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Greco (Assobiotec), 'nel 2023 gli Usa hanno investito in R&S il 52% del totale globale mentre l'Europa solo il 16%, perdendo competitività'

Farmaceutica, a Roma il 2° Forum Incyte sulla ricerca

Puntare sulla ricerca come volano strategico di competitività per l'Italia e per l'Europa, assicurare l'attrazione di capitali economici e investimenti, strutturando una strategia volta a supportare chi fa ricerca, garantire la capacità di formare, trattenere e attrarre i talenti della comunità scientifica del futuro. Sono questi i temi al centro della seconda edizione del Forum Incyte sulla ricerca, svoltosi oggi a Roma e promosso dall'azienda biofarmaceutica Incyte Italia, in collaborazione con Formiche e Healthcare Policy.

Anche quest'anno l'evento è stato l'occasione per riunire le diverse componenti del sistema Paese e promuovere un confronto sulla ricerca clinica in Italia, sulle opportunità da cogliere e sulle principali sfide da affrontare, in un momento cruciale per l'Italia e per l'Europa. Il gap di innovazione che separa l'Ue dagli Stati Uniti e dalla Cina si sta infatti ampliando e la ricerca in settori ad alta innovazione, come il biotech, è una delle leve principali a disposizione per recuperare terreno. Al centro della discussione anche l'importanza di valorizzare il capitale umano, mediante percorsi di formazione adeguati e soprattutto strumenti che aiutino i ricercatori a trasferire i frutti della ricerca sul mercato, generando valore per la società. I ricercatori italiani sono i secondi più premiati in Ue (61 Starting Grant ottenuti nel 2024), ma l'Italia scivola al quinto posto se si considerano i grant ricevuti come Paese (41).

"La ricerca scientifica è motore di innovazione e i protagonisti di questa attività sono proprio i giovani", ha dichiarato Chiara Ambrogio, professore ordinario e Group leader presso il Centro di biotecnologie molecolari (Mbc) dell'Università di Torino, vincitrice del Career Development Award nel 2018 e membro del Comitato di selezione Summer School della Armenise Harvard Foundation, che ha aperto oggi la tavola rotonda 'Creare percorsi di formazione innovativi e infrastrutture di ricerca capaci di attrarre e trattenere i ricercatori è prioritario per garantire la competitività della nostra comunità scientifica'. "Un obiettivo strategico fondamentale dell'Università Campus Bio-Medico di Roma - ha aggiunto Andrea Rossi, amministratore delegato e direttore generale dell'Ucbm - è garantire una formazione globale eccellente, sia etica che tecnica, all'altezza dei tempi e delle attese del mercato. La strategia vincente è integrare i percorsi formativi con partnership di imprese d'avanguardia, nazionali ed internazionali, e il protocollo d'intesa siglato con Incyte Italia per valorizzare il talento dei laureati in materie Stem è un tassello importante in questo percorso".

Tra i settori chiave in materia di innovazione e ricerca, le scienze della vita, con il biotech in testa, giocano un ruolo da protagonista, restando il primo comparto al mondo per investimenti in R&S, in valore assoluto e in percentuale sul fatturato. Si stima - è emerso dall'incontro - che tra il 2025 e il 2030 le aziende farmaceutiche investiranno su questo fronte 2.000 miliardi di euro, per l'80% destinati a network di ricerca. Il comparto Life Sciences ricopre un ruolo strategico anche in Italia dove, nel solo 2023 il settore farmaceutico e biotech ha investito 2 miliardi di euro, in crescita del 21% considerando gli ultimi 5 anni.

"Oggi la pipeline farmaceutica è al massimo storico - ha commentato Fabrizio Greco, presidente Assobiotec - e dei circa 20mila farmaci in sviluppo nel mondo, circa il 45% è di origine biotech. Le biotecnologie svolgono un ruolo chiave nell'affrontare le sfide geopolitiche attuali e future, anche in termini di salute pubblica. Ad oggi, però, l'Unione europea sta perdendo competitività, soprattutto nella Ricerca & Sviluppo, dove nel 2023 gli Usa hanno investito il 52% del totale globale, mentre l'Europa solo il 16%. Se guardiamo poi all'Italia, la fotografia è di un Paese leader nella produzione farmaceutica, con il 18% del totale europeo, ma con solo il 6% degli investimenti continentali in R&S. Per rimanere competitivi in questo settore, il nostro Paese deve quindi diventare più attrattivo per gli investimenti esteri, combinando incentivi per la R&S a semplificazione, stabilità e certezza delle regole".

Secondo Carlo Riccini, vicedirettore generale di Farmindustria: "L'innovazione nelle Life Sciences è fondamentale per salute, sicurezza, crescita, occupazione di qualità. L'industria farmaceutica è leader a livello globale per R&S e prima in Italia per investimenti in Open Innovation, +75% in 10 anni, grazie a partnership con università e centri pubblici. E i brevetti crescono più che negli altri grandi Paesi europei. Investire in ricerca significa credere nel futuro e, come spesso ricordato dal presidente di Farmindustria, l'Ue deve fare di più, con politiche per l'attrattività e regole competitive sulla proprietà intellettuale, per invertire una tendenza che la vede perdere quote degli investimenti mondiali".

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Economia

Kaspersky rileva falle di sicurezza nei SoC Unisoc, che...

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Milano, 24 ottobre 2024. Gli esperti Kaspersky ICS CERT hanno individuato vulnerabilità critiche nei Systems-on-Chip (SoC) Unisoc, che potrebbero permettere di bypassare le misure di sicurezza e ottenere accessi remoti non autorizzati attraverso la comunicazione tra il modem e il processore applicativo. I risultati sono stati presentati al Security Analyst Summit di Bali.

Le vulnerabilità CVE-2024-39432 e CVE-2024-39431, classificate ad alta gravità, colpiscono diversi SoC Unisoc, ampiamente utilizzati nei dispositivi presenti in Asia, Africa e America Latina. Questa minaccia riguarda smartphone, tablet, veicoli connessi e sistemi di telecomunicazioni.

La ricerca condotta da Kaspersky ICS CERT ha dimostrato che un attaccante potrebbe aggirare i meccanismi di sicurezza del sistema operativo, accedere al kernel, eseguire un codice non autorizzato con privilegi a livello di sistema e modificare i file di sistema. Il team ha esplorato vari vettori di attacco, comprese tecniche che manipolano le periferiche di accesso diretto alla memoria (DMA) del dispositivo, responsabili del trasferimento dei dati. Queste tecniche consentono agli hacker di aggirare protezioni chiave come la Memory Protection Unit (MPU). Alcuni di questi metodi richiamano tattiche osservate durante la campagna APT Operation Triangulation, scoperta da Kaspersky, suggerendo che attori malevoli potrebbero adottare strategie simili. Tuttavia, data la complessità e sofisticazione di queste tecniche, è probabile che siano sfruttate solo da avversari con elevate capacità tecniche e risorse consistenti.

La diffusione globale dei chipset Unisoc amplifica il potenziale impatto di queste vulnerabilità, sia nel settore consumer che in quello industriale. L'esecuzione di codice remoto in settori critici, come quello automobilistico o delle telecomunicazioni, potrebbe compromettere seriamente la sicurezza e l'integrità operativa.

“La sicurezza dei SoC è una questione complessa, che richiede un'attenzione particolare ai principi di progettazione del chip e all'architettura del prodotto nel suo insieme”, ha dichiarato Evgeny Goncharov, Head di Kaspersky ICS CERT. “Molti produttori di chip danno priorità alla riservatezza dei processi interni per proteggere la proprietà intellettuale. Sebbene comprensibile, questo approccio può comportare la presenza di funzionalità non documentate nell'hardware e nel firmware, difficili da gestire a livello software. La nostra ricerca sottolinea l'importanza di una collaborazione più stretta tra produttori di chip, sviluppatori di prodotti e la comunità della cybersecurity, per identificare e mitigare i rischi potenziali”.

Kaspersky riconosce a Unisoc un approccio proattivo alla sicurezza e l’impegno a proteggere i propri clienti. Dopo la notifica delle vulnerabilità, Unisoc ha reagito prontamente sviluppando e rilasciando le patch necessarie per risolvere i problemi. Questa rapida risposta evidenzia il loro impegno nel ridurre i rischi e garantire la sicurezza dei loro prodotti.

Kaspersky ICS CERT incoraggia i produttori di dispositivi e gli utenti a installare immediatamente questi aggiornamenti per ridurre i rischi. Tuttavia, a causa della natura complessa delle architetture hardware, potrebbero esserci alcune limitazioni che non possono essere completamente risolte con i soli aggiornamenti software. Come misura proattiva, il team consiglia di adottare un approccio alla sicurezza a più livelli che comprenda sia patch software che misure di sicurezza aggiuntive.

Per ridurre i rischi associati alle vulnerabilità, che potrebbero essere sfruttate in un cyberattacco mirato all’organizzazione, Kaspersky ICS CERT consiglia di:

•Effettuare regolari audit e valutazioni di sicurezza su sistemi IT e OT per raggiungere il massimo livello di protezione possibile con le risorse disponibili.

Applicare tempestivamente patch e correzioni di sicurezza o implementare misure compensative, poiché queste azioni sono cruciali per prevenire gravi incidenti che potrebbero comportare costi elevati e interruzioni nei processi produttivi.

•Se le operazioni aziendali dipendono da sistemi OT, fornire al team di sicurezza informazioni dedicate sulle minacce. Il servizio ICS Threat Intelligence Reporting offre aggiornamenti sulle minacce e sui vettori di attacco più recenti, oltre a indicazioni per mitigarli.

Utilizzare Kaspersky Industrial CyberSecurity (KICS), una piattaforma OT XDR, per proteggere le reti industriali e i sistemi di automazione. KICS offre gestione centralizzata di asset e rischi, controlli di sicurezza e conformità, con una notevole scalabilità e una perfetta integrazione tra IT e OT all'interno dell'ecosistema Kaspersky.

Informazioni su Kaspersky

Kaspersky è un’azienda globale di cybersecurity e privacy digitale fondata nel 1997. Con oltre un miliardo di dispositivi protetti dalle minacce informatiche emergenti e dagli attacchi mirati, la profonda esperienza di Kaspersky in materia di sicurezza e di Threat Intelligence si trasforma costantemente in soluzioni e servizi innovativi per la sicurezza di aziende, infrastrutture critiche, governi e consumatori in tutto il mondo. Il portfolio completo dell’azienda comprende una protezione Endpoint leader, prodotti e servizi di sicurezza specializzati e soluzioni Cyber Immune per contrastare le minacce digitali sofisticate e in continua evoluzione. Aiutiamo oltre 200.000 aziende a proteggere ciò che più conta per loro. Per ulteriori informazioni è possibile consultare https://www.kaspersky.it/

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Economia

Maire, nei primi 9 mesi ricavi a 4,1 miliardi (+33,8%)

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Utile netto a 144,5 milioni (+63,1%)

Maire, nei primi 9 mesi ricavi a 4,1 miliardi (+33,8%)

I risultati dei nove mesi 2024 di Maire confermano una crescita sostenuta e il miglioramento della redditività. Si è registrata una crescita a doppia cifra dei principali parametri economici: ricavi ad oltre 4,1 miliardi di euro (+33,8%), mentre l'Ebitda sale a 268,8 milioni di euro (+37,2%), con un margine in aumento dal 6,3% al 6,5%. L'utile netto è aumentato a 144,5 milioni di euro (+63,1%), con un margine in aumento dal 2,9% al 3,5%.

Ottimi risultati della business unit Sustainable Technology Solutions, che registra ricavi per 251,7 milioni di euro (+31,1%) e un Ebitda di 61,2 milioni di euro (+36%). La crescita costante della business unit Integrated E&C Solutions, con ricavi per 3,9 miliardi di euro (+34%) e un Ebitda di 207,6 milioni di euro (+37,5%), grazie anche al puntuale avanzamento del progetto Hail and Ghasha.

Le disponibilità finanziarie nette Adjusted per 362,7 milioni di euro, in crescita di 24,8 milioni di euro rispetto alla fine del 2023. I nuovi ordini ammontano a 3,7 miliardi di euro che consolidano un backlog di 14,8 miliardi di euro. Confermata la Guidance per il 2024 .

"Siamo lieti di presentare i risultati dei primi nove mesi del 2024, che riflettono una crescita costante a doppia cifra delle metriche principali e un aumento della redditività''. Lo sottolinea Alessandro Bernini, Ceo di Maire, commentando i primi nove mesi della società.

''Presentiamo oggi la nuova organizzazione della business unit Sustainable Technology Solutions che fa capo a Nextchem, all'avanguardia nell'offrire soluzioni innovative e scalabili per soddisfare la crescente domanda globale di energia e di processi industriali sostenibili -prosegue Berrnini-. Proseguiamo nel nostro impegno per fornire soluzioni efficaci ed economicamente sostenibili per i clienti e le comunità che serviamo. Al contempo, la business unit Integrated E&C Solutions continua a crescere espandendo le proprie capacità di ingegneria, favorita dal ciclo di investimenti crescenti nel settore energetico''.

''Il nostro organico ha superato le 9.300 persone e la recente acquisizione di Aps Group ha ulteriormente rafforzato i nostri team multidisciplinari. Il nostro portafoglio ordini di 14,8 miliardi di euro e l’elevata visibilità sulla crescita dei prossimi anni evidenziano il successo delle nostre iniziative strategiche", conclude Bernini.

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Economia

Imprese, Mutti (Centromarca): “Marca è modo con cui...

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Imprese, Mutti (Centromarca):

"Quando si parla di qualcosa di eccellente, automaticamente ciò che affiora alla mente è un nome, un brand o l'autore di quella realizzazione e la marca ne è la sintesi. La marca è il modo con cui l'italianità può andare nel mondo. Noi non vendiamo un prodotto all'estero, come sistema Paese, ma uno o tanti marchi, per questo siamo diventati importanti e stiamo continuando a crescere. Ciò, infatti, contribuisce in modo attivo e proattivo alla ricchezza anche della nostra bilancia commerciale".

Con queste dichiarazioni, Francesco Mutti, presidente di Centromarca, a margine dell’evento di presentazione delle evidenze della ricerca ‘La Marca crea valore per l’Italia’, promossa da Centromarca e condotta da Althesys sul valore condiviso dell’industria di marca sul sistema Paese.

"Stiamo parlando, infatti, di oltre 87 miliardi di euro di Valore Condiviso. Questi sono i dati che la ricerca di Althesys ci ha appena comunicato. Si tratta di un valore di filiera, quindi con ricadute sia sulle aziende, ma anche sul mondo agricolo, sul mondo della logistica, della trasformazione, della distribuzione e sulle persone che lavorano all'interno del sistema del mondo Marca - spiega - in quanto lo studio di Althesys illustra che l'analisi sulla crescita dei salari dal 2019 al 2023, seppur in un momento in cui il Paese ha sofferto di un incremento di inflazione importante, è stata, però, fortemente più che controbilanciata da una crescita di oltre il 17% e questo rappresenta un modello positivo di sviluppo”.

Il presidente Mutti, prosegue poi, illustrando la visione di Centromarca sulla tassazione sui consumi: “Noi vediamo la tassa sui consumi come un ostacolo. Pertanto, è necessario vivere questa filiera come una generatrice di valore e di risorse, stando attenti, al contempo, alle tasse sui consumi. Essi, infatti, ricadono sul carrello della spesa dei nostri consumatori, riducendo la loro capacità di acquisto - sottolinea - Di conseguenza, a nostro avviso si tratta di una tassazione sbagliata e verso la quale cerchiamo di opporci strenuamente. Non dev'essere, infatti, attraverso le tasse che si cambiano le abitudini di consumo dei nostri consumatori”.

“Con il passare del tempo emerge sempre di più come la dimensione media delle nostre aziende sia incompatibile con un mercato che si sta allargando. Quando, ad esempio, facciamo un focus nel mondo dell'alimentare, ci rendiamo conto che oltre il 50% delle esportazioni sono fatte dallo 0,2% delle aziende italiane. Ciò significa che abbiamo un bacino di aziende che, purtroppo, dimensionalmente sono troppo piccole per riuscire a competere sul mercato domestico e non solo, soprattutto quando affrontiamo in modo sistemico e sistematico i mercati internazionali - continua Mutti - Pensiamo anche a tutti i cicli di innovazione ai quali saremo esposti: quando parliamo di intelligenza artificiale, un conto è andare ad applicarla su un’azienda di dimensioni medio grandi, ma stiamo parlando di aziende relativamente piccole, non di grandi multinazionali. Quando l'azienda è troppo piccola, queste innovazioni rischiano solamente di indebolirla. Noi oggi dobbiamo fare una riflessione profonda affinché questo tessuto industriale importantissimo non vada sprecato, ma ci siano sistemi per migliorare e agevolare l'aggregazione e la capacità di creare dei campioni a livello nazionale, che possano sostenere tutta la singola filiera”.

“L'ecosistema nel quale si sviluppano le aziende è la capacità di creare l'habitat ideale affinché le singole aziende possano prosperare, generando ricchezza per i lavoratori e posti di lavoro, non solo come unità, ma come qualità, in termini retributivi e di valore di lavoro svolto. Quindi, è necessario che i singoli governi creino opere condivise affinché, una volta determinata in modo chiaro una direzione, si possa continuare. Una tra le caratteristiche più importanti delle imprese è poter godere di una tranquillità temporale - illustra - Quindi, è necessario prendere alcune direzioni che possano essere mantenute. Oggi, quando si parla di capacità competitiva del sistema Paese, la prima parola che viene in mente è energia. Tuttavia l'Italia, oggi, dal punto di vista energetico, ha dei costi non sostenibili e la capacità di migliorare da questo punto di vista sarebbe un grande successo da parte del governo”.

Infine, Mutti riassume dove indirizzare gli investimenti volti alla crescita delle aziende: “Come Centromarca oggi abbiamo portato una serie di proposte a costo zero. Uno tra gli elementi su cui continuiamo costantemente a batterci è quello della legalità: le aziende che non rispettano la legalità sono aziende che svolgono una competizione scorretta, che non si basa sulla capacità del saper fare, ma si basa viceversa sul non rispetto delle norme e delle leggi e quindi una competizione sleale. Dal punto di vista degli investimenti, siamo contro le tassazioni sui consumi e siamo, invece, molto favorevoli a politiche fiscali di incentivazione, affinché la taglia media della dimensione italiana delle aziende possa crescere e creare dei campioni nazionali, che possano aprire a tutta la filiera dei mercati internazionali e portare l'eccellenza, che è rappresentata dal marchio del Made in Italy, nel mondo”, conclude.

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