Diabete e obesità, il biscotto con la vinaccia contro le malattie: la ‘ricetta’ del Cnr
La vinaccia di uva rossa aumenta la quantità di polifenoli e fibre nella dieta, con un possibile effetto-scudo contro malattie cardio-metaboliche
Un biscotto contro il diabete. Parola del Cnr, che propone una 'ricetta' con un ingrediente che può fare la differenza: la vinaccia di uva rossa. Usandola per arricchire i biscotti è possibile aumentare la quantità di polifenoli e fibre nella dieta, con un possibile effetto-scudo contro malattie cardio-metaboliche come obesità e diabete di tipo 2. Lo suggerisce uno studio dell'Istituto di scienze dell'alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche di Avellino (Cnr-Isa), pubblicato su 'Foods' e condotto in collaborazione con l'Istituto per la bioeconomia del Cnr di Bologna, l'università Federico II di Napoli e l'università di Salerno.
I ricercatori sono partiti dall'idea che "i biscotti rappresentano un alimento base nella dieta di tantissime popolazioni del mondo", ma "nonostante la loro ampia diffusione sono generalmente caratterizzati da un profilo nutrizionale non ottimale".
I risultati del lavoro, nell'ambito del progetto 'Sviluppo di alimenti funzionali per l'innovazione dei prodotti alimentari di tradizione italiana (Alifun)', sembrano invece indicare "una soluzione promettente per includere nella dieta quotidiana quantità significative di polifenoli, composti naturali presenti in molti alimenti e noti per i loro potenziali effetti benefici su alcuni fattori di rischio legati a diverse malattie cardio-metaboliche, come l'obesità e diabete di tipo 2".
La ricetta contro il diabete
"Per aumentare l'assunzione giornaliera di polifenoli - spiega Rosaria Cozzolino, ricercatrice del Cnr-Isa e tra gli autori dello studio - abbiamo utilizzato la vinaccia da uva rossa, scarto della produzione di Aglianico Irpino, essiccandola e polverizzandola per arricchire al 20% e al 30%" una formula di biscotti 100% a base vegetale. Gli ingredienti principali, in particolare la vinaccia e l'olio extravergine di oliva, sono stati forniti da aziende locali - illustra il Cnr - mentre i biscotti sono stati ideati da Annalisa Giosuè e preparati nella cucina metabolica dell'Unità di Nutrizione, diabete e metabolismo dell'università Federico II. Le analisi chimiche, condotte dal Cnr-Isa e dall'università di Salerno, hanno rilevato che "i biscotti arricchiti con vinaccia presentavano un profilo nutrizionale significativamente migliore rispetto a quelli privi di vinaccia, grazie a un maggiore contenuto di fibra e polifenoli, e a una minore quantità di grassi e dunque una ridotta densità energetica". Tra i polifenoli presenti in questi biscotti prevalgono in particolare antociani, flavonoidi e procianidine, comunemente associati alla prevenzione del diabete e delle malattie cardiovascolari. E' stata osservata "una ridotta liberazione di zuccheri disponibili per l'assorbimento intestinale durante la digestione enzimatica", suggerendo che "la fibra contenuta nei biscotti arricchiti con vinaccia può 'sequestrare' gli zuccheri. Questa azione combinata di fibra e polifenoli potrebbe ridurre significativamente la risposta glicemica dopo il consumo del prodotto", rimarca il Cnr.
Il Consiglio nazionale delle ricerche evidenzia "un secondo risultato interessante dello studio", ossia "la minore concentrazione di composti organici volatili generati dalla 'reazione di Maillard', ovvero la trasformazione chimica che avviene negli alimenti in cottura, quando zuccheri e proteine si riscaldano insieme. Questo si traduce in una ridotta formazione di prodotti di glicazione avanzata (quando gli zuccheri si legano alle proteine o lipidi), la cui ingestione giornaliera è sempre più oggetto di attenzione in letteratura come potenziale meccanismo in grado di innescare e perpetuare l'infiammazione e lo sviluppo di malattie cardio-metaboliche".
Il biscotto è buono e fa bene
I biscotti del Cnr fanno bene e piacciono anche: le analisi sensoriali condotte dall'Istituto per la bioeconomia tramite un panel-test di esperti hanno confermato infatti che "l'aggiunta di vinaccia non compromette gli attributi sensoriali dei biscotti, mantenendo la gradevolezza complessiva, con una preferenza generale per la formulazione al 20%".
"In conclusione - commenta Cozzolino - i prototipi di biscotti sviluppati sembrano essere promettenti non solo perché valorizzano un ingrediente di scarto, ma anche perché potrebbero rappresentare alimenti funzionali per un regime alimentare salutare per la popolazione generale. Ulteriori studi sono necessari per valutare gli effetti in vivo riguardo la biodisponibilità dei polifenoli, la loro azione sulla risposta glicemica e la modulazione a lungo termine di altri fattori di rischio per malattie cardio-metaboliche".
Cronaca
Parma, donna uccisa a colpi d’arma da fuoco
Il cadavere della vittima, 62 anni, è stato rinvenuto a Medesano. Il marito è irreperibile
Un'altra donna uccisa. Nella tarda mattinata di oggi, a Medesano (Pr), i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Salsomaggiore sono intervenuti in Strada Santa Lucia per il rinvenimento del cadavere di una donna di 62 anni, uccisa con colpi d'arma da fuoco. Al momento risulta irreperibile il marito convivente. Le ricerche sono in corso.
Cronaca
Diabete, gli effetti sulla vita sessuale: addio desiderio...
Al 30esimo Congresso nazionale Sid un focus sul legame tra malattia e vita sessuale
Il diabete provoca conseguenze anche a letto e condiziona la vita sessuale, confermandosi una malattia che presenta un impatto su molte aree della vita delle persone affette: la vita intima e sessuale non fanno eccezione. Le complicanze micro e macro-vascolari e fattori metabolici si associano a disfunzioni sessuali in entrambi i sessi. Aspetti di cui le persone sono reticenti a parlare e che peggiorano la qualità della vita. "La salute sessuale delle persone è spesso caratterizzata da alterazioni e disfunzioni che devono trovare accoglimento e risposte da parte del team diabetologico", afferma Angelo Avogaro, presidente uscente Società italiana diabetologia (Sid), che al 30esimo Congresso nazionale Sid in corso a Rimini ha voluto un simposio ad hoc.
"La disfunzione erettile (De), che nel maschio viene riconosciuta come l'incapacità di ottenere o mantenere l'erezione per un rapporto sessuale soddisfacente, è riconosciuta come predittore di eventi vascolari severi, anche indipendentemente dal diabete - sottolinea Antonio C. Bossi, creator del simposio - In qualche circostanza la De può essere causata dal deficit di testosterone, ovvero dall'ipogonadismo, che si associa molto frequentemente al diabete. Basti pensare che molti dei fattori di rischio per il diabete, come obesità e sindrome metabolica, sono spesso correlati all'ipogonadismo che giova del trattamento con il testosterone nel maschio, nel quale potrebbe sortire effetti metabolicamente favorevoli".
Gli effetti sugli uomini
Gli uomini con diabete - spiegano gli esperti - presentano un rateo più elevato di disfunzione erettile correlata, si ipotizza, ad un danno vascolare e alla diminuzione del calibro delle arterie che portano sangue al pene. Nei casi in cui il diabete è successivo ad obesità si parla di ipogonadismo funzionale, reversibile con una perdita di peso che può essere trattata, a seconda dei casi, con una terapia sostitutiva a base di testosterone.
La De come evidente segno di una disfunzione endoteliale può essere anche considerata un marker o un predittore di eventi cardiovascolari. Fattori di rischio per la De, come una infiammazione cronica di basso grado, vedono all'origine l'obesità che provoca infiammazione che a sua volta porta alla resistenza all'insulina e alla diminuzione del testosterone.
La strana coppia: disfunzione erettile ed eiaculazione precoce. Queste due connessioni sono interconnesse, l'una può determinare l’altra. In particolare, l'eiaculazione precoce può inizialmente mettere in ombra le difficoltà di erezione - emerge dal congresso di Rimini - In una ricerca su persone con diabete di tipo 2, la prevalenza di eiaculazione precoce era di circa il 40%.
Gli effetti sulle donne
Le disfunzioni sessuali femminili rappresentano invece condizioni spesso associate fra loro, che vengono indagate molto più raramente. Per questo motivo, sono anche poco considerate le condizioni di salute che possono predirne la comparsa e le terapie farmacologiche che possono esacerbarne l'evoluzione. "Le donne con diabete presentano disfunzione sessuale che prevedono cause organiche e psicologiche con una pletora di manifestazioni - fa notare Maria Ida Maiorino, creator del simposio - calo del desiderio, eccitazione ridotta con minore afflusso di sangue nella zona genitale, peggioramento dell'eccitazione, della lubrificazione vaginale, dell'orgasmo e della soddisfazione generale. Fenomeni che peggiorano in presenza di obesità che porta ad una minore soddisfazione rispetto alla propria immagine corporea. Un diabete di lunga durata e una scarsa accettazione di questa condizione è stata correlata ad una peggiore funzione sessuale".
L'avvento di farmaci innovativi per il diabete tipo 2 ha spostato l'attenzione dei clinici anche agli effetti 'ancillari' associati all'utilizzo di questi farmaci, che potrebbero rivelarsi utili nel migliorare la funzione gonadica maschile e femminile. Inoltre, le terapie convenzionali per l'ipogonadismo e la disfunzione erettile, a loro volta, dovrebbero essere sempre più indagate nella loro capacità di essere protettivi anche dal punto di vista cardiovascolare. "Con il simposio si intende, pertanto, offrire la possibilità di prevedere i segni precoci di queste complicanze - conclude Maiorino - o di comprendere quali terapie potrebbero peggiorarne o migliorarne l'evoluzione, in modo da progettare nuove strategie di approccio clinico e terapeutico da usare quotidianamente in ambulatorio grazie al coinvolgimento di tutto il team diabetologico".
Cronaca
Effetti ora solare, affrontarli a tavola per salvare sonno...
L'immunologo Minelli: "Può avere effetti sulla salute e sul benessere, specialmente per quanto riguarda il ritmo circadiano"
Il cambio dell'ora si avvicina rapidamente e "può avere effetti sulla salute e sul benessere, specialmente per quanto riguarda il ritmo circadiano, ovvero l'orologio interno che regola il ciclo sonno-veglia. In autunno si guadagna un'ora di sonno, il che generalmente è meno problematico, ma può comunque alterare i ritmi circadiani per le persone più predisposte". Lo spiega all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, docente di elementi di nutrizione umana e nutraceutica alla Lum, Libera Università Mediterranea 'G. Degennaro'.
Cosa possiamo fare per minimizzare gli effetti del cambio d'orario? "È opportuno regolare l'orario del sonno gradualmente, andando a dormire 15-30 minuti prima nei giorni precedenti il cambio dell'ora e passare più tempo all'aperto durante le ore di luce del giorno per aiutare il corpo a ricalibrare i suoi ritmi - risponde Minelli - Utile può risultare, nei giorni a venire, l’impegno di mantenere abitudini costanti, come l'ora di andare a dormire e di svegliarsi, come anche l’uso oramai dilagante di trastullarsi con dispositivi elettronici prima del sonno. Va ricordato che l’attività fisica regolare può aiutare a mitigare gli effetti ormonali legati al cambio d'ora, soprattutto se praticata al mattino o nel pomeriggio. È sconsigliato allenarsi intensamente la sera, poiché l'aumento dei livelli di adrenalina potrebbe interferire con il sonno. Invece, è preferibile optare per attività rilassanti come lo yoga o lo stretching che, praticate nelle ore serali, favoriscono un riposo rigenerante".
"L'alimentazione può svolgere un ruolo importante nell'aiutare il corpo ad adattarsi meglio al cambio dell'ora, influenzando sia il ritmo circadiano che il benessere generale", evidenzia l'immunologo.
Ecco alcuni consigli alimentari per affrontare al meglio il cambio d'orario: 1) Alimenti ricchi di triptofano. Il triptofano è un amminoacido che favorisce la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che regola il sonno e l'umore. Mangiare cibi ricchi di triptofano, come tacchino, pollo, uova, latticini, semi, noci e banane, può facilitare un sonno di qualità, aiutando il corpo ad adattarsi al cambiamento dell'ora;
2) Cibi ricchi di magnesio e potassio. Magnesio e potassio aiutano a rilassare i muscoli e migliorano la qualità del sonno. Alimenti - continua - come spinaci, avocado, mandorle e semi di zucca sono ottime fonti di questi minerali e possono essere utili per contrastare l'insonnia o la stanchezza legata al cambio dell'ora;
3) Carboidrati complessi. I carboidrati complessi, presenti in alimenti come cereali integrali, legumi e verdure a radice (come le patate), possono favorire la produzione di serotonina e migliorare la qualità del sonno. Consumare una cena leggera a base di carboidrati complessi può rendere più facile l'adattamento ai nuovi orari".
4) Idratazione. "Mantenere un'adeguata idratazione è essenziale, poiché la disidratazione può aumentare la sensazione di stanchezza e confusione. Bere acqua a sufficienza durante il giorno, soprattutto in prossimità del cambio d'ora, aiuta a mantenere alta l'energia e il benessere;
5) Evitare stimolanti in tarda serata. Caffè, tè nero, bevande energetiche e cibi ricchi di zuccheri semplici possono interferire con il sonno, in particolare se consumati nelle ore serali. È meglio limitarli nel pomeriggio e nella sera per evitare che influiscano negativamente sulla capacità di addormentarsi", osserva Minelli.
6) "Cibi ricchi di melatonina naturale. La melatonina è l'ormone che regola il ciclo sonno-veglia. Consumare alimenti che la contengono naturalmente, come ciliegie, pomodori, noci e cereali integrali, può sostenere la regolazione del sonno e aiutare l'organismo a sincronizzarsi più facilmente con il nuovo orario;
7) Pasti regolari e leggeri. Mangiare pasti regolari e bilanciati aiuta a stabilizzare i ritmi metabolici e a prevenire la sensazione di stanchezza o di confusione mentale. È consigliabile - conclude - evitare pasti troppo pesanti la sera, poiché possono disturbare il sonno".