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Sciopero trasporto pubblico locale 8 novembre, sindacati: “Senza fasce garanzia è regolare”

La modalità (24 ore e senza fasce di garanzia), spiegano i sindacati, per legge può essere utilizzata una volta per ogni vertenza sul rinnovo del contratto

Sciopero autobus (Fotogramma)

Confermato il prossimo venerdì 8 novembre lo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale, proclamato da tutte le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto nazionale con manifestazione nazionale a Roma, davanti al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. A riferirlo unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna nel corso di una conferenza stampa.

Lo sciopero nazionale del Tpl, di 24 ore e senza fasce di garanzia, "è nelle regole, c'è un accordo di settore specifico", sottolineano i sindacati, ricordando anche che uno sciopero del settore senza fasce di garanzia non veniva indetto dal 2005. Una modalità (24 ore e senza fasce di garanzia), spiegano i sindacati, che per legge può essere utilizzata una volta per ogni vertenza sul rinnovo del contratto.

La denuncia dei sindacati

La denuncia unitaria dei sindacati di settore è che il trasporto pubblico locale italiano è assolutamente inadeguato ad affrontare l'imminente sfida del Giubileo. Una situazione aggravata dalla totale "assenza di confronti sul tema", aggiungono Filt Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti, Faisa Cisal e Ugl. Un problema, sottolineano i sindacati, "dell'intero Paese: i 35 milioni di pellegrini attesi si sommeranno ai turisti e ai lavoratori e ci sarà un problema. Siamo evidente preoccupati per ciò che potrà accadere nei prossimi giorni".

Un sistema di trasporto pubblico locale troppo frammentario che rappresenta un unicum in Europa e causa uno sperpero di risorse nonché un servizio inadeguato, denunciano ancora i sindacati. "Nel Paese esistono 900 aziende di Tpl contro le 5-6 degli altri Paesi Ue - dice Salvatore Pellecchia, segretario generale Fit Cisl - Impossibile così creare sinergie, razionalizzare e dare un servizio efficace”. Per Marco Verzari, segretario generale Uiltrasporti, "uno sperpero di risorse. Delle circa 900 imprese del settore soltanto 20 coprono il 50% del fatturato. Va rivisto il finanziamento del settore, sia nella qualità sia nella gestione”.

Inoltre il trasporto pubblico locale italiano sconta una serie di problemi tra i quali quello di un parco circolante obsoleto. "Vanno resi esigibili i mezzi che sono a disposizione. Oggi c’è una parte che non è utilizzabile. Il parco del Tpl nazionale conta circa 50mila vetture, e già sono poche a garantire il sistema; in più, di queste una parte è inadeguata, parliamo di circa il 20% di vetture che per vari problemi non circolano", dice Verzari. Alla sua denuncia si aggiunge quella dell'Ugl. "Chi usa il servizio pubblico vede in che stato sono le vetture. Le vetture ormai obsolete di Milano vengono mandate magari in Sicilia, ma i siciliani non sono italiani? Non hanno diritto a viaggiare come si deve?", dice il segretario generale Fabio Milloch.

Motivazioni e richieste

"Lo sciopero è confermato l’8 novembre. Le motivazioni? Il rinnovo del contratto, scaduto ormai dallo scorso anno. E soprattutto il salvataggio di un settore che rischia di scomparire da questo Paese. Mentre tutta l'Europa investe sul trasporto pubblico locale noi abbiamo una condizione di arretramento in tutte le città, dalle medie alle grandi città, con intere fasce di cittadini che non hanno già più la possibilità di accedere al trasporto pubblico, con un finanziamento in legge di bilancio che noi oggi reputiamo assolutamente insufficiente. Il fondo ha subito un taglio di un miliardo e mezzo di euro ed è chiaro che 120 milioni non servono a recuperare questo gap", afferma Stefano Malorgio, segretario Filt Cgil.

Verzari, segretario generale Uiltrasporti, rileva che quello del trasporto pubblico locale italiano è "un settore ad alto rischio aggressioni e c’è un mandante involontario: chi non finanzia un Tpl adeguato mettendo in contrasto tra loro lavoratori e utenti". Quello dell'8 novembre è il "terzo sciopero del settore - aggiunge - Un settore con 100mila dipendenti dove non si trovano autisti, con un contratto da 1000 euro al mese e un impegno medio massimo giornaliero di 12 ore. Negli ultimi 20 anni sono stati rinnovati solo tre contratti, immaginate il livello inflattivo che va recuperato".

Uno sciopero "prettamente correlato alla scadenza del contratto. In 20 anni il contratto si è rinnovato solo 3 volte anziché le sei previste - sottolinea anche Pellecchia, segretario generale Fit Cisl - Tutti sono d’accordo che i lavoratori italiani abbiano gli stipendi più bassi dei colleghi europei eppure non si riesce a rinnovare il contratto, peraltro alla vigilia di un evento straordinario come il Giubileo. Rivendichiamo non solo il rinnovo del contratto ma una riforma del sistema".

"Lo sciopero dell'8 novembre è legato al contratto collettivo nazionale, ma è anche uno sciopero per la difesa di un settore su cui gravano moltitudini di problemi", evidenzia Mauro Mongelli, segretario generale Faisa Cisal: mancanza di risorse, solo tre contratti collettivi nazionali rinnovati, deterioramento delle condizioni sia lavorative che economiche, il problema della sicurezza. "Manca una riforma del settore. Era stata affrontata con una commissione, la commissione Mattarella, che poi è stata nei fatti disattesa e si è persa nelle nebbie", dice Mongelli.

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Economia

Pensioni, ritardo nel pagamento di gennaio 2025? La...

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Sul proprio sito è stato proprio l'INPS a spiegare i motivi e le modalità con cui avverrà l'accredito

Ritiro pensione Inps - Fotogramma

Niente pagamento pensione di gennaio 2025 questa mattina sul conto? Niente panico. In molti si sono allarmati dopo non aver ricevuto l'accredito della propria pensione sul conto, tanto meno il cedolino, ovvero il documento che consente ai pensionati di verificare l’importo erogato ogni mese dall’INPS e di conoscere le ragioni per cui tale importo può variare. Sul proprio sito è stato proprio l'INPS a spiegare i motivi di questo ritardo e le modalità con cui avverrà l'accredito.

La data di pagamento

Il pagamento della pensione di gennaio 2025 è previsto per domani, venerdì 3 gennaio. L'accredito delle pensioni è infatti previsto di norma il primo giorno del mese bancabile con un unico mandato di pagamento comprensivo di tutte le prestazioni pensionistiche e assistenziali del titolare, ad eccezione però proprio del mese di gennaio.

L'INPS ha voluto ricordare anche come il pagamento in contanti sia ammesso soltanto per importi complessivi fino a un massimo di mille euro netti. Perciò, se l'importo supera questo limite, bisogna comunicare all'INPS il rapporto finanziario su cui ottenere il pagamento utilizzando il servizio 'Cambiare le coordinate di accredito della pensione'.

Indice di rivalutazione e rinnovo delle pensioni 2024

L’indice di rivalutazione delle pensioni per il 2024 è stato confermato nella misura del 5,4%, già attribuito dal 1° gennaio 2024 in via provvisoria; pertanto, nessun conguaglio è dovuto a titolo di rivalutazione. È stato inoltre effettuato il rinnovo delle pensioni per il 2025.

Per il nuovo anno l’indice provvisorio di rivalutazione è pari allo 0,8%, salvo conguaglio da effettuarsi l'anno successivo; le prestazioni di accompagnamento alla pensione (assegni straordinari, isopensione, indennità di espansione, APE sociale) non saranno rivalutate in quanto non hanno natura di prestazione pensionistica.

Le operazioni di rinnovo possono inoltre aver generato conguagli a credito o a debito a vario titolo relativi all’importo di pensione erogato nell’anno 2024. Tali importi sono stati riportati nel cedolino di pensione di gennaio 2024, con la descrizione 'Conguaglio Pensione da Rinnovo'.

Trattenute fiscali

Come si legge sul sito dell'INPS, è stato effettuato anche il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2024 (IRPEF e addizionale regionale e comunale a saldo) sulla base dell’ammontare complessivo delle sole prestazioni pensionistiche erogate dall’INPS. Se le trattenute sono state effettuate in misura inferiore rispetto a quanto dovuto su base annua, l’INPS, in qualità di sostituto di imposta, deve recuperare le differenze a debito sulle rate di pensione di gennaio e febbraio 2025 anche con azzeramento dell’importo di pensione in pagamento, laddove le imposte siano pari o superiori all’importo del rateo mensile in pagamento.

Nel solo caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18mila euro, per il quali il ricalcolo dell’IRPEF ha determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro, la rateazione viene estesa fino alla mensilità di novembre (articolo 38, comma 7, decreto legge n. 78/2010, convertito nella legge n. 122/2010). Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili, inoltre, a decorrere dal rateo di pensione di gennaio, oltre all’IRPEF mensile, vengono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2024.

Le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.

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Economia

Bonus 850 euro per gli anziani, al via domande...

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Ecco chi può usufruirne e come fare domanda

Al via bonus anziani

Al via da oggi, 2 gennaio 2025, il Bonus Anziani 2025 (o Assegno Universale Anziani Non Autosufficienti), un contributo mensile di 850 euro erogato dall'Inps, che potrà essere utilizzato solo per delle specifiche spese.

La misura, introdotta in via sperimentale per il biennio 2025/2026, mira ad aiutare le persone anziane in difficoltà economiche e di salute e presenta requisiti di accesso molto stringenti che ne limitano la portata. Secondo le stime, la platea del Bonus Anziani sarà di circa 25.000 persone in tutto il Paese.

Requisiti

Il trattamento è subordinata ad uno specifico bisogno assistenziale definito “gravissimo”, come specifica lo stesso Istituto in una nota.

Potrà farne richiesta chi:

la titolarità dell'indennità di accompagnamento (che se sospesa non consentirà di vedersi riconosciuta la prestazione).

- ha almeno 80 anni di età anagrafica;

- un Isee non superiore a 6.000 euro;

- un livello di bisogno assistenziale gravissimo, valutato agli atti dalla Commissione medico - legale dell’Inps, anche in base alle indicazioni fornite dalla Commissione Tecnico – Scientifica;;

- la titolarità dell'indennità di accompagnamento che, qualora sospesa, non consentirà di vedersi riconosciuta la prestazione.

Quanto vale e per quali spese

Il Bonus Anziani sarà erogato con cadenza mensile e corrisponde a circa 850 euro al mese, che si aggiungeranno ai 531,76 euro dell’indennità di accompagnamento, per un totale di 1381,76 euro al mese. Questa somma non è tassabile e non è pignorabile. L’importo del Bonus potrà essere utilizzato solo per alcune spese.

Come si legge nel decreto, si potrà usare per “remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona titolari di rapporto di lavoro conforme ai contratti collettivi nazionali di settore o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza e forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale, nel rispetto delle specifiche previsioni contenute nella programmazione integrata di livello regionale e locale”.

Nel caso in cui il contributo venga utilizzato per altri scopi, l’Inps può revocare il bonus e “il beneficiario è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente ricevuto, fermo restando il diritto della persona anziana non autosufficiente a continuare a percepire l’indennità di accompagnamento”.

L’Inps inoltre provvederà al monitoraggio della spesa al fine di un’eventuale rideterminazione dell’importo mensile della quota integrativa, qualora si verifichi uno scostamento fra il numero di domande pervenute e le risorse finanziarie individuate dal legislatore.

Come fare domanda

Il periodo di sperimentazione andrà dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026 e comporterà l’assorbimento dell'indennità di accompagnamento e delle prestazioni fornite dagli Ats, negli ambiti di propria competenza.

La domanda potrà essere presentata telematicamente all’Inps dal portale dell’Istituto tramite il percorso "Sostegni, Sussidi e Indennità > Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità > selezionando la voce “Vedi tutti” nella sezione Strumenti e successivamente “Decreto Anziani – Prestazione Universale” ", sia personalmente, con la propria identità digitale, che tramite gli istituti di patronato.

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Economia

Swisscom completa acquisizione Vodafone Italia, nasce...

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A seguito del closing dell’operazione di acquisizione da parte del Gruppo elvetico Swisscom avvenuto il 31 dicembre scorso

Swisscom completa acquisizione Vodafone Italia, nasce Fastweb+Vodafone

Con il completamento dell’acquisizione di Vodafone Italia da parte di Swisscom avvenuto il 31 dicembre scorso, prende il via il processo di integrazione tra Fastweb e Vodafone, per la creazione di un operatore convergente leader in Italia. Fastweb + Vodafone genererà un elevato valore per tutti gli stakeholder e, grazie alle economie di scala, a una struttura dei costi più efficiente e alle sinergie di circa 600 milioni di euro l’anno a regime, rese possibili dall’integrazione, avrà la capacità finanziaria per continuare a investire in infrastrutture ed innovazione, a beneficio del mercato, dei consumatori e delle imprese in Italia.

La combinazione dei punti di forza di Fastweb nella connettività fissa con la leadership di Vodafone Italia nei servizi mobili consentirà a Fastweb + Vodafone di offrire servizi convergenti innovativi a prezzi competitivi per le famiglie, le imprese e le pubbliche amministrazioni, e di diventare il punto di riferimento per la transizione digitale di tutti i clienti. Con oltre 20 milioni di linee mobili e 5,6 milioni di linee fisse, Fastweb + Vodafone diventa il principale operatore infrastrutturato sul mercato delle telecomunicazioni nazionali, potendo contare su più di 20mila siti radiomobili ed una rete fissa proprietaria di oltre 74mila km in grado di assicurare una copertura nazionale sia mobile che fissa, di cui il 50% in Ftth.

"La visione strategica di Fastweb + Vodafone - si legge in una nota - punta a creare valore continuando a investire in infrastrutture fisse e mobili, perseguendo una innovazione tecnologica continua e garantendo le migliori qualità del servizio e customer experience, senza perdere di vista l’attenzione all’impatto ambientale e sociale".

Con il closing ufficiale dell’operazione, prende avvio il processo di integrazione tra Fastweb e Vodafone Italia. Le due società verranno gestite da un unico Executive Committee e faranno riferimento al corporate brand Fastweb + Vodafone; i marchi attualmente in uso, ossia Fastweb, Vodafone e ho. continueranno ad essere utilizzati a livello commerciale. Da oggi è online anche il nuovo sito Corporate fastwebvodafone.it.

Il nuovo executive committee è composto da: Walter Renna (ceo), Anita Carra (chief brand & B2C marketing officer), Fabrizio Casati (chief Wholesale officer), Silvia Cassano (chief human resources officer), Elenia Cerchi (chief Regulatory & Antitrust officer), Antonio Corda (chief Legal, compliance & security officer), Lisa Di Feliciantonio (chief communications & sustainability officer), Augusto Di Genova (chief B2B officer), Peter Grueter (chief financial officer), Alessandro Magnino (chief strategy & transformation officer) e Federico Negri (chief B2C commercial officer).

Le funzioni di chief technology officer e di chief It officer saranno svolte ad interim rispettivamente da Mark Duesener, responsabile divisione operativa It, Network & Infrastructure e da John de Keijzer, manager con una lunga esperienza in ambito It all’interno del Gruppo Swisscom.

Renna: "Operazione consolidamento più importante sul mercato"

“Con il closing ufficiale si completa la più importante operazione di consolidamento degli ultimi anni sul mercato delle telecomunicazioni in Italia", afferma Walter Renna, ceo di Fastweb + Vodafone. "Già a partire dai prossimi giorni - sottolinea - lavoreremo per avviare il processo di integrazione tra le due società, liberarne rapidamente il potenziale e offrire ai clienti in tutti i segmenti di mercato servizi ancora più innovativi e dalle prestazioni elevate. Fastweb + Vodafone sarà un’azienda basata su una cultura improntata all’inclusione e trasparenza, al cui centro ci saranno le persone, la loro esperienza e competenza”.

Il ceo di Swisscom, Christoph Aeschlimann, aggiunge: ”Sono molto soddisfatto della concretizzazione del closing perché rafforza l’intero Gruppo Swisscom. Il miglior posizionamento in Italia genererà valore nel lungo periodo per tutti gli stakeholder facendo aumentare i flussi di cassa e i dividendi in futuro”.

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