Stop al software che accede all’email del dipendente, multa di 80mila euro ad azienda
Lo ha stabilito il Garante della Privacy, la sanzione a un'azienda che effettuava i backup durante il rapporto di lavoro
Il datore di lavoro non può accedere alla posta elettronica del dipendente o del collaboratore né utilizzare un software per conservare una copia dei messaggi. Un simile trattamento di dati personali oltre a configurare una violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali, è idoneo a realizzare un'illecita attività di controllo del lavoratore. Lo ha stabilito il Garante Privacy sanzionando una società per 80mila euro.
La decisione del Garante e la multa da 80mila euro all'azienda
Il Garante, si legge nella newsletter, intervenuto a seguito del reclamo presentato da un agente di commercio, ha accertato che la società nel corso del rapporto di collaborazione, attraverso un software, aveva effettuato un backup della posta elettronica, conservando sia i contenuti che i log di accesso alla email e al gestionale aziendale. Le informazioni raccolte erano poi state utilizzate dalla società in un contenzioso.
L’Autorità ha appurato inoltre l’inidoneità e la carenza dell’informativa resa ai lavoratori. Il documento prevedeva infatti la possibilità, per il datore di lavoro, di accedere alla posta elettronica dei propri dipendenti e collaboratori per garantire la continuità dell’attività aziendale, in caso di loro assenza o cessazione del rapporto, senza citare, tra l’altro, l’effettuazione del backup e il relativo tempo di conservazione. Nel definire il procedimento, il Garante ha affermato che la sistematica conservazione delle email - effettuata per un considerevole periodo di tempo (pari a tre anni successivamente alla cessazione del rapporto) – e la sistematica conservazione dei log di accesso alla posta elettronica e al gestionale utilizzato dai lavoratori non erano conformi alla disciplina di protezione dei dati. Tale conservazione infatti risultava non proporzionata e necessaria al conseguimento delle finalità dichiarate dalla Società di garantire la sicurezza della rete informatica e la continuità dell’attività aziendale.
Ciò, inoltre, aveva consentito alla Società di ricostruire, minuziosamente, l’attività del collaboratore, incorrendo così in una forma di controllo vietata dallo Statuto dei lavoratori. Per quanto riguarda infine l’uso dei dati in tribunale, il Garante ricorda che il trattamento effettuato accedendo alla posta elettronica del dipendente per finalità di tutela in ambito giudiziario si riferisce a contenziosi già in atto, non ad ipotesi di tutela astratte e indeterminate come in questo caso. Oltre alla sanzione, l’Autorità ha disposto il divieto di ulteriore trattamento dei dati attraverso il software utilizzato per il backup della posta elettronica.
Lavoro
Nuovo libro di Barilla racconta la pasta per ogni occasione
Un volume di oltre 150 ricette racconta il mondo della pasta in tutte le sue forme, dai classici senza tempo alle creazioni più innovative
Un volume di oltre 150 ricette racconta il mondo della pasta in tutte le sue forme, dai classici senza tempo alle creazioni più innovative: 'The Book of Pasta', pubblicato dall’editore internazionale Phaidon in collaborazione con il Gruppo Barilla, è un omaggio alla pasta e all’esperienza culinaria di Academia Barilla, il prestigioso centro culinario nato nel 2004 e dedicato alla promozione della cucina italiana. Il libro, in vendita a partire da oggi nel circuito dell’editore Phaidon in Italia, non è solo una raccolta di ricette, ma un viaggio nel cuore della tradizione gastronomica italiana, che Barilla promuove da oltre 147 anni. Strutturato in cinque capitoli, il libro offre ricette che spaziano da creazioni contemporanee a classici intramontabili, con oltre 30 formati di pasta e ingredienti e tecniche di preparazione. Dalla leggerezza dei fusilli con melanzane, pomodoro e capperi all’abbondanza delle orecchiette con salsiccia e zucchine, il libro invita cuochi amatoriali e professionisti a scoprire l'incredibile versatilità dell’ingrediente simbolo dell’italianità.
Al centro di questo progetto editoriale c’è l’Academia, un’istituzione del Gruppo di Parma che non si limita a insegnare tecniche di cucina, ma trasmette e custodisce un vero e proprio patrimonio culturale. Situata a Parma, riconosciuta 'Città Creativa per la Gastronomia' dall’Unesco, l'Academia è un luogo di formazione e ricerca dove chef professionisti, appassionati e studiosi del cibo si incontrano per esplorare nuovi orizzonti gastronomici.
“In Academia Barilla crediamo che la pasta sia l’espressione autentica della tradizione gastronomica italiana, capace di unire generazioni e culture diverse attorno alla tavola”, dichiara Ilaria Rossi, responsabile di Academia Barilla. “Il volume riflette questa filosofia, proponendo un viaggio attraverso cinque capitoli che spaziano da piatti semplici e quotidiani a creazioni gourmet. È una celebrazione della versatilità della pasta, della sua storia e del suo ruolo centrale non solo nella Dieta Mediterranea, ma anche nel futuro della gastronomia mondiale”, spiega.
Il libro apre con il capitolo "Riunioni Quotidiane", dedicato a ricette semplici e conviviali da condividere con familiari e amici, come le mini penne con pesto di rucola e le casarecce con acciughe. Il secondo capitolo, "Piatti Gourmet", sperimenta con abbinamenti di sapori intriganti e a volte sorprendenti, con piatti come i fusilloni con gamberi rossi, mango e lamponi. Non mancano i piatti regionali e formati di pasta, tra cui fusilli, farfalle e mafaldine, parte del terzo capitolo dedicato alla creatività.
Il quarto capitolo, "Vivere Bene", combina la pasta con il benessere, proponendo ricette con le varianti integrali, senza glutine e vegane di Barilla, tra cui gli spaghetti di lenticchie rosse e i tortiglioni alla carbonara vegetariana. Il capitolo finale è dedicato agli spaghetti e il loro status iconico nell’immaginario collettivo con ricette come la cacio e pepe e tante altre.
A completare il volume, saggi dettagliati in ciascun capitolo esplorano ogni aspetto della pasta: dalla sua storia e tecniche di produzione agli ingredienti, al ruolo che svolge nel benessere e nella dieta mediterranea, fino ad analizzare i vari formati e le caratteristiche che li rendono unici.
Lavoro
Customer retention è indicatore cruciale per la crescita...
Parla l'esperto Alberto Frisoni, ceo di Sales process Italia
Acquisire un nuovo cliente può costare da cinque a venticinque volte di più rispetto a trattenerne uno già esistente. Inoltre, aumentare la fedeltà della clientela del 5% può far crescere i profitti di un'azienda dal 25% al 95% (Fonte: Harvard Business Review). Questi dati sottolineano l'importanza della customer retention, ovvero l'insieme di attività volte a mantenere i clienti attuali. Ne parla con l'Adnkronos/Labitalia l'esperto Alberto Frisoni, ceo di Sales process Italia. “La ritenzione dei clienti - afferma - è il dato più importante che possiede un’azienda e un requisito fondamentale per garantirle una stabilità duratura. Non sono gli utili o i KPI di marketing i principali indicatori, ma quanti clienti ogni anno continuano a rimanere fedeli. Nessuna campagna pubblicitaria o di acquisizione potrà mai compensare una perdita significativa di clienti. Se la maggior parte se ne va, l'economia aziendale non potrà mai funzionare. Acquisire un nuovo cliente costa sempre di più rispetto a consolidare i rapporti con uno già esistente”.
“Fidelizzare i clienti - spiega - rappresenta anche un vantaggio strategico per attrarre nuovi consumatori. I clienti soddisfatti e fedeli, infatti, diventano ambasciatori del brand, promuovendolo attraverso il passaparola positivo. Questo meccanismo naturale, supportato da relazioni durature e di fiducia, permette di ridurre i costi di acquisizione e migliorare la redditività complessiva dell'azienda”. Secondo Invesp, società di consulenza specializzata nell'ottimizzazione del tasso di conversione, vendere a un cliente esistente ha un tasso di successo del 60-70%, rispetto al 5-20% verso un nuovo acquirente.
“E' chiaro dunque che convertire i lead in acquirenti non è sufficiente per garantire la sostenibilità e la redditività aziendale comprendere, invece, le esigenze dei clienti e offrire loro soluzioni di valore è essenziale per creare relazioni durature ed avere clienti soddisfatti. Al contrario, puntare su offerte a basso prezzo è una strategia inefficace nel lungo termine. Vendere non si limita a competere sul prezzo, ciò che conta è il valore aggiunto che possiamo offrire: che si tratti di servizi extra, accessori o di un'attenzione personalizzata, questi elementi ci consentono di mantenere i prezzi più alti senza compromettere la competitività, rafforzando al contempo il legame con i nostri clienti. L’obiettivo di una sana strategia aziendale deve essere quello di vendere di più a margini più alti”, conclude Frisoni.
Lavoro
Lavoro, Benigni (Eca Italia): “People scarcity vera...
Difficoltà nel reperire personale qualificato problema cruciale per pmi. La Blu Card, introdotta nel 2023, favorisce l’ingresso di personale extra Ue qualificato nel nostro Paese
Il tema della 'people scarcity' in Italia, ossia la difficoltà nel reperire personale qualificato, emerge come un problema cruciale per le piccole e medie imprese (pmi), che rappresentano il 98% del tessuto imprenditoriale del Paese. Secondo un'indagine dell'I-aer (institute of applied economic research), tra il 2024 e il 2028 il fabbisogno di forza lavoro in Italia si attesterà tra i 31 e i 36 milioni di occupati, a seconda degli scenari futuri. Questo dato include la sostituzione di circa 2,9 milioni di lavoratori in uscita. Lombardia, Lazio, Campania, Emilia-Romagna e Veneto guideranno la domanda di nuovi occupati. Tuttavia, nonostante la digitalizzazione abbia trasformato i processi di ricerca e selezione del personale, le imprese italiane, in particolare le pmi, faticano a trovare candidati idonei. Il 70% delle pmi interpellate segnala difficoltà nel reperire personale adatto.
Le pmi continuano a incontrare difficoltà nel reclutare figure qualificate in vari settori: tecnologia dell'informazione: carenza di sviluppatori software, specialisti in cybersecurity e analisti; manifatturiero: mancanza di operai qualificati, tecnici di manutenzione e specialisti in automazione industriale; costruzioni: difficoltà nel trovare carpentieri, muratori ed elettricisti; logistica e trasporti: penuria di autisti di camion e operatori di magazzino; alberghiero e ristorazione: scarsità di cuochi, camerieri e addetti alle pulizie; agricoltura: insufficienza di lavoratori stagionali e specializzati per la raccolta. “La formazione e l’istruzione rappresentano i pilastri fondamentali per ridurre il gap di competenze. Ma una ulteriore leva su cui aprire una riflessione è legata al tema dell’immigrazione: il punto è ormai da anni al centro del dibattito politico, ma quale è l’approccio delle aziende verso questo tema?, dice Andrea Benigni, ceo Eca Italia.
"Le complessità in cui le aziende -spiega ancora- si muovono abitualmente ha reso le stesse pragmatiche ed attente osservatrici dei trend ed orientamenti assunti dal mercato del lavoro. Se molte competenze specialistiche non sono acquisibili in Italia è altrettanto vero che alcune aree internazionali, come il Sud America, il Maghreb, il Sud Est Asiatico, sono in grado di offrire un combinato tra qualità e quantità di offerta di lavoro verso cui la pmi in particolare, ma anche la grande azienda, ha mostrato e mostra sensibilità”.
La Blu Card, introdotta nel 2023, favorisce l’ingresso di personale extra Ue qualificato nel nostro Paese con possibilità di accesso al di fuori delle quote di ingresso, quindi fuori dallo schema del noto decreto flussi. La forte discontinuità portata dal decreto 153/2023 è stata quella di abbassare il grado di soglia qualitativa che connota la specializzazione del candidato extra comunitario. Se fino all’emanazione del decreto la qualifica era strettamente connessa al possesso di una laurea, il nuovo scenario consente l’ingresso a lavoratori specializzati non necessariamente laureati, laddove è ormai noto che la specializzazione in azienda non può e non è esclusivamente combinata con un titolo di studio qualificato. E’ chiaro che questo tipo di circostanza può far variare, almeno parzialmente, la questione della people scarcity.
Per dimostrare una specializzazione professionale combinata con le esigenze della nuova Blu Card sarà necessario rappresentare una qualifica superiore attestata da almeno 5 anni di esperienza di livello paragonabile ai titoli di istruzione superiori di livello terziario pertinenti alla professione o al settore specificato nel contratto di lavoro o nell’offerta vincolante. Sarà altresì necessario documentare questo tipo di posizionamento attraverso la presenza di precedenti contratti di lavoro piuttosto che buste paga o altre circostanze che profilino il livello di qualificazione.
“Il problema della people scarcity è tra i più attuali, ed è chiaro che uno strumento come la Blu Card non è la soluzione definitiva alla criticità di cui si sta dibattendo, ma, questa leva comporterà che le aziende dovranno aumentare i loro budget in tema di selezione da un lato e gestione operativa dall’altro, ampliando potentemente il bacino di reclutamento a loro disposizione", spiega ancora Benigni.
"Il processo di gestione per l’ottenimento della blu card non è banale, una volta individuato il candidato argentino, emiratino, cinese, canadese e via dicendo, le aziende devono attivare una procedura articolata che porterà all’ottenimento del nulla osta al lavoro, rileverà conoscere bene il processo e muoversi tempestivamente per creare le migliori condizioni di incontro domanda/offerta di lavoro. La people scarcity rappresenta una sfida significativa per le pmi italiane, minacciando la loro competitività e la sostenibilità nel lungo termine. Il disallineamento tra domanda e offerta di competenze, l’invecchiamento demografico e le rigidità normative costituiscono ostacoli rilevanti, ma non insormontabili", continua ancora Benigni.
"Interventi mirati in ambito formativo, incentivi fiscali e, non ultimo, uno sguardo sereno alla leva migratoria devono diventare dei target a cui riferirsi. Queste misure non solo possono affrontare l’attuale carenza di personale qualificato, ma anche rafforzare la loro posizione nel panorama economico italiano e, nel tempo, internazionale", conclude Benigni.