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Riciclo assorbenti, i-Foria Italia raccoglie 1,7 milioni di euro

Il round di investimento è finalizzato allo sviluppo dei primi impianti in Europa

Riciclo assorbenti, i-Foria Italia raccoglie 1,7 milioni di euro

i-Foria Italia, startup innovativa specializzata nel riciclo di rifiuti derivanti da prodotti assorbenti per la persona (PAP), ha completato un round di investimento seed per un valore pari a 1,7 milioni di euro. L’operazione è guidata da Tech4Planet – il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico per la Sostenibilità Ambientale promosso da CDP Venture Capital, e da MITO Tech Ventures – fondo di venture capital art. 9 SFDR lanciato da MITO Technology.

i-Foria Italia ha sviluppato e brevettato una tecnologia rivoluzionaria con la quale si potrà riciclare fino al 100% dei rifiuti derivanti dai prodotti assorbenti per la persona (PAP), come pannolini e prodotti simili, trasformandoli in Materie Prime Seconde (materiale assorbente e plastica) che potranno essere reintegrate in nuovi cicli produttivi, contribuendo in maniera significativa alla creazione di una vera economia circolare. Il processo non solo rispetta i più stringenti criteri di sicurezza, ma offre anche una soluzione concreta per ridurre l'enorme quantità di rifiuti da PAP che, attualmente, rappresenta un grave problema ambientale per tutti i paesi.

Ogni anno, a livello globale, vengono prodotti 30 milioni di tonnellate di rifiuti da PAP, l'equivalente di una fila ininterrotta di camion che va da Lisbona a Tokyo. In Europa, la quantità ammonta a 8,5 milioni di tonnellate, e in Italia a 900.000 tonnellate – una quantità sufficiente a riempire tre discariche ogni anno.

Con la diffusione della raccolta differenziata dei PAP, che già serve 18 milioni di cittadini italiani, una linea di intervento del PNRR dedicata (M2C1.1 I1.1 Linea C) e l'emanazione del primo Decreto EoW (End of Waste) per i rifiuti da PAP, l'Italia è in prima linea nella gestione sostenibile di questi rifiuti. i-Foria Italia si propone come la soluzione tecnologica chiave per affrontare questa emergenza ambientale, fornendo una risposta efficace e sostenibile.

Il round di investimento concluso da Tech4Planet e MITO Tech Ventures sarà destinato alla validazione della tecnologia e alla realizzazione su scala industriale dei primi impianti in Italia.

“Abbiamo creduto da subito nel potenziale di innovazione introdotto dai brevetti di i-Foria Italia” commenta Claudia Pingue, Senior Partner e Responsabile fondo Technology Transfer di CDP Venture Capital, “Siamo convinti che questo tipo di soluzioni possano rappresentare un importante passo avanti nello sviluppo di un’economia circolare anche in relazione a prodotti di scarto che fino ad oggi non conoscono recupero. La missione di Tech4Planet è quella di sostenere realtà innovative che possano trasformare le industrie tradizionali con un forte elemento di sostenibilità ambientale ed i-Foria Italia è un esempio di come ricerca e sviluppo tecnologico possano generare valore concreto per il mercato e per la società.”

"La soluzione al problema ambientale ed economico rappresentato dai rifiuti da prodotti assorbenti per la persona è stata per noi da sempre l'obiettivo. La scelta di sostenere questa visione da parte di investitori istituzionali di questa rilevanza è per noi motivo di orgoglio e la realizzazione di un sogno. Dimostra che il sistema Paese ha gli strumenti, le competenze e la volontà per accettare e vincere la sfida della transizione ecologica attraverso soluzioni innovative. Il supporto di Tech4Planet e di MITO Tech Ventures è fondamentale per dare un forte impulso alla crescita in Italia e sui mercati internazionali di i-Foria Italia. Continueremo a investire nella ricerca e potenzieremo le attività industriali e lo sviluppo commerciale" ha dichiarato Marcello Somma, fondatore e CEO di i-Foria Italia.

"Come primo investimento del nostro nuovo fondo MITO Tech Ventures, la tecnologia e il team di i-Foria Italia ci rassicurano sul fatto che siamo sulla strada giusta rispetto agli obiettivi di contribuire positivamente all’economia circolare e al recupero di materie prime, assicurando multipli per l’investimento e il contemporaneo perseguimento di obiettivi di interesse ambientale, come vuole la natura del fondo in base all’articolo 9 della normativa SFDR”, ha affermato Francesco De Michelis, CEO di MITO Technology.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Sostenibilità

Di Donato (Gori Spa): “Finalmente la sostenibilità è tema...

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(Fotolia)

“La sostenibilità è diventata centrale ma presenta una serie di contraddizioni evidenti, soprattutto nel contesto della nuova normativa europea, con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), recepita in Italia da poco più di un mese. Una delle principali contraddizioni riguarda a mio parere proprio la crescente complessità: se da un lato la CSRD promuove la trasparenza e l’armonizzazione delle informazioni, dall’altro impone alle aziende un carico di lavoro significativo introducendo nuovi principi e nuovi indicatori per la rendicontazione, che richiedono competenze sempre più tecniche e specialistiche. Il rischio che intravedo è quindi che la sostenibilità venga percepita sempre più come un esercizio di conformità normativa, piuttosto che come un reale impegno per il cambiamento”. Così Mara De Donato (Responsabile Comunicazione e CSR - GORI Spa) in occasione del Salone della CSR svoltosi a Milano

“Un’altra contraddizione che rilevo riguarda l’approccio "one-size-fits-all": sebbene la direttiva miri a uniformare i criteri di rendicontazione ESG (ambientale, sociale e di governance), non sempre tiene conto delle specificità di settori particolari, come il nostro, ossia la gestione del servizio idrico integrato. Qui le dinamiche operative sono complesse e gli investimenti infrastrutturali a lungo termine hanno un impatto diretto su tematiche come l’efficienza e la qualità del servizio idrico: aspetti, questi, che non sempre, o non ancora, trovano riscontro immediato nei parametri di sostenibilità previsti dalla normativa.” Continua De Donato.

Come si sta organizzando Gori per superare queste contraddizioni?

Prosegue De Donato: “In Gori, la gestione di un servizio di pubblica utilità come quello idrico ci colloca automaticamente in un ruolo di attore sociale primario. L'acqua è una risorsa fondamentale per il benessere delle comunità e per la sostenibilità del territorio, e la nostra missione non si limita alla fornitura efficiente e sicura del servizio, ma abbraccia una dimensione sociale più ampia e profonda. La "S" di ESG è per noi una componente intrinseca della nostra attività, che deve riflettersi nel nostro impegno quotidiano per garantire un servizio che non solo risponda ai bisogni infrastrutturali, ma che contribuisca attivamente al benessere e alla coesione sociale delle comunità locali.

Per superare le contraddizioni, riteniamo dunque che l’ascolto continuo e il dialogo costante con i nostri stakeholder possa essere la corretta strategia. Operiamo in una porzione della regione Campania particolarmente articolata e complessa, distribuita su ben 75 comuni tra le province di Napoli e Salerno: una vastità geografica che implica una pluralità di esigenze, sfide e stakeholder, che richiedono un approccio personalizzato e inclusivo. Un approccio, quest’ultimo, che ci consente di rispondere non solo ai requisiti normativi imposti dalla CSRD, ma anche alle aspettative del territorio, in un’ottica di creazione continua di valore condiviso”.

Come si comunica questa sfida e come lo fa Gori?

“In un contesto in cui le aziende devono far fronte a nuovi obblighi normativi e rispondere a criteri sempre più stringenti, la comunicazione non può più essere considerata un accessorio o una funzione a valle delle attività operative. E quando parliamo di "sfidare le contraddizioni", ci riferiamo proprio alla capacità della comunicazione di navigare tra aspettative divergenti e obiettivi ambiziosi. Le aziende devono confrontarsi con una crescente domanda di trasparenza e con la necessità di dimostrare impatti concreti, mentre allo stesso tempo gestiscono la complessità delle regolamentazioni e l’impegno verso una trasformazione sostenibile. In questo scenario, una comunicazione ben strutturata non solo rende visibili gli sforzi dell'azienda, ma permette di creare consenso e generare fiducia. Oggi più che mai, dunque, ritengo che la comunicazione della sostenibilità debba essere un atto di ingaggio attivo degli stakeholder, creando una narrativa basata su fatti e risultati tangibili.

La comunicazione autentica può creare attivismo: se gli stakeholder comprendono appieno un progetto perché ricevono informazioni chiare e trasparenti, supportate da dati solidi e verificabili, se ne appropriano

e ne diventano ambasciatori, innescando così un processo virtuoso di diffusione e partecipazione attiva. E solo in questo modo il processo di transizione sostenibile potrà diventare effettivamente trasformativo” Conclude De Donato.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Sostenibilità

Energia: Gallo (Italgas), biometano e idrogeno soluzioni...

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L’obiettivo dell’Ue deve essere un bilanciamento tra sicurezza degli approvvigionamenti e competitività dei costi per famiglie e imprese. Per Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas, “la soluzione immediata a questa equazione arriva dal biometano”. Parlando dal palco conferenze di Enlit 2024, l’ad spiega che la fonte è già disponibile e considerata strategica per i target climatici nel quadro del piano europeo RePOwerEU peché potenzialmente capace di sostituire il 25% del gas russo.

Guardando al futuro, Galli vede l’idrogeno accanto al biometano. Si tratta di un vettore “che offre grandi opportunità anche di stoccaggio dell’energia”, ma l’impiego su larga scala “la vedremo però tra qualche anno: bisogna investire ancora in ricerca e sviluppo”.

L’appello dell’ad di Italgas è quello di “abbandonare approcci ideologici e scegliere la neutralità tecnologica, vale a dire considerare le soluzioni infrastrutturali disponibili e più idonee a garantire energia sicura, sostenibile e a costi contenuti” come soluzione al caro-energia.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Sostenibilità

Dal clima alla biodiversità, al via la 40esima spedizione...

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Attuata da Cnr, Enea e Ogs, nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra)

40esima spedizione, arrivo del primo gruppo

Con l’arrivo del primo gruppo di tecnici presso la stazione Mario Zucchelli sul promontorio di Baia Terra Nova, è iniziata la 40esima spedizione italiana in Antartide, che fino a febbraio 2025 vedrà impegnati 140 tra ricercatori, ricercatrici e tecnici in progetti di glaciologia, climatologia, sismologia, geomagnetismo e biodiversità.

Le missioni italiane in Antartide, iniziate il 23 dicembre 1985, sono condotte nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) e gestito dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) per il coordinamento scientifico, da Enea per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) per la gestione tecnica e scientifica della nave rompighiaccio Laura Bassi.

In programma lavori di riqualificazione infrastrutturale delle basi italiane

“Quaranta spedizioni, un traguardo importante che segna anche l’avvio degli studi di fattibilità per diversi interventi di riqualificazione e miglioramento infrastrutturale delle basi italiane antartiche - dichiara Elena Campana, direttrice dell’Unità Tecnica Antartide dell’Enea - Grazie a un finanziamento straordinario messo a disposizione dal ministero dell’Università e della Ricerca, nei prossimi 10 anni porteremo a termine tutta una serie di interventi per rinnovare e rendere più efficienti sia gli impianti di produzione dell’energia, sia le infrastrutture che ospitano il personale. Quest’anno eseguiremo i rilievi necessari a individuare le soluzioni tecnologiche più idonee all’ambiente estremo polare”.

Inoltre, nel corso dell’attuale campagna presso la stazione Mario Zucchelli sarà realizzato un nuovo osservatorio geomagnetico e potenziato l’impianto fotovoltaico, con l’obiettivo di produrre una quota sempre maggiore di energia da fonti rinnovabili. A Concordia, invece, è previsto il completamento del primo modulo del nuovo summer camp, l’area esterna alla stazione destinata a ospitare ricercatori e tecnici durante le campagne estive.

“È un anno da celebrare quello della 40esima spedizione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), visto che si inserisce nella cornice preparatoria dell’imminente 'Decade delle Nazioni Unite sulla criosfera', prevista per il 2025 e nell’importante conferenza dell’Antarctic Treaty Consultative Meeting, che si terrà nel giugno del 2025 a Milano -afferma Mauro Sclavo, direttore f.f. dell’Istituto di scienze polari del Cnr - Il Cnr assicura anche nel corso di questa missione il coordinamento scientifico di progetti cruciali per l’avanzamento della conoscenza in diversi settori e da cui ci attendiamo risultati significativi per comprendere sempre meglio le sfide scientifiche del momento, come quella del cambiamento climatico”.

Stazione Mario Zucchelli

Con 24 ore di luce al giorno e una temperatura che varia da 0 a -20 gradi, presso la Stazione Mario Zucchelli, saranno 57 le unità di personale di ricerca e tecnico impegnate con le attività di 9 osservatori permanenti che garantiscono il monitoraggio e l’acquisizione continua di misure di climatologia, sismologia, geodesia, geomagnetismo, fino a osservazioni dell'alta atmosfera e meteorologia spaziale. Alcuni osservatori assicurano il monitoraggio vulcanologico, mentre altri rilevano le modificazioni sulle comunità microbiche, del permafrost e della vegetazione, quest’ultima in notevole incremento negli ultimi anni in Antartide, così come in generale in tutte le aree polari terrestri.

Inoltre, presso la Stazione Mario Zucchelli, ricercatrici e ricercatori studieranno il ruolo del ghiaccio marino nel ciclo del mercurio, analizzeranno i laghi supraglaciali, la biodiversità, l’evoluzione, l’adattamento e i meccanismi immunitari degli organismi antartici. Infine, uno dei progetti di ricerca prenderà in esame il microbioma dell’essere umano.

Stazione italo-francese Concordia

Nella Stazione italo-francese di Concordia, sul plateau antartico a oltre 3mila metri di altezza e a 1.200 chilometri dalla costa, la campagna estiva partirà i primi di novembre e vedrà impegnate 55 persone di cui la metà italiane. Alle attività coordinate dal Pnra si affiancheranno le attività di ricerca in carico all’Istituto polare francese Paul-Émile Victor (Ipev) e all’Agenzia Spaziale Europea (Esa).

Anche quest’anno, a novembre sarà aperto il campo di Little Dome C, a 35 chilometri da Concordia, dove proseguiranno le attività legate al progetto internazionale 'Beyond Epica Oldest Ice', finanziato dalla Commissione europea e coordinato dall’Istituto di scienze polari del Cnr (Cnr-Isp) a cui partecipano per l’Italia anche Enea e Università Ca’ Foscari Venezia. Presso il campo si svolgeranno attività di carotaggio del ghiaccio attraverso cui il team di ricerca ricaverà dati sull’evoluzione di temperatura e composizione dell’atmosfera, tornando indietro nel tempo di 1 milione e mezzo di anni.

L’arrivo del primo personale Pnra a Concordia coincide con il rientro dei tecnici e ricercatori che hanno trascorso l’inverno antartico presso la stazione. A loro si avvicenderanno da febbraio 2025 fino al novembre successivo, altri 13 winterover (sei francesi, sei italiani e un inglese) che garantiranno il funzionamento della stazione e il proseguimento delle attività di ricerca, anche quando la temperatura esterna scenderà vicino ai -80°C e le condizioni meteorologiche renderanno la stazione irraggiungibile.

Le attività di ricerca della campagna scientifica si svolgeranno anche a bordo della nave Laura Bassi salpata in questi giorni verso la nuova Zelanda, dove arriverà a fine novembre passando per il Canale di Panama, dopo 50 giorni di navigazione. La nave inizierà poi il suo viaggio verso l'Antartide il 9 dicembre con a bordo 28 unità di personale tecnico-scientifico, oltre a un equipaggio navigante di 23 membri, per fare ritorno a Lyttelton il 19 gennaio. A fine gennaio la rompighiaccio partirà nuovamente dalla Nuova Zelanda per la seconda parte della missione in Antartide che terminerà all’inizio di marzo 2025.

“Dopo cinque campagne di successo in Antartide, la Laura Bassi giunge quest'anno alla sua sesta missione - spiega Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Siamo estremamente soddisfatti delle attività svolte e, grazie ai lavori apportati a bordo e alla collaborazione tra l’equipaggio, il personale tecnico e quello scientifico, abbiamo garantito il massimo supporto alle attività di ricerca oceanografica e geofisica, fornendo un apporto significativo alla comunità scientifica nazionale e internazionale”.

Le Forze Armate partecipano alla spedizione con 17 esperti militari di Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri. Affiancheranno sul campo i ricercatori e le ricercatrici durante tutto il corso della spedizione, rendendo possibili e sicure sia le campagne esterne sia quelle subacquee, ma anche le operazioni aeree grazie alle competenze dei meteo previsori e dei controllori di volo. Inoltre, l’Aeronautica Militare assicurerà grazie al C-130J della 46esima Brigata Aerea i collegamenti tra Christchurch (Nuova Zelanda), la stazione italiana 'Zucchelli' e quella statunitense di McMurdo, provvedendo al trasporto di materiali, mezzi e personale. Alle attività parteciperanno anche due componenti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

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