Furto banche dati, Nordio: “Inaccettabile e inquietante, concreto pericolo per la democrazia”
Ciriani: "Buchi sicurezza cyber già dal 2021, nostro governo intervenuto"
Esprimo la "mia più profonda preoccupazione per ciò che è accaduto e sta accadendo: è inaccettabile e inquietante, costituisce un serio e concreto pericolo per la nostra stessa democrazia". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio al question time alla Camera rispondendo a una interrogazione sulle iniziative volte a contrastare l'accesso illegale alle banche dati e la violazione della riservatezza.
Ciriani: "Buchi sicurezza cyber già dal 2021, nostro governo intervenuto"
"Fin dall'avvio della propria attività, questo governo ha ritenuto prioritario il rafforzamento della tutela cyber delle istituzioni", ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, rispondendo al question time alla Camera a un'interrogazione di Italia Viva sulla questione della cybersicurezza, alla luce dei recenti attacchi informatici.
"La scarsa sicurezza delle reti informatiche - ha evidenziato l'esponente di Fratelli d'Italia - era questione emersa già con evidenza prima della formazione dell'attuale esecutivo: peraltro, dalle imputazioni dell'indagine in corso a Milano, si ricavano quali anni di consumazione dei reati ipotizzati anche il 2021 e il 2022. Per la parte di competenza dell'attuale esecutivo sottolineo il lavoro in atto di copertura della pianta organica dell’Agenzia per la sicurezza cibernetica (Acn), cui si è presto affiancato il rafforzamento dell’intero ordinamento cyber, culminato con l'approvazione, nel giugno 2024, della legge numero 90".
I punti della riforma
Nel corso del suo intervento Ciriani si è soffermato sui punti cardine della riforma. "Si è proceduto - ha spiegato il ministro - all'ampliamento dei soggetti della pubblica amministrazione centrale, regionale e locale, tenuti alla notifica degli incidenti informatici. Con questo è stato di fatto anticipato il decreto legislativo Nis 2, rendendo possibile l’immediata attribuzione alle stesse amministrazioni, sulla base di progetti di sicurezza informatica, di risorse del Pnrr. Ne hanno beneficiato 83 amministrazioni. Per i soggetti inseriti nel perimetro, è stato previsto un rafforzamento delle misure organizzative di sicurezza informatica, con l'obbligo di nominare un Referente per la sicurezza informatica per una più spedita interlocuzione con l'Acn".
Ciriani ha poi aggiunto: "Nel presupposto che ogni incidente informatico è un reato, sono state introdotte norme di raccordo tra l'attività investigativa e quella di ripristino dei sistemi e servizi digitali impattati, al duplice scopo di non interferire con le indagini e di non frenare le attività di ripristino se non in presenza di motivate ed espresse esigenze di giustizia". "L'approvvigionamento di beni e servizi informatici nei contesti di interesse strategico o attinenti alla sicurezza nazionale deve corrispondere a elementi essenziali di cybersicurezza per rafforzare l'indipendenza tecnologica del Paese e minimizzare i rischi legati alla catena di approvvigionamento", ha sottolineato ancora il ministro per i Rapporti con il Parlamento.
Ciriani ha ricordato come siano "aumentate le sanzioni per i reati informatici più gravi, soprattutto nei casi in cui ad essere impattati siano i sistemi strategici nazionali", e come sia stato "ridisegnato il reato di estorsione, adattandolo alle dinamiche dei programmi informatici dannosi che infettano dispositivi digitali per poi chiedere un riscatto per liberarli (cd. ransomware)". "In relazione all'intreccio tra sicurezza informatica e sicurezza economico-finanziaria, è stata prevista una configurazione del Nucleo per la cybersicurezza, a cui partecipano il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e il Governatore della Banca d'Italia", ha proseguito.
Nella giornata di ieri "tale nucleo si è riunito, come avviene periodicamente, nella sede di Acn, proprio sulla questione degli strumenti di prevenzione e contrasto al ransomware, con la presidenza del prefetto Bruno Frattasi".
Politica
Cavalieri del Lavoro, oggi al Quirinale la consegna delle...
Medaglia ai Cavalieri che appartengono all'Ordine da 25 anni, onorificenza anche agli Alfieri del Lavoro. Marina Berlusconi: "Dedico riconoscimento a mio padre"
Oggi al Quirinale la consegna delle onorificenze dell’Ordine 'al Merito del Lavoro' ai nuovi 25 Cavalieri del Lavoro nominati dal Capo dello Stato Sergio Mattarella il 2 giugno scorso. Premiati anche gli 'Alfieri del Lavoro', 25 tra i più bravi studenti d’Italia. Insieme ai neo Cavalieri e agli Alfieri, consegnata una Medaglia ai Cavalieri del Lavoro che appartengono all’Ordine da 25 anni: a Giuseppe Pasquale Marra, il presidente del gruppo Adnkronos, a Mario Casoni, Enzo Cavallari, Piergiorgio Coin, Giovanni Gustavo Delle Piane, Gabriele Galateri di Genola e di Suniglia, Giorgetto Giugiaro, Learco Malaguti, Alessandro Scelfo.
Il discorso di Mattarella: "Giovani, prendetevi il futuro"
"Si riflette meno del dovuto sulle conseguenze per le giovani generazioni delle impetuose trasformazioni del nostro tempo e degli squilibri che rischiano di penalizzare il tempo che vivranno. Certo, eventi straordinari come le guerre, le pandemie, le catastrofi naturali, possono intervenire, deviando il corso della storia, ma l’investimento sui giovani, rappresenta semplicemente il futuro", ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia al Quirinale.
"È singolare -ha aggiunto il Capo dello Stato- che l’innalzamento dell’aspettativa di vita, e quello dell’età media della popolazione come conseguenza dell’inverno demografico, si traducano in un più lento, e sovente più arduo, inserimento nella società, nel mondo del lavoro. Nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 34 anni lo scarto sul mercato del lavoro nazionale rispetto alla media dell’Unione europea è di 13 punti percentuali a danno dei giovani italiani. Questo squilibrio accresce i rischi di emorragia verso l’estero di energie preziosissime".
"Non sono gli egoismi e le chiusure a promuovere e governare crescita e progresso. Vorrei dire ai giovani: prendetevi il futuro. Non è un gesto di egotismo. Al contrario, è risposta - ha detto Mattarella- all’appello alla responsabilità e all’impegno".
"I Cavalieri del lavoro sono interpreti della 'funzione sociale' dell’impresa. Le aziende, le realtà produttive, sono motrici di un benessere ampio delle famiglie, sviluppano filiere, fanno crescere territori. È la consapevolezza di questa responsabilità che rende gli operatori economici partecipi del compito e della responsabilità di dirigere il Paese. La vivacità delle imprese e la loro capacità di affrontare le sfide del mercato, anche nelle condizioni mutevoli e difficili di questi ultimi anni, ci ha permesso di riprenderci dopo la stagione delle crisi finanziarie e dopo la grande battuta d’arresto conseguente alla pandemia da Covid. L’Italia è tornata a crescere", ha aggiunto il Capo dello Stato.
"Se consideriamo gli ultimi cinque anni, il Pil nazionale -ha sottolineato il Capo dello Stato- è aumentato percentualmente più di quelli francese e tedesco. L’occupazione cresce, e così i contratti di lavoro a tempo indeterminato. Le esportazioni italiane continuano a registrare dati positivi, a sostegno del prodotto nazionale. Merito ulteriore di quelle aziende che sono state capaci di affrontare i rischi e le opportunità della globalizzazione. I dati di Bankitalia certificano un balzo del nostro Paese: la posizione netta sull’estero, a giugno di quest’anno, era creditoria per circa 225 miliardi di euro. Una dimensione enorme: il 10,5% del Pil. Irragionevole non venga notato dalle agenzie di rating nel valutare prospettive e affidabilità dell’economia italiana".
"Questa la nostra posizione patrimoniale. 'Un segno di forza', l’ha definita il governatore di Bankitalia nella sua ultima relazione. E il merito -ha detto Mattarella- è delle imprese, dei capitani d’impresa, dei loro collaboratori, insieme alle lavoratici e ai lavoratori che in esse operano".
E ancora. È "vitale sia per l’Italia l’apertura dei mercati e delle relazioni commerciali. Muoviamo dalla scelta europeista, che ci consente di partire da un mercato di circa 450 milioni di abitanti, lasciando alle spalle politiche protezionistiche o, peggio, autarchiche, di controllo dirigista".
"Bisogna -ha ribadito il Capo dello Stato- proseguire su questa strada: integrare meglio l’economia europea, con l’unione bancaria, una politica comune di bilancio, investimenti per l’innovazione, affrontando i temi fiscali. Le imprese ne sono consapevoli. Le imprese sono una frontiera dell’Italia di domani".
"Alle istituzioni e alle politiche pubbliche competono scelte importanti per colmare ritardi accumulati nel tempo: a cominciare dalla produttività, dal funzionamento della pubblica amministrazione, dalle riforme necessarie per far crescere le opportunità. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un’occasione straordinaria e, come tale, va colta appieno", ha poi affermato Mattarella.
"Sono progetti propulsori, di integrazione e di fiducia tra i cittadini europei, per porci in sintonia con le scelte cui concorriamo nelle istituzioni comunitarie. Anche alle imprese -ha detto ancora il Capo dello Stato- viene chiesto di fare la propria parte, di accompagnare l’impegno comune con investimenti, ricerca, innovazione. L’Italia non è seconda ad alcuno se -dato del 2021- si registravano, nelle fabbriche, 13,4 robot ogni mille addetti, rispetto ai 12,6 in Germania e ai 9,2 della Francia. Occorre perseverare nella lungimiranza, col coraggio di disegnare il domani. Il domani, non soltanto il presente".
I 25 nuovi Cavalieri del Lavoro
I 25 Cavalieri del Lavoro nominati lo scorso 2 giugno e che hanno ricevuto l'onorificenza sono Lucia Aleotti (Toscana - Industria, Farmaceutica), Eufrasio Anghileri (Lombardia - Industria, Siderurgica), Giovanni Arena (Sicilia - Commercio, Grande distribuzione), Pietro Beccari (Estero - Industria, Moda e design di lusso), Marina Elvira Berlusconi (Lombardia - Industria, Editoria), Paolo Bertazzoni (Emilia-Romagna - Industria, Elettrodomestici), Maria Chiara Boni (Lombardia - Industria, Moda abbigliamento), Giorgio Campagnolo (Veneto - Industria, Abbigliamento sportivo), Carmine Caputo (Campania - Industria Alimentare, Molitoria), Caterina Imelde Caselli (Lombardia - Industria, Discografica), Carlo Cimbri (Emilia-Romagna - Terziario, Assicurazioni), Graziano Giordani (Marche - Artigianato, Ricami), Raffaella Leone (Lazio - Terziario, Cinematografia), Matteo Bruno Lunelli (Trentino Alto Adige - Vitivinicolo, Spumanti), Fausto Manzana (Trentino Alto Adige - Terziario, Servizi informatici), Giuseppe Marino (Piemonte - Industria, Ferroviaria), Francesco Giovanni Muntoni (Sardegna - Terziario, Alberghiero), Duilio Paolino (Piemonte - Industria, Macchinari agricoli), Vito Antonio Primiceri (Puglia - Terziario, Credito), Fabio Ravanelli (Piemonte - Industria, Cosmetica), Edoardo Roncadin (Friuli Venezia Giulia - Industria e commercio, Prodotti surgelati), Enrico Samer (Friuli Venezia Giulia - Terziario, Logistica), Antonio Serena Monghini (Emilia-Romagna - Industria energetica, Petrolio), Giovanni Sgariboldi (Lombardia - Industria, Cosmetici e profumi), Aquilino Carlo Villano (Campania - Industria, Aerospazio).
Gli Alfieri del Lavoro
In occasione del conferimento dell’onorificenza in Quirinale ai neo Cavalieri del Lavoro, vengono premiati anche gli 'Alfieri del Lavoro', i più bravi studenti d’Italia. Istituito nel 1961 in coincidenza del centenario dell’Unità d’Italia, il Premio 'Alfieri del Lavoro' è promosso dalla Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro ed è destinato ogni anno a 25 studenti che abbiano terminato la scuola secondaria superiore con il massimo dei voti. Il numero dei premiati è legato a quello dei Cavalieri del Lavoro, a rimarcare la continuità dell’impegno nello studio e nella vita. Agli Alfieri del Lavoro va l’attestato d’onore e la Medaglia del Presidente della Repubblica.
I 25 Alfieri del Lavoro selezionati nel 2024 insigniti oggi della Medaglia del Presidente della Repubblica sono: Giovanni Antonucci (Bari), Mauro Alberto Avigliano (Potenza), Alessandro Bastarelli (Fermo), Francesca Bianchessi (Milano), Gabriele Sebastiano Cristaudo (Catania), Luca De Masi (Lecce), Alessandro Vincenzo De Vita (Siena), Franco Della Negra (Udine), Domenico Di Cristofano (Chieti), Maria Di Mauro (Caserta), Daniele Maria Falciglia (Enna), Camilla Fezzi (Verona), Gabriele Garofalo (Cosenza), Elisa Ipektchi (Roma), Giovanni Lo Schiavo (Salerno), Victoria Moranduzzo (Trento), Lorenzo Murace (Bologna), Alessio Neri (Livorno), Chiara Pirazzini (Ravenna), Francesca Carla Prato (Torino), Alessandro Serafini (Sud Sardegna), Matteo Severgnini (Cremona), Isabella Solari (Alessandria), Simona Taddeo (Brindisi), Sofia Vari (Frosinone).
Marina Berlusconi: "Dedico riconoscimento a mio padre"
"La nomina a Cavaliere del lavoro è un onore grandissimo, per il quale desidero davvero esprimere tutta la mia gratitudine al Presidente Mattarella e al Consiglio dell’Ordine al Merito del Lavoro". Lo sottolinea la presidente di Fininvest, Marina Berlusconi, entrando al Quirinale in occasione della nomina a Cavaliere del Lavoro. "Dedico questo riconoscimento a mio padre, che nel 1977 ricevette lo stesso titolo. Silvio Berlusconi resterà per sempre 'il Cavaliere' - continua Marina Berlusconi-. Sono passati più di quarant’anni, ma ricordo come fosse ieri quella giornata a Roma in cui mia madre, io e mio fratello Pier Silvio lo accompagnammo alla cerimonia per questa onorificenza: ero una bambina, e quel momento resterà per sempre nel mio cuore".
"Vorrei anche aggiungere che questo titolo non è soltanto mio, appartiene anche a tutte le persone che lavorano nel Gruppo Mondadori e più in generale in Mediaset e in tutto il Gruppo Fininvest. Questo cavalierato è anche per loro e con loro desidero condividerlo, perché è un riconoscimento al loro impegno, alla loro energia, alla loro passione", conclude Marina Berlusconi.
Sella: "60 anni fa prima donna Cavaliere fu Gilberta Gabri"
"Un’attenzione del tutto particolare per la nostra competitività – oltre che per una evidente questione civile – merita il tema della partecipazione femminile al mondo del lavoro. In Italia abbiamo avuto importanti esempi di grandi figure femminili alla guida di attività imprenditoriali. Quest’anno ricorre il 60° anniversario dalla nomina della prima donna insignita Cavaliere del Lavoro, Gilberta Gabrielli Minganti, imprenditrice metalmeccanica di Bologna. Per celebrare questo anniversario la Federazione ha realizzato un volume dedicato alle donne insignite nel Novecento: "Donna e Impresa. Storie di Cavalieri del Lavoro'. Sono storie imprenditoriali che fotografano la trasversalità e l’ampiezza di un potenziale prezioso". Lo sottolinea il presidente dei Cavalieri del Lavoro, Maurizio Sella, in occasione della cerimonia al Quirinale per la consegna delle onorificenze.
Politica
Tweet sulla ‘cultura della mafia’, Calenda a...
L'Aula del Senato dà l'ok all'autorizzazione a procedere
Il leader di Azione Carlo Calenda potrà essere processato dopo la querela presentata dall'ex ministro della Giustizia Clemente Mastella. Il Senato ha infatti dato il via libera, con 54 voti a favore e 85 astenuti, alla relazione della Giunta per le Elezioni e le Immunità sul caso. L'Aula ha quindi confermato quanto deciso dalla Giunta presieduta dal dem, Dario Franceschini, relativamente alla richiesta della Procura di Roma, che aveva chiesto al Senato l'autorizzazione a procedere nei confronti del leader di Azione.
Il tweet al centro dello scontro
Al centro dello scontro tra Calenda e l'ex ministro della Giustizia Mastella, il tweet del leader di Azione, che il 3 aprile scorso criticò su X la scelta di Emma Bonino di dar vita alla lista Stati Uniti d’Europa insieme a Matteo Renzi e ad altri centristi. "Non ha alcun senso portarsi dietro, sia pure per interposta persona, Cuffaro, Cesaro e Mastella. La cultura della mafia è l’opposto dei valori europei", furono le parole cui seguì l'azione giudiziaria presso la Procura di Roma di Mastella.
Il primo ottobre scorso la giunta del Senato aveva votato a favore della proposta della relatrice Ada Lopreiato (M5S) contro l’insindacabilità di Carlo Calenda nella querelle con Clemente Mastella, dando il via libera all’autorizzazione a procedere. A votare a favore del procedimento in quell'occasione fu come oggi in Aula il centrosinistra, mentre la maggioranza si era astenuta, come avvenuto anche oggi. In precedenza, l'11 settembre, la giunta aveva audito lo stesso Calenda che aveva sostenuto come il riferimento alla cultura della mafia non era rivolto a Mastella. "Era a Cuffaro, su cui c'è una sentenza della Cassazione e non c'è bisogno di altre spiegazioni", aveva sottolineato, lasciando gli uffici della Giunta a San Macuto.
Politica
M5S, dopo ‘scoppola’ Liguria si guarda a...
Conte: "Mi assumo responsabilità". J'accuse di Toninelli: "E' stato il leader a perdere, non il Movimento"
Il giorno dopo il pesante ridimensionamento del Movimento 5 Stelle alle elezioni in Liguria, dalle parti di Campo Marzio un po' di amarezza rimane. Non abbastanza, però, per compromettere un cammino che porterà i pentastellati, il 23 e 24 novembre, a un cambiamento (forse) epocale iniziato ad agosto con il processo costituente.
E in fondo è quello che lo stesso Giuseppe Conte dice anche oggi. "Mi assumo sempre le responsabilità, ci mancherebbe", afferma mentre si dirige alla Camera, raggiunto dai microfoni de ilfattoquotidiano.it e Fanpage. "Purtroppo, però - aggiunge -, ci sono state altre volte in cui sono arrivati risultati non assolutamente soddisfacenti e anche molto deludenti sui territori, ne siamo consapevoli infatti per questo stiamo facendo un'assemblea costituente e non c'è assolutamente nessuna sottovalutazione su quella che è la nostra capacità, in particolare nelle elezioni amministrative, di avere delle liste competitive e di riuscire a coinvolgere il nostro potenziale elettorato. C'è un astensionismo fortissimo che in Liguria ha raggiunto dei massimi storici".
L'ex premier risponde anche a una domanda diretta sulla sua leadership che potrebbe essere messa in discussione: "Le leadership sono sempre in discussione nel momento in cui non c'è consenso al di là delle scadenze della comunità, noi stiamo facendo un'assemblea costituente e come sapete discutiamo di tutto", spiega prima di lanciare una frecciata anche a Matteo Renzi, che lo ha accusato di aver fatto perdere la coalizione di Andrea Orlando non inglobando Italia Viva: "Da dove lo ha detto, da Riad?". L'obiettivo resta uno solo: guardare avanti. In mattinata, a proposito, Conte partecipa alla seduta della commissione Covid, e nel pomeriggio riunisce i parlamentari per discutere delle proposte da contrapporre a quelle del governo: "Nessuno si sta piangendo addosso", la linea riassunta da fonti pentastellate.
I dati sull'affluenza sono alla base del ragionamento fatto con l'Adnkronos anche da Elisa Pirro. La senatrice e tesoriera 5 Stelle ha infatti ammesso che a pesare maggiormente nella sconfitta è stato il calo dei partecipanti al voto, con "oltre il 50% di cittadini liguri" che "non è andato alle urne pensando 'tanto i partiti sono tutti uguali' e che per loro nel quotidiano 'non fa nessuna differenza'". Da non sottovalutare, però, anche "una criticità interna al Movimento che si sta acuendo in queste ultime settimane in vista dell'Assemblea costituente. Questo sicuramente non ci ha fatto bene", osserva.
L'augurio, in ogni caso, è che dopo il processo costituente si riparta con una marcia in più che, in fondo, è la stessa speranza della vicepresidente del Senato in quota pentastellata, Mariolina Castellone. Per la parlamentare campana la lite tra Conte e Beppe Grillo non ha influito così tanto nel voto in Liguria, perché "il tema è molto più ampio", e "perché è riduttivo parlare di guerra tra di loro": quello su cui si deve riflettere, spiega Castellone all'Adnkronos, è "qual è il progetto di Movimento che si ha in mente. Dobbiamo appassionare le persone che prima andavano a votare per quell'idea diversa di politica". "Speriamo che il processo costituente queste domande se le faccia. Vorrei che nessuno fosse contro l'altro. L'obiettivo è far recuperare consenso al M5S, perché questo Paese ha bisogno del Movimento", conclude.
Per quanto riguarda il garante, però, si parla anche a taccuini e microfoni chiusi. Fonti parlamentari dei cinquestelle immaginano che a brindare ieri, anche se a distanza, siano stati il leader di Italia Viva e Grillo, uniti, solo in questo caso, dal 'non amore' nei confronti di Conte, e quindi gongolanti per la debacle in terra ligure. In effetti, entrambi si sono fatti sentire a caldo: Renzi, attaccando direttamente il presidente pentastellato in un'altra lunghissima nota; l'Elevato con una storia su Whatsapp (poi cancellata) in cui ha ripreso la frase di un pensatore anonimo per lanciare un messaggio, "si muore più traditi dalle pecore che sbranati dal lupo".
E di tradimento, a modo suo, parla anche Danilo Toninelli. Il membro del Collegio dei probiviri del Movimento 5 Stelle ed ex ministro delle Infrastrutture è sicuramente tra i più duri nei confronti di Conte dopo la sconfitta al voto: "Per la prima volta, dopo circa tre anni e mezzo di leadership da parte di Conte, ha partecipato non il Movimento 5 Stelle ma il partito di Conte", dice in una diretta Youtube. Il tradimento peggiore secondo Toninelli è aver sconfessato le origini, soprattutto perché "il candidato presidente è stato appoggiato convintamente da Conte senza il voto degli iscritti. I candidati non sono stati votati dagli iscritti, ma scelti sempre da Conte", prosegue, prima di sentenziare che è stato il presidente a perdere, non il Movimento, "e nel paradosso di questi tre anni e mezzo, più perde più consolida la leadership nel Movimento 5 Stelle", conclude.
Alle accuse dell'ex senatore risponde direttamente Paola Taverna, che con lui ha condiviso 10 anni in Parlamento e che ora ricopre il ruolo di vicepresidente vicaria del Movimento 5 Stelle e presidente Comitato Territori. Riconoscendo il risultato non esaltante raccolto in Liguria, l'ex vicepresidente dell'aula di palazzo Madama precisa che no "Danilo, questa non è la lista di Conte, è la lista del Movimento, e se oggi abbiamo il 4,5% probabilmente dipende anche da una guerra interna che sta facendo molto male al Movimento, molto più di quella che invece, insieme, dovremo fare contro il centrodestra, che è il nostro unico avversario in questa competizione in Liguria e in tutte quelle che verranno a seguire". "Ognuno rimanga al suo posto, ci sono molti provvedimenti all'attenzione del Collegio dei probiviri che forse meriterebbero più attenzione", la stoccata finale di Taverna per l'ex collega.