Russia, la moglie di Navalny sfida Putin: “Mi candiderò alle presidenziali”
Nel lanciare Patriot, il libro di memorie che suo marito stava scrivendo prima di morire, Yulia Navalnaya ha ribadito i suoi piani di continuare la sua lotta per la democrazia
La moglie di Alexei Navalny, Yulia Navalnaya punta a diventare prossimo presidente della Russia. Lo ha annunciato lei stessa in un’intervista alla Bbc. Nel lanciare Patriot, il libro di memorie che suo marito stava scrivendo prima di morire, Yulia ha ribadito di voler continuare a lottare per la democrazia. Quando sarà il momento giusto, "parteciperò alle elezioni come candidata. Il mio avversario politico è Vladimir Putin. E farò di tutto per far cadere il suo regime il prima possibile”, ha detto la vedova del defunto leader dell’opposizione russa.
Navalnaya, attualmente in esilio, sa che rischia l'arresto se torna a casa mentre Putin è ancora al potere, ma non ha abbandonato il piano, condiviso con suo marito, di lottare per la democrazia in Russia e continua a credere che ci sarà la possibilità di tenere elezioni libere e giuste.
Navalny è stato avvelenato con l'agente nervino Novichok nel 2020. Fu trasportato in Germania per cure e la cancelliera tedesca Angela Merkel tedesco pretese risposte dal regime di Putin. Mentre era in convalescenza, iniziò a scrivere le sue memorie.
Alexei e Yulia sono tornati in Russia nel gennaio 2021, dove lui è stato arrestato dopo l'atterraggio. Molti si chiedono perché siano tornati. "Non poteva esserci alcuna discussione. Dovevi solo sostenerlo. Sapevo che voleva tornare in Russia. Sapevo che voleva stare con i suoi sostenitori, voleva essere un esempio per tutte queste persone con il suo coraggio e la sua audacia per mostrare alla gente che non c'è bisogno di avere paura di questo dittatore. Non ho mai lasciato che il mio cervello pensasse che potesse essere ucciso... abbiamo vissuto questa vita per decenni e si tratta di condividere queste difficoltà, di condividere queste opinioni. Di sostenerlo", ha raccontato.
Dopo la sua incarcerazione, Navalny ha continuato il suo libro con annotazioni di appunti, post sui social media e diari di prigione, pubblicati per la prima volta. Parte dei suoi scritti è stata confiscata dalle autorità carcerarie.
Navalny ha trascorso 295 giorni in isolamento. "Di solito, la prassi normale è l'esilio per sole due settimane ed è la punizione più severa. Mio marito ci ha trascorso quasi un anno", ha detto Yulia, aggiungendo che le è stato impedito di visitare o parlare con il marito per due anni prima che morisse. Alexei è stato torturato, lasciato a digiuno e tenuto in "condizioni orribili", ha raccontato.
Navalny è morto lo scorso 16 febbraio in un carcere russo in Siberia, in circostanze tuttora poco chiare. I russi sostengono che il decesso sia stato per cause naturali. Yulia ritiene che il presidente Putin abbia ordinato l'omicidio, ma afferma di non aver mai temuto che lui potesse essere davvero distrutto dal regime. "Sono assolutamente convinta che sia questo il motivo per cui alla fine hanno deciso di ucciderlo. Perché hanno capito che non si sarebbe mai arreso".
Anche il giorno prima di morire, quando è comparso in tribunale, Navalny fu filmato mentre scherzava con il giudice. Secondo Yulia la risata era il suo "superpotere". "Lui rideva davvero, veramente di questo regime e di Vladimir Putin. Ecco perché Vladimir Putin lo odiava così tanto".
Esteri
Putin giovedì incontra il segretario Onu Guterres, prima...
Il faccia a faccia si terrà a margine del vertice dei Brics. Previsti anche gli incontri del capo del Cremlino con il presidente cinese Xi, l'iraniano Pezeshkian e il leader palestinese Abbas
Il Cremlino ha annunciato un incontro giovedì tra Vladimir Putin e il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres a margine del vertice dei Brics. L'incontro, reso noto dal consigliere presidenziale Yury Ushakov in un briefing con la stampa a Mosca, sarà il primo in Russia da quello dell'aprile 2022 dopo l'inizio dell'offensiva in Ucraina.
Al termine del vertice dei Brics a Kazan, “ci saranno sette incontri bilaterali”, tra cui uno “con il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres”, ha dichiarato Ushakov, aggiungendo che Putin incontrerà anche il presidente indiano Narendra Modi e il cinese XI Jinping il 22 ottobre, l'iraniano Pezeshkian e il turco Erdogan il 23, e infine anche il palestinese Mahmoud Abbas il 24.
Esteri
Navalny, ecco il libro di memorie: sono uscite di nascosto...
Domani esce Patriot, in 22 lingue diverse (in Italia da Mondadori), incluso il russo
Le memorie di Aleksei Navalny, ricomposte dopo la sua morte con l'aiuto di Yulia Navalnaya, la vedova che porta avanti la sua battaglia politica contro il regime, saranno pubblicate domani: esce Patriot, in 22 lingue diverse (in Italia da Mondadori), incluso il russo.
Per anni l'oppositore, morto in carcere il 16 febbraio 2024, aveva in animo di scrivere la sua storia. Ha iniziato a farlo durante la convalescenza in Germania, dopo la sua uscita dal coma, in seguito all'avvelenamento con il Novichok nell'agosto del 2020. Ha continuato a scrivere in prigione, sulle pagine di taccuini, diari, e post sui social media, ingegnandosi per far uscire di nascosto queste pagine.
Lo stesso fece in epoca sovietico Eduard Kuznecov che era stato condannato a morte per tradimento nel giugno del 1970, una pena poi commutata in 15 anni di carcere. I diari vennero scritti da Kuznecov con grafia minuscola su carta cerata trafugata dall'officina in cui lavorava nel campo di prigionia in Monrovia, carta usata per avvolgere i trasformatori elettrici che vi si producevano. Nel 1972 una donna rimasta senza nome aveva lasciato un rotolo di carta delle dimensioni di un dito l'attivista Elena Bonner. Che li fa trascrivere in grafia leggibile. E poi li fa arrivare in Occidente. Vengono pubblicati nel 1973 in Italia (dove sono stati ripubblicati di recente da Guerini e Associati) e in Francia. Uno smacco per il Kgb.
Alcuni fogli scritti da Navalny erano stati confiscati dalle autorità carcerarie, ammette Yulia in una intervista alla Bbc. Ma non tutti. "Aleksei era molto intelligente, intelligente, molto inventivo", sottolinea Yulia in una intervista alla Cbs.
"Mi ero inventato una operazione interamente clandestina per imbrogliare le guardie: comprendeva la sostituzione di taccuini identici. E in seguito, in tribunale, ero in grado di passare materialmente gli articoli a qualcuno", racconta Aleksei. "Era molto difficile. Questa è la ragione per cui abbiamo pagine del primo anno (di carcere, ndr), molto meno del secondo e niente del terzo anno perché era impossibile", precisa Yulia.
"Patriot" - un libro di quasi 500 pagine - inizia con il racconto del collasso sull'aereo che da Tomsk avrebbe dovuto portarlo a Mosca. "Morire non fa davvero male", l'incipit anticipato dal New York Times.
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Esteri
Moldova, passa di margine referendum su adesione...
Con un margine ridotto, la Moldova ha votato 'Sì' all'iscrizione nella Costituzione del percorso per l'adesione all'Unione europea. Secondo la presidente in carica filo-europea Maia Sandu, il voto è stato caratterizzato da un "attacco senza precedenti alla democrazia", riferendosi alle diffuse accuse secondo cui la Russia avrebbe pagato le persone per votare in un certo modo, accuse che Mosca nega.
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