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Benessere psicologico, Santamaria: “Per me il teatro è stato fondamentale”

'Il palcoscenico permette di esprimersi, è uno spazio protetto in cui si può essere ciò che si vuole senza essere giudicati'

Claudio Santamaria

"Se parliamo del legame tra la recitazione e il benessere psichico, per esperienza personale posso dire che a me il teatro ha dato tantissimo da questo punto di vista perché mi ha insegnato ad esprimere cose che non riuscivo a esternare, e quindi per questi ragazzi è fondamentale. Se per me è stato importante per loro è vitale, quindi c'è bisogno davvero di sostenerli, di incoraggiarli e far loro capire che intorno c'è un mondo che magari non li comprende fino in fondo ma dà loro la possibilità di esprimersi, di esprimere quello che sono". Così l'attore Claudio Santamaria in occasione dello spettacolo 'Pinocchio: una favola alla rovescia', a cura della Compagnia stabile del Teatro Patologico, fondata e diretta da Dario D’Ambrosi e composta da attori con disabilità fisiche e psichiche, in programma oggi e domani al Teatro Parioli per promuovere il dialogo sul diritto alla salute e ad una socialità inclusiva.

L’evento, nato da un’idea del senatore Antonio Guidi, neuropsichiatra, membro della commissione Affari sociali-Sanità, è realizzato grazie al contributo non condizionato di Lundbeck Italia e ha il patrocinio di Senato, ministero della Salute, Iss, del Consiglio Nazionale Giovani e di Tor Vergata.

"Il teatro dà questa grande possibilità - sottolinea Santamaria - perché è uno spazio protetto in cui si può essere ciò che si vuole e in cui non si viene giudicati. L'arte ha sempre raccontato la fragilità in questo mondo competitivo in cui si sgomita per emergere e apparire a tutti i costi". La "fragilità a volte rischia di essere schiacciata, invece noi dobbiamo sostenere e proteggere questa fragilità perché alla base di tutta la poesia e l'arte c'è sempre una grande sensibilità e una grande fragilità" conclude.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Cronaca

Sanità, liste attesa ‘lumaca’: per esame o...

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L'indagine di Cittadinanzattiva: fino a 480 giorni per una visita oncologica, 526 per un ecodoppler. Schillaci: "Invertire rotta"

Una visita medica - (Fotogramma)

La cura contro le liste d'attesa non decolla e i tempi per prenotare un esame o una visita si allungano. E' il quadro che emerge dal terzo Rapporto civico sulla salute, presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva al ministero della Salute, con i dati relativi a 24.043 segnalazioni dei cittadini nel 2023 (in crescita di 9.971 rispetto all’anno precedente).

Tempi attesa più lunghi

Tra i tempi d'attesa indicati dai cittadini spiccano "468 giorni per una prima visita oculistica in classe P (programmabile, da eseguire entro 120 giorni); 480 per una visita di controllo oncologica in classe non determinata; 300 giorni per una visita oculistica di controllo in classe B (breve da erogare entro 10 giorni); 526 giorni per un ecodoppler tronchi sovraaortici in classe P (programmabile, da erogare entro 120 giorni); 437 giorni per un intervento di protesi d’anca in classe D (entro 12 mesi), 159 giorni per un intervento per tumore alla prostata in classe B (entro 30 giorni)".

“Rivendichiamo per la sanità pubblica risorse maggiori e continuative, dopo che per anni essa è stata considerata una specie di salvadanaio a cui attingere per tappare i buchi di bilancio del nostro Paese, impoverita e desertificata, ma allo stesso tempo dobbiamo chiederci in che modo sono impiegate le risorse, visto che i Livelli essenziali di assistenza non sono ancora mai stati aggiornati, dal 2008 non si propone al Parlamento un Piano sanitario nazionale, e visto che sono state di recente approvate riforme pur significative, come quella sulla non autosufficienza degli anziani, senza investimenti e senza un Patto di corresponsabilità fra Stato centrale e Regioni", ha rimarcato Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva.

"Difficoltà con il proprio medico di famiglia o pediatra di libera scelta"

"Le segnalazioni dei cittadini nell’ambito delle cure primarie (14,2% delle 24.043 totali) ci raccontano di difficoltà con il proprio medico di famiglia o pediatra di libera scelta (47,1%), a causa dello scarso tempo a disposizione o di un deficit nelle informazioni che vengono fornite ai cittadini. Ricorrono le segnalazioni di chi non riceve un appuntamento in tempi ritenuti “congrui” oppure lamenta visite troppo brevi nelle quali non riesce a riferire tutti i propri problemi al medico. Mentre le criticità relative all’assistenza sanitaria di prossimità (11,1% delle 24.043 segnalazioni complessive) riguardano principalmente le strutture presenti sul territorio che dovrebbero attivarsi per una presa in carico integrata dei pazienti".

Secondo Cittadinanzattiva, "le auspicate ricadute positive degli investimenti sui territori legati al Pnrr e la Riforma dell’assistenza territoriale (Dm 77/2022) tardano ad arrivare e i cittadini, anche nel 2023, hanno lamentato molte criticità legate all’assistenza sanitaria di prossimità che di fatto anziché 'prossima' sembra essere sempre più 'distante' dalle loro esigenze".

4,5 milioni italiani rinunciano a cure anche per liste attesa

"Rispetto al 2019, la quota di rinuncia causata dai tempi di attesa quasi raddoppia (era 2,8%), mentre si riallinea la rinuncia alle prestazioni per motivi economici (era infatti 4,3%)", avverte l'indagine. "La quota delle persone che hanno dovuto fare a meno delle cure ammonta al 7,6% dell’intera popolazione nel 2023, in aumento rispetto al 7% dell’anno precedente. Con 372mila persone in più, si raggiunge un contingente di circa 4,5 mln di cittadini che hanno dovuto rinunciare a visite o accertamenti per problemi economici, di liste di attesa o di difficoltà di accesso, anche territoriale".

Secondo Cittadinanzattiva, "la quota della rinuncia alle prestazioni sanitarie cresce, ovviamente, con l'aumentare dell’età: nel 2023, partendo dall’1,3% rilevato tra i bambini fino ai 13 anni, la quota mostra un picco nell’età adulta tra i 55-59enni, dove raggiunge l’11,1%, per restare elevata tra gli anziani di 75 anni e più (9,8%). Tuttavia, l’incremento tra il 2022 e il 2023 riguarda solo la popolazione adulta (18-64 anni), che passa dal 7,3% all’8,4%. Si confermano le ben note differenze di genere: la quota di rinuncia è pari al 9,0% tra le donne e al 6,2% tra gli uomini, con un divario che si amplia ulteriormente nell’ultimo anno per l’aumento registrato tra le donne adulte".

Pronto soccorso al collasso, più accessi ma meno operatori

I pronto soccorso rimangono il tallone d'Achille della sanità pubblica. "Un’altra area particolarmente critica è quella dell’assistenza ospedaliera che quest’anno si classifica al terzo posto per percentuale di segnalazioni (13,3% delle 24.043 totali). In questo ambito le difficoltà riguardano in larghissima misura l’Emergenza-urgenza e i pronto soccorso (82,1%). In particolare i cittadini segnalano lunghe attese in chiamata prima di entrare in contatto con l’operatore, sovraffollamento nei pronto soccorso, lunghe ore d’attesa, disorganizzazione nella gestione delle priorità e carenza di personale". Secondo Cittadinanzattiva "è evidente che la carenza di personale, il ritardo nell’impiego dei fondi del Pnrr e la pandemia appena conclusa, hanno ridotto quasi al 'collasso' un settore già di per sé molto critico".

"I dati ufficiali ci confermano che in questa area mancano oltre 4.500 medici e circa 10.000 infermieri, per contro il trend di accesso dei cittadini ai pronto soccorso è di nuovo in aumento dopo il calo determinato dalla pandemia - prosegue l'indagine - I cittadini del nord hanno effettuato sia nel 2019 sia nel 2023 maggiori accessi, in numeri assoluti, rispetto a quelli del centro sud. Ad effettuare un numero davvero elevato di accessi con codice bianco sono i cittadini del Veneto. I nostri dati, come quelli ufficiali, ci confermano che i cittadini attendono molte ore in Ps: si va da una media di 111 minuti per i codici bianchi a 147 per i codici verdi. Faticano a contenere i tempi di permanenza al Ps regioni come la Sardegna (184 minuti) e l’Abruzzo (162 minuti ) per i codici verdi, e sempre Abruzzo (126) e Friuli Venezia Giulia (128) per i codici bianchi".

"Molti cittadini, in particolare in alcune aree del Paese, inoltre, non raggiungono un servizio di emergenza urgenza entro 30 minuti: si parla del 5,8% della popolazione, ossia circa 3,4 milioni di abitanti; la situazione più critica riguarda la popolazione residente in aree interne della Basilicata (32,5%) seguita da quella della provincia di Bolzano (9,16%) e Sardegna (8,44%). Con l’implementazione delle case della comunità, la percentuale di persone che continuerà a non poter raggiungere una struttura di pronto soccorso entro 30 minuti si prevede che diminuirà a 964 mila (1,6% popolazione)", conclude l'indagine.

Schillaci: "Invertire rotta"

Dal report di Cittadinanzattiva "emerge una fotografia sofferente del Ssn. Noi abbiamo un atteggiamento rigoroso e chiediamo uno sforzo per invertire la rotta, ma al centro va rimesso il cittadino". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento alla presentazione del Rapporto civico sulla salute 2024 di Cittadinanzattiva al ministero della Salute.

"Dobbiamo migliorare e avere più soldi per il Ssn, ma serve anche la tracciabilità delle risorse, serve un sistema più efficiente e tappare un serbatoio pieno di buchi che sono anche l'incapacità organizzativa - ha aggiunto - Alcune Regioni per le liste d'attesa non hanno speso neanche i soldi messi dal precedente Governo e da questo".

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Cronaca

Guasto sulla linea ferroviaria Torino-Genova: ritardi e...

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I treni Regionali che transitano sulla tratta interessata potrebbero subire ritardi fino a 30 minuti, oltre a limitazioni di percorso e cancellazioni

Guasto sulla linea ferroviaria Torino-Genova: ritardi e cancellazioni

Dalle 6.43 di questa mattina la circolazione ferroviaria Torino-Genova è rallentata a causa di un guasto sulla linea tra Busalla e Ronco Scrivia. Sul posto sono in corso gli interventi dei tecnici per ripristinare la regolare viabilità ferroviaria. I treni Regionali che transitano sulla tratta interessata potrebbero subire ritardi fino a 30 minuti, oltre a limitazioni di percorso e cancellazioni.

Per aggiornamenti in tempo reale sull'andamento del proprio treno e soluzioni di viaggio alternative, i viaggiatori possono utilizzare il servizio "Cerca Treno" disponibile nelle stazioni.

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Cronaca

Donna uccisa a Gravina, marito si suicida in carcere: aveva...

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Giuseppe Lacarpia era stato fermato lo scorso 6 ottobre con l’accusa di aver prima dato fuoco e poi soffocato la moglie 60enne Maria Arcangela Turturo

Donna uccisa a Gravina, marito si suicida in carcere: aveva dato fuoco e soffocato la moglie

Si è suicidato in carcere a Bari Giuseppe Lacarpia, 65 anni, l'uomo di Gravina in Puglia fermato e poi arrestato poiché accusato di aver ucciso la moglie Maria Arcangela Turturo, per soffocamento dopo aver tentato di dare fuoco all'auto in cui era la vittima. Il fatto accadde nelle prime ore del 6 ottobre scorso.

La ricostruzione

Secondo quanto ricostruito dalla Procura e dalla Polizia di Stato, l'uomo avrebbe tentato di incendiare l'auto, la Fiat Panda di famiglia, a bordo della quale si trovava la donna. Una volta che la vittima, pur ustionata, è riuscita ad abbandonare l'abitacolo, l'avrebbe immobilizzata a terra e si sarebbe messo a cavalcioni su di lei provocando con il peso del suo corpo lesioni che hanno portato alla morte per arresto cardio-circolatorio.

L'uomo, nell'interrogatorio precedente alla disposizione del fermo, aveva detto che si era trattato di un incidente automobilistico e che aveva tentato di rianimare la moglie. La vittima, prima di spirare, ha invece accusato il marito. Alla stessa figlia aveva detto che l'uomo aveva tentato di darle fuoco mentre si trovava in auto. Inoltre a carico dell'uomo ci sono le testimonianze oculari dei tre giovani giunti sul posto e un breve video effettuato da uno di loro.

Dopo il fermo, Lacarpia era stato ricoverato in osservazione cardiologica, a seguito di una caduta dal letto della cella, nel reparto per detenuti del Policlinico di Bari. Poi, dopo qualche giorno, è tornato nel penitenziario. Per questo impedimento non aveva potuto essere presente all'udienza di convalida del fermo. Il gip, in ogni caso, non aveva convalidato il fermo di indiziato di delitto ma contestualmente aveva applicato nei suoi confronti una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nell'interrogatorio dello scorso 14 ottobre, Lacarpia, secondo indiscrezioni, avrebbe riproposto la versione dell'incidente.

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