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Manovra, Giorgetti: “Non ci saranno più tasse, tagli per ministeri ed enti pubblici”

Il ministro dell'Economia conferma "cuneo fiscale strutturale". E anticipa: "Lavoriamo a incentivi fiscali per chi vuole restare al lavoro"

Giancarlo Giorgetti - Fotogramma

''Sicuramente non ci saranno più tasse. Il cuneo fiscale diventerà strutturale''. Lo ha affermato oggi, 12 ottobre, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, in occasione della 'Festa del Foglio' a Firenze.

''Il sacrificio vuol dire che alcune spese vanno tagliate per ministeri ed enti pubblici. Dovremo rinunciare a qualche programma che non dà utilità - ha spiegato Giorgetti - e tagliare le spese inutili. Se non lo faranno, il ministro che deve fare la parte del cattivo lo farà''.

''Gli interessi sul debito - ha ricordato il ministro - pesano su tutti gli italiani e le imprese e noi dobbiamo cercare di abbassare il debito''.

Giorgetti ha anticipato quindi che "ci stiamo muovendo per incentivi fiscali a chi vuole restare al lavoro. Ci sono persone che preferiscono lavorare che andare in pensione".

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Economia

Spazio, Lituania sbarca alla Iac: “Rafforzare...

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Alla vigilia dell’edizione milanese della Conferenza Internazionale dell’Aerospazio, la dirigente dell’Agenzia per l’Innovazione lituana Eglė Elena Šataitė guarda a come approfondire i rapporti industriali tra Roma e Vilnius

Spazio, Lituania sbarca alla Iac:

L’Italia è "in cima all’agenda" della Lituania sull'innovazione, e c'è "potenziale" per rafforzare la cooperazione nel settore spaziale. Parola di Eglė Elena Šataitė, capo della divisione Space Hub LT presso l’Agenzia per l’innovazione del governo lituano. A Milano per guidare l’esordio del suo Paese alla Conferenza Internazionale dell’Aerospazio (Iac), la dirigente parla all'Adnkronos dello sviluppo del settore spaziale lituano e delle prospettive di collaborazione tra Vilnius e Roma.

Le aziende italiane e lituane già lavorano insieme su tecnologie per i piccoli satelliti, i sistemi laser, i componenti ottici e l'analisi dei dati satellitari di osservazione della Terra, spiega Šataitė. E oggi la Lituania “spera di offrire i suoi prodotti e servizi alle aziende italiane” e “sviluppare nuove tecnologie, anche attraverso i programmi dell’Agenzia spaziale europea (Esa)”.

La crescita del settore lituano impressiona per la sua velocità. L'Associazione spaziale lituana (Lka) esiste dal 2009 ed è membro associato dell’Esa solo dal 2021, pur avendo iniziato a cooperare nel 2010. “Questo è stato il punto di partenza per il viaggio della Lituania nell'industria spaziale”, spiega la dirigente, ricordando l’entusiasmo della comunità scientifica e del settore pubblico. Un primo programma a trazione giovanile è culminato nella costruzione e nel lancio dei primi due satelliti lituani nel 2014.

I membri di quel primo progetto hanno poi fondato NanoAvionics, oggi un noto costruttore di satelliti miniaturizzati. Nel mentre l’ecosistema spaziale lituano è cresciuto fino a circa 50 entità, con la maggior parte che opera all’infuori del settore spaziale, continua Šataitė. Sono soprattutto piccole e medie imprese, e la metà sono già considerate mature dai mercati; negli ultimi anni la gran parte delle aziende “ha registrato tassi di crescita del 10-50%, con il 95% impegnato in attività di ricerca e sviluppo”.

Oggi il settore spaziale lituano annovera nomi come Geomatrix e Coetus, attive nell’elaborazione di dati satellitari. Le startup lituane stanno entrando anche in nuovi mercati come quello delle comunicazioni laser (Astrolight) e dei servizi e delle operazioni in orbita (Blackswan Space). L’affaccio principale nelle catene di fornitura globali rimane l’Esa, da cui passano gli investimenti pubblici lituani e da cui le aziende del Paese baltico ricevono aiuto per trovare partner e utenti finali.

Dietro a tutto c’è la forte volontà politica di rendere Vilnius un protagonista europeo del settore. “L'obiettivo del Paese è diventare membro a pieno titolo dell’Esa entro il 2028 e aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo in ambito spazio spaziale. Mentre a livello nazionale l'ambizione è di raggiungere un fatturato del settore spaziale pari all'1% del pil e di sostenere lo sviluppo di nuove start-up spaziali”. Nel mentre i finanziamenti per ricerca e sviluppo in ambito spaziale “sono rimasti stabili a 3 milioni di euro all'anno dal 2021”, sottolinea Šataitė.

L’enfasi dell’ecosistema lituano è sull’innovazione. Per alimentare lo sviluppo esistono acceleratori di venture capital dedicati alle tecnologie a doppio uso (sia civile che militare). “Sempre più aziende del settore spaziale partecipano a questi acceleratori e implementano con successo le loro innovazioni nel settore della difesa”, spiega il capo di Space Hub LT. Del resto nell’ex Paese sovietico al confine con la Russia la sicurezza è una “priorità assoluta”: nel 2024 la spesa pubblica per la difesa raggiungerà il 3,2% del pil.

Il riflesso è anche politico. Di recente, l’ex primo ministro lituano Andrius Kubilius è stato nominato Commissario per la difesa e lo spazio. Una notizia “accolta con favore in Lituania, poiché ci si aspettava che il Paese assumesse un ruolo vitale per la sicurezza dell'Europa”. La sua nomina si allinea bene con le priorità della Lituania, conclude la dirigente; “ma l'Ue deve continuare a sviluppare i suoi programmi spaziali chiave, rafforzare le relazioni con l'Esa e aumentare i bilanci spaziali degli Stati membri”.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Economia

Spazio, l’Ue sia “forte e presente”....

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L’appello dell’astronauta italiano è di portare i valori europei anche fuori dall’atmosfera, obiettivo per cui serve “coraggio e visione” da parte dei politici e il supporto del sistema industriale

Spazio, l'Ue sia

“Chiediamo di pensare a un futuro in cui l’Unione europea è forte e presente nello spazio”. L’invito arriva da Luca Parmitano, astronauta di punta dell’Agenzia spaziale europea (Esa) con oltre 166 giorni trascorsi in orbita alle spalle, nonché primo italiano a comandare la Stazione Spaziale Internazionale e a passeggiare tra le stelle. Parlando all'Adnkronos evidenzia il vantaggio degli europei: essere i primi e i soli ad aver creato un'Unione in maniera pacifica. “Vorremmo poter esportare nello spazio come principio fondamentale questo valore di pace, di evoluzione, di società, di civiltà, nel quale noi crediamo come astronauti”.

L’appello del pilota italiano ai politici è di esibire lo stesso coraggio dei padri fondatori dell’Ue per realizzare questo obiettivo. Specie in un momento di grande espansione dell'esplorazione spaziale, dove si profila il rischio di un Far West extra-orbitale. Parmitano si rivolge anche ai leader e ai dirigenti d'azienda, a cui chiede di essere “pronti a dare supporto” per permettere agli astronauti Esa di “essere presenti” nell’espansione della dimensione spaziale. Nella speranza che l’Ue sia una forza non solo politica, ma anche economica e industriale, in un'area "cruciale per il futuro dell'umanità”.

Tra spazio e difesa

L'astronauta parla anche del legame dello sviluppo aerospaziale e della dimensione militare; un concetto che di recente si è concretizzato nella creazione del nuovo Commissario europeo per la difesa e lo spazio. Parmitano lo definisce un “passaggio obbligato”, sulla scia di quanto fatto da Paesi leader come gli Stati Uniti, che nel 2019 hanno istituito la loro Space Force. Del resto, lo spazio è sempre stato uno scacchiere strategico oltre che industriale ed economico, spiega.

“Aerospazio e strategia hanno sempre lavorato insieme: molte delle funzioni che oggi diamo per scontate nel mondo civile – parlo in particolare della navigazione satellitare – nascono da un concetto strategico, inizialmente esclusivamente militare”. Oggi questa tecnologia è talmente integrata nella nostra quotidianità che senza sarebbe impossibile funzionare come civiltà moderna, rimarca l’astronauta, sottolineando che in futuro applicazioni del genere non faranno che aumentare.

“Parlo di space security, parlo di comunicazioni criptate. Tecnologie talmente integrate che una forte integrazione tra aerospazio e strategia, e quindi anche il mondo militare, è inevitabile”. Un dualismo che lui stesso rappresenta, continua: nella sua veste di colonnello dell’Aeronautica militare in servizio attivo “vivo le due anime di questo percorso in maniera individuale”.

Verso il diritto spaziale

Guardando al futuro, la speranza degli addetti ai lavori è che si riesca a creare e mantenere un diritto spaziale – un’evoluzione del diritto internazionale terrestre, oggi in fase di sviluppo. Esistono già delle forti collaborazioni tra Esa, Nasa e istituti di diritto internazionali, continua Parmitano, con l’obiettivo di rendere lo spazio un’area per usi esclusivamente pacifici e una giusta condivisione delle risorse. Ma è un concetto ancora nascente; “la mia raccomandazione può essere solo quella di stringere ancora di più la collaborazione e allo stesso tempo allargarla a livello globale”.

Il prossimo appuntamento di Parmitano sarà il Congresso Internazionale dell’Aerospazio, che si terrà dal 14 al 18 ottobre a Milano. Un’agenda fittissima di attività che coinvolgono astronauti, aziende leader dell'aerospazio, dirigenti di varie realtà che si incontrano per parlare di futuro. Nelle parole dell'astronauta Esa, “spesso basta un piccolo scambio, perché anche una parola detta dietro le quinte serve per far iniziare un sogno che noi speriamo sempre di poter realizzare”.

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Economia

Stellantis, stoccata di Confindustria: “Una pazzia...

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Orsini: "Abbiamo bisogno di piani industriali seri". Salvini stronca Tavares: "Si vergogni e chieda scusa, settore in crisi anche per colpa sua". Urso: "Torni a produrre di più in Italia"

Stellantis, stoccata di Confindustria:

La richiesta di Stellantis di ulteriori incentivi è "una pazzia". E' quanto afferma il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, all'indomani dell'intervento in audizione alle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato dell’amministratore delegato Carlos Tavares. ''Noi abbiamo bisogno di piani industriali seri, imprese che siano serie sul territorio e restino, ovviamente, a costruire i propri prodotti nel nostro paese'', aggiunge.

Contro Tavares anche Matteo Salvini: “L’amministratore delegato di Stellantis dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa agli operai, agli ingegneri, ai tecnici, agli italiani e alla storia dell’auto italiana. Il settore è in crisi anche per colpa sua”, ha affermato il ministro dei Trasporti e delle infrastrutture a margine della cerimonia di inaugurazione della linea metropolitana M4, in corso a Milano. La dirigenza di Stellantis “non è più in condizione di chiedere niente per come hanno mal gestito e mal amministrato un’azienda storica italiana” ha sottolineato il ministro.

Sul tema è intervenuto anche il ministro per le Imprese, Adolfo Urso: ''Credo che ieri Tavares si sia reso conto, nelle reazioni dei parlamentari e anche dei sindacati, che hanno indetto uno sciopero per il giorno venerdì 18, che il sistema Paese, unito, maggioranza e opposizione, sindacati e imprese dell'autovetture, chiedono alla grande multinazionale che è nata in Italia di restare in Italia e di affrontare con noi la sfida della transizione ecologica che il nostro Paese può fare meglio di altri, come dimostra che nell'economia circolare noi siamo più avanti di altri", ha affermato.

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