Dossena controcorrente: “Troppe partite? Non è vero” e cita studio Cies svizzero
Il campione del mondo del 1982 all'Adnkronos: "E' giusto che la salute e il benessere degli atleti venga tutelato, ma quello che ci viene raccontato non corrisponde alla realtà"
"E' infondato il fatto che nel calcio si giochi troppo e non capisco da dove saltano fuori queste volontà, questo desiderio di dire che il calciatore gioca troppo". Lo dice il campione del mondo '82 Beppe Dossena all'Adnkronos, citando uno studio dell'agosto scorso messo a punto dal centro indipendente svizzero Cies. "Voglio contestare questo fatto perché ci sono dei numeri che parlano chiaro. Per fare solo un esempio, quello del Real Madrid: dal 2003 al 2004 ha giocato 59 partite, con un monte salari di oltre 98 milioni. Nel 2023-2024, ne ha giocate 55 con un corrispettivo di stipendi di 326,95 milioni. Dal 2003 alla stagione 2023-2024 i numeri delle partite giocate sono tutti i linea con questi numeri. Di fatto, giocano più o meno sempre lo stesso numero di partite".
Secondo Dossena "è evidente dal caso sopra citato che i club ne traggono beneficio: spendono molto, ma adesso incassano molto di più. E deve essere chiaro il fatto che la Fifa non è in una posizione dominante. Però c'è da spiegarsi tutto questo. Da ex calciatore dico: è giusto che la salute, è giusto che il benessere degli atleti, venga tutelato. Ma quello che ci viene raccontato non corrisponde alla realtà, i giocatori sono nella linea degli ultimi 10-15 anni. La spiegazione del perché si lamentano tutti qual'è? Non lo so, cercherò anche io di capire, ma se i numeri sono questi...".
Insomma, "i club spendono molto di più ma incassano molto di più. Vorrei che i giocatori prendessero coscienza e che non prendano per buono tutto ciò che gli viene raccontato. Perché io da calciatore, le vorrei giocare tre partite a settimana, vorrei competere a livello internazionale una volta che mi viene tutelata la salute e quant'altro. Ma questi ragazzi di oggi non giocano molto di più".
E' possibile che il tutto nasca dal rischio infortuni e quindi uno stop di calciatori di pregio, ammette, "ma siamo sicuri? C'è qualche medico che ci dice che è ovvio che più si gioca, forse è più probabile che uno si faccia male. Ma non è che la correlazione. Le partite sono sempre quelle". Semmai, prosegue "si potrebbe aprire invece un tavolo di discussione. Mi sembra che le federazioni siano andate un po' incontro ai club, che adesso risarciscono in qualche maniera. Quello è sicuramente un modo per trovare un punto di compensazione, di mediazione. Secondo me è logico che se io mi faccio male andando in nazionale, la federazione debba risarcire il club". Ma continuando con il mantra del si gioca troppo, ribadisce Dossena, "si danno messaggi sbagliati, ed ho paura che si difendano territori e interessi personali. Quando il calcio invece avrebbe bisogno d'altro. E non è neanche la Fifa da chiamare in causa: organizza dall'1 al 2% delle competizioni internazionali, e si prepara un quinquennio prima".
"Tra il 2012 e il 2024, come media stagionale, solo lo 0,88% di tutti i calciatori dei 40 campionati esaminati ha giocato più di 4500 minuti in partite ufficiali all'anno, con valori stabili nel periodo -si legge nello studio del CIes, "Calendario dei match d'elite e carico di lavoro dei giocatori"-. Ciò corrisponde a una media annuale di circa 169 calciatori. In media, i giocatori esaminati hanno partecipato solo a 1,68 partite a stagione in un intervallo di 72 ore al massimo tra i calci d'inizio. Metà di queste partite erano incontri successivi di campionati nazionali. Nel complesso, i campionati nazionali sono coinvolti in nove partite consecutive su dieci".
"La quota maggiore di minuti giocati da calciatori schierati per più di 4500 minuti in partite ufficiali a stagione è stata registrata a livello di competizioni nazionali per club: il 76,3% del loro tempo di gioco. La percentuale di partite giocate in competizioni internazionali per club è del 14,7%, mentre quella giocata in competizioni per squadre nazionali (A-team, nonché U20, U21 e U23) è solo del 9,0%. Le proiezioni elaborate per il ciclo quadriennale 2024-2028 tenendo conto dei recenti cambiamenti nei formati delle competizioni, del turnover delle squadre, delle sostituzioni e dell'equilibrio competitivo indicano che la percentuale di calciatori attivi nei 40 campionati studiati che giocano più di 4500 minuti di gioco ufficiali in tutte le competizioni combinate a stagione, sarà paragonabile a quella misurata nei quattro anni precedenti (2020-2024)".
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Roma, Juric: “L’Inter non ha punti deboli....
Il tecnico giallorosso ha parlato alla vigilia del match con i nerazzurri
Ivan Juric ha parlato alla vigilia della sfida all'Inter, in programma alle 20.45 di domenica 20 ottobre: "Dell'Inter sappiamo tutto. Una squadra top che gioca una grande calcio. Chi è rimasto a Trigoria si è allenato molto forte per questa partita". I nerazzurri, secondo l'ex allenatore del Torino, "non hanno punti deboli. C'è sempre una forte difficoltà nell'affrontarli perché si conoscono da anni, sanno quello che devono fare. Noi cercheremo di metterli in difficoltà come meglio crediamo".
Sul modulo Juric non si è sbilanciato: "Possiamo affrontarli in tutti e due i modi sia con la linea a quattro che a tre. Contro di loro tutto deve essere perfetto, tutti devono essere concentrati. Se non sei al 100% può succedere quello che è successo all'Atalanta (battuta dal'Inter 4-0 a San Siro, ndr). I cambi saranno importanti. Bisogna avere una mentalità giusta. Possiamo fare molto bene mettendo pressione e facendo la nostra partita". Una battuta su Dybala e Dovbyk, recuperati dopo qualche problema fisico: "Artem è tornato con un piccolo fastidio ma ha recuperato bene, Paulo ha fatto una fase di recupero e anche gli allenamenti sono andati bene. Sono tutti e due al 100%. Stanno bene".
Le probabili formazioni
Roma (3-4-2-1): Svilar; Mancini, Ndicka, Hermoso; Celik, Cristante, Koné, Angelino; Dybala, Pellegrini; Dovbyk. All. Juric
Inter (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Thuram, Lautaro. All. Inzaghi
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Inter, Inzaghi avvisa: “Conosco Juric, con la Roma...
Il tecnico nerazzurro ha parlato alla vigilia del match dell'Olimpico
"Sappiamo che avversaria incontreremo, abbiamo affrontato Juric tante volte in questi anni. Sta portando la sua filosofia alla Roma, dobbiamo farci trovare pronti per fare una partita importante in entrambe le fasi. Ci vorrà una grande Inter. La sosta non ci deve influenzare: veniamo da tre vittorie e dobbiamo proseguire nel nostro percorso". Così l'allenatore dell'Inter Simone Inzaghi al microfono della tv del club nerazzurro alla vigilia del match dell'Olimpico contro la Roma. Inzaghi parla poi di Marcus Thuram: "Sta lavorando bene come faceva anche lo scorso anno. Il suo modo di giocare non è cambiato, con lo staff lavoriamo su qualche piccolo accorgimento. L'importante è che continui a lavorare come ha fatto in questo anno e mezzo".
Molti nerazzurri, durante la sosta, hanno giocato con le proprie nazionali: "Tanti giocatori hanno fatto tanti minuti e tanti chilometri, ma a parte Zielinski, che non ci sarà, sono rientrati bene. Asllani ieri ha avuto una leggera distorsione al ginocchio, porteremo Berenbruch che è un ragazzo della Primavera molto promettente". Inzaghi è molto soddisfatto anche dei nuovi: "Si sono inseriti bene, anche grazie all'aiuto di chi è già qui da tempo. Sono molto soddisfatto: qualcuno ha giocato di più, qualcuno di meno, ma il mio obiettivo è portarli tutti a giocarsi le proprie partite nel migliore dei modi. Andremo incontro a 7 partite in 20 giorni: dovremo essere bravi tutti. Ma in questo momento l'unico pensiero è prepararsi bene per la partita con la Roma. Attingendo a tutta la rosa".
Le probabili formazioni
Roma (3-4-2-1): Svilar; Mancini, Ndicka, Hermoso; Celik, Cristante, Koné, Angelino; Dybala, Pellegrini; Dovbyk. All. Juric
Inter (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Thuram, Lautaro. All. Inzaghi
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Serie A, Genoa-Bologna 2-2: Pinamonti rimonta i gol di...
Italiano spreca il doppio vantaggio, Gilardino trova un punto importante
Pari e spettacolo al Ferraris. Il Genoa rimonta due gol di svantaggio grazie alla doppietta di Pinamonti, decisivo per fissare il risultato sul 2-2. Amarezza per il Bologna, che spreca le reti, entrambe nel primo tempo, firmate Orsolini e Odgaard. Italiano conquista un solo punto quindi, salendo a 9, mentre Gilardino muove una classifica che stava cominciando a diventare preoccupante raggiungendo quota 6 e lasciando così il terzultimo posto in classifica.
La partita
Tante assenze al Ferraris: Gilardino deve rinunciare a Vitinha oltre a Malinovskyi e Messias, mentre Italiano perde Ndoye, infortunatosi in nazionale. Partenza a rilento per le sue squadre, con la partita che si accende intorno al quarto d'ora. È il Bologna a rendersi pericoloso: Leali para prima sul tiro a giro di Orsolini e poi su Beukema, pericoloso sugli sviluppi di un corner. Gli emiliani continuano a spingere e si fanno vedere con Dominguez, all'esordio in Serie A, che prima colpisce debolmente di testa e poi impegna il portiere genoano da fuori area. Leali è ancora decisivo alla mezz'ora, quando Orsolini si presenta solo in area ma viene chiuso dall'uscita provvidenziale del numero uno rossoblù.
Il Genoa è confuso, non riesce a mantenere le distanze tra i reparti e soffre la freschezza di Dominguez, a cui viene annullato un gol per tocco di mano al 36'. Il vantaggio del Bologna però è soltanto rimandato: al 38' Orsolini riceve sulla sinistra e calcia a giro, trovando la decisiva deviazione di Vasquez per l'1-0 rossoblù. Il Genoa prova a reagire alzando il pressing, ma va all'intervallo sotto 1-0 tra i fischi del suo pubblico.
La ripresa inizia con due cambi nel Genoa: fuori Marcandalli e Melegoni, dentro Norton-Cuffy ed Ekhator. Il Grifone cambia atteggiamento e si rende subito pericoloso con Martin, ipnotizzato da Ravaglia. Al 56' però, nel miglior momento dei rossoblù, arriva il raddoppio del Bologna con uno splendido destro da fuori di Odgaard. Gilardino corre ai ripari: Masini e Zanoli prendono il posto di Thorsby e Miretti, fischiatissimo dal Ferraris. La reazione del Genoa è nervosa ma innocua, con gli emiliani che non concedono spazi e provano a ripartire in contropiede con Orsolini, in giornata di grazia, che sfiora la doppietta. Al 73' però il Genoa riapre la partita: Ekhator serve Pinamonti, che batte Ravaglia e accorcia le distanze. Il Bologna si abbassa, il Grifone prende coraggio e all'85' trova il pareggio: è ancora Pinamonti a trovare di testa la sua prima doppietta in maglia rossoblù e fissare il risultato sul 2-2 finale.