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Sanità, Sferruzza (Fisascat Cisl): “L’assistenza integrativa non è sostituiva”

La segretaria nazionale Fisascat Cisl, al convegno promosso a Roma dal Fondo Asim: "La cultura della formazione e della prevenzione può aiutare a guardare al futuro"

Sanità, Sferruzza (Fisascat Cisl):

“Bisogna guardare al futuro e questo richiede più impegno da parte di tutti noi. Spesso abbiamo a che fare con lavoratori che sono avanti con l'età, per questo nelle nostre sedi ci si mette a loro disposizione. L'assistenza integrativa, non sostitutiva, deve appoggiarli nel ricorso alle prestazioni. La cultura della formazione e della prevenzione può aiutare a guardare al futuro". Sono le parole di Giusi Sferruzza, segretaria nazionale Fisascat Cisl, la Federazione della Cisl che rappresenta i lavoratori del terziario, turismo e servizi, partecipando al convegno promosso a Roma dal Fondo Asim, Fondo di assistenza sanitaria integrativa del settore delle imprese esercenti servizi di pulizia, servizi integrati/multiservizi, nel decimo anniversario di attività.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Salute e Benessere

Cervello ‘riacceso’ un’ora dopo la morte,...

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I test sui maiali possono favorire il recupero di pazienti dopo un arresto cardiaco

Un laboratorio di ricerca

Un team di scienziati in Cina è riuscito a 'rianimare' dei cervelli di maiale, deceduti anche da quasi un'ora, ripristinando l'attività dopo che la circolazione era cessata. Il risultato è stato ottenuto nell'ambito di uno studio supervisionato dal medico Xiaoshun He della Sun Yat-Sen University e rappresenta un passo avanti nella comprensione di come ripristinare la funzione cerebrale dopo che un paziente ha subito un arresto cardiaco improvviso. Il lavoro è stato pubblicato su 'Embo Molecular Medicine'.

La notizia dell'impresa scientifica è rimbalzata sui media internazionali e la ricerca, come riporta 'Science Alert', suggerisce che i medici in futuro potrebbero essere in grado di ampliare la breve finestra per una rianimazione di successo dei pazienti dopo un arresto cardiaco.

Il 'trucco' degli scienziati

Il trucco usato? Incorporare il fegato illeso del paziente, l'organo che il corpo usa per purificare il sangue, nel sistema di supporto vitale usato per rianimare il cervello dopo che un certo lasso di tempo era trascorso. L'arresto cardiaco improvviso causa molti problemi. Il calo della circolazione in alcune parti del corpo è chiamato ischemia e, quando si verifica nel cervello, può causare danni gravi e irreparabili in pochi minuti. Ecco perché la finestra di rianimazione è così breve. Negli ultimi anni, gli scienziati hanno utilizzato modelli di maiali per testare metodi per limitare i danni cerebrali.

Utilizzando 17 maialini tibetani allevati in laboratorio, il team ha condotto una serie di esperimenti. Due gruppi di maiali sono stati sottoposti a ischemia cerebrale per 30 minuti e uno dei gruppi è stato anche sottoposto a ischemia epatica, mentre l'altro no. Un gruppo di controllo invece non ha subito alcuna ischemia. Dall'analisi è emerso che il gruppo non sottoposto a ischemia epatica mostrava danni cerebrali significativamente inferiori rispetto all'altro sottoposto a ischemia epatica.

La fase successiva della ricerca ha comportato il tentativo di incorporare un fegato non danneggiato nel sistema di supporto vitale, rianimando un cervello che era stato rimosso completamente. È improbabile che questo sia uno scenario per curare gli esseri umani, ma aiuta gli scienziati a comprendere le finestre in cui la rianimazione potrebbe essere praticabile. Il sistema di supporto vitale di base prevedeva cuore e dei polmoni artificiali per aiutare a pompare il fluido attraverso il cervello. Per un gruppo, però, il fegato di un maiale è stato integrato nel sistema in questione.

Il test

Il team ha collegato i cervelli al sistema assistito dal fegato a intervalli di 30, 50, 60 e 240 minuti dalla morte. L'intervallo più lungo che si è dimostrato promettente è stato 50 minuti dopo che i cervelli erano stati privati ​​del sangue: il cervello ha riavviato l'attività elettrica ed è stato mantenuto in quello stato per 6 ore, fino alla chiusura del test.

È degno di nota che nei cervelli rimasti privi di ossigeno per 60 minuti, l'attività sia tornata solo per tre ore prima di scemare: suggerisce un intervallo critico in cui la rianimazione può avere successo con l'aggiunta di un fegato funzionante. Questi risultati, affermano i ricercatori, evidenziano che il fegato svolge un ruolo importante nello sviluppo di lesioni cerebrali in seguito ad arresto cardiaco. E suggeriscono nuove strade per la ricerca, inseguendo il sogno di migliorare tassi di sopravvivenza e risultati di recupero per i pazienti umani in futuro.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Salute e Benessere

Genere influenza gusti, lui preferisce carni rosse e...

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Andrologi, 'queste inclinazioni possono mettere a rischio il benessere sessuale maschile'

Genere influenza gusti, lui preferisce carni rosse e spuntini notturni

Il genere detta le preferenze a tavola che, a loro volta, possono influenzare la salute sessuale maschile. Un studio condotto dall’Università telematica San Raffaele Roma e dall’Irccs San Raffaele Roma, recentemente pubblicato sulla rivista Frontiers in Nutrition, ha dimostrato che gli uomini sono attratti dalla carne rossa e lavorata, e tendono a mangiare di più in orari sfasati, velocemente e fuori casa. Tutte inclinazioni che possono avere un impatto sulla salute maschile più in generale e, in particolare, su quella sessuale: cattive abitudini alimentari, oltre ad aumentare il rischio di sviluppare una serie di condizioni, come obesità e problemi cardiovascolari, possono infatti compromettere le relazioni intime. Al contrario, secondo uno studio della New York University Grossman School of Medicine e della Harvard Th Chan School of Public Health, pubblicato sulla rivista Cancer, una dieta a base di vegetali riduce il rischio di disfunzione erettile, anche negli uomini ‘più vulnerabili’ a causa di un tumore alla prostata. Questi alcuni temi al centro del workshop su nutrizione e benessere maschile organizzato dalla Società italiana di andrologia in occasione dell’evento nazionale Spazio Nutrizione a Milano.

“Sempre più numerose evidenze scientifiche mostrano che le preferenze alimentari sono fortemente influenzate dal genere – spiega Alessandro Palmieri, presidente Sia e professore di Urologia all’Università Federico II di Napoli -. Gli uomini sono più propensi a consumare cibi ricchi di grassi, carni rosse o lavorate, come insaccati industriali o artigianali, probabilmente perché il testosterone attiva un sistema che è quello della dopamina, un neurotrasmettitore cerebrale che genera una maggiore sensazione di forza e aggressività. Tuttavia, cedere a queste inclinazioni, dettate in parte dalla biologia e in parte dalla cultura, può avere un impatto sulla salute maschile - sottolinea - esponendo gli uomini a un maggior rischio di sviluppare una serie di condizioni che possono minare la sfera intima. La dieta è infatti strettamente legata alla salute sessuale maschile”.

A riprova di questo legame lo studio americano pubblicato su Cancer, condotto su oltre 3.500 uomini con una diagnosi di tumore alla prostata, ha dimostrato che una dieta più ricca di frutta e verdura è legata a punteggi dall'8% all'11% più alti nelle misure di salute e funzione sessuale rispetto a quelli ottenuti dagli individui che seguono una dieta con maggior prevalenza di carni rosse e latticini. Allo stesso modo, i risultati dello studio hanno rivelato punteggi migliori fino al 13% per la salute ormonale, che valuta sintomi come bassa energia e depressione. Risultati coerenti con studi precedenti dello stesso gruppo di ricerca che in un lavoro del 2022, pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition, aveva già mostrato la potenzialità di una dieta a prevalenza vegetale nel ridurre il rischio di sviluppare forme aggressive di tumore alla prostata e di prevenire disfunzioni sessuali anche in uomini senza alcuna diagnosi di cancro.

Quando non è possibile seguire un corretto stile di vita e una dieta sana, un aiuto può arrivare "dai supplementi alimentari, come un nuovo integratore per prendersi cura della salute maschile, frutto della collaborazione fra i ricercatori Sia e l’Istituto di farmacologia clinica dell’Università degli Studi di Catanzaro. E' il primo realizzato da una società scientifica italiana: si tratta di un mix di sostanze naturali che vanno dal licopene del pomodoro, al tè verde, dal cardo mariano, al sulforafano delle brassicacee (broccoli). Ottimi elementi per la salute sessuale dell’uomo e in grado anche di tenere sotto controllo il livello del Psa, principale marker tumorale per la diagnosi di cancro alla prostata”.

Anche il momento della giornata in cui il cibo viene assunto sembra essere influenzato dal genere e può avere ripercussioni metaboliche negative. “Gli uomini tendono a essere ‘late eaters’ cioè mangiatori notturni, quando i livelli di cortisolo sono più bassi – conferma il presidente Sia - Ciò comporta orari ‘sfasati’ con quello biologico e un rischio maggiore di sviluppare obesità. Proprio come per il più noto ciclo sonno-veglia che viene gestito dall’orologio biologico situato nell’ipotalamo, anche gli altri ritmi, tra cui la fame, vengono stabiliti da un orologio interno scandito dai cambiamenti del metabolismo che intervengono nel corso della giornata. Ecco perché per mantenere un peso normale è importante sincronizzare il momento in cui assumiamo i pasti con il nostro timer interno, concentrando il consumo dei cibi nella prima parte della giornata quando i livelli di cortisolo sono più alti ed è maggiore la richiesta energetica quotidiana".

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Salute e Benessere

Manovra, i medici proclamano sciopero nazionale:...

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"In gioco c'è la tutela della salute di tutti noi", spiega la nota dei sindacati annunciando lo stop del personale sanitario previsto per il 20 novembre

Personale sanitario - Agenzia Fotogramma

Una legge di Bilancio "deludente". È il giudizio senza appello dei medici che proclamano uno sciopero nazionale di 24 ore per protestare contro la Manovra 2025. I sindacati Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, confermando la manifestazione del 20 novembre annunciata contro le violenze e le aggressioni agli operatori della sanità, "proclamano lo sciopero nazionale di 24 ore nella stessa giornata di medici, dirigenti sanitari, infermieri e professioni sanitarie ex legge 43/2006". "Il testo della legge di Bilancio per il 2025 - affermano i rappresentanti dei lavoratori in una nota - conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto a quanto annunciato nelle scorse settimane e cambia le carte in tavola rispetto a quanto proclamato per mesi".

"Non possiamo restare in silenzio dinanzi all'ennesima presa in giro del personale sanitario e dei cittadini, dinanzi alle giravolte del ministero dell'Economia che vanificano gli sforzi del ministero della Salute e al voltafaccia di coloro che lavorano per spingere il personale sanitario ad abbandonare la sanità pubblica", dichiarano il segretario di Anaao Assomed Pierino Di Silverio, il presidente di Cimo-Fesmed Guido Quici e il presidente di Nursing Up Antonio De Palma. La Manovra, incalzano i sindacati, prevede un aumento dell'indennità di specificità medica sanitaria "di 17 euro nette per i medici e 14 euro netti per i dirigenti sanitari per il 2025, 115 euro nel 2026 per i medici e zero per i dirigenti sanitari, mentre nelle tasche degli infermieri arriverebbero per il 2025 circa 7 euro e per il 2026 circa 80 euro, e non va meglio per le altre professioni sanitarie ex legge 43/2006".

Peraltro, continuano nella nota, "si parla di risorse legate, per la maggior parte, a un contratto la cui discussione inizierà solo tra almeno 2 anni, e che arriveranno nelle tasche degli interessati chissà quando. Insomma, in sostanza briciole che offendono l'intera categoria". L'aumento di 1,3 miliardi del Fabbisogno sanitario nazionale nel 2025, "ben distante dai 3,7 miliardi annunciati", viene ritenuto "non sufficiente a ridare ossigeno a un Servizio sanitario nazionale boccheggiante". E "l'incremento delle borse di specializzazione meno richieste, sebbene apprezzabile, non sarà di certo sufficiente a convincere i giovani medici ad iniziare un percorso formativo che li porterà a lavorare in condizioni inaccettabili". Si è poi "persa traccia del piano straordinario di assunzioni e dello sblocco del tetto di spesa per il personale. Si continua a rimandare ad un futuro più o meno prossimo la soluzione di un'emergenza che invece medici e infermieri vivono oggi, e che necessita oggi di provvedimenti realmente risolutivi". I sindacati rimarcano la differenza fra quanto messo nero su bianco e quanto discusso in precedenza.

"Quelli annunciati prima della firma della Manovra erano provvedimenti che, sebbene non risolutivi, avrebbero potuto rappresentare segnali di attenzione nei confronti di medici e infermieri dipendenti del Ssn", osservano Di Silverio, Quici e De Palma. "E invece - proseguono - ci troviamo di fronte agli ennesimi proclami sensazionalistici a cui fa seguito una realtà deludente e a dir poco imbarazzante, che ci costringe ad alzare gli scudi per difendere il Ssn, l'istituzione più preziosa di questo Paese, e i suoi professionisti. Non possiamo essere complici dell'ormai evidente smantellamento del Ssn. Il personale scappa quotidianamente dagli ospedali pubblici, le liste d'attesa sono interminabili, le aggressioni e le denunce sono all'ordine del giorno e si continua a destinare pochi spiccioli alla sanità pubblica, che peraltro poi non vengono spesi in modo corretto dalle Regioni, e ad aumentare i finanziamenti per la sanità privata, che si arricchisce spudoratamente sulle spalle degli infermieri e dei medici dipendenti, che attendono da quasi 20 anni il rinnovo del contratto, guadagnando sino al 47% in meno rispetto ai colleghi del pubblico. Non possiamo rassegnarci alla ormai lampante privatizzazione della sanità e alzeremo la voce per portare anche i cittadini dalla nostra parte. In gioco non ci sono solo dei dovuti riconoscimenti per il personale sanitario, necessari a impedire lo svuotamento degli ospedali: in gioco c'è la tutela della salute di tutti noi".

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