Premi Mediterraneo 2024, premiati anche Marotta, Calhanoglu e Zola
Il 21 ottobre dalle 14.30, presso Palazzo Valentini a Roma
Il 21 ottobre dalle 14.30, presso Palazzo Valentini a Roma, andrà in scena la cerimonia di consegna de il “Premio Internazionale Eccellenza Mediterraneo 2024” e oggi la giuria ha svelato gli ultimi vincitori. Riconoscimenti che andranno al presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta, al centrocampista nerazzurro e campione d’Italia in carica, Hakan Calhanoglu, e all’ex attaccante azzurro, oggi vicepresidente della Serie C, Gianfranco Zola. Nomi di assoluto livello e che si aggiungono a quelli già svelati, tra i quali Ciro Immobile, Daniele Santarelli, Silvia Salis, Luca Pancalli, Manuel Bortuzzo, Francesco Bonanni e tantissimi altri. Il Premio Mediterraneo, organizzato in collaborazione con l'Unione Stampa Sportiva Italiana (Ussi) e l'Aips Europe (International Sport Press Association), è sostenuto dalla Fondazione Artemisia, e mira a promuovere e rafforzare i rapporti culturali, linguistici, religiosi, sportivi ed economici tra i paesi del Mediterraneo, anche attraverso le arti e le lotte sociali.
Per questo il 21 ottobre, nella cerimonia moderata dalla conduttrice e autrice Rai, Metis Di Meo, saranno riconosciuti i premi, oltre che al doppiatore e attore, Pino Insegno, anche ai giornalisti Paolo Liguori e Valeria Altobelli, al famosissimo stilista palestinese Jamal Taslaq, al pugile italiano Matteo Signani, al professore Hasan Tunc, al presidente Amsi, il prof. Foad Aodi, agli artisti Karima Laraba e Esteban Villalta Marzi, e al Presidente della fondazione Mediterranean Tourism Foundation Andrew Agius Muscat e in fine Emre Gokdemir, imprenditore da sempre vicino ai giovani sportivi sostenendoli con diverse iniziative.
Sport
America’s Cup, New Zealand torna alla vittoria e...
Alla settima regata il parziale è di 5-2
Dopo i due ko subiti nelle ultime due regate, il defender dell'America's Cup torna a dominare a Barcellona: la settima regata è di Emirates New Zealand, che si porta sul 5-2 dopo aver surclassato Ineos Britannia. I neozelandesi sono a 2 vittorie dal trionfo.
La regata
Il sorpasso dei kiwi arriva nel primo lato e nella prima virata, che costringe Britannia a lasciare acqua ed entrare nei rifiuti di New Zealand, anche chiamata Taihoro in omaggio alla componente Maori delle isole oceaniche.
La prima boa viene girata con 12" di vantaggio sui britannici, nel frattempo la giuria allunga il campo di regata visto il vento in aumento. A metà gara i secondi di vantaggio sono 20 e in progressivo aumento, la distanza supera ampiamente i 700 metri nel quinto lato. L'ultima boa vede un distacco mostruoso di 53", New Zealand taglia il traguardo con un distacco di un minuto e 13".
Sport
Sinner e il caso doping, attesa per la decisione del Tas....
Il ministro dello Sport ha difeso il tennista azzurro
Nel 2024 da incorniciare di Jannik Sinner, aspettando le Finals di Torino, c'è ancora da sciogliere il caso doping. Il tennista azzurro era stato trovato positivo, a marzo scorso, a causa di una contaminazione da Clostebol, ma era stato poi scagionato da un processo condotto dall'Itia (International Tennis Integrity Agency). La Wada però, ovvero l'Agenzia mondiale antidoping, ha fatto ricorso al Tas , chiedendo da uno a due anni di squalifica.
L'intenzione è quella di dimostrare non l'uso intenzionale del cicatrizzante incriminato, bensì stabilire una responsabilità parziale di Sinner, che secondo la Wada sarebbe colpevole del comportamento negligente e non corretto del proprio staff, in particolare dell'ex preparatore Ferrara e soprattutto dell'ex fisioterapista Naldi, entrambi allontanati in seguito allo scoppio del caso. Sebbene sia difficile stabilire con certezza i tempi, il Tas non dovrebbe esprimersi prima del 2025.
L'Itia: "Nessun favoritismo verso Sinner"
Nella giornata di ieri è arrivato il comunicato dell'Itia, che ha voluto chiarire la sua posizione in seguito al ricorso della Wada: "Nel caso di Sinner, comprendiamo che il focus dell’appello è sull’interpretazione e sull’applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente nel determinare quale livello di colpa possa coinvolgere il giocatore, piuttosto che sull’indagine dell’Itia sui fatti e sulla scienza", ha scritto la ceo Karen Moohouse, "detto questo, riconosciamo che è nostra responsabilità garantire che ci sia fiducia nel processo e invitiamo al dialogo con i giocatori, i loro rappresentanti e i media su questo argomento. Comprendiamo inoltre che il caso che ha coinvolto Sinner sia stato al centro dell’attenzione e abbia provocato tanti commenti e tante speculazioni, in seguito alla nostra decisione di non attribuire nessuna colpa e nessuna negligenza al giocatore".
"Il processo è definito dal Codice mondiale antidoping, stabilito dall’Agenzia mondiale antidoping, e dal Programma antidoping del tennis", ha concluso l'Itia, "il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto. Il modo in cui si svolge un caso è determinato dalle sue circostanze, dai fatti e dalla scienza".
Abodi: "Sinner ha già dimostrato la sua innocenza"
A difesa di Sinner sono arrivate anche le parole di Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani : "Sinner ha già dimostrato la sua innocenza. L’organismo che si occupa di antidoping all’interno del sistema tennistico lo ha certificato, confermandolo nuovamente proprio ieri. Mi auguro che la Wada, al di là degli aspetti formali forse quasi dovuti, arrivi alle medesime conclusioni".
"Jannik è di una trasparenza cristallina, assoluta, ha fatto una scelta anche corretta di allontanare delle persone che evidentemente avevano tradito la sua fiducia. Stiamo parlando di una presenza infinitesimale di sostanze che non determinano assolutamente nulla. Io credo che tutto questo verrà tenuto in conto", ha concluso.
Sport
Lazio, Lotito: “Sarri non governava più lo...
Il presidente biancoceleste ha parlato anche dell'addio a Tudor, di Immobile e Klose
"Con Sarri avevo un buon rapporto. Lui ha le sue idee, sia dal punto di vista politico che comportamentale, ma tra noi si era creata un’alchimia basata sul rispetto reciproco. Dopo una partita all’Olimpico, in cui la squadra non aveva fatto bene, sono andato da lui. Gli ho fatto notare che il gruppo sembrava aver perso l'orgoglio di combattere. Mi ha dato ragione, e insieme abbiamo deciso di mandare la squadra in ritiro a Formello. Alcuni giocatori non hanno preso bene la decisione, forse perché non si sentivano più coinvolti. Il ritiro, però, ci ha mostrato che il problema era più profondo: c'era un contrasto interno, soprattutto con i giocatori più esperti. Sarri ha capito che non riusciva più a governare lo spogliatoio e ha deciso di dimettersi", racconto e parole di Claudio Lotito, presidente della Lazio, che ha regalato a Dazn un'intervista esclusiva per celebrare i suoi 20 anni da presidente biancoceleste.
"Successivamente, con l’arrivo di Tudor , la squadra ha reagito, ritrovando un po’ di orgoglio", ha continuato Lotito, "alla fine della stagione, tuttavia, mi ha fatto presente la necessità di attuare cambiamenti sostanziali, includendo la cessione di alcuni giocatori che creavano delle problematiche. Abbiamo capito che era arrivato il momento di sradicare chi pensava di essere padrone della società. Ora abbiamo un allenatore (Marco Baroni) che parla il nostro linguaggio, che ha fame e vuole dimostrare il suo valore. È chiaro che tutti devono essere uniti dietro di lui".
L’intervista anticipa la sfida Juventus-Lazio di sabato 19 ottobre, disponibile su Dazn, quando la squadra allenata da Baroni scenderà in campo all’Allianz Stadium per il match delle 20.45. Poi sul rapporto con Ciro Immobile e Miroslav Klose Lotito ha aggiunto: "Ho ingaggiato Ciro dopo un'esperienza all'estero che non si era rivelata particolarmente brillante. L’ho trattato come un figlio, ma il merito dei suoi successi è interamente suo. Klose è un grande campione che mi è rimasto scolpito nella memoria”.
Lotito ha parlato anche di cosa significa essere presidente di un club: "Essere presidente di una squadra di calcio significa rappresentare una comunità di persone e i loro sentimenti. Abbiamo il dovere di preservare, mantenere e tramandare i loro valori, e questa responsabilità non si limita solo al profitto o all'interesse economico”.
Infine sul giocare a carte insieme a Inzaghi e Bielsa: "Giocare a carte è per me un modo per svagarmi. Nel mondo del calcio, quasi tutti sono bravi a giocare, e Inzaghi non fa eccezione: lui giocava bene, ma era soprattutto molto fortunato. Come diceva Napoleone, meglio un generale fortunato che bravo. Con Bielsa, invece, ho provato a fare una partita, ma mi sono subito reso conto che il suo stile non si adattava al mio”.
Una battuta anche sull'esonero di De Rossi, che ha scosso il mondo Roma, i rivali cittadini, nelle scorse settimane: "Sicuramente De Rossi era legato alla storia della Roma, proprio come Totti, e viveva il suo rapporto con la squadra del cuore in modo viscerale. C’era un’identità, una simbiosi continua tra lui e il club. Non conosco i dettagli dei suoi rapporti con la proprietà o lo spogliatoio; quindi, non posso esprimere giudizi su questo. Posso solo dire che era una persona profondamente legata ai colori della squadra che allenava".