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Spari su basi Unifil in Libano, Israele avverte l’Onu: “Spostatevi a nord”

La raccomandazione dopo che il quartier generale della missione Onu e due basi italiane sono state raggiunte da colpi di armi da fuoco da parte dell'Idf. Fonti Onu: "Per ora restiamo ma si mette male"

Le forze dell'Unifil nel sud del Libano - (Fotogramma)

Israele è concentrato sulla lotta contro Hezbollah e chiede alle forze dell'Unifil nel sud del Libano di spostarsi a nord. Questa la raccomandazione arrivata poche ore dopo che il quartier generale della missione Onu e due basi italiane sono state raggiunte da colpi di armi da fuoco da parte dell'Idf, le forze di difesa israeliane, provocando il ferimento di due caschi blu.

"La nostra raccomandazione è che l'Unifil si sposti di cinque chilometri a nord per evitare pericoli mentre i combattimenti si intensificano e la situazione lungo la Blue Line resta instabile a causa dell'aggressione di Hezbollah", ha affermato l'ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon, in una nota.

Secondo quanto ha riferito sul social X il giornalista di Axios e Walla news, Barak Ravid, citando alti funzionari israeliani e funzionari della stessa missione Onu, "nei giorni scorsi l'Unifil ha respinto la richiesta israeliana di evacuare le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite dalle loro posizioni nel Libano meridionale, nei pressi del confine con lo Stato ebraico".

"L'organizzazione terroristica Hezbollah opera all'interno e in prossimità di aree civili nel Libano meridionale, comprese le aree vicine alle postazioni Unifil", la posizione delle Idf in una nota. Nella mattinata del 10 ottobre "le truppe dell'Idf hanno operato nell'area di Naqoura, accanto a una base Unifil. Di conseguenza, l'Idf ha ordinato alle forze Onu nell'area di rimanere in spazi protetti, dopodiché le forze hanno aperto il fuoco nell'area".

Nonostante l'attacco, fonti militari italiane in Libano ribadiscono che "restiamo nelle nostre basi a fare il nostro dovere fin quando ci sarà consentito dall'Onu e dalla Difesa".

"Per ora restiamo", ma "si mette male", ha dichiaratp dal canto suo un funzionario delle Nazioni Unite al Washington Post, parlando a condizione di anonimato. "Sono sempre più in pericolo" i peacekeeper dell'Unifil schierati in Libano, la loro "sicurezza è sempre più a rischio", ha detto Jean-Pierre Lacroix, capo del Dipartimento Onu per le Operazioni di pace nel mondo, intervenendo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. "Il continuo impegno dei paesi che contribuiscono con le truppe" all'Unifil, "così come il continuo sostegno unito di questo Consiglio sono più importanti che mai", ha aggiunto. I peacekeeper "restano nella loro posizione" per la gran parte mentre i rischi per loro sono in fase di valutazione, prosegue citando limitazioni nella capacità dell'Unifil di agire a causa delle operazioni che l'Idf sta conducendo.

L'ambasciata di Israele in Italia

"Israele apprezza l'assistenza dei Paesi donatori di Unifil, in particolare dell'Italia, e li ringrazia per il loro tentativo di prevenire un'escalation nella nostra regione". E' la nota dell'ambasciata israeliana che ricordando che "dall'8 ottobre Hezbollah ha lanciato migliaia di missili contro Israele e decine di migliaia di cittadini israeliani sono stati costretti a evacuare le proprie case nel nord". Inoltre, ha aggiunto l'ambasciata, "sfortunatamente Hezbollah sta cercando di nascondersi vicino alle basi Unifil e Israele ha già scoperto tunnel e depositi di armi vicino a quell'area".

Per questo, ha proseguito la nota, "Israele ha raccomandato più volte ai militari italiani dell'Unifil di ritirare parte delle loro forze dall'area per ragioni di sicurezza, ma purtroppo la richiesta è stata respinta". Infine, conclude, "Israele sta investigando su quanto accaduto con grande attenzione e continuerà a compiere ogni sforzo possibile per non colpire le forze dell'Onu e le persone non coinvolte nel conflitto in corso con Hezbollah".

Usa preoccupati

Gli Stati Uniti si sono detti "estremamente preoccupati" per le notizie secondo cui le forze israeliane avrebbero aperto il fuoco sulle postazioni dell'Unifil, le forze di peacekeeping dell'Onu presenti nel Libano meridionale. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti stanno facendo pressione su Israele per ottenere i dettagli su quanto accaduto, ha affermato un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca a Washington.

"Sappiamo che Israele sta conducendo operazioni mirate nei pressi della Blue Line per distruggere le infrastrutture di Hezbollah che potrebbero essere utilizzate per minacciare i cittadini israeliani. Mentre intraprendono queste operazioni, è fondamentale che non minaccino la sicurezza e la protezione delle forze di peacekeeping delle Nazioni Unite", ha detto il portavoce.

Condanna internazionale

Sull'attacco è arrivata la protesta formale dell'Italia e la condanna della comunità internazionale. Il Governo italiano -riferisce una nota - ha formalmente protestato con le Autorità israeliane e ha ribadito con fermezza che quanto sta accadendo nei pressi della base del contingente Unifil non è ammissibile. Anche per questo, il Governo, attraverso il ministro della Difesa Guido Crosetto, ha convocato l’ambasciatore d’Israele in Italia.

"Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane potrebbero costituire un crimine di guerra e una violazione del diritto internazionale non giustificata. Le Nazioni Unite e l'Italia non possono prendere ordini da Israele", ha detto il ministro della Difesa in una conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Francia e Italia riuniranno i Paesi europei che contribuiscono a Unifil a seguito di quanto avvenuto, ha riferito il sito di Le Monde, citando il ministero delle Forze Armate francesi. L'incontro, si legge sul sito, si svolgerà in videoconferenza e si terrà la prossima settimana in una data ancora da definire. Spagna e Irlanda sono gli altri contributori europei dell'Unifil.

Anche il governo spagnolo ha condannato "con fermezza" l'attacco. Il ministero degli Esteri di Madrid ha avvertito che queste azioni costituiscono una "violazione gravissima" del diritto internazionale umanitario. "Gli attacchi contro le operazioni di mantenimento della pace costituiscono una violazione gravissima del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza" che stabilisce il mandato dell'Unifil, ha sottolineato il governo spagnolo, che ha chiesto "alle parti", cioè a Israele e a Hezbollah, di "garantire la sicurezza" delle truppe della missione Onu.

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Esteri

Ucraina, Zelensky illustra a Meloni il “piano per...

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Il presidente ucraino ricevuto dalla presidente del Consiglio

L'abbraccio tra Volodymyr Zelensky e Giorgia Meloni

Volodymyr Zelensky, presidente dell'Ucraina, sbarca a Roma e presenta a Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, il suo 'Piano per la vittoria' per porre fine alla guerra con la Russia e arrivare ad una "pace giusta". "Grazie a Giorgia e al governo italiano per l'attenzione a questo piano e alla nostra strategia'', dice Zelensky dopo l'incontro a Villa Pamphili. Il presidente ucraino fa tappa in Italia in una giornata caratterizzata da incontri a Londra con il premier britannico Keir Starmer e a Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron.

''Ringrazio l'Italia e personalmente te Giorgia per aver sostenuto in modo forte e sincero l'Ucraina e il nostro popolo durante la guerra. Spero di poter discutere le condizioni della pace il prima possibile'', dice il leader ucraino. Il piano illustrato a Meloni mira a "proteggere la nostra indipendenza, le nostre famiglie, i nostri cittadini''.

L'Ucraina si appresta ad affrontare il terzo inverno di guerra. Il conflitto con la Russia è iniziato da 960 giorni. La Russia, quotidianamente, bombarda città e infrastrutture. L'ultimo raid ha colpito Odessa, provocando almeno 8 morti. Zelensky, in un momento cruciale del conflitto, rivolge un ''ringraziamento speciale'' a Meloni per ''l'assistenza alla sicurezza del nostro Paese'' e per gli ''aiuti alla difesa''. Nell'incontro, spiega il presidente, è stato ''discusso un nuovo pacchetto per la sicurezza'' dell'Ucraina e sono state forniti a Meloni notizie e aggiornamenti sulla ''situazione al fronte''.

Alla pace seguirà la ricostruzione: a Roma, il 10 e 11 luglio del prossimo anno, si terrà una conferenza dedicata al tema. Nell'incontro di Villa Pamphili, Zelensky ha illustrato alla premier anche ''i punti economici del nostro piano della vittoria''. ''E' importante per noi che le imprese italiane siano presenti nel progetto di ricostruzione in Ucraina'', dice evidenziando le ''opportunità economiche'' nel dopoguerra e sottolineando che "le risorse economiche che non devono finire nelle mani russe, sotto il controllo russo''.

Lo stesso piano per la vittoria, spiega Zelensky, oltre che all'Italia è stato presentato alla Francia e alla Gran Bretagna. Venerdì 11 ottobre il presidente volerà in Germania e illustrerà il piano al cancelliere Olaf Scholz: ''E' molto importante che tutti i partner stiamo insieme per una pace giusta''.

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Esteri

Unifil, cos’è la missione Onu e qual è il ruolo...

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E' di 1.256 militari la consistenza massima annuale autorizzata dall'Italia per il contingente

Un soldato italiano - FOTOGRAMMA

E' di 1.256 militari italiani la consistenza massima annuale autorizzata dall'Italia per il contingente nazionale impiegato in Unifil, 374 mezzi terrestri e sei mezzi aerei. Sono i numeri della missione dell'Onu in Libano finita sotto i colpi dei soldati israeliani che hanno colpito il quartier generale e due basi a comando italiano.

La missione Unifil, come si ricorda sul sito web della Difesa, è nata con la risoluzione 425 adottata il 19 marzo 1978 da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in seguito all'invasione del Libano da parte di Israele (marzo 1978). Successive risoluzioni hanno prorogato, con cadenza semestrale, la durata della missione. "Prima della crisi di luglio/agosto 2006 la missione delle forze Unifil era quella di verificare il ritiro delle truppe israeliane dal Libano, assistere il governo libanese nel ristabilire la propria autorità nell'area ripristinando così la sicurezza e la stabilità internazionale", si legge sul sito web del ministero della Difesa.

Con la risoluzione 1701 dell'11 agosto 2006 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha previsto il potenziamento del contingente militare di Unifil. Tra i tanti scopi della missione monitorare la cessazione delle ostilità, accompagnare e sostenere le Lebanese Armed Forces (Laf) nel loro rischieramento nel Sud del Paese, comprendendo la Blue Line, prevenire la ripresa delle ostilità, mantenendo tra la Blue Line e il fiume Litani una area cuscinetto libera da personale armato, assetti ed armamenti che non siano quelli del governo libanese e di Unifil. Attualmente Unifil, si legge sul sito della Difesa, continua a monitorare il rispetto del cessate il fuoco ed il rispetto della Blue Line. Le attività operative attualmente svolte da Unifil consistono in: osservazione da posti fissi; condotta di pattuglie; realizzazione di check-point; collegamento con le Forze Armate libanesi e pattugliamento marittimo.

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Esteri

Israele, raid su Beirut: 18 morti e decine di feriti

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Sarebbe Wafiq Safa, capo dell'apparato di sicurezza di Hezbollah nonché cognato di Hassan Nasrallah, l'obiettivo del raid

Colonne di fumo a Beirut

I caccia di Israele hanno condotto un raid aereo nel centro di Beirut, capitale del Libano, tra i quartieri di Ras El Nabaa e Bourj Abi Haidar. Secondo due fonti della sicurezza citate dall'emittente al-Arabiya, il raid aereo ha causato 22 morti e 117 feriti.

Sarebbe Wafiq Safa, capo dell'apparato di sicurezza di Hezbollah nonché cognato di Hassan Nasrallah, l'obiettivo del raid. Lo ha riferito Sky News Arabia, citando una fonte israeliana, secondo cui Safa è responsabile di Hezbollah per le relazioni con il governo di Beirut.

Le Idf, secondo Hezbollah, hanno ''fallito'' nel loro ''tentativo di assassinare Wafiq Safa, secondo quanto riporta l'emittente al-Manar che cita ''una fonte del comando del partito''.

Intanto 3 riservisti israeliani hanno perso la vita in scontri con i miliziani di Hamas nel nord della Striscia di Gaza. Lo riferiscono le Idf identificando le vittime in Ori Moshe Borenstein, 32 anni di Moreshet, Netanel Hershkovitz, 37 anni di Gerusalemme e Tzvi Matityahu Marantz, 32 anni, di Bnei Adam. Sale così a 353 il numero dei soldati israeliani che hanno perso la vita durante l'offensiva di terra a Gaza.

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