Trump: “La mia salute? Sto molto meglio di Harris”
Il tycoon commenta la cartella clinica della candidata avversaria, ma si rifiuta di pubblicare la sua
Lei (o lui) sta peggio di me. Il duello tra Donald Trump e Kamala Harris, a 20 giorni dalle elezioni in programma il 5 novembre negli Stati Uniti, ruota sempre più attorno alle condizioni dei due candidati. Uno attacca, l'altro risponde, in un botta e risposta senza soluzione di continuità tra insinuazioni, 'diagnosi', accuse. "Sono molto più in salute di Kamala Harris", ha detto il 78enne Trump, che si rifiuta di rendere nota la sua cartella clinica, e afferma di godere di una salute migliore della 59enne avversaria che la scorsa settimana ha pubblicato esami clinici e una lettera del medico curante che parla di "salute eccellente", tranne episodi di allergie stagionali e orticaria.
Trump, però, ha un parere diverso. Dopo aver suggerito un test cognitivo per la vicepresidente, ecco il post al vetriolo su Truth: "Ho appena visto il referto di Kamala, non è buono, ci sono dei problemi veramente gravi che potrebbero avere effetti sulle sue funzioni... forse è per questo che non riusciva a rispondere alle domande anche più semplici a 60 Minutes. E' di questo che si tratta?", ha scritto facendo riferimento all'intervista alla Cbs, in cui una risposta esitante e approssimativa di Harris sarebbe stata eliminata dal montaggio.
"Io non ho questi problemi", ha aggiunto Trump che a novembre dello scorso anno ha pubblicato una lettera del medico curante, senza dettagli sugli ultimi controlli, e ora parla di informazioni "anche recenti" sul suo stato di salute, riferendosi forse a quelle diffuse dopo che è stato leggermente ferito a un orecchio durante il tentato assassinio a Butler lo scorso 13 luglio.
Infine il tycoon ha affermato di non avere tempo per sottoporsi a controlli medici: "Sono troppo impegnato, nei prossimi 21 giorni userà ogni ora, ogni giorno per la campagna elettorale perché ci dobbiamo riprendere il Paese dalla sinistra radicale che lo sta distruggendo".
Nei post su Truth Social, Trump ha attaccato Harris per la sua insistenza nel chiedere che il 78enne candidato alla Casa Bianca, il più anziano che mai, pubblichi la sua cartella clinica: "Per quanto riguarda la sua richiesta completamente disperata dei miei documenti clinici, lei sta morendo per vedere il mio colesterolo (che è 180!), li ho già presentati, molte volte, anche recentemente, ed erano perfetti".
"Sono molto più in salute di Clinton, Bush, Obama, Biden ma soprattutto di Kamala", ha concluso, riferendosi a tutti i presidenti che, a differenza di lui, hanno accettato di presentare le proprie cartelle mediche prima delle elezioni.
Kamala Harris: "Confuso sul palco, sta bene?"
"Spero che stia bene", ha scritto nelle stesse ore Harris su X commentando un post della sua campagna con un video del tycoon che appariva "perso, confuso e bloccato" sul palco di un comizio. Il post era riferito al fatto che durante il comizio della notte scorsa in Pennsylvania, a seguito di un malore di due partecipanti, Trump ha smesso di rispondere alle domande del pubblico: con la musica a intrattenere il pubblico, tycoon ha anche a qualche passo di danza.
Il candidato repubblicano, scrive il Guardian, ha trascorso 40 minuti a dondolarsi sulle sue canzoni preferite durante il comizio vicino a Philadelphia, Kamala Harris a esprimere apparente preoccupazione per il suo stato mentale. "Spero che stia bene", ha scritto Harris.
This is easily the strangest clip yet from a Donald Trump rally.
— John Nichols (@NicholsUprising) October 15, 2024
That is no small claim.
But check out the moment, at the 20-second mark, when South Dakota Governor Kristi Noem — America’s most famous dog killer — attempts to mimic Trump’s dance moves.pic.twitter.com/tFAD3O6Ifz
Il post della vicepresidente è arrivato poche ore dopo che la democratica, che anche la notte scorsa ha fatto campagna elettorale in Pennsylvania, lo stato chiave per eccellenza, ha accusato Trump di essere "sempre più instabile, senza freni e in cerca di un potere incontrollato". "Guardate i suoi comizi, ascoltate le sue parole, ci dice quello che è e quelle che farebbe se diventasse presidente", ha detto Harris, facendo riferimento alla recenti dichiarazioni di Trump delle necessità di schierare l'esercito durante le elezioni contro un presunto "nemico interno". "Avete ascoltato le sue parole, parla di un nemico qui in Pennsylvania, lui considera chiunque non lo sostenga e non si pieghi al suo volere un nemico".
Esteri
Morte Sinwar, Hamas senza leader: cosa succede agli ostaggi...
Famiglie a Netanyahu: "Si trovi accordo"
I test condotti sui denti del cadavere di uno dei terroristi uccisi in un raid di Israele nella Striscia di Gaza indicano che il leader di Hamas, Yahya Sinwar, è stato ucciso. Allo stesso tempo è stato precisato che "negli edifici in cui sono stati eliminati" i "tre terroristi non c'erano tracce della presenza di ostaggi nell'area".
La richiesta delle famiglie degli ostaggi
Alla notizia dell'uccisione di Yahya Sinwar, il Forum delle famiglie degli ostaggi ha chiesto subito al governo di sfruttarla per trovare un accordo immediato. “Oltre all'apprezzamento per il significativo risultato, le famiglie degli ostaggi esprimono grave preoccupazione per la sorte dei 101 ostaggi che sono ancora tenuti prigionieri da Hamas a Gaza e chiedono che il governo faccia leva sul risultato militare per garantire un accordo immediato che porti al loro ritorno”, si legge nella dichiarazione del Forum riportata dal Times of Israel.
“L'eliminazione di Sinwar è un'importante pietra miliare sulla strada della vera vittoria, che sarà raggiunta solo con la restituzione dei 101 rapiti", si legge. "Per oltre un anno, il governo israeliano non è stato in grado di sfruttare i risultati di sicurezza senza precedenti raggiunti nei combattimenti a Gaza per ottenere il rilascio degli ostaggi”, affermano le famiglie, invitando il premier Benjamin Netanyahu a dare istruzioni al suo team di negoziazione al fine di garantire un accordo immediato per la liberazione dei loro cari. “Non c'è e non ci sarà una vittoria totale senza il rilascio di tutti i 101 sequestrati”, aggiungono.
Chi e quanti sono gli ostaggi
Si ritiene siano 63 quelli in vita trattenuti da più di un anno nella Striscia di Gaza, dall'attacco del 7 ottobre 2023 di Hamas in Israele. E' quanto emerso da dati riportati di recente dal Washington Post, che ha sottolineato come Israele non abbia fornito dati completi su cui basare le proprie stime dopo aver detto di ritenere che nell'attacco di oltre un anno fa siano state fatte prigioniere 251 persone. Oltre a 1.200 morti.
La maggior parte degli ostaggi ancora a Gaza sarebbe in mano a Hamas, mentre altri sarebbero tenuti prigionieri da altri gruppi, compresa la Jihad Islamica. Dall'attacco sono stati liberati 117 ostaggi che erano trattenuti nella Striscia, la maggior parte nell'ambito di un accordo tra Israele e Hamas di novembre 2023. Non è chiaro quanti siano gli ostaggi morti durante la prigionia né c'è chiarezza su coloro che restano a Gaza. Per sabato è stata annunciata una nuova manifestazione a Tel Aviv per chiederne il rilascio.
Secondo Israele la maggior parte degli ostaggi sono uomini con la cittadinanza israeliana. Non è chiaro neanche quanti siano i militari tenuti prigionieri. Tra le persone che si ritiene siano ancora trattenute e che siano in vita nella Striscia ci sono quattro americani. E i corpi di altri tre restano nell'enclave palestinese. Israele accusa Hamas per la morte di alcuni ostaggi e ammette che almeno tre persone sono morte nelle operazioni militari israeliane contro il gruppo nella Striscia. Hamas accusa Israele di aver ucciso alcuni ostaggi.
Netanyahu ha elencato 97 ostaggi ancora a Gaza e confermato che 34 di loro sono morti. La lista, ha scritto il Post, sembra includere persone uccise nell'attacco del 7 ottobre e i cui corpi senza vita sono stati portati a Gaza. In questo elenco gli unici bambini sono Kfir Bibas, rapito quando aveva solo nove mesi, e il fratello Ariel, che aveva quattro anni il giorno dell'attacco. Sulle loro sorti non ci sono certezze. Stando alle autorità israeliane, tra gli ostaggi ci sono sette stranieri (sei cittadini della Thailandia e uno del Nepal).
Gli ostaggi uccisi sarebbero almeno 71. Oltre ai 34 ostaggi che Israele afferma sono stati uccisi, ma i cui corpi sono nella Striscia di Gaza. Altri 37 corpi, dice Israele, sono stati recuperati e portati via dalla Striscia. Tra gli ostaggi che Israele ritiene siano stati uccisi, ma i cui corpi non sono stati recuperati, c'è quello di una persona uccisa in un tentativo di salvataggio.
Gli ostaggi liberati sono 117. La maggior parte (78) sono stati rilanciati nell'ambito di un accordo tra Israele e Hamas per uno scambio tra ostaggi nella Striscia e prigionieri palestinesi (240, donne e adolescenti) nelle carceri israeliane avviato il 24 novembre dello scorso anno. Altri 3 ostaggi con cittadinanza israeliana e russa sono stati rilasciati nell'ambito di un accordo distinto tra Hamas e il Cremlino. Al di fuori dell'accordo del novembre 2023 sono stati rilasciati anche 23 cittadini della Thailandia e 1 delle Filippine. Altre 4 persone sono state rilasciate da Hamas a prescindere dall'intesa e altre 8 sono state tratte in salvo in operazioni israeliane.
Esteri
Hamas e Hezbollah ‘decapitati’ da Israele: chi...
Da Al Arouri a Sinwar otto gli "eliminati" da Tel Aviv
'Decapitate' le "organizzazioni terroristiche" a cui Israele ha dichiarato guerra dopo l'attacco del 7 ottobre 2023 nello Stato ebraico. Yahya Sinwar, leader di Hamas, è stato ucciso dalle forze israeliane nella campagna militare che va avanti da oltre un anno nella Striscia di Gaza. Ma prima di lui sono stati altri i leader di peso "eliminati" da Israele:
SALEH AL-AROURI: il 2 gennaio viene ucciso in un raid israeliano nella periferia sud della capitale libanese Beirut. Era il numero due dell'ufficio politico di Hamas dal 2017, fra i fondatori delle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato del gruppo, e membro del Politburo dell'organizzazione dal 2010.
MARWAN ISSA: considerato il numero tre del gruppo e il terzo più ricercato dai militari israeliani, viene ucciso l'8 marzo. Vice comandante dell'ala militare di Hamas a Gaza, era ritenuto una delle menti dell'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele.
FUAD SHUKR: comandante di spicco di Hezbollah viene ucciso in un raid delle forze israeliane a Beirut lo scorso 30 luglio.
ISMAIL HANIYEH: capo del Politburo di Hamas, che guidava da Doha (in Qatar), è stato ucciso il 31 luglio scorso nella capitale iraniana Teheran, dove si trovava per l'insediamento del presidente Masoud Pezeshkian.
HASAN NASRALLAH: viene ucciso il 27 settembre in un massiccio raid israeliano sulla periferia sud di Beirut. E' stato il leader di Hezbollah dal 1992, quando aveva preso il posto di Abbas Moussaoui, ucciso da Israele.
HASHEM SAFIEDDINE: ritenuto un possibile successore di Nasrallah alla guida di Hezbollah potrebbe essere stato ucciso nelle scorse settimane in un pesante raid su Beirut della scorsa settimana. Ma non ci sono certezze.