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Dragon Ball: Sparking! Zero, la recensione

Dragon Ball: Sparking! Zero segna il ritorno su console e PC della serie Budokai Tenkaichi dopo quasi 15 anni di assenza, presentandosi con un nuovo nome e una promessa ambiziosa: essere il miglior picchiaduro di Dragon Ball mai creato. Il sistema di combattimento di Sparking! Zero, pur condividendo alcune somiglianze con titoli più recenti come Xenoverse e Kakarot, si distingue per un ritmo più frenetico e dinamico. Gli attacchi base ruotano attorno alle "rush attack", combinazioni di pugni, calci e proiettili di energia che permettono di sopraffare l'avversario. La gestione del Ki è cruciale, poiché le mosse speciali, come le "Ki Blast" e le due potenti abilità uniche per ogni personaggio, consumano la barra energetica. Ricaricare il Ki al momento giusto diventa quindi fondamentale per avere la meglio negli scontri.

Ma il sistema di combattimento offre molto di più: schivate, contrattacchi, blocchi e la capacità di volare arricchiscono le opzioni tattiche a disposizione. Entrando nello stato Sparking!, ottenibile caricando il Ki oltre il limite, è possibile potenziare le combo e scatenare attacchi devastanti in grado di ribaltare le sorti della battaglia. Sparking! Zero offre una vasta gamma di modalità di gioco, sia online che offline. La modalità storia permette di rivivere le battaglie più iconiche della saga attraverso gli occhi di diversi personaggi, con l'aggiunta di interessanti scenari "What if?". Se da un lato questa modalità offre un'esperienza appagante per i fan, dall'altro non è ideale per chi si avvicina per la prima volta alla storia di Dragon Ball.

La modalità per personalizzare le battaglie offre scenari aggiuntivi con condizioni e restrizioni speciali, con la possibilità di creare e condividere le proprie sfide. Completano l'offerta le classiche modalità di allenamento e battaglia rapida, oltre alle modalità online che includono partite classificate, scontri tra giocatori e tornei. Uno dei punti di forza di Sparking! Zero è la quantità impressionante di contenuti, a partire dal roster di circa 180 personaggi giocabili. È vero che molti sono varianti dello stesso personaggio, ma ognuno presenta caratteristiche uniche che lo rendono interessante. Inoltre, è possibile personalizzare i propri combattenti modificandone l'abbigliamento o equipaggiando oggetti che ne potenziano le abilità.

Anche la selezione degli stage è generosa e, insieme alle numerose opzioni di personalizzazione disponibili, contribuisce a rendere l'esperienza di gioco longeva e appagante, soprattutto per i fan di Dragon Ball. Nonostante le sue qualità, Sparking! Zero presenta alcune piccole imperfezioni. La telecamera a spalla, ad esempio, non sempre offre una visuale ottimale dell'azione, e alcuni aspetti del gameplay non sono spiegati in modo esaustivo. I neofiti dovranno dedicare del tempo alla modalità allenamento per padroneggiare tutte le meccaniche. In definitiva, Sparking! Zero si posiziona tra i migliori giochi di Dragon Ball, un picchiaduro 3D frenetico e divertente con una profondità sorprendente e una grafica di alto livello. Grazie al roster di personaggi senza precedenti e all'abbondanza di modalità di gioco, è un titolo imperdibile per i fan della saga e un'esperienza potenzialmente interessante anche per gli appassionati di picchiaduro in generale.

Formato: PS5 (versione testata), Xbox Series, PC Editore: Bandai Namco Sviluppatore: Spike Chunsoft Voto: 8/10

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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“Dopo la Luna puntiamo a Marte. Il governo crede in...

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Per il presidente dell'Agenzia anche l'Africa ricopre un ruolo centrale per il futuro del settore spaziale

Teodoro Valente, presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana - Asi

Sguardo fermo e deciso, composto in ogni movimento, anche dopo una mattinata passata incessantemente tra panel e meeting, il numero uno di Asi, Teodoro Valente, si concede una pausa dal tumulto che è lo Iac 2024, l’International Astronautical Congress in corso a Milano. “Lo spazio – dice all’Adnkronos - è molto più vicino a noi di quanto si percepisca”. Dalle previsioni meteorologiche, al broadcasting televisivo, se non ci fossero asset satellitari in orbita “torneremo indietro di decine di anni o non avremmo addirittura il servizio”. Prima professore ordinario di Scienza e tecnologia dei materiali dell’Università La Sapienza di Roma, poi direttore dell'Istituto per i Polimeri, compositi e biomateriali del Consiglio nazionale delle ricerche, Valente è presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana dal 2023. Il futuro di un settore strategico come quello spaziale per il nostro Paese è nelle sue mani.

I numeri di questa edizione dello Iac lo confermano: in soli due giorni le presenze hanno superato le 11mila, con 500 aziende espositrici e più di 7000 abstract per quanto riguarda la parte scientifica. Il congresso torna in Italia dopo 12 anni (l’ultima edizione nostrana si era tenuta nel 2012 a Napoli), segnale di “un rinnovato interesse verso l’ecosistema spaziale italiano da parte degli attori internazionali in campo”. Un’ecosistema all’avanguardia e affamato di nuove sfide. Il next step è Iride, uno tra i più importanti programma spaziali europei per l'osservazione della Terra in orbita bassa composto da una costellazione di 68 satelliti, frutto di una collaborazione tra Asi ed Esa (European Space Agency). Il progetto permetterà di fornire servizi di monitoraggio ed elaborazione dei dati quasi in tempo reale: “Iride ci consentirà di avere un approccio di early warning su tanti campi – dal dissesto idrogeologico agli incendi - e quindi di agire in maniera preventiva” spiega Valente. Il sistema è stato realizzato con fondi del Pnrr per 1,1 miliardi di euro e sarà completato nel 2026. Allungando la finestra temporale, l’attenzione dei prossimi quindici anni è tutta sul programma Artemis con l’obiettivo di ritornare con un equipaggio sulla superficie della Luna e dare il via ai lavori per i primi insediamenti, reperendo risorse extra-atmosferiche come punto di approdo per la futura esplorazione marziana umana. L’Italia è stata uno dei primi paesi firmatari dell’accordo e il lavoro procede a ritmi serrati. Fondamentale è l’iniziativa Asi-Nasa per la realizzazione del primo modulo abitativo sulla superficie lunare che ha passato le prime due fasi di review da parte dell’agenzia spaziale statunitense. “Attendiamo ora la conferma definitiva del consolidamento nell’architettura il prossimo novembre” aggiunge il numero uno dell’Agenzia Spaziale Italiana.

Per la realizzazione di questi programmi serve un grado di expertise elevato in diversi campi - dai sistemi di accesso allo spazio, all’utilizzazione di nuove tecnologie come quantum computing, intelligenza artificiale e cybersicurezza -, ma anche di ingenti risorse economiche. All’apertura dell’evento, lo scorso lunedì 14 ottobre, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ribadito come nel quinquennio 2021-2026, le risorse pubbliche messe a disposizione per lo spazio superano i 7 miliardi di euro. “Quando gli investimenti sono questi – sottolinea il presidente di Asi -, da un lato c’è la convinzione che queste attività siano importanti per il sistema Paese per quanto riguarda la crescita e le ricadute economiche, e dall’altro c’è pieno supporto per lo svolgimento di queste attività”. I rapporti con l’esecutivo guidato dalla premier Giorgia Meloni “sono eccellenti”.

Nella cornice dello Iac 2024 si è parlato anche dell’implementazione del Piano Mattei per il settore spazio. Si è infatti tenuta la seconda riunione tra l’Italia e paesi africani, che fa seguito alla precedente di luglio, per discutere di quali azioni intraprendere nell’ambito del Piano. L’Africa ha bisogni differenti, secondo Valente “dobbiamo lavorare con loro offrendo un panorama di possibilità che sia adatto alle esigenze dei singoli Paesi”. Corsi base di training sullo spazio e di capacity building, fino allo sviluppo di progetti che riguardano l’osservazione della Terra. Il continente africano offre “grandi potenzialità”, il fine ultimo è permettere la crescita di questi Paesi in loco “mettendoli in condizione di usufruire in maniera utile, ad esempio, di dati provenienti da asset satellitari su agricoltura intelligente, gestione delle risorse idriche e cambiamenti climatici”. Il percorso è stato tracciato, quelli a venire saranno anni frenetici per il comparto spazio nostrano e gli ambiziosi progetti dell’Agenzia Spaziale Italiana.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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ComoLake 2024, Butti: “Obiettivo è connubio...

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“Il senso di ComoLake è mettere insieme pubblico e privato per una palestra di confronto, in quanto solo in questo modo si può crescere. Certamente non si parlerà solo di intelligenza artificiale, ma anche di sanità digitale, di blockchain, di identità digitale, quindi di wallet europeo. Si parlerà di tutto ciò che rappresenta l'evoluzione tecnologica che è in corso”. Così Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, a margine della prima giornata di ‘LakeComo 2024’, la conferenza internazionale nata per contribuire al confronto sulle politiche digitali di oggi e di domani. SOTTOPANCIA: Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica

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Tecnologia

iPad Mini si aggiorna: più potenza per l’era...

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Apple aggiorna il suo tablet più compatto con il chip A17 Pro, in tempo per il debutto di Apple Intelligence sul mercato statunitense

iPad Mini si aggiorna: più potenza per l'era dell'intelligenza artificiale

Apple ha annunciato il nuovo iPad Mini con un comunicato stampa, quasi in sordina, segnando il primo aggiornamento del tablet più piccolo dell'azienda dal 2021. Il nuovo Mini, disponibile in preordine da oggi con un prezzo di partenza di 609 euro, sarà in vendita dal 23 ottobre. A prima vista, le novità sembrano limitarsi ad un miglioramento delle specifiche tecniche. Il cuore pulsante del dispositivo è il nuovo chip A17 Pro, che secondo Apple offre una CPU del 30% più veloce, una GPU del 25% più performante e un Neural Engine due volte più rapido rispetto al modello precedente.

Un'aggiunta interessante è il supporto per la nuova Apple Pencil Pro, una manna dal cielo per gli artisti che amano la portabilità del Mini. Inoltre, la capacità di archiviazione di base è stata raddoppiata, passando da 64GB a 128GB, probabilmente per far fronte alle esigenze in termini di intelligenza artificiale. Anche il chip Wi-Fi 6E e la porta USB-C sono stati potenziati, confermando la tendenza generale di questo aggiornamento: stesse caratteristiche, ma con prestazioni superiori.

L'unica vera novità a livello di design riguarda le colorazioni. In linea con la scelta di rendere più vivaci molti dei suoi prodotti quest'anno, Apple propone il Mini in nuove tonalità di viola e blu, oltre a galassia e grigio siderale. Dalle foto, tuttavia, i colori sembrano piuttosto tenui. Il precedente aggiornamento del Mini aveva introdotto un nuovo design, la porta USB-C e una serie di miglioramenti alle specifiche. Considerando che si trattava del primo redesign dal Mini originale del 2012, non sorprende che questo modello sia esteticamente molto simile al precedente.

Anche l'aumento delle prestazioni è in linea con la strategia di Apple: con l'avvento dell'intelligenza artificiale e di Apple Intelligence, l'azienda ha bisogno di tutta la potenza possibile su ogni dispositivo della sua gamma. Nel comunicato stampa, Apple menziona anche il supporto per il ray tracing accelerato via hardware, che dovrebbe migliorare la grafica di alcuni giochi di fascia alta, ma è chiaro che l'obiettivo principale di questo aggiornamento è l'intelligenza artificiale.

Nell'ecosistema dei tablet Apple, il Mini ha sempre occupato una posizione particolare, simile a quella dell'iPhone SE: amato da una nicchia di utenti per le sue dimensioni compatte, ma con un appeal limitato per il grande pubblico. All'inizio di quest'anno, Apple ha aggiornato il resto della gamma iPad, introducendo il potente chip M2 nell'Air, ridisegnando il Pro e riducendo il prezzo del modello base. Il Mini, come in passato, sembrava essere escluso da questo ciclo di aggiornamenti, alimentando dubbi sul suo futuro. A quanto pare, però, Apple ha semplicemente deciso di adottare una cadenza di aggiornamento diversa per il suo tablet più piccolo.

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