Sostenibilità, P&G presenta Category Management Sostenibile per consumi responsabili
Galietti: "Per primi abbiamo lavorato in questa direzione"
"Siamo felici di essere oggi al Salone della Csr e dell’innovazione sociale con GS1 Italy e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per presentare il nuovo progetto 'Sostenibilità nelle categorie'". Così Mario Galietti, Senior Director di Procter&Gamble Italia in occasione del Salone della Csr e dell'innovazione sociale, a Milano.
"È un progetto a cui Procter&Gamble tiene molto, perché per primi abbiamo lavorato in questa direzione avviando nel 2020, con Scuola Superiore Sant’Anna, Sda Bocconi, Wwf ed Eiis - European Institute for Innovation and Sustainability, il 'Category Management Sostenibile' (https://it.pg.com/pg-per-l-italia/category-management-sostenibile/), il metodo, basato sul modello standard di Category Management di Ecr Italia e sull’analisi Lca, volto a sistematizzare, per la prima volta, un approccio organico al tema e fornire strumenti concreti e analisi per rendere centrale nelle azioni e nel modo di operare delle aziende la sostenibilità ambientale e sociale, coniugandola con quella economica", spiega.
"Una prima esperienza concreta è stata proprio la collaborazione tra Procter&Gamble e Crai per la gestione operativa e sostenibile della categoria 'detergenti per il bucato' con i prodotti del nostro marchio 'Dash' fondata su 3 pilastri: l’approccio scientifico alla sostenibilità, la coniugazione di obiettivi di business e sostenibilità, l’educazione degli stakeholders per la promozione di scelte di acquisto e consumo più consapevoli. Il Category Management, infatti, può definirsi 'sostenibile' non solo quando industria e distribuzione si impegnano per il benessere di tutta la collettività nel momento del consumo e nel lungo periodo, ma quando anche i consumatori offrono il proprio contributo compiendo scelte di acquisto e di utilizzo dei prodotti più responsabili", conclude.
Economia
Albert School si espande e apre la prima Business Data...
Albert School, la prima Business Data School al mondo si espande e a Milano apre un nuovo campus. Le iscrizioni sono previste per settembre 2025, ma il processo di selezione inizia già ora. Sotto la guida visionaria di Floriano Bollettini, Direttore Generale e Amministratore Delegato per l'Italia, Albert School si prepara dunque a ridefinire l'educazione aziendale all'intersezione tra dati e il business.
Come prima istituzione del suo genere a livello globale, Albert School offre un curriculum pionieristico che combina i principi del business e dell'analisi dei dati con programmi di laurea triennale e master. Il suo approccio educativo innovativo è riconosciuto e sostenuto economicamente da 50 dei più illustri imprenditori europei, tra cui Bernard Arnault di LVMH, Xavier Niel di Iliad, e Rodolphe Saadé di CMA CGM, insieme a otto fondatori di unicorni. Questo forte sostegno sottolinea l'impegno di Albert School per l'eccellenza e il suo posizionamento all'avanguardia dell'innovazione educativa. L'apertura del campus di Milano fa parte dell'iniziativa strategica di internazionalizzazione di Albert School, a seguito del suo successo in Francia, dove attualmente vanta 400 studenti iscritti in programmi di laurea triennale e magistrale.
Contestualmente, la scuola si sta espandendo anche in Svizzera con un nuovo campus a Ginevra e in Spagna con una presenza a Madrid, con l'obiettivo di aprire 50 campus in tutto il mondo entro il prossimo decennio.
Programmi di Laurea Triennale e Magistrale
Al campus di Milano, Albert School offrirà sia programmi di laurea triennale che magistrale, progettati per dotare gli studenti delle competenze essenziali necessarie per guidare in un mondo orientato ai dati. Questi programmi si concentrano sull'integrazione tra analisi dei dati, tecnologia e principi aziendali, fornendo agli studenti un'educazione completa che li prepara per carriere di impatto.
La partnership di Albert School con Mines Paris PSL, una delle scuole di ingegneria più prestigiose in Francia, garantisce che gli studenti si laureino con un diploma congiunto, diventando parte di una rete d'élite di oltre 17.000 alumni, tra cui numerosi premi Nobel e CEO di multinazionali. Questa alleanza non solo rafforza il rigore accademico, ma offre anche opportunità senza pari per gli studenti. Inoltre, Albert School collabora con oltre 100 importanti aziende globali, come Assicurazioni Generali, Louis Vuitton, L'Oreal e Nestlé, per adattare la sua offerta accademica alle dinamiche esigenze del mondo degli affari.
Questa sinergia tra accademia e industria assicura che gli studenti siano dotati di competenze all'avanguardia e conoscenze, rendendoli professionisti molto ricercati nel mercato globale.
In un mondo in cui padroneggiare le competenze di dati, tecnologia e business è essenziale per generare un impatto sostanziale, Albert School è dedicata a preparare i leader dell'economia di domani. Man mano che la rivoluzione dell'IA e dei dati rimodella le industrie, Albert School si posiziona come forza trasformativa, guidando i suoi studenti attraverso un percorso di apprendimento completo che li dota di un set di competenze unico. Ciò li abilita a diventare professionisti influenti in grado di guidare cambiamenti significativi all'interno delle loro organizzazioni.
In concomitanza con il lancio di Milano, Albert School ha ufficialmente aperto il processo di selezione per l'iscrizione a settembre 2025. Gli studenti potenziali appassionati di trasformazione aziendale basata sui dati sono incoraggiati a candidarsi e unirsi a una comunità dedicata a plasmare i leader di domani. Per ulteriori informazioni su Albert School e il nuovo campus di Milano https://www.albertschool.com/
Economia
Nobel Economia ad Acemoglu, Johnson e Robinson per studi...
Nelle loro ricerche la conferma dell'influenza dei modelli di colonizzazione nello sviluppo dei paesi
E' incentrato sull'importanza delle istituzioni sociali il premio Nobel 2024 per l'Economia assegnato dalla Accademia Svedese delle Scienze e sostenuto dalla Banca di Svezia: il riconoscimento è andato congiuntamente a Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson "per gli studi su come le istituzioni si formano e influenzano la prosperità". I tre ricercatori, si sottolinea nella nota della Accademia, "ci hanno aiutato a comprendere le differenze di prosperità tra le nazioni" dimostrando "l'importanza delle istituzioni sociali per la prosperità di un paese". Infatti, "le società con uno stato di diritto scadente e istituzioni che sfruttano la popolazione non generano crescita o cambiamenti in positivo".
L'economista Acemoglu, 57 anni, nato a Istanbul, lavora al Massachusetts Institute of Technology (MIT), così come il 61enne britannico Simon Johnson, di Sheffield, mentre il 64enne britannico James Alan Robinson insegna alla Harris School of Public Policy dell'università di Chicago, dopo essere stato docente ad Harvard e Berkeley.
Nella motivazione si pone l'accento sulle ricerche fatte dai tre economisti su come le differenze nella prosperità dei paesi possono essere spiegate dalle istituzioni sociali introdotte dagli europei durante il processo di colonizzazione. Le istituzioni inclusive introdotte in paesi che erano poveri quando furono colonizzati, hanno di solito portato a una società prospera mentre le ex colonie un tempo ricche ora spesso sono povere per via di un atteggiamento meramente predatorio.
Economia
Ue: Letta, ‘si usi il Mes per finanziare la difesa europea’
Si dovrebbe ricorrere al Meccanismo europeo di stabilità per finanziare l’industria della difesa dell’Ue, dice Enrico Letta. “Non vedo ragioni per non utilizzarlo per iniziare a finanziare le necessità di difesa europea. Servirebbe anche all’Italia, per uscire dal cul de sac in cui si è infilata in merito”, spiega con riferimento alla mancata ratificazione italiana che ne sta bloccando la riforma a livello europeo.
Parlando durante la conferenza “Is the EU Fit for a Fragmented World?”, organizzata dall’Institute for European Policymaking presso l’Università Bocconi di Milano, l’economista ed ex presidente del Consiglio italiano si è detto “ottimista” in merito. Secondo lui c’è ampia sovrapposizione tra i Paesi europei che vorrebbero integrare l’industria dalla europea e i cosiddetti frugali (che rifiutano la messa in comune dei finanziamenti). Questi ultimi sarebbero “più aperti” sulla capacità fiscale se si inizia dalla difesa, spiega Letta.
Le ricadute sarebbero positive per l’economia europea, perché oggi i miliardi spesi dall’Ue per aiutare l’Ucraina “vanno a finanziare le industrie e creare posti di lavoro negli Stati Uniti e in Corea del Sud”, continua l’ex premier italiano.