Usa, Follini: “Contro perdita influenza Occidente serve destra riflessiva”
Il punto di vista di Marco Follini per Adnkronos
"Spira un forte vento di destra nelle nostre contrade, quelle che una volta si sarebbero dette occidentali. Una destra intesa come domanda di sicurezza, illusione di potenza, pretesa di forza, velleità di blindatura dei nostri confini (e magari anche delle nostre certezze). Un tentativo di sentirsi ancora dalla parte vincente ora che avanza nel mondo la sfida di un sud globale che non riconosce più né il nostro primato né le nostre ragioni.
Si potrebbe fare il conto dei casi e dei paesi mettendo in fila le storie degli ultimi mesi e quelle che magari si profilano all’orizzonte. Ma non è questo il punto. Può capitare che la destra conquisti la Casa Bianca con Trump di qui a qualche giorno. E può capitare anche che le forze xenofobe che abbiamo visto all’opera nelle ultime sfide europee guadagnino ulteriore terreno. Eppure non sarà il conto delle bandiere che sventolano sui pennoni delle nostre capitali a darci la misura del problema. Che non è più, ormai, il derby tra destra e sinistra. Ma è la natura dei nostri stati d’animo, delle nostre paure, delle nostre prospettive. E anche, ovviamente, la natura della destra.
Abbiamo conosciuto, dalle nostre parti, destre capaci di infondere fiducia. Reagan e la Thatcher furono due leader intransigenti, volitivi, vissuti all’epoca come troppo assertivi eppure capaci, tutti e due, di trovare al dunque una misura più equilibrata. Erano espressione di una vitalità fiduciosa, alimentata dall’ambizione di lasciare nel mondo l’impronta di un’occidente che di lì a poco avrebbe provocato la caduta del muro di Berlino e l’implosione del sistema sovietico. Non mancava loro lo spirito della controversia. Ma erano controversie che poggiavano sull’ottimismo. E l’ottimismo le guidava verso esiti costruttivi.
Ora invece la radicalizzazione a destra poggia più che altro sulle paure. E immagina di dissolvere queste paure nell’illusione che un proclama stentoreo, una faccia feroce, un grido bellicoso possano magicamente riequilibrare la bilancia delle forze. Rischia così di affermarsi, da quella parte, un modello politico che unisce senza rendersene ben conto parole d’ordine fin troppo bellicose e comportamenti a cui la debolezza delle forze impone poi un limite inesorabile.
Quello che sto cercando di dire -da uomo di centro- è che esiste destra e destra. E per quanto quella parte sembra stia prendendo il sopravvento, resta da capire quali delle sue figure e delle sue maschere siano destinate a prevalere. Tema che agita le coscienze in Francia e in Germania, dove i due establishment di Stato e di governo stanno pericolosamente traballando. E che dovrebbe aprire un confronto anche da noi tra le forze di maggioranza che si contendono l’egemonia con argomenti non sempre così reciprocamente amichevoli.
E’ questo il bivio di fronte a cui si troverà la Meloni. Non tanto la scelta tra Salvini e Tajani, poiché nessuno dei due può insidiarne il primato. Ma la scelta ben più importante tra una destra che si fa sospingere dai venti di tempesta che spirano in tanta parte del mondo e una destra invece più pensosa, più riflessiva, più consapevole del fatto che il disordine epocale nel quale rischiamo di trovarci non si risolve con un eccesso di baldanza. E tanto più di una baldanza a cui non corrisponde più la forza che si pensava di avere alle spalle.
E’ l’Occidente, ormai, il nostro grande rovello politico. Il suo isolamento, la sua perdita di influenza, il suo smarrimento nel trambusto di tutte le crisi che stiamo attraversando. Sono in molti, a destra, che si illudono di trovare soluzioni semplici a problemi così complicati. Se invece qualcuno, anche da quelle parti, proverà prima o poi a misurarsi sulla complicazione in cui ci troviamo avrà fatto un buon servizio. Anche a sé stesso". (di Marco Follini)
Politica
Meloni: “Nessuno Stato di diritto può tollerare...
La premier nel nuovo libro di Bruno Vespa: "Accanimento su Arianna perché non ha tutele, ma è senza scheletri"
“Le inchieste dicono che il dossieraggio su di me è cominciato già alla fine del governo Draghi quando si capiva che sarei potuta andare al governo. Sulla vicenda dei dossieraggi mi aspetto che la magistratura vada fino in fondo, perché, nella migliore delle ipotesi, alla base di questo lavoro c’era un sistema di ricatto ed estorsione, ma nella peggiore siamo davanti al reato di eversione. Nessuno Stato di diritto può tollerare una cosa del genere”. Così Giorgia Meloni nel nuovo libro di Bruno Vespa in uscita il 30 ottobre (Hitler e Mussolini. L’idillio fatale che sconvolse l’Europa), in cui torna anche sul tema dei dossier.
”Perché tanto accanimento su sua sorella Arianna? – chiede Vespa - È la persona che il bancario di Bari ha spiato più di tutte… “Quando è uscita questa notizia - racconta la presidente del Consiglio -, mia sorella mi ha mandato la foto dell’estratto del suo conto in banca. C’erano 2100 euro. Mi ha scritto: “Se me l’avessero chiesto, lo avrei detto io quanto avevo sul conto”, con la faccina che ride. Credo che si accaniscano su Arianna perché non ha le tutele che posso avere io, ma colpire lei è come colpire me. Purtroppo per loro, hanno a che fare con un’altra persona che non ha scheletri nell’armadio”.
Governo
“Chi viene scelto dal popolo per governare deve poterlo fare con un orizzonte di legislatura”, ha detto ancora Meloni. “Vorrei il dialogo ma così la vedo dura. Poi, comunque, dovrebbe far sorridere che un partito che si definisce democratico dica che devi passare sui loro corpi per rafforzare la democrazia in Italia. Ormai non mi stupisco. Mi prendo serenamente gli attacchi della sinistra perché ho l’ardire di sostenere che gli italiani dovrebbero avere il diritto di eleggere direttamente il presidente del Consiglio togliendo questo potere alle dinamiche del palazzo”, ha aggiunto.
Qualcuno sostiene che lei sta pensando alle elezioni anticipate per capitalizzare il consenso. “Dicono un sacco di cose, tendenzialmente false. Ho smesso di leggere la rassegna stampa quando mi sono resa conto che almeno la metà delle cose che si scrivono non vengono scritte per raccontare un fatto, come dovrebbe essere, ma piuttosto per tentare di determinarne uno. È un tentativo di condizionamento al quale non mi presto", ha affermato ancora Meloni.
Legge elettorale
Il punto debole della riforma del premierato è la mancanza di una credibile proposta di legge elettorale? “Penso che quello della legge elettorale sia un tema di competenza parlamentare e poi non ho amato i governi che tentavano di apparecchiarsi la legge elettorale scrivendo norme cucite addosso a loro stessi (anche se poi non funzionavano mai) e non utilizzerò lo stesso metodo. In materia di confronto sulla legge elettorale sono estremamente disponibile con tutti. Le norme devono essere giuste per tutti, soprattutto per i cittadini, non utili ad alcuni"
Politica
Elezioni regionali in Liguria, affluenza in calo: si vota...
Oggi urne aperte fino alle 23. Nove i candidati ma si prospetta una sfida principale tra il candidato di centrodestra Bucci e quello di centrosinistra Orlando
Affluenza in calo in Liguria dove oggi, domenica 27 ottobre, e domani lunedì 28, dove si vota per scegliere il presidente della Regione, insieme ai trenta componenti dell'assemblea legislativa regionale. Alle 12 ha votato il 13,18% degli aventi diritto alle elezioni. Una percentuale inferiore rispetto al 2020, quando l'affluenza a mezzogiorno era stata del 14,09%.
Oggi si potrà votare fino alle 23 e domani dalle 7 alle 15. Sono in tutto 1.341.799 gli aventi diritto chiamati a esprimere il proprio voto nei 1.785 sezioni liguri.
Affluenza, dati in calo
I dati dell'affluenza sono in calo in tutte e quattro le province: a Genova ha votato il 13,92% degli aventi diritto (14,18 nel 2020), a Savona il 12,77% (14,70), a Imperia il 10,78% (13,12 nel 2020), a Spezia il 12,27% (13,26 nel 2020). Hanno votato anche i due principali sfidanti, il candidato del centrodestra Marco Bucci, questa mattina alle 8 nel seggio di piazza S. Maria in Via Lata a Genova, nel quartiere di Carignano e il candidato del centrosinistra Andrea Orlando che ha votato alle 10.30 nel seggio allestito nella scuola Adriana Revere in via Monteverdi a Spezia.
I candidati
La corsa per decretare il successore di Giovanni Toti è fra nove candidati, ma si prospetta una sfida principale tra il candidato di centrodestra Marco Bucci, attuale sindaco di Genova, e quello di centrosinistra Andrea Orlando, ex ministro dei governi Letta, Renzi, Gentiloni e Draghi supportato dal campo largo. Il primo cittadino del capoluogo ligure è appoggiato da sette liste di cui due civiche, una legata al presidente e l'altra più rivolta al mondo moderato. I partiti che lo sostengono sono Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati e Udc. Anche il deputato del Pd Orlando è sostenuto da sette liste: Pd, Avs, M5s, una lista 'personale', una degli amministratori, e altre due legate a parte dei moderati.
L'allerta meteo nella regione, alcuni seggi spostati
Nel frattempo, in molte zone della Liguria prosegue l'allerta arancione. In alcuni Comuni si è scelto di spostare seggi situati in zone esposte a rischi. Si tratta di: Comune di Borgio Verezzi: il seggio 3 (piazza Sant’Agostino, Verezzi) è spostato nel Palazzo Comunale, in via del Municipio 17. Comune di Vado Ligure: i seggi 1 – 2 – 3 (scuola elementare Don Peluffo di via Piave 2) sono spostati alle scuole medie A. Peterlin di via XXV Aprile 6. Comune di Quiliano: i seggi 1 – 2 – 3 (edificio scolastico di Via Mattotti) sono spostati nella Palazzina Servizi – Sala Consiliare, Biblioteca, in piazza della Costituzione 1. Comune di Spotorno: le sezioni 1 e 2 (scuola primaria S. Pertini in viale Europa 6) sono spostate alla scuola secondaria in Via Verdi – località Baxie. Spostamento Ufficio elettorale comunale: Comune di San Biagio della Cima: trasferimento nell’edificio scolastico di via Don Bosco 5 dalle 14 del 26/10 fino al termine delle operazioni di scrutinio del 28/10.
Politica
M5S, Grillo: “Rivendico il diritto alla sua...
Conte: "Oggi per noi la notizia è l'ultima fase del confronto deliberativo"
"Oggi c'è una notizia importante per il Movimento 5 Stelle: è l'ultima sessione, si sta sviluppando il confronto deliberativo. Ci sono tantissimi nostri iscritti, anche giovani, minorenni e non iscritti, che stanno contribuendo ad approfondire le proposte arrivate per poi votare nell'Assemblea degli scritti". Così Giuseppe Conte, a margine di un incontro a Parma, rispondendo a una domanda sull'ultimo post di Beppe Grillo sul M5S.
"E' un esperimento, il più significativo, ci siamo messi in discussione, ci stiamo rinnovando e ossigenando. Siamo più attivi che mai", sottolinea il leader del M5S.
Cosa ha detto Grillo
"E anche queste elezioni che stanno avvenendo in Liguria e in Emilia Romagna, ma i candidati che appoggiano questo movimento progressista di sinistra? Così, ma chi li ha votati? C'è stata una votazione dal basso? Questa sarebbe la democrazia dal basso? No, sono stati catapultati dall'alto, messi lì, i soliti giochi della vecchia politica. Non c'è democrazia dal basso, è una bassa democrazia", scrive Beppe Grillo sul suo blog, in un testo che parte dallo scontro con Conte.
"Tutta questa cosa - aggiunge - solo perché ho esercitato un mio piccolissimo diritto, di Garante, per capire questa assemblea straordinaria, assolutamente giusta, di democrazia dal basso, questa costituente… quali potevano essere i crismi, cioè vedere un po' cosa stava succedendo, quanta gente era stata falcidiata in agosto… Questo comitato anonimo non riusciva ad avere un dato. Ho insistito, ho fatto 4,5 domande, la risposta è stata data da un notaio nominato, non l'innominato, il nominato notaio è venuto fuori con un video, dicendo che io non conto nulla". "Perché nello statuto la mia figura di Garante non conta nulla, cioè lo statuto, che l'ha fatto il mago di Oz, e non l'ho fatto io...", scrive Grillo.
"Da creatore del Movimento rivendico il mio diritto all'estinzione del M5S. Quando vedo la bandiera del Movimento con davanti il mago di Oz che parla di democrazia diretta mi viene un buco nello stomaco", le parole di Grillo in un video abbinato al post.
"Lui si può fare il suo bel partito, il suo manifesto, con la sua faccia, bella simpatica, sincera, con scritto Oz e 22 mandati. Potrebbe arrivare al 22%, se va da Fassino e si fa fare una profezia può arrivare al 15. Io gli darei anche una mano", prosegue Grillo che poi sottolinea: "Il Movimento non c'è più, è evaporato, lo sappiamo tutti".
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