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Nato, domani alla Luiss conferenza Arab Geopolitics 2024, focus su partenariati nel Sud

Nato, domani alla Luiss conferenza Arab Geopolitics 2024, focus su partenariati nel Sud

Nella giornata di domani, la Luiss Guido Carli ospiterà 'Arab Geopolitics 2024', la conferenza evento organizzata dalla Nato Defense College Foundation in collaborazione con la Nato Public Diplomacy Division, il Nato Defense College, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Fondazione Compagnia di San Paolo e l'International Council on Environmental Economics and Development, per discutere dei potenziali partenariati nella regione Sud. La Conferenza di Alto Livello "riunirà 17 esperti internazionali per affrontare queste questioni cruciali - si legge nel comunicato stampa dell'evento, che - sarà aperto da Alessandro Minuto-Rizzo (Presidente, Nato Defense College Foundation), Florence Gaub (Direttrice, Divisione Ricerca, Nato Defense College) e Nicolò Russo Perez (Responsabile, Affari Internazionali, Compagnia di San Paolo). "Il discorso d’apertura verrà affidato a Giovanni Romani (Capo della Sezione Medio Oriente e Nord Africa, Divisione Affari politici e Politica di sicurezza, Nato Hq)", si legge.

"Dalle Rivoluzioni Arabe del 2011 in poi, la Regione Sud ha attraversato un periodo di instabilità prolungata, influenzando in modo significativo sia gli attori regionali che internazionali. Le turbolenze politiche e le sfide economiche che caratterizzano il mondo arabo evidenziano l'urgenza di una sicurezza cooperativa, con la Nato che svolga un ruolo chiave in questa direzione. Data l’importanza strategica della Regione e le ultime conclusioni del vertice Nato (9 - 11 luglio 2024), i Partenariati dell’Alleanza, attraverso l’Istanbul Cooperation Initiative (Ici) e il Mediterranean Dialogue (Md), risultano cruciali. Questi partenariati promuovono il dialogo politico e la cooperazione pratica, concentrandosi su aree come la sicurezza marittima, la protezione delle infrastrutture e la sicurezza climatica", recita il comunicato. "Sebbene la Russia rimanga la principale minaccia alla sicurezza euro-atlantica, la competizione sistemica con la Cina e le varie minacce ibride provenienti dal Sud richiedono risposte collettive. Riconoscendo l’importanza strategica dell’Area Meridionale, la Nato mira a cambiare la narrativa dalla frammentazione alla cooperazione, perfezionando le proprie strategie di comunicazione, contrastando la disinformazione e chiarendo i suoi obiettivi di sicurezza", continua.

Il programma sarà composto da due panel: "il primo, moderato da Matthew Robinson (Direttore, Euro-Gulf Information Center), esaminerà come rimodellare la narrazione intorno alla Regione Sud, passando da una prospettiva frammentata a un approccio più unitario e cooperativo. I relatori sono Christian Koch (Direttore, Research Division, Gulf Research Center), Ahmad Masa’deh (Ex Segretario Generale, Unione per il Mediterraneo), Luigi Narbone (Direttore, Piattaforma Mediterranea, Università Luiss) e Len Ishmael (Senior Fellow, Policy Center for the New South). Il secondo panel, presieduto da Silvia Colombo (Ricercatrice Senior, NATO Defense College), si concentrerà sulla creazione di un quadro strategico cooperativo in evoluzione tra la Nato e i suoi partner del Sud. Il panel include Mahmoud Karem (Professore, British University; ex Ambasciatore presso la Nato e l'UE), Ebtesam Al-Ketbi (Presidente, Emirates Policy Center) e Manal Al Hasawi (Partner Fondatrice, Think Tank Strategy & Development Consulting)". "Gli interventi speciali vedranno la partecipazione di Benedetto Della Vedova (Deputato, Commissione Affari Esteri) e Aaron Leshno-Yar (ex Ambasciatore presso l’Ue e la Nato, Università Ben Gurion). Stefano Pontecorvo (Presidente, Leonardo Company) e Abdulaziz Aluwaisheg (Assistente del Segretario per gli Affari Politici, Consiglio di Cooperazione del Golfo) terranno i loro interventi conclusivi, segnando la chiusura della Conferenza di Alto Livello", conclude.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Israele, il nuovo piano a Gaza: una barriera per tagliare...

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Video e immagini satellitari mostrano centinaia di edifici demoliti tra il Mar Mediterraneo e il confine con Israele

Striscia di Gaza - Afp

Israele sta costruendo una nuova barriera di demarcazione militare nella Striscia di Gaza, per separare la parte settentrionale dell'enclave palestinese dal resto dell'area. Lo afferma la Bbc dopo aver visionato immagini satellitari in cui si vedono militari israeliani impegnati a bonificare e a radicare il controllo su un'ampia area nel nord della Striscia.

Video e immagini satellitari mostrano centinaia di edifici demoliti tra il Mar Mediterraneo e il confine con Israele, la maggior parte dei quali tramite esplosioni controllate. Le immagini mostrano anche veicoli dell'esercito israeliano stanziati lungo la nuova linea di demarcazione che si estende per circa nove chilometri attraverso Gaza. Ovvero da est a ovest, dividendo la città di Gaza e le città di Jabalia, Beit Hanoun e Beit Lahia nel nord della Striscia di Gaza.

Secondo gli analisti citati dalla Bbc, sembrerebbe che Israele intenda dividere la Striscia di Gaza per poterla controllare meglio. H.a. Hellyer, esperto di sicurezza del Medio Oriente del think tank Rusi, ha affermato che le immagini satellitari mostrate dalla Bbc indicherebbero che Israele si sta preparando a impedire ai civili palestinesi di tornare a nord di Gaza. Secondo le Nazioni Unite sono più di 100mila le persone che sono già state sfollate dal nord di Gaza.

Dalle immagini diffuse online dalle Forze di difesa israeliane (Idf) si vedono diversi edifici a più piani distrutti, in modo sistematico, da ottobre. Un portavoce delle Idf ha dichiarato alla Bbc che non c'è alcuna intenzione di distruggere infrastrutture civili "senza necessità operativa" per neutralizzare Hamas. Altri filmati mostrano veicoli Humvee dell'Idf che attraversano l'area sgomberata e che dimostrano che le truppe israeliane hanno il controllo dell'area. E che intenderebbero conservarlo a lungo.

I militari israeliani, insomma, "stanno lavorando per il lungo periodo. Mi aspetterei che la separazione a nord si sviluppi esattamente come il corridoio Netzarim", ha dichiarato Hellyer. Il corridoio Netzarim, completato a maggio, divide l'area a sud di Gaza City, mentre il corridoio Philadelphi dà all'Idf il controllo del territorio che corre lungo il confine di Gaza con l'Egitto.

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Esteri

Putin, show tra minacce a Ucraina e messaggi a Trump:...

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Il presidente russo: "Con missile Oreshnik possiamo colpire i centri direzionali di Kiev in qualsiasi momento"

Vladimir Putin

Vladimir Putin spaventa l'Ucraina e strizza l'occhio a Donald Trump. Minaccia Kiev con il super missile Oreshnik, paragonato ad un meteorite, e aspetta l'intervento del neo presidente degli Stati Uniti per porre fine alla guerra. Il presidente russo, ad Astana per il vertice della Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva (Csto), propone tutto il suo repertorio.

Inizia rivendicando che l'esercito di Mosca ha lanciato in 12 ore contro l'Ucraina 91 missili e 97 droni esplosivi. Invia un segnale conciliante a Trump, definendolo ''un uomo intelligente con molta esperienza, in grado di trovare soluzioni'', mentre si scusa con l'ex cancelliera tedesca Angela Merkel per averla spaventata, ''non sapevo avesse paura dei cani''.

Oreshnik minaccia per Ucraina

Il leader del Cremlino dedica ampio spazio al missile Oreshnik, l'ultimo prodotto dell'industria bellica russa, testato la scorsa settimana contro un impianto industriale di Dnipro. Il suo utilizzo è stato ''una risposta al continuo lancio di missili americani Atacms contro il territorio russo''. Putin allarga il panorama e si dice pronto a colpire siti militari nei Paesi europei che forniscono armi a Kiev.

"La Russia non consentirà all'Ucraina di dotarsi di armi nucleari, la federazione russa userà tutti i mezzi a disposizione se l'Ucraina si doterà di armi nucleari. Il trasferimento di queste armi da qualsiasi paese sarà considerato una violazione degli obblighi previsti dal trattati di non proliferazione", avverte, con un copione simile a quello proposto la scorsa settimana, quando ha affermato che l'Oreshnik può colpire ovunque nel Vecchio Continente.

Il peggio per l'Ucraina potrebbe non essere ancora arrivato perché Putin dice che ''non esclude'' in futuro di utilizzare il potente missile Oreshnik contro ''centri decisionali, anche a Kiev. Può succedere in qualsiasi momento''. Ora, spiega, "il ministero della Difesa e lo stato maggiore delle forze militari russe stanno selezionando obiettivi da colpire in territorio ucraino. Obiettivi che potrebbero includere siti militari, imprese del comparto militare o centri decisionali a Kiev.

E per farlo potrebbe appunto venir usato l'Oreshnik, un'arma che Putin ha paragonato a ''un meteorite'', dotata di una gittata di diverse migliaia di chilometri, progettata per trasportare testate nucleari. E che è in grado di colpire ovunque in Europa, ha sottolineato.

"Nel mondo non ci sono armi paragonabili ai missili ipersonici della Russia, stiamo incrementando la produzione del 25%. La Russia produce una quantità di missili 10 volte superiore a quella della Nato. Nuovi sistemi debutteranno dopo l'Oreshnik, che non ha eguali al mondo. Nessuna fornitura di missili a lungo raggio all'Ucraina può eguagliare la potenza dell'arsenale russo né può modificare la situazione sul campo" nel conflitto.

La potenza della nuova arma: "Come un meteorite"

"Useremo il missile in risposta alle azioni del nemico: il ministero della Difesa sta selezionando obiettivi in Ucraina da colpire. I centri decisionali a Kiev potrebbero diventare un obiettivo per gli Oreshnik. Un attacco massiccio con questi missili avrà un impatto paragonabile a quello delle armi nucleari. La sua potenza è paragonabile a quella di un meteorite. L'Oreshnik è in grado di colpire strutture sotterranee, fino a 3-4 piani al di sotto del livello del suolo. E potremmo aumentare ulteriormente la sua potenza", dice il presidente russo, che snocciola valutazioni tecniche.

"Secondo esperti militari, in caso di un massiccio uso di questi missili contemporaneamente in un colpo solo, la potenza sarà paragonabile all'uso di armi nucleari sebbene l'Oreshnik, ovviamente, non sia un'arma di distruzione di massa", afferma, confermando di aver avviato la produzione in serie di questo missile.

Zelensky: "Putin mette pressione a Trump"

Lo show di Putin non è passato inosservato a Kiev. "In Kazakistan, Putin ha nuovamente esposto i suoi missili, mostrando di essere pronto a uccidere e distruggere. Alle migliaia di missili che hanno già colpito l'Ucraina, Putin vuole chiaramente aggiungerne altre migliaia. Non ha alcun interesse a porre fine a questa guerra. Inoltre, vuole impedire ad altri di porre fine a questa guerra", dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

"Mostrando il suo Oreshnik, ora, mira solo a ostacolare gli sforzi del presidente Trump che sicuramente verranno compiuti dopo l'insediamento. Putin vuole aggravare la situazione ora in modo che il presidente Trump non riesca a porre fine alla guerra. Putin è l'unico colpevole di questa guerra e l'unico che crede nella guerra. Ecco perché l'escalation di Putin ora è una forma di pressione che mira a costringere alla fine il presidente degli Stati Uniti ad accettare le condizioni della Russia", dice Zelensky.

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Esteri

Libano, Netanyahu: “Guerra massiccia se cessate fuoco...

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Il primo ministro israeliano avverte: "Se non rispettate la tregua agiremo con forza". Sulle armi: "Trump ci ha garantito che non ci saranno ritardi nelle consegne"

Benjamin Netanyahu (Afp)

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto ai militari delle Idf di essere ''pronti a una guerra intensa'' in Libano nel caso in cui l'accordo di cessate il fuoco raggiunto con Hezbollah dovesse essere violato. Nel corso di una intervista con Channel 14, Netanyahu ha detto di aver ''dato istruzioni all'Idf'' che ''se ci sarà una violazione massiccia dell'accordo, non solo opereremo chirurgicamente come stiamo facendo ora, e con la forza, ogni volta. Se ci sarà una violazione massiccia dell'accordo, ho ordinato all'Idf di prepararsi per una guerra ad alta intensità".

Netanyahu ha quindi affermato che il cessate il fuoco in Libano "potrebbe essere breve" e che Israele "lo ha rispettato fin dal primo giorno". Al momento Israele non sta creando una zona cuscinetto nel Libano meridionale perché, ha fatto notare Netanyahu, ''la minaccia di un'invasione di terra è stata rimossa''. Stasera Netanyahu ha riunito i suoi consiglieri per un incontro sulla continuazione della guerra sui suoi vari fronti, riporta Channel 13.

Intervistato da Channel 14, Netanyahu ha detto che "il presidente Trump mi ha detto inequivocabilmente che, per quanto lo riguarda, non ci saranno ritardi rispetto a nessuna arma". Il primo ministro israeliano ha, inoltre, dichiarato, inoltre, che farà ''di tutto per impedire all'Iran di avere armi nucleari''.

Idf: "Hezbollah ha violato più volte il cessate il fuoco"

L'esercito israeliano ha accusato Hezbollah di aver violato più volte l'accordo di cessate il fuoco da quando è entrato in vigore mercoledì. Per contro, nelle ultime ore sono stati schierati soldati israeliani per impedire ad altri membri della milizia di avanzare nel Libano meridionale, ha affermato l'esercito.

L'accordo di cessate il fuoco stabilisce che Hezbollah debba ritirarsi dietro il fiume Litani, circa 30 chilometri a nord del confine israelo-libanese, in conformità con una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Anche le truppe di terra israeliane devono ritirarsi gradualmente dal Libano nei prossimi 60 giorni.

Le Idf hanno dichiarato che oltre 2.500 militanti di Hezbollah sono stati uccisi dall'inizio della guerra e che l'organizzazione ha subito perdite significative, anche se non è stata completamente smantellata.

Biden: "Grato di essere riuscito a ottenere la pace in Libano"

"Sono davvero grato per essere riuscito a ottenere la pace in Libano" ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden rispondendo a una domanda sul Ringraziamento. Biden ha detto di essere grato per ''la mia famiglia, per la pacifica transizione della presidenza e sono grato che per grazia di Dio siamo stati in grado di fare più progressi in Medio Oriente".

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