Fava (Inps): “Più occupazione per sistema pensionistico sostenibile”
Ai giovani: "'state lontani da quello nero, aprite subito un conto previdenziale"
"La formazione professionale è uno degli asset su cui costruire il futuro. Attraverso la formazione professionale, erogata nelle sedi regionali di competenza, i giovani impareranno nuove mansioni, nuovi mestieri e riusciranno così a inserirsi più rapidamente nel mercato del lavoro. L’aumento della base occupazionale è l’unica ricetta capace di invertire la tendenza attuale che oggi vede più pensionati che lavoratori. Solo in questo modo riusciremo ad arrivare a un sistema pensionistico sostenibile". Così il presidente Inps, Gabriele Fava, intervenendo durante la seconda giornata di lavori del 36esimo Seminario di formazione europea 'Formare al lavoro per trasformare la vita: il futuro adesso!'. L’incontro, organizzato a Palazzo Lombardia da Ciofs-Fp, il centro italiano opere femminili salesiane - formazione professionale, in collaborazione con Regione Lombardia, Ministero del Lavoro e delle Politiche sociale e Fondimpresa, accende i riflettori sulla formazione al lavoro in tutti i suoi molteplici aspetti. Intervistato a margine del panel ‘Il contributo degli Enti storici della formazione professionale al benessere delle persone, dei territori, delle società’, il presidente Fava sottolinea: “Mi preme molto sollecitare i giovani affinché possano da subito pensare a costruire il loro salvadanaio previdenziale. A trent'anni dalla riforma Dini i giovani si troveranno con il sistema contributivo pieno, vuol dire che prima iniziano ad accumulare i contributi, miglior salvadanaio e quindi pensione si troveranno. Da questo punto di vista - fa sapere - partiremo con una campagna di educazione previdenziale che avrà come principale obiettivo quella di ingaggiare i giovani e di fargli maturare la consapevolezza di pianificare il loro futuro partendo dall'apertura del loro estratto conto previdenziale”, le parole del presidente Fava.
Rivolto ai giovani, Fava sottolinea: "È fondamentale parlare con i ragazzi e fargli maturare la consapevolezza di aprire l’estratto conto previdenziale e quindi stare lontano dal lavoro nero. Bisogna interloquire con i giovani e fargli capire qual è il loro salvadanaio futuro e qual è il percorso per costruirlo ed essere soddisfatti". "Bisogna far capire ai giovani che la formazione continua è fondamentale per costruire il percorso di vita professionale sul quale costruire anche quello personale”.
“Tra le iniziative volte ad aumentare la base occupazionale, mai come in questo momento storico la formazione professionale gioca un ruolo fondamentale, perché consente di favorire l’acquisizione di competenze a una platea di persone, prevalentemente giovani, che non accederebbe ad altri percorsi formativi. Un sistema, quello della formazione professionale, che ha rappresentato per quasi un secolo il fiore all’occhiello del nostro Paese e che deve tornare ad essere centrale nelle politiche attive”. Afferma Fava, che poi aggiunge: “Occorre assicurare opportunità di occupazione regolare, riducendone i tempi di transizione dal sistema di istruzione e formazione al lavoro con misure di politiche attive. La pensione di domani si costruisce con il lavoro di oggi. Per garantire un sistema previdenziale sostenibile, è essenziale agire sul lato delle entrate, utilizzando diverse leve che possano aumentare il numero di lavoratori occupati e migliorare la qualità dell'occupazione, con conseguenti effetti positivi sui salari”. L’obiettivo dell’Inps, ha concluso Fava, è quello di avvicinare chi è ai margini del sistema previdenziale, a cominciare dai giovani e dalle donne, nell’ottica del cosiddetto welfare generativo, partendo dall’attenzione all’estratto conto previdenziale.
Economia
Ambiente, Barbaro: “Successo per l’Italia, da oggi...
Nota del Sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza energetica
“È stata una missione di successo quella di Lubiana, in quanto oggi sono stati resi noti i risultati delle votazioni per i membri del Bureau della Convenzione Acque per il prossimo triennio e il candidato italiano proposto, Salvatore D’Angelo, è stato eletto insieme agli altri dieci componenti in rappresentanza di tre continenti". Così in una nota il Sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza energetica Claudio Barbaro.
"Con l’elezione del delegato del Mase, avremo la possibilità di essere maggiormente coinvolti nell’attuazione della Convenzione che può essere compresa nei maggiori programmi di sviluppo qualora si tratti di gestione delle risorse idriche. Consideriamo la Convenzione uno strumento essenziale per le attività di cooperazione idrica transfrontaliera e per tutti quei programmi di tutela e di sviluppo verso la triplice sfida globale cambiamento climatico, perdita della biodiversità, desertificazione”, conclude.
Economia
GreenItaly 2024: l’Italia punta su Green Economy per...
Le imprese green affrontano meglio le crisi. E' quanto emerso durante la presentazione del 15° Rapporto GreenItaly, presentato da Fondazione Symbola e Unioncamere. Il Rapporto dipinge un quadro ottimista per l’Italia verde, leader europeo nell’economia circolare e nell’impiego sostenibile delle risorse. Secondo i dati, negli ultimi cinque anni oltre 571.000 imprese italiane hanno investito nella green economy e sulla sostenibilità, dimostrando maggiore resilienza anche in tempi di crisi. I “green jobs” in Italia superano i 3 milioni, rappresentando oltre il 13% dell’occupazione totale, mentre i nuovi contratti per professioni legate alla sostenibilità sono saliti a quasi 2 milioni nel 2023.
Economia
Altroconsumo, quantum su reddito imponibile fiscale riduce...
Il problema vero è capire su quale imponibile vengono calcolati bonus previsto in busta paga
La manovra di Bilancio che è attualmente in discussione, e che potrebbe quindi essere modificata prima dell’approvazione a fine anno, ha ritoccato il taglio del cuneo fiscale, ovvero quanto rimane nello stipendio del lavoratore dopo aver tolto tasse e contributi versati per suo conto dall’azienda. Ma, secondo Altroconsumo, non è tutto oro quello che luccica: passare dalla riduzione dei contributi per la pensione a erogare un quantum sul reddito imponibile fiscale cambia le carte in tavola, riducendo, di fatto, lo stipendio netto.
Per i redditi da lavoro dipendente fino a 20.000 euro l’anno, il bonus in busta paga previsto è una sorta di somma calcolata in rapporto al reddito: 7,1% per i redditi fino a 8.500 euro, 5,3% tra 8.500 e 15.000 e 4,8% da 15.000 a 20.000. Sopra i 20.000 euro si trasforma in una detrazione d’imposta di 1.000 euro che scende fino ad azzerarsi per i redditi sopra i 40.000 euro. Il problema vero è capire su quale imponibile vengono calcolati questi bonus.
Come è noto, ogni lavoratore dipendente possiede una Ral, il reddito lordo annuo, che è stabilito per contratto, e da essa si tolgono prima i contributi per la pensione, poi si applicano imposte e detrazioni. La Ral non è altro che il reddito previdenziale lordo annuo, sul quale fino a quest’anno (2024), per i redditi più bassi, sono applicati degli 'sconti' su quanto devono versare di contributi. In particolare, a oggi, i lavoratori dipendenti con reddito lordo annuo previdenziale fino a 35 mila euro versano il 3,49% di contributi, contro l’ordinario 9,49%; mentre fino a 25 mila euro versano il 2,49% di contributi, contro il contro il 9,49%. La novità è che nel 2025 questa riduzione non ci sarà più. Questa cosa impatta ovviamente anche sul calcolo del reddito imponibile fiscale.
Ad esempio, se nel 2025 il dipendente prende un reddito fiscale di 15.000 euro, è perché ha un reddito imponibile previdenziale di 16.573 euro (16.573 – 9,49% = 15.000). Nel 2024 chi ha un imponibile previdenziale di 16.573 euro, ha un imponibile fiscale di 16.160 euro (16.573 – 3,49% = 16.160), non di 15.000 euro. Allo stesso risultato si arriva se, ad esempio, nel 2024 il dipendente prende un reddito fiscale di 25.000 euro, perché nuovamente entrano in gioco i contributi previdenziali, che faranno ridurre l’imponibile fiscale nel 2025. Quindi un reddito fiscale di 25.000 euro nel 2024 corrisponde a un reddito fiscale di 23.446 euro nel 2025 che equivalgono a una riduzione mensile della busta paga di 4 euro. Non si possono quindi considerare per i conti lo stesso imponibile fiscale, ma si deve partire dallo stesso imponibile previdenziale, altrimenti significa che il lavoratore ha ridotto la propria Ral. In definitiva, chi ha un guadagno reale è chi ha uno stipendio di poco più di 2.000 euro al mese netti, poiché non beneficiava lo scorso anno del taglio dei contributi. Pertanto, chi già nel 2024 aveva una Ral tra 35.001 euro a 40.000 euro otterrà un reale e certo contributo in busta paga, infatti sia nel 2024 che nel 2025 il reddito viene decurtato da contributi previdenziali di uguale importo, portando quindi a un reddito imponibile fiscale invariato.
Il vero conguaglio verrà comunque fatto con la dichiarazione dei redditi e, se il contribuente ne possiede altri oltre quelli da lavoro, si devono rifare nuovamente i conti e ci si può trovare a dover restituire la parte di detrazione ottenuta in busta paga, riducendo ancora di più il reddito netto. Infatti, le variabili sono parecchie perché la manovra di bilancio parla di reddito complessivo e bisogna tener conto della composizione di questo: se sia tutto da lavoro dipendente oppure no.
"Bisogna aprire gli occhi su cosa significhi realmente questa manovra per gli stipendi delle persone ed in particolare sul fatto che saranno proprio i redditi più bassi ad essere intaccati negativamente in quanto è per quelle soglie che i calcoli si tradurranno in una perdita di reddito mensile. Sappiamo bene che i consumatori stanno già facendo grandi sforzi, nel tentativo di far fronte alle spese essenziali, come le bollette, l'alimentazione o le cure. Per molti a fine mese rimane poco, con effetti negativi anche sui risparmi, come confermato dall'ultimo Termometro Altroconsumo, che annualmente fotografa la capacità di spesa degli italiani. Certo la situazione cambia per i redditi superiori a 35.000 euro ma di fronte alla sfida del crescente costo della vita a fronte della diminuzione del potere d'acquisto per un gran numero di italiani, non è un segnale incoraggiante quello che viene dal Governo che sembra non prestare sufficiente attenzione alle fasce più vulnerabili. Auspichiamo che nella fase di discussione parlamentare possano essere messi dei correttivi rafforzando il sostegno delle fasce più deboli, purtroppo allargatesi negli anni, e della loro reale capacità di spesa e consumo", dichiara Federico Cavallo, responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo.