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Hamas e Hezbollah ‘decapitati’ da Israele: chi erano tutti i leader uccisi

Da Al Arouri a Sinwar otto gli "eliminati" da Tel Aviv

Sinwar e Nasrallah - Fotogramma

'Decapitate' le "organizzazioni terroristiche" a cui Israele ha dichiarato guerra dopo l'attacco del 7 ottobre 2023 nello Stato ebraico. Yahya Sinwar, leader di Hamas, è stato ucciso dalle forze israeliane nella campagna militare che va avanti da oltre un anno nella Striscia di Gaza. Ma prima di lui sono stati altri i leader di peso "eliminati" da Israele:

SALEH AL-AROURI: il 2 gennaio viene ucciso in un raid israeliano nella periferia sud della capitale libanese Beirut. Era il numero due dell'ufficio politico di Hamas dal 2017, fra i fondatori delle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato del gruppo, e membro del Politburo dell'organizzazione dal 2010.

MARWAN ISSA: considerato il numero tre del gruppo e il terzo più ricercato dai militari israeliani, viene ucciso l'8 marzo. Vice comandante dell'ala militare di Hamas a Gaza, era ritenuto una delle menti dell'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele.

FUAD SHUKR: comandante di spicco di Hezbollah viene ucciso in un raid delle forze israeliane a Beirut lo scorso 30 luglio.

ISMAIL HANIYEH: capo del Politburo di Hamas, che guidava da Doha (in Qatar), è stato ucciso il 31 luglio scorso nella capitale iraniana Teheran, dove si trovava per l'insediamento del presidente Masoud Pezeshkian.

HASAN NASRALLAH: viene ucciso il 27 settembre in un massiccio raid israeliano sulla periferia sud di Beirut. E' stato il leader di Hezbollah dal 1992, quando aveva preso il posto di Abbas Moussaoui, ucciso da Israele.

HASHEM SAFIEDDINE: ritenuto un possibile successore di Nasrallah alla guida di Hezbollah potrebbe essere stato ucciso nelle scorse settimane in un pesante raid su Beirut della scorsa settimana. Ma non ci sono certezze.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Esteri

Morte Sinwar, Hamas senza leader: cosa succede agli ostaggi...

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Famiglie a Netanyahu: "Si trovi accordo"

I familiari degli ostaggi  - (Afp)

I test condotti sui denti del cadavere di uno dei terroristi uccisi in un raid di Israele nella Striscia di Gaza indicano che il leader di Hamas, Yahya Sinwar, è stato ucciso. Allo stesso tempo è stato precisato che "negli edifici in cui sono stati eliminati" i "tre terroristi non c'erano tracce della presenza di ostaggi nell'area".

La richiesta delle famiglie degli ostaggi

Alla notizia dell'uccisione di Yahya Sinwar, il Forum delle famiglie degli ostaggi ha chiesto subito al governo di sfruttarla per trovare un accordo immediato. “Oltre all'apprezzamento per il significativo risultato, le famiglie degli ostaggi esprimono grave preoccupazione per la sorte dei 101 ostaggi che sono ancora tenuti prigionieri da Hamas a Gaza e chiedono che il governo faccia leva sul risultato militare per garantire un accordo immediato che porti al loro ritorno”, si legge nella dichiarazione del Forum riportata dal Times of Israel.

“L'eliminazione di Sinwar è un'importante pietra miliare sulla strada della vera vittoria, che sarà raggiunta solo con la restituzione dei 101 rapiti", si legge. "Per oltre un anno, il governo israeliano non è stato in grado di sfruttare i risultati di sicurezza senza precedenti raggiunti nei combattimenti a Gaza per ottenere il rilascio degli ostaggi”, affermano le famiglie, invitando il premier Benjamin Netanyahu a dare istruzioni al suo team di negoziazione al fine di garantire un accordo immediato per la liberazione dei loro cari. “Non c'è e non ci sarà una vittoria totale senza il rilascio di tutti i 101 sequestrati”, aggiungono.

Chi e quanti sono gli ostaggi

Si ritiene siano 63 quelli in vita trattenuti da più di un anno nella Striscia di Gaza, dall'attacco del 7 ottobre 2023 di Hamas in Israele. E' quanto emerso da dati riportati di recente dal Washington Post, che ha sottolineato come Israele non abbia fornito dati completi su cui basare le proprie stime dopo aver detto di ritenere che nell'attacco di oltre un anno fa siano state fatte prigioniere 251 persone. Oltre a 1.200 morti.

La maggior parte degli ostaggi ancora a Gaza sarebbe in mano a Hamas, mentre altri sarebbero tenuti prigionieri da altri gruppi, compresa la Jihad Islamica. Dall'attacco sono stati liberati 117 ostaggi che erano trattenuti nella Striscia, la maggior parte nell'ambito di un accordo tra Israele e Hamas di novembre 2023. Non è chiaro quanti siano gli ostaggi morti durante la prigionia né c'è chiarezza su coloro che restano a Gaza. Per sabato è stata annunciata una nuova manifestazione a Tel Aviv per chiederne il rilascio.

Secondo Israele la maggior parte degli ostaggi sono uomini con la cittadinanza israeliana. Non è chiaro neanche quanti siano i militari tenuti prigionieri. Tra le persone che si ritiene siano ancora trattenute e che siano in vita nella Striscia ci sono quattro americani. E i corpi di altri tre restano nell'enclave palestinese. Israele accusa Hamas per la morte di alcuni ostaggi e ammette che almeno tre persone sono morte nelle operazioni militari israeliane contro il gruppo nella Striscia. Hamas accusa Israele di aver ucciso alcuni ostaggi.

Netanyahu ha elencato 97 ostaggi ancora a Gaza e confermato che 34 di loro sono morti. La lista, ha scritto il Post, sembra includere persone uccise nell'attacco del 7 ottobre e i cui corpi senza vita sono stati portati a Gaza. In questo elenco gli unici bambini sono Kfir Bibas, rapito quando aveva solo nove mesi, e il fratello Ariel, che aveva quattro anni il giorno dell'attacco. Sulle loro sorti non ci sono certezze. Stando alle autorità israeliane, tra gli ostaggi ci sono sette stranieri (sei cittadini della Thailandia e uno del Nepal).

Gli ostaggi uccisi sarebbero almeno 71. Oltre ai 34 ostaggi che Israele afferma sono stati uccisi, ma i cui corpi sono nella Striscia di Gaza. Altri 37 corpi, dice Israele, sono stati recuperati e portati via dalla Striscia. Tra gli ostaggi che Israele ritiene siano stati uccisi, ma i cui corpi non sono stati recuperati, c'è quello di una persona uccisa in un tentativo di salvataggio.

Gli ostaggi liberati sono 117. La maggior parte (78) sono stati rilanciati nell'ambito di un accordo tra Israele e Hamas per uno scambio tra ostaggi nella Striscia e prigionieri palestinesi (240, donne e adolescenti) nelle carceri israeliane avviato il 24 novembre dello scorso anno. Altri 3 ostaggi con cittadinanza israeliana e russa sono stati rilasciati nell'ambito di un accordo distinto tra Hamas e il Cremlino. Al di fuori dell'accordo del novembre 2023 sono stati rilasciati anche 23 cittadini della Thailandia e 1 delle Filippine. Altre 4 persone sono state rilasciate da Hamas a prescindere dall'intesa e altre 8 sono state tratte in salvo in operazioni israeliane.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Esteri

Sinwar ucciso a Gaza, test del dna confermano- Ascolta

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(Ipa/Fotogramma)

Il leader di Hamas Yahya Sinwar e' stato ucciso, come confermato da una fonte della sicurezza israeliana che ha riferito che le analisi del Dna condotte sul corpo di una delle persone rimaste uccise in un raid è quello di Yahya Sinwar. La stessa tv di Israele ha annunciato che Sinwar è stato ucciso a Gaza. La notizia è arrivata dopo che l'esercito israeliano stava indagando da alcune ore se il leader di Hamas Yahya Sinwar fosse davvero stato ucciso in un attacco durante le operazioni nella Striscia di Gaza.

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Esteri

Chi era Yahya Sinwar, il leader di Hamas ucciso da Israele

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E' considerato la mente dell'attacco a Israele del 7 ottobre

Yahya Sinwar (Fotogramma/Ipa)

Il leader di Hamas Yahya Sinwa, è stato ucciso da Israele in un raid su Gaza. La conferma arriva dall'esame del Dna e dai test, condotti sui denti del cadavere.

Due fonti di Hamas hanno riferito, inoltre, al sito del quotidiano Asharq Al-Awsat che "vari funzionari del movimento hanno ricevuto conferme dell'uccisione del suo leader".

Chi è Sinwar

Sinwar, nato nel 1962 nel campo profughi di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, alla fine degli anni Ottanta si è unito a Hamas, 'nato' nel 1987, ed è stato uno dei fondatori del Majd, l'apparato di sicurezza del gruppo. A reclutarlo era stato il fondatore di Hamas, Sheik Ahmed Yassin, che lo aveva messo a capo del Majd, come ricorda la stampa americana.

Accusato da Israele di essere "la mente" dietro l'attacco del 7 ottobre 2023, è stato arrestato più volte da Israele, nel 1988 è stato condannato per aver avuto un ruolo nell'uccisione di due soldati israeliani e di alcuni palestinesi sospettati di collaborazione con Israele. Si era conquistato il soprannome di 'macellaio di Khan Yunis'. E' stato condannato a quattro ergastoli e ha trascorso più di venti anni nelle carceri israeliane e qui, ha ricordato di recente la Cnn, ha detto di aver 'studiato il nemico' e imparato l'ebraico. Sinwar, scrittore in cella. In prigione, da cui più volte avrebbe cercato di fuggire, ha scritto 'La spina e il garofano'. Secondo il giornale israeliano Haaretz, è stato curato dai medici dello Stato ebraico per un tumore al cervello. E' stato scarcerato nel 2011 dalle autorità israeliane durante uno scambio di prigionieri insieme ad altri palestinesi, più di mille, in cambio del rilascio di Gilad Shalit, il soldato israeliano rapito a Gaza e trattenuto nella Striscia per più di cinque anni.

Tornato a Gaza, dopo la liberazione si è sposato e ha avuto figli. Ha fatto presto 'carriera'. E' stato responsabile per la costituzione del braccio armato di Hamas, prima - ha ricordato la rete americana - di stringere rapporti con le potenze arabe regionali in qualità di leader politico del gruppo.

Nel Politburo dal 2017, lo scorso 6 agosto è diventato ufficialmente l'erede di Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas ucciso il 31 luglio nella capitale iraniana Teheran. Considerato cruciale per le decisioni e - come ha ricordato lo European Council on Foreign Relations (Ecfr) - una delle principali figure di collegamento tra l'ala politica e il braccio armato di Hamas, da leader politico del gruppo si è concentrato sulle relazioni con l'estero.

Dalle foto tra la folla ai tunnel di Gaza, a ricercato numero uno di Israele. In estate il quotidiano panarabo edito a Londra e di proprietà saudita, Asharq Al-Awsat, provava a raccontare la vita di Sinwar, tra pizzini, ma anche telefonate quando necessario, con una cerchia ristretta di 'fedelissimi', persone per fare da tramite tra Sinwar e il resto della leadership quando necessario.

Poi a metà settembre è arrivato il terzo - e ultimo - messaggio di Sinwar dalla 'conquista' della guida di Hamas. "La resistenza si sta preparando per una battaglia di logoramento e spezzerà la volontà politica del nemico proprio come ha spezzato la sua volontà militare", affermava.

A inizio mese sul New York Times, che citava funzionari statunitensi, si leggeva ancora di un Sinwar 'all'opera', pur in assenza di una prova certa della sua esistenza in vita, che prendeva decisioni cruciali per Hamas, con posizioni 'inasprite' e più fatalista dopo quasi un anno di guerra a Gaza, determinato a vedere Israele coinvolto in un conflitto più ampio in Medio Oriente.

Ancora a inizio mese la tv satellitare al-Arabiya parlava di una "ripresa di contatti" tra il leader dell'ufficio politico di Hamas e il Qatar "dopo una lunga pausa" e subito la notizia veniva smentita da fonti israeliane. Poi ancora era il Wall Street Journal, citando funzionari d'intelligence arabi, a scrivere che Sinwar aveva ordinato ai leader del gruppo terroristico in Cisgiordania di riprendere gli attacchi suicidi in Israele subito dopo aver sostituito Haniyeh a capo dell'ufficio politico di Hamas.

Il 9 ottobre era stato l'inviato della Casa Bianca per il Medio Oriente, Brett McGurk, a confermare che gli Stati Uniti ritenevano che Sinwar fosse vivo e probabilmente in un tunnel di Gaza. Secondo alcuni osservatori, la sua uccisione potrebbe contribuire alla fine del conflitto.

La richiesta dei familiari degli ostaggi israeliani

L'eliminazione fisica di Sinwar è il colpo di grazia finale per la leadership di Hamas. Il Forum delle famiglie degli ostaggi chiede al governo di sfruttare la probabile uccisione del leader di Hamas Yahya Sinwar per trovare un accordo immediato sugli ostaggi. “Oltre all'apprezzamento per il significativo risultato, le famiglie degli ostaggi esprimono grave preoccupazione per la sorte dei 101 ostaggi che sono ancora tenuti prigionieri da Hamas a Gaza e chiedono che il governo faccia leva sul risultato militare per garantire un accordo immediato che porti al loro ritorno”, si legge nella dichiarazione del Forum riportata dal Times of Israel.

“L'eliminazione di Sinwar è un'importante pietra miliare sulla strada della vera vittoria, che sarà raggiunta solo con la restituzione dei 101 rapiti", si legge. "Per oltre un anno, il governo israeliano non è stato in grado di sfruttare i risultati di sicurezza senza precedenti raggiunti nei combattimenti a Gaza per ottenere il rilascio degli ostaggi”, affermano le famiglie, invitando il premier Benjamin Netanyahu a dare istruzioni al suo team di negoziazione al fine di garantire un accordo immediato per la liberazione dei loro cari. “Non c'è e non ci sarà una vittoria totale senza il rilascio di tutti i 101 sequestrati”, aggiungono.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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