a Gaetano Laguardia, che ci ha lasciati un anno fa ma è sempre nel mio cuore e nei miei ricordi: la dedica è per un nostro dipendente, che qualche settimana fa ha perso la sua bambina in circostanze drammatiche".
"Le tre Leghe sono sempre state al mio fianco, le ringrazio per il grande lavoro che stanno facendo: a febbraio stiamo organizzando un incontro con LBA, LNP, LBF e i nostri rappresentanti del territorio per valutare criticità e opportunità", ha continuato Petrucci", "ringrazio anche i Presidenti dei Comitati Regionali, gli allenatori, gli atleti e anche gli arbitri, che nell’Assemblea non votano. Abbiamo tante idee, faremo tesoro dei nostri errori e rilanceremo con forza i due progetti tecnici avviati nei mesi scorsi grazie al lavoro di Salvatore Trainotti e Luigi Datome. Credo di essere il primo presidente di una Federazione di basket eletto nella Giornata Mondiale della pallacanestro, una coincidenza che non può che farmi piacere”.
Il messaggio di Gandini
Il Presidente della Lega Basket Serie A Umberto Gandini si è congratulato con Petrucci: "A nome della LBA e dei club della Serie A", si legge in una nota, "formulo i miei più sinceri complimenti a Petrucci per la rielezione alla guida della Federazione Italiana Pallacanestro con l’augurio di buon lavoro per il nuovo quadriennio. L’entusiasmo e la determinazione con cui ha condotto la campagna elettorale che ha portato alla sua rielezione sono la conferma della sua volontà di continuare a lavorare per la crescita del movimento cestistico. In questo, Petrucci troverà la massima collaborazione e disponibilità del basket di vertice che rappresento con l’obiettivo di migliorare la qualità del campionato di Serie A e al contempo creare le basi per la crescita di nuovi giocatori italiani che possano contribuire ai successi della Nazionale, i cui risultati rappresentano certamente un volano fondamentale per la diffusione e visibilità del nostro basket".
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La Generazione Z non vuole abbattere San Siro: i motivi...
Per i ragazzi nati dal 1996 al 2010, lo stadio di Milano resta un patrimonio storico e culturale
Per il 78% della "Generazione Z" (giovani nati tra il 1996 e il 2010) lo stadio di San Siro non deve essere abbattuto. All'interno di questa quota, il 41% è favorevole alla costruzione di un nuovo stadio, ma ritiene che San Siro debba comunque “rimanere funzionante” mentre il 37% pensa che San Siro debba continuare a vivere preservando il proprio valore storico e culturale. Per il 15%, poi, lo stadio può essere demolito, per costruirne uno moderno (mentre il 7% non risponde al quesito). È quanto emerge da una rilevazione condotta, negli ultimi dieci giorni, su un campione di 500 giovani della "Generazione Z" dall'Ufficio studi di "UniversityBox" community digitale italiana.
I giovani vogliono San Siro
“La nostra iniziativa, come accaduto per altre situazioni d'attualità di vario genere – spiega Emiliano Novelli, amministratore delegato di "UniversityBox" – va considerata come un semplice indicatore in grado di coinvolgere quella fascia di età che, in futuro, sarà tra i principali fruitori di un eventuale nuovo stadio”. Relativamente alla ubicazione della nuova struttura, per il 37% deve rimanere nell'attuale zona della città “per mantenere viva la tradizione”; per il 28% può essere realizzato anche in un’altra area, ma sempre a Milano. Dal 17%, invece, giunge un via libera alla costruzione fuori dai confini comunali, ma in una zona facilmente accessibile con i mezzi pubblici (mentre il 18% non risponde alla domanda).