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Infezioni sessualmente trasmissibili in aumento, arriva il Vademecum dalla SIMaST

Cosa sono le infezioni sessualmente trasmissibili? Esistono sintomi per identificarle? E quali sono i modi per prevenirle? Per rispondere a tutte queste domande, la Società interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili ha redatto un Vademecum per la prevenzione delle Infezioni, rivolto ai singoli, enti e istituzioni per avere sempre a portata di mano una guida.

La Simast, fondata nel 1996, promuove la conoscenza e la ricerca sulle infezioni sessualmente trasmesse (Ist) con un approccio multidisciplinare, in linea con le strategie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La società, senza fini di lucro, ha scopi esclusivamente scientifici e riunisce diverse discipline per studiare e combattere le malattie sessualmente trasmissibili. Il suo operato assume maggior rilevanza visto l’aumento della diffusione di tali infezioni tra i giovani.

Dalla sex roulette alla mancanza di un’educazione sessuale e affettiva il passo è breve. Il rischio è che si generi confusione e spaesamento e che i giovani siano coloro i quali subiscano maggiormente questo fenomeno. Nell’ambito dell’X Congresso Nazionale tenutosi nel weekend a Roma, la Simast ha presentato un Vademecum di prevenzione per aiutare a rispondere alle domande più diffuse.

Cosa sono le infezioni sessualmente trasmissibili?

Le infezioni sessualmente trasmesse (Ist), precedentemente note come “malattie veneree”, sono infezioni contratte attraverso i contatti sessuali. Queste infezioni hanno un impatto significativo sulla salute sessuale e riproduttiva a livello globale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni giorno oltre 1 milione di persone contragga un’Ist curabile.

Possono essere causate da più di 30 diversi batteri, virus e parassiti, trasmessi attraverso rapporti sessuali vaginali, anali e orali, e anche da madre a figlio durante la gravidanza, il parto e l’allattamento. In Italia, le più comuni includono condilomi ano-genitali, epatite B, sifilide, gonorrea, clamidia, herpes genitale e Hiv. Altre Ist comuni sono tricomoniasi e pediculosi del pube. Inoltre, emergono periodicamente focolai di patogeni non sessualmente trasmissibili come Monkeypox, Shigella, Salmonella, HCV, Neisseria meningitidis, virus Ebola, Chikungunya e Zika, oltre alla ricomparsa di malattie come il linfogranuloma venereo.

Se non curate adeguatamente, possono causare gravi conseguenze a medio e lungo termine, come tumori, sterilità, problemi in gravidanza e danni al nascituro. In Italia, le persone con una Ist hanno un rischio 75 volte maggiore di contrarre l’Hiv rispetto alla popolazione generale.

Negli ultimi anni, il numero di persone con una Ist è aumentato. Dopo un calo nel 2020 dovuto alla pandemia di Covid-19, dal 2021 si è osservato un aumento dei casi di Ist sia in Italia che in Europa. Nel 2022, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha registrato un aumento significativo dei casi di gonorrea (48%), sifilide (34%) e clamidia (16%). I casi di gonorrea sono aumentati notevolmente tra i giovani di età compresa tra 20 e 24 anni. “Questo aumento, soprattutto tra le giovani donne, è preoccupante poiché le infezioni da gonorrea e clamidia non trattate possono portare a complicanze serie come la malattia infiammatoria pelvica e l’infertilità”, scrivono i ricercatori della Simast.

In Italia, i dati raccolti da due sistemi di sorveglianza sentinella, basati su centri clinici e laboratori di microbiologia clinica, mostrano un aumento continuo dei casi di Ist dal 2004 al 2020, con una diminuzione durante la pandemia di Covid-19. Dal 2019 al 2022, i casi di gonorrea sono aumentati del 100%, quelli di sifilide del 50% e quelli di clamidia del 25%.

Rischi e condizioni per contrarre le infezioni sessualmente trasmissibili

Chiunque abbia rapporti sessuali non protetti è a rischio di contrarre le Ist. I rischi aumentano con partner di cui non si conosce lo stato di salute, molti partner insieme, o partner con una Ist già diagnosticata. Altri fattori di rischio includono rapporti sessuali in età giovanile, uso di alcol o sostanze psicoattive, e condizioni di immunodepressione. Per prevenire le infezioni, è fondamentale:
• Utilizzare il preservativo in tutti i rapporti occasionali e con nuovi partner.
• Ricordare che metodi contraccettivi come la pillola non proteggono dalle Ist.
• Evitare l’uso di alcol e droghe che possono compromettere la lucidità mentale.
• Ridurre il numero di partner sessuali.
• Effettuare regolarmente i test per le Ist e per l’Hiv.

In questo senso, l’importanza dei metodi di barriera assume significato maggiore. Questi sono:

• Preservativo maschile: Il preservativo maschile è una guaina impermeabile che impedisce il contatto con liquidi organici infetti. È il metodo barriera più sicuro per proteggersi dalle IST. È importante usarlo correttamente, conservarlo adeguatamente e scegliere il tipo giusto.
• Preservativo femminile: Il preservativo femminile è una guaina trasparente con due anelli flessibili che si inserisce nella vagina prima del rapporto sessuale. Protegge sia dalla gravidanza che dalle IST. È importante lubrificarlo adeguatamente e usarlo correttamente.
• Dental dam: Il dental dam è un foglio di lattice che funge da barriera tra la bocca e la vagina o l’ano. È un ulteriore strumento di prevenzione per i rapporti orali.

Quali disturbi/sintomi possono dare?

Le Ist possono essere asintomatiche o causare sintomi come perdite genitali, dolore addominale, prurito, lesioni genitali, necessità di urinare spesso con dolore o bruciore, e dolore durante i rapporti sessuali. È importante riconoscere questi sintomi e rivolgersi tempestivamente a un medico.

La diagnosi viene effettuata tramite esami di laboratorio su sangue, urine, saliva o tamponi rettali, faringei, cervicali o vaginali. Una diagnosi precoce è fondamentale per impostare la giusta terapia, prevenire complicanze e evitare la trasmissione ad altre persone.

Le Ist specifiche

Sintomi e cura della Clamidia

Causata da Chlamydia trachomatis, è l’Ist più frequente in Europa. Può essere asintomatica o causare perdite vaginali, dolore e prurito. La diagnosi si effettua tramite test di laboratorio e si cura con antibiotici.

Sintomi e cura della Gonorrea

Causata da Neisseria gonorrhoeae, è molto contagiosa e può essere asintomatica. Ma i sintomi più frequenti includono perdite vaginali, dolore e bruciore. La diagnosi si effettua tramite test di laboratorio e si cura con antibiotici specifici.

Sintomi e cura della Sifilide

Causata da Treponema pallidum, ha un decorso cronico con fasi sintomatiche e asintomatiche. I sintomi includono lesioni ulcerate, eruzioni cutanee e danni a vari organi. La diagnosi si effettua tramite test sierologici e si cura con antibiotici.

Sintomi e cura della Tricomoniasi

Causata da Trichomonas vaginalis, è l’Ist non virale più frequente al mondo. Può essere asintomatica o causare prurito, perdite vaginali e dolore. La diagnosi si effettua tramite test di laboratorio e si cura con antibiotici.

Herpes genitale

Causato da Herpes simplex virus, è spesso asintomatico ma può causare prurito, dolore e vescicole. La diagnosi si basa sull’osservazione clinica e si cura con antivirali.

Condilomi ano-genitali

Causati da Human papilloma virus (Hpv), sono escrescenze della pelle nell’area ano-genitale. La diagnosi si basa sull’osservazione clinica e si trattano con varie terapie. La vaccinazione è un elemento chiave della prevenzione.

Infezione da Hiv: sintomi e cura

Causata da Human Immunodeficiency Virus, può rimanere asintomatica per anni. La diagnosi si effettua tramite test HIV e si cura con terapie antiretrovirali. La prevenzione include l’uso del preservativo e test regolari.

Epatite A, B, C

Causate da virus dell’epatite, possono essere asintomatiche o causare sintomi come febbre, nausea e colorito giallastro della pelle. La diagnosi si effettua tramite test sul sangue e la prevenzione include vaccinazioni e norme igieniche.

Mpox

Causata da Monkeypox virus, si trasmette per contatto diretto con fluidi corporei o lesioni. I sintomi includono febbre e manifestazioni cutanee. La diagnosi si effettua tramite test specifici e la prevenzione include l’uso del preservativo e vaccinazioni

“La loro vasta diffusione – scrivono i ricercatori nel Vademecum per la prevenzione delle Ist -, la sintomatologia fastidiosa, l’alta percentuale di persone infettate ma senza sintomi apparenti, le gravi conseguenze a medio-lungo termine, il rischio di tumori o sterilità, la vergogna e l’imbarazzo di chi ne è affetto (e preferisce ignorare o disinteressarsi alla malattia), il profondo coinvolgimento emotivo del paziente che vive un momento di particolare fragilità legato a problematiche di salute che riguardano la sfera più intima: tutti questi sono aspetti preoccupanti che devono indurci ad abbattere il silenzio che circonda le IST per proporre invece finalmente un approccio sereno e moderno alla salute sessuale, rivolto a tutti i cittadini”.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Genitorialità, l’impegno dei privati: Haleon a supporto...

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Il mondo imprenditoriale e privato accoglie le istanze della società, con particolare riguardo al tema della genitorialità. È il caso di Haleon, azienda leader mondiale nel settore del Consumer Healthcare, con marchi che raccolgono la fiducia di milioni di persone in tutto il mondo e che offre una migliore salute quotidiana, con umanità.

L’azienda è stata premiata il 17 ottobre al CeoForLife Awards 2024 presso la CeoforLife Clubhouse di Piazza Monte Citorio 116. Questo evento nazionale celebra i leader aziendali che adottano strategie e pratiche sostenibili. La giornata ha segnato la conclusione della settimana dedicata all’impatto sociale, con la presentazione della Task Force Nazionale sull’Educazione Finanziaria.

“Sono davvero orgogliosa di questo grande riconoscimento – ha commentato Elsa Martignoni, Southern Europe Marketing Director di Haleon, società premiata nell’ambito del CeoForLife Awards -. che dimostra, in maniera tangibile, il nostro impegno in Haleon nel promuovere la salute e il benessere delle persone, con un’attenzione particolare alle donne. Questa iniziativa lanciata da Haleon e Multicentrum in occasione della Festa della Mamma, il 12 maggio 2024, mette in primo piano la salute e il benessere delle neomamme nel periodo post-parto, spesso trascurati a favore del neonato, ma essenziali per il benessere di entrambi. “Anche tu hai bisogno di amore mamma” é un progetto olistico pensato a supportare le mamme a 360° e che vede coinvolti i nostri prodotti Multicentrum dedicati al post-parto, gli operatori sanitari (ginecologi ed ostetriche in primis) e un partner di eccezione Fondazione Onda, con l’obiettivo non solo a migliorare la salute fisica, attraverso l’integrazione multivitaminica, ma anche a supportare emotivamente e socialmente le neomamme, creando un vero e proprio ecosistema di aiuto. Un ruolo centrale in questo progetto è riservato anche alle neomamme di Haleon che da oggi possono entrare a far parte del nostro programma “Maternity Journey” che le accompagna dalla gravidanza fino al rientro al lavoro, favorendo un equilibrio tra vita privata e professionale. Ringrazio CeoforLifeper aver premiato questo progetto e i colleghi in Haleon che hanno creduto in questa iniziativa e si sono impegnati con passione per farlo diventare realtà.”

Il premio CeoforLife ad Haleon

Giordano Fatali, presidente e fondatore di CeoforLife ha aperto i lavori dell’evento, seguito da interviste istituzionali a Ettore Rosato, Componente XIII Commissione Agricoltura e a Luigi Marattin, Membro della Camera dei Deputati. La Task Force, presentata da vari esperti del settore, mira a promuovere una cultura finanziaria diffusa, fondamentale per la crescita economica e il benessere delle persone.

La mattinata è proseguita con una tavola rotonda e la presentazione di un report da parte dell’onorevole Lia Quartapelle, che ha discusso l’estensione del congedo di paternità obbligatorio. Insieme alle aziende del Network CeoforLife Hrc Group, del Presidente Giordano Fatali sono stati presentati i risultati di quanto emerso dall’indagine sulle organizzazioni. E a prendere parte all’evento, insieme a Paolo Pinzoni, Vodafone e Anna Vicinanza, PhD Student, Tortuga, anche Ivo Tarantino, Southern Europe Corporate Affairs Director di Haleon.

Un congedo di oltre 6 settimane a supporto della genitorialità

Nel panel al quale ha partecipato anche l’Onorevole Lia Quartapelle, sull’estensione del congedo di paternità, l’azienda ha avuto occasione di presentare la policy ‘Fully Equal Parental Leave’.

“Sono orgoglioso di aver rappresentato Haleon al panel Social Impact di CeoforLife, dove abbiamo discusso temi cruciali per il futuro del nostro Paese e delle sue politiche sociali – ha dichiarato Ivo Tarantino, Southern Europe Corporate Affairs Director di Haleon-. Durante la presentazione del Report “Verso una genitorialità condivisa” di Tortuga Think-tank, ho avuto l’onore di confrontarmi con l’Onorevole Lia Quartapelle, Giordano Fatali (CeofroLife), Anna Vicinanza (Tortuga) e Paolo Pinzoni (Vodafone). Un particolare riconoscimento va all’Ononorevole Quartapelle e all’Onorevole Cristina Rossello per il loro impegno nel portare avanti la proposta di legge sull’estensione del congedo di paternità obbligatorio, un passo fondamentale verso l’uguaglianza per tutti i lavoratori italiani”.

“In Haleon – ha proseguito Tarantino – crediamo fortemente e investiamo in questi valori. Per questo, nel 2023 abbiamo introdotto la Fully Equal Parental Leave: 26 settimane di permesso retribuito al 100% per mamme e papà, da fruire nel primo anno dall’arrivo di un bambino in famiglia. Un impegno concreto verso l’equità e il benessere di tutte le nostre persone”.

Il congedo parentale retribuito di 26 settimane disponibile per tutti i dipendenti, indipendentemente da genere o orientamento affettivo può essere usufruito contemporaneamente da entrambi i genitori se lavorano per Haleon, migliorando così la gestione dei primi momenti della genitorialità rispetto alle leggi attuali che prevedono il congedo in alternanza.

L’azienda, con circa 1.000 dipendenti in Italia, integra quanto a carico dell’Inps per garantire il 100% dello stipendio. Il congedo, attivo da gennaio 2023, può essere utilizzato in unica soluzione o frazionato. Beatrice Sandri, Hr Director Southern Europe di Haleon, ha sottolineato che questa policy promuove un ambiente di lavoro inclusivo e mira a sostenere il reddito e la distribuzione del carico di lavoro per la cura dei figli all’interno della coppia. Haleon, in questa direzione, ha anche esteso l’Employees Assistance Program, offrendo supporto psicologico, legale e fiscale ai dipendenti, disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

“Vogliamo essere protagonisti del cambiamento, guidando iniziative che generano un impatto positivo e duraturo per le persone e le comunità in cui operiamo, collaborando con le istituzioni e gli stakeholder per contribuire allo sviluppo economico e sociale del Paese”, ha concluso Tarantino.

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Nascite in caduta libera, il calo demografico in Italia non...

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L’Italia si trova di fronte a una crisi demografica senza precedenti, con le nascite che continuano a calare anno dopo anno. Secondo i dati diffusi dall’Istat, nel 2023 sono nati 379.890 bambini, segnando una riduzione del 3,4% rispetto all’anno precedente e una diminuzione complessiva del 34,1% rispetto al 2008, quando si registrarono oltre 576mila nascite. Questo nuovo minimo storico rappresenta l’ennesima conferma di una tendenza ormai decennale, che sembra inarrestabile. I dati provvisori relativi ai primi sette mesi del 2024 indicano che la discesa non si fermerà, con 4.600 nascite in meno rispetto allo stesso periodo del 2023, un calo del 2,1%. Il tasso di fecondità continua a scendere, con una media di 1,20 figli per donna nel 2023, un livello ben al di sotto del tasso di sostituzione generazionale di 2,1 figli per donna. Per comprendere la portata di questo fenomeno, basta confrontare i numeri: per ogni 1.000 residenti, nel 2023 sono nati solo sei bambini, un dato che riflette un’inversione di tendenza che sembra ormai cronica.

La natalità è un indicatore demografico che parla della salute di un Paese, non solo dal punto di vista sociale ma anche economico. La diminuzione dei nati vivi è sintomatica di una serie di cambiamenti strutturali nella popolazione italiana, in cui convergono fattori economici, culturali e sociali. Tra i più significativi, spicca il cambiamento nella composizione della popolazione femminile in età fertile, che si riduce progressivamente. Le donne nate durante il baby-boom, ossia tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, hanno ormai superato i 49 anni, soglia convenzionale della fine dell’età fertile. Chi oggi è ancora in età riproduttiva appartiene perlopiù al baby-bust, il periodo che ha visto la fecondità scendere al minimo storico di 1,19 figli per donna.

Ma ciò che colpisce maggiormente è la quasi totale responsabilità del calo attribuibile alle nascite da coppie italiane, che costituiscono oltre i tre quarti del totale. Nel 2023, i nati da genitori italiani sono stati 298.948, in calo del 3,9% rispetto al 2022 e del 37,7% rispetto al 2008. Un dato impressionante che evidenzia un fenomeno ormai strutturale: il tasso di natalità tra gli italiani è in caduta libera e non accenna a riprendersi. Se nel 2012 le nascite da coppie con almeno un genitore straniero rappresentavano un pilastro di stabilità per la natalità complessiva, oggi anche queste registrano un calo significativo (-25,1% dal 2012).

Le ragioni dietro il calo demografico

L’Italia si trova di fronte a una complessa rete di motivi che spiegano questa spirale discendente. In primo luogo, il contesto socioeconomico influisce profondamente sulle scelte riproduttive. La precarietà lavorativa, le difficoltà ad accedere al mercato abitativo e la crescente incertezza legata al futuro spingono molte coppie a rinviare, o addirittura a rinunciare, al progetto di avere figli. Nel 2023, il numero medio di figli per donna è sceso a 1,20, in flessione rispetto al 2022 e vicino al record negativo del 1995. A pesare, inoltre, sono i mutamenti nei modelli di formazione familiare: l’età media al primo figlio si è progressivamente alzata, con sempre più donne che posticipano la maternità, e le famiglie con più di un figlio sono diventate una rarità.

Un altro aspetto da considerare è l’evoluzione dei ruoli familiari e l’emancipazione delle donne. Se da un lato il tasso di occupazione femminile è cresciuto, dall’altro si assiste a una riduzione della propensione ad avere figli, spesso percepiti come un ostacolo alla carriera professionale. Le misure di conciliazione tra lavoro e vita privata risultano ancora insufficienti per sostenere le madri lavoratrici, soprattutto in un Paese in cui i servizi per l’infanzia, come asili nido, sono carenti o inaccessibili per molte famiglie.

Il calo delle nascite ha profonde conseguenze sul tessuto sociale ed economico italiano. Da un lato, la popolazione si invecchia progressivamente, mettendo a dura prova il sistema pensionistico e i servizi sanitari. Un Paese che invecchia più rapidamente di quanto nasca rischia di trovarsi senza sufficienti risorse umane per sostenere la sua economia, con un rapporto tra popolazione attiva e pensionati che si fa sempre più sbilanciato. Le previsioni demografiche indicano che, se non si invertirà la rotta, nel 2050 l’Italia potrebbe avere una delle popolazioni più anziane del mondo.

Il fenomeno della denatalità è distribuito in modo disomogeneo sul territorio nazionale. Nel Mezzogiorno, nonostante una lieve ripresa negli ultimi anni, il tasso di natalità rimane più basso rispetto al Nord e al Centro, dove l’emergenza è ormai consolidata. Al contrario, la Provincia autonoma di Bolzano continua a registrare il primato di fecondità in Italia, con un tasso di 1,56 figli per donna, pur in calo rispetto agli anni precedenti. La Sardegna, invece, segna il record negativo, con un tasso di fecondità sceso ulteriormente allo 0,91, un dato che evidenzia l’estremo disincanto dei giovani sardi rispetto alla prospettiva di formare una famiglia.

Come cambia la natalità

L’analisi dei dati Istat rivela anche una marcata differenza tra le nascite da genitori italiani e stranieri. Le coppie italiane rappresentano oltre i tre quarti delle nascite totali, ma sono anche quelle che hanno subito il maggior calo. Nel 2023, i nati da genitori entrambi italiani sono stati 298.948, circa 12mila in meno rispetto all’anno precedente e ben 181mila in meno rispetto al 2008. Anche le nascite da coppie miste e da genitori entrambi stranieri sono in calo, ma in misura più contenuta.

Questo fenomeno segnala un cambiamento rispetto agli anni precedenti, quando l’aumento delle nascite da donne straniere aveva contribuito a mantenere stabili i numeri della natalità. Oggi, anche queste famiglie sembrano risentire delle stesse difficoltà economiche e sociali che colpiscono le coppie italiane, con una fecondità che si è ridotta progressivamente dal 2,31 figli per donna nel 2010 a 1,79 nel 2023.

Uno degli aspetti più critici del calo demografico riguarda la difficoltà, per molte coppie, di avere un secondo figlio. Il tasso di fecondità di 1,20 figli per donna evidenzia come molte famiglie si fermino al primo figlio, e questo fenomeno non accenna a diminuire. Nel 2023, i secondi figli sono diminuiti del 4,5%, e quelli di ordine successivo sono scesi dell’1,7%. Tra le ragioni di questo stallo c’è l’allungarsi dei tempi per raggiungere una stabilità economica, un lavoro sicuro e un’abitazione adeguata, fattori che spesso portano le coppie a rinviare o addirittura a rinunciare a un ulteriore figlio.

Non è solo una questione di economia, però. Vi sono anche fattori culturali e psicologici che incidono profondamente sul comportamento riproduttivo. Le giovani generazioni sono più inclini a privilegiare percorsi di realizzazione personale e professionale, mettendo in secondo piano il progetto familiare. Il matrimonio, ad esempio, non è più percepito come una condizione necessaria per avere figli: il 42,4% delle nascite nel 2023 è avvenuto al di fuori del matrimonio, un dato che continua a crescere di anno in anno. Tale tendenza è particolarmente evidente tra i giovani, con il 61,8% delle madri under 24 che ha figli fuori dal matrimonio. Questo fenomeno è più marcato nel Centro Italia, dove la percentuale di nascite more uxorio raggiunge il 49,4%, con picchi significativi in regioni come Umbria e Lazio.

La distribuzione territoriale del fenomeno è comunque ampia. Mentre al Nord la tendenza si attesta intorno al 42,7%, il Mezzogiorno, tradizionalmente più legato ai valori del matrimonio, sta lentamente riducendo il divario con le altre aree del Paese. Sardegna e Basilicata rappresentano gli estremi opposti del fenomeno, con il record del 55% di nascite fuori dal matrimonio nella prima e appena il 29,6% nella seconda.

Il quadro che emerge dai dati Istat è quello di un Paese che sembra incapace di invertire la rotta della denatalità. La riduzione delle nascite è ormai strutturale e coinvolge tutte le componenti della società, dalle coppie italiane a quelle straniere, dal Nord al Sud. La fecondità continua a scendere, e le previsioni per il 2024 non sembrano offrire segnali di ripresa.

Quali soluzioni possono essere messe in campo per arrestare questo declino demografico? Gli esperti suggeriscono che servano politiche di lungo respiro che incentivino la natalità attraverso un sostegno concreto alle famiglie, investimenti in servizi per l’infanzia, flessibilità lavorativa e accesso alla casa. Ma non è solo una questione economica: è necessario anche un cambiamento culturale, che riporti al centro della società il valore della genitorialità e della famiglia.

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Afghanistan, stop alle immagini degli esseri viventi sui...

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Di peggio in peggio. Nell’Afghanistan dei talebani i media non potranno più pubblicare immagini di esseri viventi, compresi gli animali. Back to the future, potremmo dire, ovvero si ritorna al 1996 con una restrizione che proietta ulteriormente il Paese in un mondo cupo privo delle libertà più elementari.

Il nuovo provvedimento, che segue altri che hanno ristretto i diritti in primis delle donne ma che in generale stanno ripristinando una società basata su proibizioni e paura, è stato annunciato dal portavoce del Ministero per la Promozione delle Virtù e la Prevenzione del Vizio, Saiful Islam Khyber.

Secondo quanto detto, il divieto “si applica in tutto l’Afghanistan e verrà implementato gradualmente”. E dovranno essere le autorità talebane a “convincere i cittadini” che pubblicare immagini di esseri viventi è contrario all’Islam e dunque deve essere evitato. Il portavoce ha poi aggiunto che “non c’è posto per la coercizione nell’implementazione della legge”. Ma la precisazione rassicura poco.

Un’interpretazione particolarmente radicale della Sharia

Questo nuovo divieto si riallaccia a quello previsto durante il primo periodo in cui i talebani sono stati al potere nel Paese (1996-2001) – durante il quale si è arrivati a cancellare gli occhi dei pesci dai menù dei ristoranti. E affonda le radici in un principio islamico secondo cui è vietato rappresentare Dio e per estensione qualsiasi essere vivente, altrimenti si incorre nel peccato di idolatria. E trova giustificazione anche nel concetto secondo cui la raffigurazione degli esseri viventi sostituisce il potere creativo che spetta solo a Dio. Non a caso l’arte islamica raramente prevede delle immagini, ma va anche detto che nel Corano non c’è un divieto esplicito in tal senso, e soprattutto estendere la proibizione ai media è un’interpretazione particolarmente radicale della Sharia.

Questa visione ristretta ha già avuto applicazione. E’ impossibile non ricordare nel 2001 la distruzione delle due gigantesche statue del Buddha scolpite in una parete rocciosa della Valle di Bamiyan. Un fattaccio descritto dal fotografo Steve McCurry, come ripreso nel libro ‘Il mondo di Steve McCurry’ di Gianni Riotta, così: “La vallata era dominata da una sensazione di vuoto, di vertigine, scomparsa la magia che emanava dall’alto. I due Buddha che avevano protetto per secoli il panorama erano stati cancellati, guardavi le due vuote caverne con angoscia”.

Ma tornando all’oggi, le conseguenze non sono solo la distruzione del patrimonio culturale e il senso di vuoto e perdita.

Un altro laccio alla stampa

Il risultato di questo nuovo divieto sarà quello di rendere ancora più complicato per i giornalisti e i media raccontare l’Afghanistan, cosa che ovviamente ai talebani va benissimo. E questo nonostante abbiano assicurato che i giornalisti potranno continuare a fare il proprio lavoro, secondo quanto riporta Afp.

Il provvedimento, infatti, fa parte della nuova legge sui media che vieta alle emittenti anche di deridere o umiliare l’Islam o contraddire la Sharia. Prevede inoltre che le persone evitino di guardare immagini di esseri viventi sugli smartphone o su altri dispositivi, ma va notato amaramente che i funzionari talebani almeno al momento stanno continuando a pubblicare regolarmente foto di persone sui propri account social.

“Finora, per quanto riguarda gli articoli della legge relativi ai media, ci sono sforzi in corso in molte province per implementarla, ma non è iniziata ovunque”, ha sottolineato il portavoce del Minostero, spiegando che “i lavori sono iniziati” nella storica roccaforte del movimento, Kandahar, e nella vicina provincia di Helmand.

Diversi giornalisti di Kandahar hanno riferito di non aver ricevuto alcuna comunicazione né di essere stati fermati dalla ‘polizia morale’ per aver scattato foto e video. Domenica invece nella provincia centrale di Ghazni funzionari del Ministero per la Promozione della virtù e la Prevenzione del vizio hanno convocato i giornalisti locali annunciando loro l’inizio dell’attuazione della legge in modo graduale, consigliando ai fotoreporter di scattare foto da più lontano e di filmare meno eventi “per prendere l’abitudine”.

Quando gli studenti coranici hanno ripreso il controllo del Paese, l’Afghanistan contava 8.400 lavoratori nei media. Oggi sono solo 5.100, tra cui 560 donne (tra grosse limitazioni), molti giornali sono stati chiusi e l’Afghanistan è scivolato dal 122mo al 178mo posto su 180 Paesi nella classifica sulla libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere.

Donne invisibilizzate e ammutolite

E non è finita qua: la nuova legge sui media è composta, secondo quanto riportato da Associated Press che ha potuto visionarla, da 114 pagine e 35 articoli su molti e variegati aspetti della vita quotidiana come i trasporti pubblici, la musica e le celebrazioni.

Aspettiamoci dunque ulteriori proibizioni, che andranno a sommarsi a tutte le limitazioni imposte anche con la forza dai talebani da quando sono tornati al potere nell’agosto 2021.
Soggetti preferiti: le donne, alle quali negli ultimi tre anni è stato vietato di apparire in pubblico da sole, di viaggiare per più di 72 chilometri senza un accompagnatore maschio, di parlare, salutare, cantare in pubblico perché la loro voce è una cosa ‘intima’, di leggere testi sacri fuori dalla propria abitazione. Ancora: non possono andare dal parrucchiere o nei centri estetici, sopra i 12 anni non possono più studiare, e tanto meno è consentito loro lavorare. Nelle poche occasioni in cui, mute e accompagnate da un uomo di famiglia, possono ancora mettere piede fuori di casa devono coprirsi completamente con un burqa o un’abaya con niqāb, lasciando scoperti, sebbene velati, solo gli occhi. E se per caso riuscissero a commettere adulterio, i talebani per loro hanno ripristinano la lapidazione.

Una situazione che ha condotto la Corte di giustizia europea (Cgue) ad emettere nei giorni scorsi una sentenza secondo cui le donne afghane hanno diritto di asilo negli Stati membri dell’Unione europea senza bisogno di accertamenti o controlli, perché ai loro danni, nel Paese, si verificano veri e propri atti di persecuzione.

Nemmeno gli uomini ridono

Se le donne vivono una situazione drammatica, nemmeno gli uomini ridono: secondo i dati della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama), dal 2021 al 2022 nel Paese sono stati frustati pubblicamente almeno 307 uomini, 80 donne e 4 bambini (da 30 a 100 colpi) e due persone sono state lapidate. Le loro colpe? Adulterio, fuga da casa, omosessualità, consumo di alcol, frode e traffico di droga.

Nel 2022 nella capitale Kabul molti uomini sono stati percossi per essersi tagliati troppo la barba, per non essere andati in moschea il venerdì o per aver ascoltato musica in automobile. Esiste infatti il divieto della riproduzione musicale.

Questa la situazione. Intanto, mentre i talebani pensano a cos’altro è vietato dalla legge coranica, il Paese sprofonda (anche) in una gravissima crisi umanitaria.

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Edens Zero: l’universo di Hiro Mashima su console e...

Il titolo, previsto per PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC nel corso del 2025, ci permetterà di vestire i...

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Genitorialità, l’impegno dei privati: Haleon a supporto...

Il mondo imprenditoriale e privato accoglie le istanze della società, con particolare riguardo al tema della genitorialità. È il caso...

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L’Italia si trova di fronte a una crisi demografica senza precedenti, con le nascite che continuano a calare anno dopo...

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Ict, tutte le sfide del big-tech in nuova edizione...

Si svolgerà a Torino il 22 ottobre nella prestigiosa cornice del Museo Nazionale del Cinema Intelligenza artificiale e realtà virtuale...

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"Preoccuopazione per dazi americani su alluminio" “Continuare a ignorare i tre pilastri fondamentali della transizione - neutralità tecnologica, oggettività scientifica...

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Flavia sparita a Pontedera, nessuna traccia: spunta anche...

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I dati glicemici dal sistema FreeStyle Libre saranno scaricati nella cartella clinica informatizzata dei servizi di diabetologia E' stato siglato...

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Migliaia di sfollati e una vittima per il maltempo in Emilia Romagna. Prevista per oggi, lunedì 21 ottobre, l'allerta meteo...

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Gianni Furio: “Concordato preventivo biennale, grande...

Il Dottore Commercialista di Mola di Bari evidenzia la positività della proposta dell’amministrazione finanziaria: per attuarla pienamente fondamentale posticipare la...