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Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

La richiesta nella fase finale della campagna elettorale

Donald Trump

La campagna di Donald Trump ha chiesto che veicoli e aerei militari trasportino e proteggano l'ex presidente degli Stati Uniti nelle ultime settimane che porteranno al voto del 5 novembre, citando i timori di un piano per assassinarlo da parte dell'Iran. Lo riferisce il Washington Post, citando email e persone al corrente della questione, secondo cui, tra le richieste avanzate, ci sono anche quelle di ampliare le restrizioni di volo sulle sue residenze ed il posizionamento di vetri antiproiettile ad uso della campagna nei sette cosiddetti 'battleground states', gli stati che si riveleranno decisivi nelle elezioni.

Le richieste sono straordinarie e senza precedenti: nessun candidato alla Casa Bianca nella storia recente è mai stato trasportato su aerei militari prima di un'elezione. Tuttavia, secondo le email esaminate dal giornale, il governo ha informato i consiglieri della campagna di Trump che l'Iran sta ancora attivamente complottando per ucciderlo.

L'argomento è stato sottoposto al presidente Joe Biden con una domanda di un giornalista. "Finché non chiede gli F-15...", ha risposto Biden. "Ho detto al Dipartimento di dargli ogni singola cosa di cui ha bisogno - ha aggiunto Biden - come se fosse un presidente in carica".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Biden: “Israele smetta di colpire forze Unifil”. La...

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Nota congiunta di Francia, Italia e Spagna: "Grave violazione". Tajani scrive a a Herzog e Katz: "Attacchi sono totalmente inaccettabili"

Unifil in Libano - (Fotogramma)

La richiesta a Israele di smetterla di colpire le forze Unifil in Libano arriva da più parti a poche ore dal ferimento di altri 2 peacekeeper della forza delle Nazioni Unite. Non ha dubbi il presidente Usa Joe Biden che, alla domanda "Vuole chiedere a Israele di cessare gli attacchi sulle forze di mantenimento della pace dell'Onu?", ha risposto "Sì, assolutamente". Nel frattempo l'Italia trova il sostegno di Francia e Spagna a Cipro, nell'ambito del vertice dei 9 Paesi europei del Mediterraneo.

Meloni a Cipro trova sostegno Macron e Sanchez

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a Cipro nell'ambito del vertice dei 9 Paesi europei del Mediterraneo trova una sponda nel capo dell'Eliseo Emmanuel Macron e nel primo ministro spagnolo Pedro Sanchez quando si tratta di condannare i ripetuti attacchi di Israele alle basi italiane Unifil. In quanto partner della missione istituita nel 1978 dalle Nazioni Unite dopo la prima invasione di Israele in Libano, i leader di Italia, Francia e Spagna - nell'ambito dei lavori del Med9 - firmano una dichiarazione comune per ribadire la loro "indignazione" dopo il ferimento di alcuni militari Unifil a Naqoura: "Questi attacchi costituiscono una grave violazione degli obblighi di Israele ai sensi della Risoluzione delle Nazioni Unite 1701" e "devono cessare immediatamente" intimano i tre Paesi, invitando Israele a impegnarsi per la sicurezza delle missioni Onu.

Netta la posizione del presidente francese Macron il quale rinnova il suo appello a "interrompere l'esportazione armi utilizzate" in scenari di guerra come Gaza e Libano: "E' l'unica leva che potrà mettere fine a tutto ciò. Stabilità e pace si ottengono solo attraverso soluzioni diplomatiche" scandisce il leader di Parigi, preoccupato per il rischio che le tensioni in Medio Oriente possano contaminare l'intera Regione ed estendersi a macchia d'olio anche oltre. Sulla stessa lunghezza d'onda il premier spagnolo Sanchez per quanto riguarda lo stop all'invio di armi a Israele: "Noi - spiega - lo facciamo già da tempo. La motivazione è semplice: senza armi non c'è guerra". Poi l'invito a "rivedere l'accordo tra Ue e Israele. Chiedo alla Commissione europea di dare una prova di coerenza".

"Come Italia non posso non tornare a condannare quello che è accaduto. Non è accettabile" dirà poi Meloni nelle dichiarazioni finali al termine del summit. La premier definisce "preziosa" l'opera prestata dai militari italiani nella missione Onu e in quella bilaterale Mibil, ribadendo l'impegno del suo governo a monitorare la situazione in Libano. E' necessario, secondo Meloni, "arrivare a un cessate il fuoco a Gaza e in Libano e al rilascio degli ostaggi israeliani" che si trovano ancora nelle mani di Hamas.

E' il presidente cipriota Nikos Christodoulidīs a illustrare alla fine dei lavori i contenuti della dichiarazione conclusiva, dove i 9 Paesi del Mediterraneo chiedono un "immediato cessate il fuoco" lungo la Blue Line che separa Israele dal Libano e in merito al conflitto russo-ucraino confermano il sostegno a Kiev per tutto il tempo necessario. Nel capitolo relativo ai migranti i leader auspicano una attuazione "efficace e tempestiva" del Patto su asilo e migrazione, con focus sulla dimensione esterna. A conclusione del Med9 il passaggio di consegne tra Cipro e Slovenia, che ospiterà il prossimo summit mediterraneo nel 2025.

Tajani a Herzog e Katz: "Attacchi a basi Unifil totalmente inaccettabili"

Sugli attacchi da parte di Israele alle basi Unifil in Libano è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha inviato nuovi messaggi al ministro degli Esteri israeliano Israel Katz e anche al capo dello Stato Isaac Herzog per confermare che per l’Italia questi attacchi "sono totalmente inaccettabili". Secondo fonti della Farnesina il ministro ha scritto ai suoi interlocutori: "Sappiamo che la situazione sul terreno sta diventando molto complicata, ma crediamo che il vostro Governo prenderà ogni misura necessaria per evitare ogni possibilità di nuovi attacchi di questo tipo".

Il ministro Katz ha garantito "ogni sforzo possibile per evitare di danneggiare Unifil”. Lo stesso capo dello Stato Isaac Herzog ha garantito di occuparsi direttamente della questione con il governo del suo paese. Tajani ha chiesto al governo israeliano una inchiesta e comunque le scuse per i danni provocati nei giorni scorsi. Secondo fonti della Farnesina le prossime ore saranno decisive per ricevere chiarimenti e indicazioni cruciali da parte del governo di Israele. Il Governo italiano ritiene che a Gaza e in Libano si debba passare al più presto a un cessate il fuoco che permetta di riprendere un negoziato diplomatico verso un confronto politico fra le parti.

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Esteri

Elezioni Usa, gli americani sono davvero pronti ad avere...

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Harris troppo indietro a Trump tra gli elettori maschi, non solo bianchi

Kamala Harris - (Afp)

Più si avvicinano le elezioni del 5 novembre per il presidente degli Stati Uniti, più i democratici sono preoccupati del fatto che l'America potrebbe essere meno pronta di quanto si possa immaginare ad essere guidata da una donna. Almeno i maschi americani, stando al sondaggio pubblicato questa settimana da a New York Times/Siena College secondo il quale Donald Trump ha un consistente vantaggio su Kamala Harris, 51% a 40%, tra gli elettori maschi a livello nazionale.

E non si tratta solo degli ormai famosi maschi bianchi che sono stati la chiave del successo a sorpresa del tycoon nel 2016 su Hillary Clinton, ma gli strateghi dem hanno lanciato l'allarme anche sul fatto che la vicepresidente deve recuperare terreno conquistato dall'ex presidente tra maschi ispanici e afroamericani. Da qui la vera e propria strigliata che Barack Obama, dalla Pennsylvania prima tappa del suo tour elettorale negli stati chiave, ha rivolto ai 'fratelli" afroamericani che non mostrano interesse e entusiasmo forse perché, ha detto chiaramente l'ex presidente, "non piace loro l'idea di una donna presidente".

Problematica anche la posizione di Harris, con gli ispanici. Un sondaggio USA Today/Suffolk University dei giorni scorsi mostra che in Arizona, che è uno stato chiave, il 51% degli maschi ispanici tra i 18 e i 34 anni sostiene Trump, mentre appena il 39% sostiene Harris. Il sostegno per il tycoon cresce ancora, il 57% contro il 37%, tra elettori tra 35 e 49 anni.

Trump e il 'bro vote'

Bisogna poi aggiungere che Trump e il suo team elettorale hanno lanciato una campagna aggressiva per conquistare il "bro vote", il voto di maschi giovani, in particolare orientati alla cultura delle 'frat house', delle tifoserie sportive e degli sport di combattimento, per ritagliare una fetta di voti conservatori in un gruppo demografico, gli elettori più giovani, tradizionale riserva elettorale dei dem.

"Non credo che la gente non capisca quanto sia grande il problema che abbiamo con gli elettori maschi, in generale e in particolare afroamericani e ispanici - spiega a The Hill uno stratega - non possiamo semplicemente dire, abbiamo il voto delle donne, e anche se dovessimo vincere il mese prossimo dovremmo dare risposte a domande difficili".

Un finanziatore dem non esita ad ammettere: "Gli elettori maschi sono persi, almeno per questo ciclo". Le ragioni di questa emorragia di voti di maschi sono semplicemente sessiste, spiegano gli strateghi dem che indicano l'incapacità di molti maschi americani di accettare una donna alla più alta carica del Paese.

Harris "ha problemi con gli uomini per le stesse ragioni per cui li aveva Hillary Clinton, perché la misoginia esiste come esistono idee antiquate su chi debba essere presidente - afferma Christy Setzer, stratega democratica - intanto Trump ha rilanciato l'immagine di uomo forte machista e gli atteggiamenti da autocrate".

"Il messaggio non tanto velato della sua campagna è 'se sei un vero uomo vota per me', una mentalità da anni '50 che purtroppo ancora ha presa", conclude la stratega. "E' ridicolo dirlo nel 2024 ma non tutti sono pronti a votare per una donna presidente degli Stati Uniti", le fa eco lo stratega Jim Manley.

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Esteri

Attacchi Israele a Unifil in Libano, condanna di...

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Nota congiunta di Macron, Meloni e Sanchez. La premier: "Non sono accettabili". Il presidente francese: "Stop esportazioni armi usate a Gaza e Libano unica leva per fine conflitti"

Giorgia Meloni in primo piano  - (Afp)

"In qualità di nazioni che da lungo tempo contribuiscono all'Unifil e partner di Libano e Israele, noi, leader di Francia, Italia e Spagna, condanniamo il recente attacco dell'Unifil da parte dell'Idf". E' quanto si legge in una nota congiunta di Emmanuel Macron, Giorgia Meloni e Pedro Sanchez.

"Esprimiamo la nostra indignazione dopo che diversi operatori di pace sono rimasti feriti a Naqoura. Questi attacchi costituiscono una grave violazione degli obblighi di Israele ai sensi della Risoluzione delle Nazioni Unite 1701 e del diritto internazionale umanitario. Questi attacchi sono ingiustificabili e devono cessare immediatamente" scrivono i leader di Francia, Italia e Spagna nella dichiarazione.

"Ricordiamo che tutti i peacekeeper devono essere protetti e ribadiamo il nostro elogio per l’impegno continuo e indispensabile delle truppe e del personale Unifil in questo contesto molto impegnativo" rimarcano Macron, Meloni e Sanchez

"Contiamo sull'impegno di Israele per la sicurezza delle missioni Onu" e sulle missioni bilaterali "di mantenimento della pace in Libano, nonché" per la sicurezza "delle organizzazioni internazionali attive nella regione. Chiediamo inoltre un cessate il fuoco immediato e la piena attuazione della Risoluzione delle Nazioni Unite 1701 da parte di tutti gli attori, che è l'unico modo per consentire al popolo israeliano e libanese di tornare alle proprie case in sicurezza", scrivono ancora i leader di Francia, Italia e Spagna.

"Ribadiamo il nostro impegno per la piena attuazione dell'Unscr 1701 e per la missione Unifil, il cui contributo alla cessazione delle ostilità sarà fondamentale" concludono Macron, Meloni e Sanchez.

Meloni

Raggiungere il cessate il fuoco a Gaza e in Libano, insieme al rilascio degli ostaggi israeliani - che sono ancora molti - ancora in mano ad Hamas. Poi la premier Giorgia Meloni, parlando al termine del vertice Med9 a Cipro, ha ribadito la sua condanna per l'attacco di Israele alla base Unifil: "E' inaccettabile".

"La parte più importante di questa discussione ruota su come arrivare a un cessate il fuoco a Gaza, in Libano, su come arrivare al rilascio degli ostaggi israeliani che sono ancora molti. E su come assistere al meglio le popolazioni civile coinvolte. Sono precondizioni per qualsiasi soluzione duratura della questione mediorientale", ha detto.

"Come sapete il quartier generale della missione Unifil e due basi italiane sono state raggiunte da colpi d'arma da fuoco sparati dalle forze israeliane. Come Italia non posso non tornare a condannare quello che è accaduto. Non è accettabile, viola quanto stabilito dalla risoluzione 1701 delle Nazioni Unite", ha sottolineato Meloni.

"Il governo italiano sta seguendo con grande attenzione la situazione del contingente in Libano - ha affermato la presidente del Consiglio - I militari italiani impegnati nella missione Onu e in quella bilaterale Mibil prestano un'opera preziosa per la stabilizzazione dell'area".

Macron

Le stesse parole ha usato il presidente francese Emmanuel Macron, intervenendo al Med 9: "E' del tutto inaccettabile vedere le truppe dell'Unifil prese di mira deliberatamente dalle forze armate israeliane. Lo condanniamo. Non tollereremo che ciò si ripeta e ringrazio i colleghi del Med 9 di essersi espressi al nostro fianco in modo chiaro in proposito".

"Cessare le esportazioni di armi utilizzate a Gaza e in Libano è l'unica leva per mettere fine ai conflitti", ha dichiarato inoltre Macron. "La Francia ha chiesto di porre fine alle esportazioni di armi da utilizzare in questi teatri di guerra. Altri leader hanno fatto lo stesso. Sappiamo tutti che questa è l'unica leva che può porre fine a tutto ciò", ha dichiarato il presidente francese aggiungendo: "Questo non è in alcun modo un appello a disarmare Israele contro le minacce contro questo Paese e questo popolo amico".

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