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Il Panathinaikos pagherà lo stipendio di George Baldock per aiutare sua moglie e sua figlia

Il Panathinaikos onorerà il contratto triennale di George Baldock per aiutare la moglie, rimasta vedova, a crescere la figlia della coppia.

Il difensore classe 1993 è stato trovato senza vita nella sua piscina a Glyfada (Atene), all’interno della sua abitazione il 9 ottobre, proprio nel giorno del compleanno di sua figlia. A dare l’allarme è stata sua moglie dall’Inghilterra, preoccupata perché non aveva notizie del marito. Il proprietario della villa, invitato dalla donna a recarsi sul luogo, ha poi rinvenuto il corpo del 31enne ormai privo di vita.

Chi era George Baldock

Baldock era nato a Buckingam in Inghilterra nel 1993 ma aveva la doppia cittadinanza, inglese e greca, per via della famiglia paterna. Dopo aver giocato diversi anni nello Sheffield United, la scorsa estate era passato al Panathinaikos, squadra con sede ad Atene, e la moglie non l’aveva ancora raggiunto. Dal 2022 Baldock giocava anche nella nazionale greca, con cui ha collezionato 12 presenze.

In questa estate il neo papà aveva rinnovato per altri tre anni il suo contratto con il club biancoverde e il club ha scelto di onorare l’accordo nonostante la sua dipartita. Secondo quanto riporta il Daily Mail, infatti, il Panathinaikos pagherà alla famiglia di Baldock lo stipendio che gli sarebbe spettato nell’arco del triennio aiutando la moglie ad affrontare le spese per la figlia.

Cause della morte di Baldock

L’improvvisa scomparsa ha sconvolto la famiglia; c’è stato bisogno di qualche giorno per capire le cause del decesso. A fare chiarezza sulla morte ci ha pensato proprio la famiglia del difensore greco-britannico dopo l’autopsia: George Baldock è morto per un tragico annegamento nella piscina di casa.

“Siamo addolorati per la scomparsa improvvisa del nostro amato George. Possiamo confermare che un esame post-mortem ha accertato che George è tragicamente annegato mentre nuotava nella piscina della sua casa a Glyfada, ad Atene“, ha scritto la famiglia in una nota.

Secondo la tv locale, sul bordo della piscina sarebbe stata trovata una bottiglia di superalcolico.

La decisione dello storico club greco di pagare lo stipendio del calciatore per i tre anni a venire dimostra che, almeno nello sport, c’è ancora qualcosa che vale più del denaro. Spesso, i club decidono di onorare lo stipendio nonostante la morte del tesserato perché ci sono dei bambini rimasti troppo presto senza padre.


Fu così anche dieci anni fa, quando lo Shakhtar Donetsk decise di pagare lo stipendio di Maicon, attaccante morto a 25 anni, diventato padre sette anni prima.

Il precedente dello Shaktar Donetsk

L’8 febbraio 2014, Maicon Pereira de Oliveira, 25enne attaccante brasiliano dello Shakhtar Donetsk, perse la vita in un terrificante incidente stradale.

Il club ucraino aveva mandato il calciatore in prestito, ma non si era dimenticato di lui e della sua famiglia. Soprattutto non aveva voltato lo sguardo davanti a una bambina di sette anni: “Il contratto di Maicon sarebbe scaduto nel giugno 2015, da un punto di vista legale in queste situazioni il contratto decade. Ma Maicon ha una figlia di sette anni. Perciò il presidente del club ha deciso di dare alla sua famiglia l’ammontare del contratto stipulato fino all’ultimo giorno con l’obiettivo così di supportare i suoi parenti stretti in questo tragico e duro momento”, disse l’ad del club Sergei Anatolyevich durante un incontro tra i dirigenti dello Shakhtar e i tifosi arancioneri.

I figli e gli affetti sono ancora in grado di farci prendere decisioni che vanno oltre il denaro.

La regola dell’hockey

Se i gesti del Panathinaikos nei confronti della famiglia di Baldock e dello Shaktar nei confronti della famiglia di Maicon sono frutto di scelte, in atri casi la famiglia dello sportivo viene tutelata da regolamento.

Nell’hockey NHL, ad esempio, il contratto collettivo di lavoro prevede che i familiari di un giocatore deceduto continuino a ricevere per sei mesi una copertura sanitaria pagata dalla squadra, oltre a potersi avvalere di ulteriori tre anni di assicurazione con il piano Cobra. Questa tutela diventa essenziale per le famiglie, specialmente se il giocatore era l’unico o il principale fonte di reddito. In termini demografici, il supporto economico si trasforma in un aiuto concreto per la gestione delle spese familiari e per garantire ai figli un sostegno a lungo termine.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Stop al numero chiuso a Medicina

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La settima Commissione del Senato ha dato il via libera al disegno di legge delega che segna una svolta epocale per l’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria e Medicina Veterinaria. L’annuncio, arrivato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur), è stato accolto come un passo storico, destinato a cambiare il futuro di migliaia di aspiranti medici e professionisti della salute. Il fulcro della riforma è l’abolizione del numero chiuso al primo semestre, che consentirà a tutti di iscriversi senza dover superare il test d’ingresso, una barriera che per decenni ha limitato l’accesso a queste facoltà.

L’obiettivo della riforma: sostenibilità e merito

L’abolizione del test d’ingresso per l’accesso immediato alle facoltà di Medicina e Veterinaria rappresenta un cambio di paradigma importante, ma non significa eliminare la selezione. Il sistema si riorganizza, puntando su una valutazione posticipata, incentrata sulle competenze acquisite durante il percorso accademico. Nel corso del primo semestre, i futuri medici saranno chiamati a dimostrare la loro preparazione tramite esami specifici e caratterizzanti. A conti fatti, l’accesso definitivo sarà regolato da una graduatoria nazionale, che terrà conto dei crediti formativi accumulati. In questo modo, il processo di selezione diventa più trasparente, equo e basato su competenze reali, piuttosto che su una singola prova di ammissione.

Il disegno di legge mira a rispondere anche a un’esigenza pratica: il fabbisogno di nuovi medici. Secondo le stime, nei prossimi sette anni l’Italia dovrà formare circa 30mila nuovi professionisti per fronteggiare la carenza di personale medico-sanitario. Questa necessità è stata accentuata dalla crisi pandemica e dall’invecchiamento della popolazione, richiedendo misure urgenti e innovative per garantire una forza lavoro adeguata.

Formazione di qualità e accesso equo

Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha sottolineato l’importanza di questa riforma per il futuro della sanità italiana: “Con questa legge investiamo nelle aspirazioni dei giovani, garantendo però anche una preparazione di qualità, grazie a un’offerta formativa d’eccellenza”. Non si tratta solo di ampliare le porte d’accesso, ma anche di assicurare che il percorso formativo sia solido e qualificante. Il semestre “filtro” permette, infatti, di mantenere alta la selettività senza però privare gli studenti della possibilità di dimostrare il proprio valore nel corso degli studi.

Un aspetto innovativo della riforma riguarda l’orientamento scolastico. Saranno introdotti programmi specifici già negli ultimi anni della scuola secondaria, volti a preparare gli studenti ai corsi di laurea. Questo approccio mira a rendere il passaggio dall’istruzione secondaria a quella universitaria più fluido e consapevole, favorendo una maggiore coerenza tra le aspirazioni degli studenti e le loro capacità effettive.

Dal punto di vista delle università, la riforma è anche una risposta alla necessità di gestire meglio le risorse disponibili. L’iscrizione aperta al primo semestre riduce la pressione esercitata dai test d’ingresso e permette agli Atenei di accogliere un numero maggiore di studenti, pur garantendo che la selezione avvenga in un secondo momento, quando la preparazione e le reali capacità degli aspiranti medici possono essere valutate con maggiore precisione.

Questo nuovo sistema prevede inoltre che i crediti formativi acquisiti dagli studenti durante il primo semestre siano riconosciuti, anche qualora non superassero il filtro per accedere al secondo semestre. In altre parole, i ragazzi non perdono nulla: potranno proseguire gli studi in altre facoltà, senza che i loro sforzi e il tempo impiegato vadano sprecati.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Sorteggio a scuola per pulire i bagni, il caso di una...

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Santa Sofia, tranquilla cittadina dell’Appennino forlivese, si è trovata al centro di un acceso dibattito a seguito di una controversa decisione presa dalla scuola media locale. Con una circolare, la dirigente scolastica ha comunicato alle famiglie un’iniziativa che ha immediatamente scatenato discussioni: tre alunni, estratti a sorte, potrebbero essere chiamati a pulire i bagni maschili, spesso lasciati in condizioni tutt’altro che decorose dagli studenti.

La proposta della scuola nasce da una serie di episodi precedenti, in cui l’uso poco rispettoso dei servizi ha creato una situazione difficile da gestire. Individuare il singolo responsabile è particolarmente complesso, così si è pensato di far ricadere la responsabilità su tre ragazzi, uno per ogni anno di corso, con l’obiettivo di educare al rispetto degli spazi comuni. In alternativa, si proponeva di chiedere un contributo economico alle famiglie per pagare il personale scolastico incaricato della pulizia straordinaria.

La notizia ha rapidamente sollevato una tempesta di opinioni. Alcuni genitori si sono indignati, ritenendo la misura punitiva ingiusta e umiliante per gli studenti coinvolti. Altri, invece, hanno accolto positivamente l’idea, vedendola come un tentativo di responsabilizzare i giovani e insegnare loro il valore del rispetto per i beni comuni.

La circolare che fa riflettere

La scuola ha cercato di chiarire l’intenzione con una nuova circolare, ribadendo che l’obiettivo non era punire, ma educare. “Non basta solo insegnare ai ragazzi, ma è necessario responsabilizzarli e renderli cittadini consapevoli”, ha scritto la dirigente scolastica, Nadia Mastroianni, sottolineando che l’iniziativa, mal interpretata, ha in realtà già portato a un miglioramento nei comportamenti degli studenti.

La scuola, come spesso accade, si ritrova al crocevia di esigenze educative e pratiche quotidiane. Da un lato, vi è la necessità di preservare la dignità e il benessere degli studenti, dall’altro, quella di garantire che gli spazi comuni vengano rispettati, specie in un contesto in cui il comportamento scorretto di pochi finisce per danneggiare l’intera comunità scolastica.

Responsabilità condivisa o eccesso di zelo?

La proposta di coinvolgere direttamente gli studenti nella pulizia dei bagni tocca un tema sensibile: fino a che punto si può spingere il concetto di responsabilizzazione? Se, da un lato, è innegabile l’importanza di educare al rispetto delle regole e dei beni comuni, dall’altro, sorge il dubbio che una misura del genere possa trasmettere un messaggio distorto. È giusto imporre a studenti innocenti la responsabilità di riparare ai danni causati da altri? E quanto questa pratica si avvicina a una forma di punizione collettiva?

Alcuni genitori e pedagogisti sollevano dubbi legittimi. La paura è che si possa instaurare un clima di tensione e ingiustizia tra i ragazzi, dove la casualità del sorteggio genera un senso di impotenza, piuttosto che una vera consapevolezza delle proprie azioni.

D’altro canto, la scuola sottolinea come questo episodio abbia portato a un maggiore dialogo tra famiglie e istituzione. La circolare di chiarimento evidenzia come sia emerso un “rafforzamento del patto educativo” tra le parti, ribadendo che la scuola è un bene pubblico che tutti devono contribuire a rispettare. Santa Sofia, come molte piccole comunità italiane, si trova in una fase di riflessione collettiva su come educare le nuove generazioni a essere cittadini responsabili, nel rispetto delle regole e del lavoro altrui.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2024: il 19% dei...

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Il 16 ottobre segna la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, un evento annuale che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sicurezza alimentare e sulla lotta contro la fame. I dati accendono i riflettori su un problema: in Italia, il 19% dei bambini di 8-9 anni è in sovrappeso e il 9,8% è obeso.

Secondo il rapporto “Okkio alla salute” dell’Istituto Superiore di Sanità, le cattive abitudini alimentari sono alla base di questo problema. Il 25,4% dei bambini consuma bibite zuccherate ogni giorno, mentre il 24,3% mangia frutta e verdura meno di una volta al giorno. Inoltre, il 48,3% consuma snack dolci regolarmente, e il 9,4% fa lo stesso con snack salati. La sedentarietà è un’altra grande preoccupazione, con il 44,5% dei bambini che trascorre più di 2 ore al giorno davanti a schermi, e il 20,3% che non pratica attività fisica nemmeno un giorno alla settimana.

Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2024

La Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) ha istituito questa giornata nel 1979 per affrontare le sfide legate all’accesso al cibo. Il tema di quest’anno invita a riflettere sulla necessità di trasformare i sistemi alimentari globali per renderli più inclusivi, resilienti e sostenibili. Milioni di persone nel mondo soffrono ancora di fame e malnutrizione, aggravate da fattori come cambiamenti climatici e conflitti.

La Childhood Obesity Surveillance Initiative dell’Oms evidenzia che l’Italia è tra i Paesi europei con la maggiore prevalenza di obesità infantile. Ciò sottolinea l’urgenza di affrontare il problema attraverso politiche e iniziative concrete.

Iniziative locali: il progetto ViviSmart

In risposta a questa emergenza, la Società Italiana di Pediatria (Sip) ha lanciato il progetto ViviSmart in occasione della ricorrenza della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2024. Questo progetto coinvolge oltre 50 scuole primarie e si propone di educare i bambini a scelte alimentari più sane e a uno stile di vita attivo. Attraverso incontri didattici e attività ludiche, gli studenti di quarta e quinta elementare apprenderanno l’importanza di un’alimentazione equilibrata e dell’esercizio fisico.

Il progetto, che ha avuto una prima edizione tra il 2017 e il 2018, ha già dimostrato risultati positivi, contribuendo a ridurre la sedentarietà e a migliorare le abitudini alimentari. Quest’anno, l’iniziativa raggiungerà un numero ancora maggiore di bambini, educando anche le famiglie su temi come la piramide alimentare e il consumo di frutta e verdura.

Coinvolgere le famiglie e la comunità

Affrontare il problema del sovrappeso e dell’obesità infantile richiede un impegno collettivo. Le campagne di educazione sanitaria devono essere integrate e coinvolgere famiglie, scuole, operatori sanitari e comunità. La presidente della Sip, Annamaria Staiano, sottolinea che le corrette abitudini alimentari devono iniziare sin dall’infanzia e che progetti come ViviSmart sono risorse fondamentali per raggiungere questo obiettivo.

L’iniziativa si concluderà il 15 maggio 2025, in occasione della Giornata Mondiale della Famiglia, con un questionario di valutazione per misurare l’impatto del progetto sulle abitudini alimentari dei bambini. I dati raccolti aiuteranno a perfezionare ulteriormente gli interventi educativi della Sip, rafforzando il suo impegno nella lotta contro l’obesità infantile.

Un futuro sostenibile e i benefici dell’alimentazione

La chiave per un’alimentazione sana risiede nella varietà e nella qualità degli alimenti, puntando su prodotti freschi e nutrienti, e riducendo al minimo i cibi altamente processati. Nel rispetto dell’ambiente e di colture e lavorazioni sane e sostenibili: adottare un modello alimentare salutare, come la dieta mediterranea, può essere un passo significativo verso la promozione della salute, soprattutto nei giovani.

Una corretta alimentazione ha numerosi benefici documentati, che riguardano non solo la salute fisica ma anche quella mentale e sociale. Ecco alcuni dei principali vantaggi:

Prevenzione delle malattie croniche
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, una dieta equilibrata ricca di frutta, verdura e cereali integrali può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e alcuni tipi di cancro. Ad esempio, una meta-analisi pubblicata nel British Journal of Nutrition ha evidenziato che il consumo di frutta e verdura è associato a una riduzione del 24% del rischio di malattie cardiovascolari.
Controllo del peso
Seguire una dieta bilanciata aiuta a mantenere un peso corporeo sano. La ricerca ha dimostrato che una dieta ricca di fibre, come quella mediterranea, può portare a una riduzione del peso corporeo e dell’indice di massa corporea (BMI). Un studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition ha trovato che le diete ad alto contenuto di fibre sono associate a una maggiore perdita di peso rispetto a diete a basso contenuto di fibre.
Salute mentale
Esistono prove che una corretta alimentazione può migliorare la salute mentale. Uno studio condotto dall’Università di Melbourne ha mostrato che le persone che seguono una dieta sana presentano tassi più bassi di depressione e ansia. Gli omega-3, presenti in pesci come il salmone, sono stati associati a una riduzione dei sintomi depressivi.
Miglioramento della funzione cognitiva
Una dieta equilibrata è cruciale anche per la salute del cervello. Secondo uno studio pubblicato nel Journal of Nutrition, il consumo di nutrienti come le vitamine del gruppo B, la vitamina D e gli antiossidanti è correlato a un miglioramento della memoria e della funzione cognitiva, specialmente negli anziani.
Miglioramento della salute ossea
Una corretta alimentazione, ricca di calcio e vitamina D, è essenziale per la salute delle ossa. L’Oms raccomanda un consumo adeguato di latticini e verdure a foglia verde per ridurre il rischio di osteoporosi e fratture ossee.
Salute digestiva
Una dieta ricca di fibre favorisce una buona salute intestinale. Secondo uno studio pubblicato nel World Journal of Gastroenterology, l’assunzione di fibre è associata a un minor rischio di sviluppare malattie intestinali come la sindrome dell’intestino irritabile e il cancro del colon-retto.
Longevità
Infine, sono numerose le ricerche che indicano che una dieta sana e bilanciata può contribuire a una vita più lunga. Uno studio del New England Journal of Medicine ha mostrato che gli individui che seguono regolarmente una dieta mediterranea hanno una maggiore probabilità di vivere più a lungo rispetto a quelli che seguono una dieta meno sana.

Investire in una corretta alimentazione è fondamentale, quindi, per il benessere generale. I benefici si estendono oltre la semplice prevenzione delle malattie, toccando aspetti come la salute mentale, la funzione cognitiva e la qualità della vita. Adottare abitudini alimentari sane sin dall’infanzia può avere un impatto duraturo e positivo su ogni individuo e sulla società nel suo complesso.

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