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Camioncino uscito fuori strada tra Varazze e Arenzano, due operai sbalzati fuori dal finestrino

Incidente mortale sull'A10 tra Varazze e Arenzano

Incidente mortale questa mattina, poco dopo le 8 in A10, tra Varazze e Arenzano, dove un camioncino è uscito fuori strada per cause ancora in via di accertamento. A bordo c'erano due operai di nazionalità marocchina, entrambi per l'urto sono stati sbalzati fuori dal finestrino del conducente. Uno dei due è morto, l'altro è rimasto gravemente ferito. Il traffico è bloccato in direzione Genova.

L'operaio deceduto aveva 30 anni. Inutili i soccorsi di 118 e dei militi di Coro Mare Albisola. Insieme a lui viaggiava un connazionale, rimasto gravemente ferito e trasportato in codice rosso al San Martino di Genova con l'elicottero Drago dei vigili del fuoco. Entrambi, nell'impatto, sono stati proiettati fuori dal finestrino del conducente. La polizia stradale sta ricostruendo la dinamica, ma sembrerebbe si sia trattato di un incidente autonomo. Traffico bloccato al chilometro 23 in direzione Genova. Sul posto anche il personale della Direzione 1° Tronco di Genova di Autostrade per l’Italia.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Sostenibilità

Barometro della costruzione sostenibile, panoramica in...

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Presenta la seconda edizione del Barometro della Costruzione Sostenibile, studio condotto dall'istituto di ricerca CSA, per comprendere le evoluzioni e i fattori chiave da attivare per accelerare lo sviluppo dell’edilizia sostenibile in Italia e nel resto del mondo.

Barometro della costruzione sostenibile, panoramica in Italia e nel mondo

L'implementazione di una edilizia più sostenibile è una questione importante o prioritaria. Questa una delle evidenze emerse dalla seconda edizione del Barometro della Costruzione Sostenibile, studio condotto dall'istituto di ricerca Csa, per comprendere le evoluzioni e i fattori chiave da attivare per accelerare lo sviluppo dell’edilizia sostenibile in Italia e nel resto del mondo. A presentarlo l'Osservatorio della Costruzione Sostenibile lanciato nel 2023 dal Gruppo Saint-Gobain.

"Il Barometro della Costruzione Sostenibile è concepito per essere uno strumento decisionale per tutti gli attori del settore, in modo da poter comprendere meglio le questioni locali legate all’edilizia sostenibile e passare dalla riflessione all'azione concreta, al fine di costruire un futuro sostenibile per le generazioni future”, spiega Benoit Bazin, amministratore delegato di Saint-Gobain. Per Gaetano Terrasini, Ceo di Saint-Gobain Italia, "i risultati del Barometro della Costruzione Sostenibile ci descrivono chiaramente la situazione specifica del nostro Paese: c’è molto da fare e tutti devono fare la propria parte. Le istituzioni con gli aiuti ai privati, le aziende con la proposta di materiali, prodotti e soluzioni più sostenibili; i professionisti e l’opinione pubblica per ampliare sempre più la conoscenza della sostenibilità nelle sue diverse accezioni”.

Lanciato lo scorso anno in 10 Paesi, il Barometro della Costruzione Sostenibile 2024 ha coinvolto con un sondaggio quantitativo professionisti, studenti, rappresentanti eletti e membri di associazioni di 22 Paesi, tra cui l’Italia. L’indagine è stata condotta dall'istituto di ricerca Csa tra l'11 dicembre 2023 e il 31 gennaio 2024, su un campione di 1.760 intervistati di età pari o superiore a 18 anni provenienti da: Argentina, Brasile, Canada, Colombia, Repubblica Ceca, Egitto, Finlandia, Francia, Germania, India, Italia, Messico, Polonia, Portogallo, Sudafrica, Spagna, Svizzera, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti, Vietnam. Il panel degli intervistati includeva rappresentanti eletti, professionisti, studenti e membri di associazioni coinvolti nella costruzione, edilizia, transizione ecologica, abitazioni, energia, ecc. Quattro evidenze chiave emergono del Barometro 2024: percezioni stabili con un punto di vista ambientale invariato, l'aspetto del benessere è ancora scarsamente riconosciuto e valorizzato; un senso di urgenza condiviso, ma con la necessità di una maggiore consapevolezza e cooperazione; stakeholder meglio informati, meglio formati e più impegnati; qualsiasi implementazione dell’edilizia sostenibile sarà efficace solo se si adatta alle realtà locali.

Il 95% dei partecipanti è d'accordo sul fatto che l'implementazione di una edilizia più sostenibile sia una questione importante o prioritaria. Questo livello di urgenza è chiaramente condiviso da tutti gli attori, indipendentemente dalla regione geografica. Allo stesso tempo, la comprensione dell’edilizia sostenibile sembra parziale, spesso limitata alle questioni ambientali. La sua definizione è ancora in gran parte associata all’'edilizia green': con una definizione direttamente legata all'efficienza energetica degli edifici (42%) e al raggiungimento della neutralità carbonica nell’edilizia (33%). Le nozioni di resilienza e comfort degli occupanti sono considerate secondarie. La consapevolezza è alta, ma varia da una categoria di rispondenti all'altra: l'87% degli intervistati su scala globale ha dichiarato di essere familiare con l’edilizia sostenibile, ma il 20% afferma di non averne mai sentito parlare.

Complessivamente, la consapevolezza dell’edilizia sostenibile è alta: l'87% di coloro che sono stati intervistati ha dichiarato di avere familiarità con questo argomento. Una cifra in aumento di +5 punti rispetto al Barometro 2023. Il 68% dei rispondenti afferma di essere sufficientemente informato. Tuttavia, sono ancora necessari sforzi educativi, in particolare tra i rappresentanti eletti, il 45% dei quali dichiara di non averne mai sentito parlare. Nonostante ciò, c'è desiderio e impegno: la maggior parte degli stakeholder di tutti i Paesi (87%) concorda sul fatto che dobbiamo fare di più in termini di edilizia sostenibile, anche se l'aspirazione allo status quo sta crescendo (9%, +4 punti rispetto al Barometro 2023).

Tra le azioni prioritarie da intraprendere per accelerare lo sviluppo dell’edilizia sostenibile si considera cruciale sensibilizzare l'opinione pubblica, così come la questione del costo percepito e della competitività dei materiali, e la cooperazione di tutti gli attori. D'altra parte, il ruolo delle iniziative pubbliche (standard, regolamenti, aiuti), sebbene fondamentale, rimane sottovalutato. Infine, la ristrutturazione energetica sembra essere più una priorità nei Paesi con un parco edilizio ben consolidato, rispetto ai Paesi che danno priorità ai programmi di nuova costruzione per ospitare una popolazione in crescita. Il 92% dei professionisti del settore edile ritiene che l’edilizia sostenibile costituirà tutto o parte del loro business nei prossimi 5 anni.

Gli studi di architettura e le società di ingegneria sono in cima alla lista dei soggetti più spesso citati per promuovere l’edilizia sostenibile. Mentre i professionisti della progettazione edilizia sono citati nel 29% delle risposte spontanee, i rappresentanti eletti e le istituzioni pubbliche li seguono, rispettivamente con il 21% e il 20%. Una nota positiva risiede nel fatto che i professionisti si sentono fortemente impegnati nell’edilizia sostenibile: l'85% dichiara di svolgere tutto o parte del loro lavoro in questo settore, e il 92% prevede di farlo nei prossimi cinque anni. La mancanza di impegno verso l’edilizia sostenibile è percepita come un fattore discriminatorio. Molti professionisti (62%, +3 punti rispetto al 2023) considerano l'impegno dei loro fornitori verso l’edilizia sostenibile come un criterio di selezione. Tra i rappresentanti eletti, la dimensione sostenibile è un criterio decisivo per l'assegnazione dei contratti pubblici. Infine, tra gli studenti che percepiscono l'implementazione di costruzioni più sostenibili come una priorità, il 45% di loro dichiara che non accetterebbe un'offerta di lavoro da parte di un'azienda che non si impegna nell’edilizia sostenibile.

E in Italia? L’edilizia sostenibile in Italia è prima di tutto una questione 'green' e di efficienza energetica. La quasi totalità degli intervistati in Italia si dichiara familiare con l’edilizia sostenibile (98% vs 90% di media Europea). Il 42% del campione pensa che l’obiettivo prioritario dell’edilizia sostenibile sia la protezione dell’ambiente mentre solo l’8% ritiene sia la salute degli abitanti e il 2% la resistenza ai rischi climatici. A riprova di questo, ben il 63% dei rispondenti (contro il 42% della media globale e il 40% della media europea) identifica l’edilizia sostenibile con le costruzioni energeticamente efficienti.

Tra i soggetti ritenuti più idonei a sviluppare l'edilizia sostenibile spiccano architetti e studi di ingegneria (con il 77% delle citazioni vs il 55% della media globale e il 51% della media europea).Tra le azioni che dovrebbero essere attuate in via prioritaria per accelerare lo sviluppo dell'edilizia sostenibile in Italia, accanto a 'Sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica sulle sfide dell’edilizia sostenibile' (citata dal 36% del campione vs il 31% della media globale e il 24% della media europea), si segnala 'Aumentare gli aiuti pubblici ai privati' nominata da ben il 35% del campione (vs il 13% della media globale e il 17% della media europea). Con il 24%, al terzo posto, 'Migliorare la competitività dei materiali, prodotti e soluzioni sostenibili'.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Esteri

Taiwan, nuovi giochi di guerra cinesi: tra moniti e rischio...

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Così Pechino ha risposto al discorso di Lai e alla sua riaffermazione della sovranità

Taiwan, militare a Taipei

Nuove manovre militari cinesi intorno a Taiwan. Jet e navi da guerra attorno all'isola. E' la seconda volta in meno di cinque mesi. 'Joint Sword-2024B' è il nome in codice delle esercitazioni avviate nelle ultime ore dalla Repubblica Popolare e "concluse con successo". Sono apparse come una risposta al discorso di giovedì del presidente di Taiwan in occasione della Festa Nazionale. E sono arrivate dopo i giochi di guerra 'Joint Sword-2024A', di maggio, seguiti all'insediamento di Lai Ching-te (William Lai) alla presidenza di Taiwan.

Pechino lo considera un "pericoloso separatista" e le truppe del gigante asiatico sono "pronte a sventare qualsiasi tentativo separatista". Nell'atteso intervento del 10 ottobre il presidente di Taiwan ha affermato che Pechino e l'isola "non sono subordinate l'una all'altra" e che la Repubblica Popolare "non ha diritto di rappresentare Taiwan" e i suoi 23 milioni di abitanti. Ha indicato come sua "missione" quella di "resistere all'annessione", insistendo sulla difesa della "sovranità" dell'isola di fatto indipendente, ma che Pechino considera una "provincia ribelle" e per la quale vuole la "riunificazione". Lai ha anche assicurato impegno per "pace e stabilità" nello Stretto di Taiwan e promesso di voler lavorare con la Cina sulle sfide globali. Parole subito criticate dalla diplomazia cinese con l'accusa di alimentare le tensioni.

Sul 'campo' è tutto iniziato ieri con la segnalazione dell'ingresso della portaerei cinese Liaoning nelle acque nell'area del canale di Bashi, canale strategico a sud di Taiwan che separa l'isola dalle Filippine. Poi oggi sono stati dispiegati navi da guerra e jet per accerchiare Taiwan nell'ambito di manovre - in nove aree intorno all'isola - con la mobilitazione di Esercito, Marina, Aeronautica e altre forze. Da Taipei hanno affermato di aver rilevato la presenza di 125 velivoli cinesi, "un record per una sola giornata".

Per la prima volta, sottolinea il Wall Street Journal, la Cina ha annunciato il dispiegamento della sua Guardia Costiera intorno a Taiwan. I militari hanno parlato di "un forte deterrente contro le attività separatiste delle forze dell'''indipendenza di Taiwan" e di una mossa "legittima e necessaria per difendere la sovranità nazionale e mantenere l'unità nazionale". Il Comando del Teatro orientale ha assicurato di essere "pronto a combattere in ogni momento". Senza mezzi termini il ministero degli Esteri di Pechino ha ripetuto che "indipendenza di Taiwan e pace nello Stretto di Taiwan sono incompatibili", che Taiwan "non è una questione diplomatica" e che gli Stati Uniti dovrebbero "smettere di armare l'isola" e di inviare "segnali sbagliati".

Dal ministero della Difesa di Taipei hanno condannato con forza quella che è stata considerata una "provocazione assurda". E subito confermato della mobilitazione di "truppe per proteggere libertà, democrazia e sovranità". Dalla presidenza hanno chiesto lo stop alle "provocazioni militari che compromettono pace e stabilità" e la fine delle "minacce alla democrazia e alle libertà di Taiwan".

A Washington c'è forte preoccupazione perché "la risposta della Repubblica Popolare cinese con provocazioni militari a un consueto discorso annuale è immotivata" e si rischia l'escalation. Dal Dipartimento di Stato Usa hanno invitato Pechino alla "moderazione" e a "evitare qualsiasi altra azione che possa compromettere pace e stabilità nello Stretto di Taiwan e nella regione".

L'isola conta sul sostegno degli Usa in base al Taiwan Relactions Act del 1979. Per Chang Wu-ueh, direttore dell'Istituto di studi cinesi della Tamkang University citato dal New York Times, le manovre sono una "risposta diretta e agguerrita" al discorso di Lai del 10 ottobre. Ieri in un'editoriale l'agenzia ufficiale cinese Xinhua ha accusato il presidente di Taiwan di cercare di presentare le due sponde dello Stretto di Taiwan come "due Stati", un affronto alla "politica di un'unica Cina" sostenuta da Pechino (e anche dagli Usa). Un'immagine diffusa dalla Guardia Costiera, e rilanciata stamani dal tabloid nazionalista cinese Global Times, ha mostrato una mappa con le unità navali cinesi che accerchiano Taiwan formando una sorta di cuore intorno all'isola.

Non solo le esercitazioni. Stamani la Guardia Costiera di Taiwan ha fatto sapere di aver fermato un cittadino cinese accusato di aver tentato di raggiungere con un gommone un'isola controllata da Taipei. Per le autorità di Taiwan, non si può escludere la possibilità che la Cina usi questi episodi nell'ambito delle tattiche della cosiddetta 'zona grigia'. Intanto le autorità cinesi hanno imposto sanzioni contro due individui e un'entità per sostegno a posizioni "indipendentiste" a Taiwan. Nel mirino sono finiti la Kuma Academy, istituita nel 2021 con l'obiettivo di preparare i civili in caso di invasione cinese dell'isola, il cofondatore Puma Shen (del Partito progressista democratico di Lai) e il suo principale sostenitore, Robert Tsao.

Negli ultimi anni le esercitazioni militari cinesi intorno a Taiwan si sono intensificate, con la tendenza a coincidere con 'sviluppi' che suscitano le ire di Pechino. Nell'agosto del 2022 il gigante asiatico aveva avviato maxi manovre militare in risposta alla visita sull'isola dell'allora speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi. Oggi Lai ha assicurato che "il governo continua a difendere il sistema costituzionale democratico e libero", a tutelare la "sicurezza nazionale" e la democrazia di Taiwan. Intanto a Pechino è arrivato in visita il ministro russo della Difesa, Andrei Belousov.

William Lai, chi è il presidente "piantagrane" (per Pechino)

Eletto a gennaio, al potere da maggio, Lai Ching-te (William Lai) è stato vice presidente di Taiwan dal 2020 prima di prendere il posto di Tsai Ing-wen alla guida dell'isola di fatto indipendente ma che la Cina vuole "riunificare". La sua vittoria al voto di gennaio è stata considerata storica perché ha consegnato al Partito progressista democratico la leadership dell'isola per la terza volta consecutiva. Sessantacinque anni appena fatti, Lai ha un passato di studi in Medicina perfezionati a Harvard. Premier per due anni dal 2017, era stato in precedenza sindaco di Tainan per sette anni. Dal gennaio del 2023 è alla guida del Partito progressista democratico. Il Global Times, tabloid nazionalista cinese, lo ha descritto come un "separatista". Per Pechino è un "provocatore" e un "piantagrane".

Nel suo discorso in occasione della Festa Nazionale, giovedì scorso, Lai ha indicato come sua "missione" quella di "resistere all'annessione", insistendo sulla difesa della "sovranità" dell'isola, ma assicurando al contempo di voler lavorare con il gigante asiatico sulle sfide globali. La Cina "non ha diritto a rappresentare Taiwan - ha affermato Lai il 10 ottobre - Cina e Taiwan non sono subordinate l'una all'altra". Parole che erano state subito critiche da Pechino e che erano arrivate dopo che la portavoce dell'Ufficio (cinese) per gli Affari di Taiwan, Zhu Fenglian, aveva puntato il dito contro Lai, accusato di far salire le tensioni con le dichiarazioni sul gigante asiatico che non può essere la "patria" degli abitanti di Taiwan. Oggi su Facebook Lai ha assicurato che, "di fronte alle minacce esterne", il "governo continuerà a difendere il sistema costituzionale democratico e libero, a proteggere una Taiwan democratica e a salvaguardare la sicurezza nazionale".

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Sostenibilità

Sostenibilità, dalla filiera etica al pack: Icam presenta i...

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I numeri del sesto bilancio

Sostenibilità, dalla filiera etica al pack: Icam presenta i suoi impegni

Oltre 21mila ore di formazione distribuite tra tutti i dipendenti della sede di Orsenigo; 6.900 agricoltori, nelle tre sedi ugandesi di Bundibugyo, Hoima e Mukono, coinvolti nella formazione sulle pratiche agronomiche sostenibili; 26.068 tonnellate di fave di cacao acquistate nel 2023 per gran parte certificate; Codice Etico di Icam sottoscritto dal 97% dei fornitori di cacao e dal 100% dei fornitori delle altre materie prime; 88% del packaging utilizzato per l’imballaggio primario realizzato in materiale completamente riciclabile; 97% di scarti di materiale organico entrato in processi di economia circolare o inviato a recupero. Sono alcuni dei numeri del sesto bilancio di sostenibilità di Icam Cioccolato, azienda italiana specializzata nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao.

Partendo dai 4 pilastri su cui si declina l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità, filiera, ambiente, persone e innovazione, il Bilancio di Icam, è redatto in conformità con i Global Reporting Initiative Standards. Icam oggi commercializza in Italia e in 70 paesi esteri, tracciando l’intera filiera, dalla coltivazione delle fave fino al prodotto finito. "In Icam, oggi più che mai, ci impegniamo a costruire una cultura di sostenibilità condivisa all’interno e all’esterno della società - dichiara Sara Agostoni Chief Sustainability Officer di Icam Cioccolato - Lo facciamo tutti i giorni in azienda attraverso il programma di engagement di tutti i collaboratori sulle sfide della sostenibilità, iniziato nel 2023 per informare, coinvolgere e responsabilizzare; lo facciamo da sempre con i nostri fornitori, invitandoli a condividere i nostri valori attraverso il nostro Codice Etico e con i clienti che supportiamo e coinvolgiamo in progetti a sostegno delle comunità di coltivatori nei Paesi di origine. Un approccio che portiamo avanti attraverso due leve che siamo convinti siano fondamentali per uno sviluppo sostenibile: la cultura come necessità per la condivisione degli stessi valori e la Partnership con la consapevolezza che nessuno può fare da solo".

ATTENZIONE ALLE PERSONE - Con gli oltre 400 dipendenti della sede italiana di Orsenigo e i circa 170 della subsidiary Icam Uganda ltd, Icam si impegna a implementare numerose azioni di welfare che vanno oltre a quanto stabilito dalla legge di entrambi i paesi: un corposo pacchetto di benefit, come contributi economici per l’istruzione dei figli, buoni carburante ecc.., oltre a premi economici legati al raggiungimento degli obiettivi aziendali e alla valutazione delle performance del singolo. Nel solo 2023 sono oltre 21mila le ore di formazione erogate che hanno permesso ai dipendenti di tutti i reparti di raggiungere specifici obiettivi, integrando la propria retribuzione mensile. Azioni che nel corso di questi ultimi anni sono state parallelamente implementate e adattate anche per l’organico ugandese, composto per lo più da compratori e personale impiegatizio (oltre il 64%) e operai (32%). A questi Icam riconosce, oltre alle garanzie previste dalla normativa ugandese (versamento dei contributi pensionistici, permessi giornalieri, assistenza sanitaria e congedo parentale), pasti presso la mensa aziendale, l’integrazione di una somma extra destinata a coprire eventuali spese sanitarie non coperte dal welfare statale in ciascuno dei tre siti produttivi.

L’85% dei dipendenti ugandesi ha potuto inoltre accedere a sessioni di formazione relativa al Codice Etico, di condotta e alle pratiche gestionali e sulle tecniche agronomiche, oltre ad attività di gestione dei farmer e delle comunità locali. La cura e attenzione verso le persone si estendono infine anche in Italia, e al territorio in cui l’azienda opera, attraverso collaborazioni e donazioni di prodotto a supporto di Associazioni come il Banco Alimentare o enti locali che si occupano del sociale (nel 2023 le donazioni di prodotto hanno raggiunto un valore di oltre 1 milione di euro). La presenza dell’azienda sul territorio comasco si contraddistingue inoltre per la partecipazione e il sostegno a iniziative culturali ed educative destinate alle giovani generazioni o attraverso la collaborazione, sempre più stretta, con Noi Genitori Onlus presso la quale l’azienda svolge giornate di volontariato aziendale coinvolgendo i dipendenti a dare il proprio contributo all’integrazione delle persone con disabilità nel tessuto sociale.

GESTIONE RESPONSABILE DELLA FILIERA - Ad oggi il Codice Etico di Icam è stato sottoscritto dal 97% dei produttori di cacao di oltre 20 filiere di approvvigionamento in Africa (68%), Sud America (22%) e in America Centrale (10%) e dal 100% dei fornitori delle altre materie prime principali. Attraverso l’approvvigionamento diretto del cacao, Icam è in grado, inoltre, di gestire in maniera più efficace e responsabile gli aspetti di complessità che caratterizzano questa catena di fornitura. Quello della tracciabilità del cacao è un aspetto che, oggi più che mai, assume un carattere di urgenza, anche alla luce delle nuove normative comunitarie che impongono alle aziende una conoscenza sempre più approfondita delle proprie catene di approvvigionamento. Proprio in previsione dell’entrata in vigore della European Deforestation-free Products Regulation, dal 2023 Icam ha avviato una collaborazione con tutti i fornitori di cacao diretti per geolocalizzare tutto il cacao acquistato. Controlli che si aggiungono a quelli imposti dai principali enti di certificazione, Biologico, Rainforest Alliance e Fairtrade in primis, che richiedono ai produttori di sottostare a precise regole finalizzate alla salvaguardia dei diritti umani e dell’ambiente. Nel 2023, il 68% delle oltre 26mila tonnellate di cacao acquistato da Icam ha una o più di queste certificazioni.

L’approccio sostenibile alla filiera ha portato anche all’implementazione del progetto 'Sustainable farming for a Climate Resilient Livelihood of Cocoa Farmers in Uganda'. Avviato nel 2023 in collaborazione con un cliente internazionale e grazie a dei fondi governativi internazionali, il progetto si pone il fine di trasformare l’attuale sistema produttivo, rendendolo resiliente ai cambiamenti climatici, attraverso differenti tipologie di azioni: trasferire best practices per migliorare la produttività del cacao; promuovere progetti di formazione tecnica, finanziaria e di gender equity, per innescare un processo di miglioramento delle condizioni di vita; incrementare remunerazione, coesione sociale e di conseguenza, la capacita di investire efficacemente nell’attività di coltivazione del cacao. Tra gli obiettivi del progetto per il prossimo biennio sono previste ulteriori azioni finalizzate a implementare politiche per la parità di genere e l’empowerment femminile (aumentandone la partecipazione nei momenti di formazione, migliorando le loro competenze in ambito tecnico e assegnando loro ruoli di leadership per un sempre maggiore coinvolgimento nei processi decisionali).

L’APPROCCIO ALL’INNOVAZIONE - Icam ha istituito negli anni procedure aziendali, periodicamente rinnovate sulla base del processo tecnologico e delle evoluzioni normative, che permettono di prevenire in modo sistematico l’insorgere di non conformità relative a qualità, sicurezza e legalità delle materie prime utilizzate e dei prodotti finiti, per un totale di oltre 20mila test realizzati nel solo 2023. Portare avanti un approccio innovativo significa anche essere capaci di rispondere alle esigenze sempre mutevoli del mercato. Negli ultimi anni si è assistito a un costante incremento della richiesta di prodotti in grado di supportare uno stile di vita sano e più attento ai temi di sostenibilità. Tra questi emergono prodotti in cui viene utilizzato lo zucchero di cocco, prodotti vegani con sostituti del latte a base vegetale, prodotti clean label (no soia/no additivi) e Free-from. Tutte referenze che Icam, ha testato e implementato all’interno della propria offerta, ottenendo anche le certificazioni correlate (Biologico, Vegan Quality, Fairtrade, Rainforest Alliance, Gluten-free e Lactose-free) e su cui è impegnata costante-mente a condurre analisi di fattibilità e a destinare investimenti. Nel corso del 2023 l’azienda ha sviluppato (in fase di test) un cioccolato a ridotto contenuto di zucchero, utilizzando fibre come ad esempio l’inulina e coinvolto fornitori nell’identificazione della tipologia più adeguata di sciroppo d’avena per lo sviluppo di tre ricette di cioccolato con avena in sostituzione del latte in polvere. Nel corso del 2023 sono state realizzate 486 nuove ricette (il 15% in più rispetto al 2022).

LA RESPONSABILITÀ VERSO L’AMBIENTE - L’impegno nella salvaguardia dell’ambiente è per Icam parte integrante del proprio operato. Consapevole del fatto che la catena di approvvigionamento del cacao (scope 3) rappresenta l’elemento con il più elevato impatto (86%) sulla propria Carbon Footprint, l’azienda nel 2020 ha avviato insieme a Carbonsink il Life Cycle Assessment, uno studio puntuale volto a comprendere le differenze nei fattori emissivi nelle varie aree di approvvigionamento e ridurli. Lo studio è partito dall’Uganda nel 2021 ed è proseguito con il Perù nel 2022: dallo studio della filiera ugandese risulta il beneficio ambientale di una filiera di cacao biologico rispetto a quelle di cacao convenzionale (si va dai 2,9 kgCO2eq/kg del sito di Bundibugyo, dove è coltivato per lo più cacao biologico, ai 4 kgCO2eq/kg dei siti di Hoima e Mukono dove viene coltivato cacao convenzionale). Lo studio è poi proseguito indagando la filiera del Perù, su un campione di una decina di cooperative fornitrici. Pur in un contesto maggiormente intaccato dall’impatto del Land Use Change, rispetto all’Uganda viene confermato l’approccio virtuoso nell’approvvigionamento Icam. L’impatto della filiera Icam peruviana risulta infatti pari al 40% dell’impatto definito dalla letteratura per il Paese, e di poco inferiore alla media globale.

In Italia, Icam produce il proprio cioccolato all’interno di uno sito produttivo, quello di Orsenigo, completamente automatizzato, in grado di assicurare funzionalità, tracciabilità e sostenibilità ambientale. La presenza di un impianto di trigenerazione, che genera simultaneamente elettricità, vapore e acqua fredda a partire da una singola fonte energetica, consente di ottenere in modo altamente efficiente gran parte dell’energia necessaria a soddisfare il fabbisogno del processo produttivo dello stabilimento. Nel 2023, il 74,34% del metano acquistato ha alimentato il trigeneratore, mentre il restante fabbisogno energetico è stato coperto dall’acquisto dalla rete nazionale energia elettrica, che dal 2021 proviene esclusivamente da fonti rinnovabili. Nel corso degli anni l’impianto è stato protagonista di ulteriori investimenti volti a migliorarne sensibilmente le prestazioni energetiche e a implementarne l’efficienza, con l’obiettivo di ridurre costantemente l’impatto ambientale e contribuendo ad abbassare l’indice di intensità energetica, che presenta un trend in costante riduzione (-6,1% nel 2023). Nel 2023 l’azienda ha generato e smaltito in maniera responsabile un totale di 3.909 tonnellate di scarti organici e non: il 97% dello scarto organico è stato destinato alla zootecnia o al recupero di biomassa, con solo il 3% destinato a discarica; i rifiuti non-organici (imballi monomateriali, carta/cartone, plastica, legno, materiale ferroso) vengono differenziati e recuperati al 100%; gli imballi misti sono destinati a recupero per il 27%, gli imballi in juta vengono invece separati dai materiali misti e inviati a un operatore specializzato, con cui è attiva una collaborazione dal 2020, che li recupera e reimpiega nella produzione di pannelli isolanti e fonoassorbenti utilizzati in bioedilizia, nell’automotive o nella coibentazione termica naturale (nel 2023 sono state recuperati oltre 157.000 kg di juta). Concludendo poi con le eccedenze di prodotto finito che vengono destinate a Banco Alimentare. Una gestione della produzione rispettosa per l’ambiente che passa anche dalla scelta degli imballi e del packaging, preferibilmente riciclabile o, dove possibile per un’idonea conservazione del prodotto, realizzato in materiale compostabile e biodegradabile che ha visto nel 2023 un aumento dell’8% del suo impiego nella produzione di tavolette. Allo stesso tempo, l’azione di 'sgrammatura' degli incarti di tavolette ha coinvolto il 78% degli incarti acquistati (+2%), per un risparmio di circa 56 tonnellate di carta rispetto all’anno precedente, e un totale di circa 200 tonnellate in 4 anni.

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