Armi a Israele, Usa minacciano embargo per crisi umanitaria a Gaza
Channel 12 cita una lettera inviata da Blinken e Austin ai ministri israeliani Gallant e Dermer
Gli Stati Uniti avrebbero minacciato di imporre un embargo sulle armi a Israele se entro un mese non dovesse essere trovata una soluzione alla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. Lo ha rivelato l'emittente israeliana Channel 12, che cita una lettera con la richiesta inviata dal segretario di Stato, Antony Blinken, e dal segretario alla Difesa, Lloyd Austin, ai ministri israeliani Yoav Gallant e Ron Dermer. "La mancata attuazione di queste misure potrebbe avere conseguenze sulla politica degli Stati Uniti", avrebbero chiarito i due ministri, esprimendo profonda preoccupazione per il "deterioramento della situazione umanitaria a Gaza nelle ultime settimane".
Blinken e Austin avrebbero sottolineato che, dopo le promesse fatte a marzo dal governo Netanyahu, a settembre è stato registrato l'ingresso nella Striscia del minor numero di aiuti. "Per invertire la tendenza negativa, Israele deve, in conformità con le sue promesse, adottare misure concrete entro 30 giorni", avrebbero puntualizzato.
La posizione dell'Italia
La posizione dell'Italia è stata illustrata dalla premier Giorgia Meloni, intervenendo in replica al Senato dopo il dibattito sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo. "Dopo l'avvio delle operazioni israeliane a Gaza il governo ha sospeso immediatamente la concessione di ogni nuova licenza di esportazione per materiali di armamento verso Israele, ai sensi della legge 185 del 1990, quindi tutti i contratti firmati dopo il 7 ottobre non hanno trovato applicazione - ha detto la premier - Le licenze di esportazione verso Israele che invece erano state autorizzate prima del 7 ottobre sono state tutte analizzate caso per caso dall'autorità competente che è la Uama presso la Farnesina, applicando chiaramente la normativa italiana, la normativa europea e la normativa internazionale".
"Voglio ricordare - ha aggiunto Meloni - anche rispetto a un dibattito che all'indomani delle dichiarazioni del presidente Macron si è molto animato, che la posizione italiana, cioè il blocco completo di tutte le nuove licenze di esportazione, è molto più stringente, molto più restrittiva di quella applicata dai nostri altri partner di riferimento, di quella applicata da Francia, di quella applicata dalla Germania, di quella applicata dal Regno Unito", ha puntualizzato la leader di Fratelli d'Italia.
Cronaca
Maltempo oggi in Italia, allerta meteo rossa in Emilia...
Piogge, forti temporali e raffiche di vento in progressiva estensione su gran parte del Paese
Il maltempo oggi 19 ottobre non dà tregua sull'Italia: pioggia e nubifragi in agguato, scatta l'allerta rossa in Emilia Romagna e arancione in altre 6 regioni oltre alla stessa Emilia Romagna tra allarme temporali e rischio idraulico e idrogeologico. La giornata di sabato si snoderà con un copione analogo a quello delle 24 ore precedenti: pioggia in cattedra.
Il maltempo continuerà a colpire in particolare il Nordest e condizionerà anche il Centro-Sud: secondo le previsioni e i modelli, intorno a Sicilia e Calabria si prevedono precipitazioni quasi da record.
L'avviso della Protezione Civile fa riferimento a rovesci di notevole intensità accompagnati anche da forti raffiche di vento sulla Puglia e, specie sui settori ionici ed appenninici, su Calabria e Basilicata.
Le misure d'emergenza
Da Nord a Sud vengono adottate misure speciali. Dalla serata del 18 ottobre a Torino è stata disposta la chiusura cautelativa dei Murazzi del Po al transito veicolare e pedonale, come comunica il Comune. La Protezione civile della Città continua a monitorare attentamente le condizioni del tempo e la situazione idrogeologica in città.
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha richiesto al ministro per la protezione civile Nello Musumeci lo stato di emergenza nazionale a seguito degli eventi meteorologici che hanno colpito la regione. Giani ha già firmato lo stato di emergenza regionale per i territori interessati.
In Veneto, riflettori accesi sui fiumi: osservati speciali Brenta, Bacchiglione, Alpone e Retrone. A causa del maltempo, la Figc regionale ha comunicato la sospensione di tutti i campionati regionali, provinciali e distrettuali per il weekend fino a domenica mattina compresa. Quindi tutte le partite di calcio giovanile e dilettantistico previste per oggi, sabato, e per domenica mattina non si giocheranno, mentre saranno regolarmente disputate quelle in programma domenica pomeriggio.
Dove scatta l'allerta
Sulla base dei fenomeni in atto e previsti è stata valutata per la giornata di oggi allerta rossa per rischio idraulico in Emilia-Romagna. Allerta arancione sui restanti settori dell’Emilia-Romagna, su parte di Veneto, Campania, Basilicata, Puglia e sull’intero territorio di Calabria e Sicilia. Valutata inoltre allerta gialla in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Provincia Autonoma di Bolzano, Lombardia, Piemonte,Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio, Molise e sui restanti settori di Campania, Basilicata e Puglia.
Cronaca
Cortei, maratona ed eventi culturali: il weekend da incubo...
Strade chiuse e bus deviati per gli eventi di sabato 19 e domenica 20 ottobre
Tre cortei, una mezza maratona e poi eventi e manifestazioni culturali. Per Roma quello del 19 e del 20 ottobre tra oggi e domani è un weekend nero dal punto di vista della mobilità tra strade chiuse e linee dell'autobus deviate.
I tre cortei di sabato 19
Dalle 9 alle 13.30 di sabato 19 ottobre un corteo sfila da piazza Barberini a piazza del Popolo attraversando via Sistina, piazza Trinità dei Monti, viale Gabriele d'Annunzio. Possibili deviazioni o rallentamenti per le linee 52-53-61-62-63-80-83-85-100-119-160-492-590-C3.
Dalle 14 alle 20 invece due cortei in contemporanea. Il primo sfila da piazza Vittorio a piazza dell'Esquilino, percorrendo via dello Statuto, via Merulana e via Liberiana, e potrebbe causare deviazioni o limitazioni alle linee 16-51-70-71-75-85-87-117-118-360-590-649-714-C3. Il secondo invece sfila da piazza dell'Esquilino a largo Corrado Ricci, attraversando via Cavour, e potrebbe portare a deviazioni o limitazioni delle linee 16-70-71-75-360-590-649-714-C3.
La mezza maratona di domenica 20
Domenica 20, dalle 8.30 alle 13.30, è in programma la Rome Half Marathon con partenza dal Circo Massimo e arrivo in via degli Annibaldi (per la gara competitiva) e viale Terme di Caracalla (per quella non competitiva). I percorsi interesseranno lungotevere, Testaccio, via del Porto Fluviale, via Ostiense, via di Porta Ardeatina viale Terme di Caracalla, via Petroselli, lungotevere, piazza Cavour, via Cicerone, via Cola di Rienzo, via Maria Adelaide, piazza Augusto Imperatore, via del Corso, piazza del Popolo, via del Babuino, piazza di Spagna, via Due Macelli, via del Tritone, via Fontanella Borghese, via Zanardelli, via Agonale, piazza Navona, corso Rinascimento, corso Vittorio, via del Plebiscito, piazza Venezia, via dei Fori Imperiali, via Cavour. Da mezzanotte di domenica scatterà la chiusura di via del Circo Massimo, via dei Cerchi, via Cavour, via degli Annibaldi. Dalle 5 la chiusura di via di San Gregorio, piazza Porta Capena, viale Aventino. Dalle 7,30 chiusura al traffico dell'intero percorso. Deviate le linee di bus H-3Bus-8Bus-23-30-34-40-44-46-49-51-52-53-60-62-63-64-70-71-75-77-80-81-83-85-87-98-115-118-128-160-170-190F-280-492-628-715-716-718-719-766-775-781-792-870-881-913 -916F-990 -C3-Nmc-nMB-n3D.
Eventi e manifestazioni culturali
A Ostia, in via delle Baleniere, si tiene una manifestazione-socio-culturale-commerciale domenica 20 ottobre: la strada verrà chiusa al transito veicolare nel tratto compreso tra il civico 2 e il civico 137 e linee 04, C4, C13, C02 e C20 subiranno delle deviazioni.
Niente deviazioni invece per i grandi eventi del weekend: la Festa del cinema di Roma all'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, il Vintage Market al San Paolo District e i Japan Days negli spazi dell’Ippodromo di Capannelle.
Ultima ora
Ucraina, il ‘Piano per la vittoria’ di Zelensky...
Dal cancelliere tedesco Scholz al premier ungherese Viktor Orban, le reazioni
Il 'Piano per la vittoria' presentato da Volodymyr Zelensky a Kiev e poi a Bruxelles incontra una lunga serie di "no", alcuni espliciti ed altri sottintesi. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ne ha respinto i punti chiave perché teme un'escalation e che la guerra tra Russia e Ucraina si trasformi in una guerra tra Russia e Nato, e ha inoltre respinto ancora una volta la consegna di missili da crociera a lungo raggio Taurus.
Il premier ungherese Viktor Orban ha dichiarato di non sostenerlo perché "non è vantaggioso per l'Ungheria". Per il premier slovacco Robert Fico, il Piano ucraino "rischia di scatenare la terza guerra mondiale".
Cosa succede nella Nato
Gli Stati Uniti non si sbilanciano. John Kirby, portavoce dell'amministrazione del presidente Joe Biden, glissa dicendo che "stiamo ancora analizzando il piano nei dettagli". La Casa Bianca intanto fa sapere che all'interno della Nato non c'è unanimità circa l'invito di Kiev nell'Alleanza, e il segretario generale Mark Rutte ha rifiutato di esprimere la propria posizione sul piano di Zelensky. Insomma, il presidente ucraino potrebbe doversi rassegnare all'idea che alcuni dei '5 punti' rimangano incompiuti, e ora non resta che chiedersi quale futuro attende Kiev nel conflitto con la Russia.
Il primo punto del piano di Zelensky prevedeva l'invito di Kiev nella Nato, una mossa attesa almeno dal settembre 2022, quando fu inviata richiesta ufficiale all'Alleanza. Sebbene Rutte abbia appena definito l'ingresso "irreversibile", è risaputo che l'Alleanza non voglia - e non possa - invitare Kiev finché la guerra è in corso. Un possibile compromesso è stato suggerito dall'ex segretario generale Jens Stoltenberg sul modello dell'ex Germania Ovest: ammissione nella Nato solo di quelle parti del Paese su cui Kiev esercita un controllo completo.
Spiegando come potrebbe funzionare, Stoltenberg ha dichiarato al Financial Times: "È necessaria una linea che definisca il punto in cui viene invocato l'articolo 5 e l'Ucraina deve controllare tutto il territorio fino a quel confine". Ma Mosca ovviamente non accetterebbe mai l'applicazione del "modello Germania Ovest" per l'Ucraina, visto che i timori per una possibile espansione della Nato sono tra i motivi alla base della decisione di iniziare il conflitto.
Dall'altra parte, non sarebbe facile trovare un "muro" per delimitare il territorio Nato. Sono passati quasi due anni da quando l'Ucraina ha liberato la città di Kherson e la riva destra del fiume su cui poggia la regione. Da allora, il territorio è sotto il controllo di Kiev, ma allo stesso tempo viene bombardato e attaccato quotidianamente con artiglieria e droni dall'esercito russo.
Come si potrebbe tracciare una linea di demarcazione chiara? Anche Kharkiv, la seconda città dell'Ucraina, è completamente libera, ma gli attacchi missilistici russi sono quasi quotidiani. Zaporizhzhia, a 50 km dal fronte, continua a essere bersaglio dei bombardamenti russi. Insomma, un vero "muro" non esiste: persino Leopoli, nell'Ucraina occidentale, a meno di 100 km dalla Polonia e dal confine della Nato, è ancora bombardata dalla Russia.
La richiesta di invio di armi senza restrizioni
Zelensky ha chiesto anche l'invio di armi senza restrizioni al loro utilizzo contro obiettivi in territorio russo. Il timore per molti alleati di Kiev sarebbe tuttavia quello di superare le "linee rosse" di Putin: "Non significherà altro che una partecipazione diretta alla guerra in Ucraina", ha avvertito il presidente russo, minacciando una risposta nucleare. L'Ucraina considera la possibilità di utilizzare missili a lungo raggio dietro le linee nemiche come una potenziale svolta, che le consentirebbe di colpire basi aeree, depositi di rifornimento e centri di comunicazione a centinaia di chilometri oltre il confine.
Con l'inverno che potrebbe rallentare l'avanzata di terra, le capacità di attacco aereo a lungo raggio faranno la differenza e Kiev vuole tornare all'offensiva per compensare la carenza di personale militare e per proteggere le sue infrastrutture energetiche gravemente danneggiate. "Andiamo incontro ad un inverno molto difficile per l'Ucraina", ha detto Biden durante il viaggio in Germania.
Nel suo piano Zelensky parlava anche di crescita economica e nuovi accordi con gli alleati. Tuttavia, anche rapporti che prima sembravano sicuri, ora potrebbero scricchiolare. Gli Stati Uniti si apprestano a vivere una delle elezioni più polarizzate di sempre, e anche le posizioni sul conflitto russo-ucraino dei due candidati sono agli antipodi.
Donald Trump è convinto che Putin non avrebbe mai invaso il Paese con lui alla presidenza, e ha spesso affermato che potrebbe porre fine alla guerra in un giorno portando l'Ucraina al tavolo dei negoziati. Inoltre, il tycoon ritiene che il responsabile del conflitto sia Zelensky e non Putin, una posizione che renderebbe senz'altro complessi i rapporti Kiev-Washington se Trump fosse rieletto presidente.
L'elezione di Kamala Harris darebbe invece continuità a quanto fatto dall'amministrazione Biden. Il sito web della campagna elettorale della candidata democratica la definisce una "diplomatica instancabile ed efficace sulla scena mondiale", e promette che si opporrà ai dittatori.