Roma-Torino, Juric tra rischio esonero e “litigi pesanti”
I giallorossi provano a ripartire dopo il k.o. di Firenze
"Non penso all'esonero. Io faccio il mio lavoro e ciò che succede, succede. Ci sono stati litigi pesanti...". Ivan Juric, allenatore della Roma, prova a voltare pagina dopo la pesante sconfitta per 5-1 contro la Fiorentina. Ora arriva il Torino e l'ex tecnico granata ha bisogno di un risultato positivo per puntellare la panchina.
Dopo Firenze, confessa, "ci sono stati giorni di litigi, pesanti. E' meglio che sia successo questi giorni e che sia uscito tutto quello che si era accumulato. Ora abbiamo indirizzato la barca anche a livello di pensiero. Sappiamo quello che devo fare io e quello che deve fare la squadra", dice. La sconfitta pesantissima di Firenze può diventare un'occasione per una svolta: "In quel senso io la vedo come una cosa positiva. Meglio così che una sconfitta per 1-0 con il trantran che continua. E' un momento importante per tutti quanti".
Tensione, in particolare, con il capitano giallorosso Lorenzo Pellegrini: "Ci siamo detti la verità, magari all'inizio in maniera violenta e poi in maniera ragionevole. Io sono l'allenatore devo allenare e preparare la squadra nella partita. Il medico deve prendersi cura dei giocatori e i giocatori devono giocare. Ognuno ha un lavoro preciso, i ruoli sono importanti".
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Totti di nuovo in campo? Per over 40 ritorno...
Il punto all'Adnkronos del medico-fisiatra Andrea Bernetti
La Seria A è pronta al ritorno di Mario Balotelli (34 anni), forse già domani alle 18.30 in Genoa-Fiorentina, e aspetta le nuove mosse dell'ex capitano della Roma Francesco Totti, 48 anni, che in diverse occasioni ha parlato di un suo possibile ritorno in campo. Due campioni che potrebbero arricchire la qualità tecnica del campionato ma che, con una carta d'indentità molto diversa, sono lontani dalla massima serie da parecchio tempo. Due condizioni completamente diverse e non paragonabili, ma che fanno sognare gli appassionati di calcio.
"Non possiamo confrontare un atleta di 34 anni con uno di 48. Infatti, anche dopo un periodo di allenamento intenso e di riatletizzazione, parliamo di condizioni fisico-atletiche completamente differenti già a partire dall'età. Basti pensare all'artrosi da overuse degli arti inferiori tipica dei calciatori, o ancora all'incredibile aumento di incidenza delle lesioni muscolari, in particolare a livello della regione posteriore di gamba, nei calciatori over 40". Lo spiega all'Adnkronos Salute il medico-fisiatra Andrea Bernetti, nuovo segretario generale della Simfer, Società italiana di medicina fisica e riabilitativa.
"In sostanza, un calciatore di 34 anni, sebbene non più giovanissimo, può sperare, dopo un periodo intenso di attività fisica ed approccio globale alla sua persona, che includa anche una grande attenzione agli stili di vita, all'alimentazione e all'approccio psicologico, di tornare a competere a discreto livello - chiarisce Bernetti - Un atleta di 48 anni, invece, presenta delle condizioni strutturali e fisiologiche che realisticamente non permettono il ritorno all'attività fisica professionistica del calcio di Serie A ad alto livello, se si intende con questo il competere costantemente tutte le settimane per spezzoni importanti di gioco. Naturalmente il ruolo di un atleta di questo tipo può comunque avere un valore, sia in termini di esempio alle giovani leve e di modello di crescita, sia in caso di condizioni di gioco in cui sia necessaria un'elevata esperienza e tecnica, ma per pochi minuti di partita. Penso ad esempio ai calci piazzati a fine partita o ancora ai calci di rigore".
"Comunque vada, rivolto ad entrambi un grande in bocca al lupo e spero che il loro sia un modello virtuoso soprattutto per i bambini che si avvicinano al mondo del calcio, in termini di immagine, passione e forza di volontà", conclude.
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Maradona avrebbe compiuto 64 anni, un mito infinito non...
L’argentino ha giocato 190 partite in Serie A con la maglia del Napoli segnando 81 reti. Nel suo palmares due Scudetti e una Coppa Italia
"1960-infinito. Sos per sempre. Per questo, come hai detto tu, rimani qui". Queste le parole sul profilo Instagram ufficiale di Diego Armando Maradona con una sua foto all'interno di una 'M' e una rosa rossa, nel giorno di quello che sarebbe stato il suo 64esimo compleanno. 'El 10' nato il 30 ottobre 1960, è stato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Una icona, famosa per le sue incredibili abilità e gesta in campo e per aver guidato l’Argentina alla vittoria nella Coppa del Mondo del 1986. L'argentino ha giocato 190 partite in Serie A con la maglia del Napoli segnando 81 reti. Nel suo palmares due Scudetti, una Coppa Italia, una Coppa Uefa e una Supercoppa Italiana.
Il 'Pibe de Oro' ha incantato milioni di tifosi con il suo incredibile talento, il suo genio calcistico e il suo spirito indomabile. Maradona ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio con le sue giocate, i suoi gol spettacolari e la sua voglia di giocare e vincere. Le sue imprese sul campo, in particolare la vittoria del Mondiale del 1986, rimarranno per sempre nei cuori dei tifosi argentini in particolare ma di quelli di tutto il mondo. In questo giorno si ricorda non solo il campione, ma anche l'uomo che ha ispirato e unito persone di ogni parte del mondo, con le sue genialità e le sue contraddizioni.
Nato a Villa Fiorito, un umile quartiere di Buenos Aires, il bambino Maradona sin dalla sua infanzia, ha mostrato un talento prodigioso con il pallone, attirando l'attenzione dei club giovanili e, successivamente, dei più grandi club di mezzo mondo. La sua carriera è stata costellata di momenti indimenticabili, tra cui la famosa 'Mano de Dios' e il 'Gol del Secolo', solo per ricordarne alcuni durante il Mondiale del 1986 in Messico. Quei momenti hanno definito non solo la sua carriera, ma anche la storia di un mito oltre il calcio.
Maradona ha giocato per club leggendari come il Boca Juniors, il Barcellona e il Napoli, dove è diventato un eroe per i tifosi. A Napoli, ha guidato la squadra a due scudetti storici. La sua influenza in città andava oltre il campo. La vita di Diego non è stata senza controversie, a cominciare dai problemi con la droga. Maradona ha spesso parlato apertamente delle sue lotte contro i suoi demoni, riconoscendo quanto queste abbiano danneggiato la sua carriera e la sua salute. La sua storia è un potente promemoria dei pericoli delle dipendenze e delle sfide che possono affrontare anche i più grandi talenti.
Dopo la sua carriera da calciatore El Pibe de Oro ha intrapreso una carriera da allenatore, guidando diverse squadre, tra cui la nazionale argentina dal 2008 al 2010. Ma Maradona è stato sempre un personaggio affascinante, pieno di aneddoti e curiosità: indossava infatti sempre due orologi, uno per l’ora locale e l’altro per l’ora argentina, così da sapere sempre che ora fosse per la sua famiglia e i suoi amici. Aveva tatuaggi di 'Che Guevara' e 'Fidel Castro', riflettendo la sua ammirazione per questi leader politici.
Dopo la sua morte il 25 novembre 2020, Maradona è stato commemorato in tutto il mondo, ma soprattutto in Argentina, dove stadi, strade e scuole sono stati intitolati a lui. La sua memoria continua a essere celebrata ogni anno, mantenendo vivo il suo spirito e la sua influenza nel calcio mondiale.
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Milan-Napoli 0-2, Conte stende i rossoneri e va in fuga
A decidere il match le reti di Lukaku al 5' e Kvaratskhelia al 43'. Azzurri salgono così a quota 25 in classifica dopo 10 giornate
Quinta vittoria di fila del Napoli che si impone 2-0 al 'Meazza' contro il Milan e allunga a +7 sull'Inter in vetta alla Serie A. Gli azzurri sbancano San Siro grazie alle reti di Lukaku al 5' e Kvaratskhelia al 43'. La squadra di Antonio Conte sale così a quota 25 in classifica dopo 10 giornate, con i nerazzurri, impegnati domani a Empoli, secondi con 18 punti. I rossoneri sprofondano a -11 dai partenopei e sono ottavi insieme al Torino.
Il match
In avvio dopo solo tre minuti il Napoli sorprende il Milan battendo rapidamente un calcio di punizione dalla fascia destra e arrivando al cross rasoterra dalla linea di fondo. In mezzo all'area è Kvaratskhelia a girare di prima verso la porta, con Lukaku che mura involontariamente il tiro del compagno. Al 5' si riscatta l'attaccante belga portando in vantaggio gli azzurri. Palla in verticale di Anguissa, Lukaku si inserisce nel corridoio centrale bucando la difesa del Milan fin troppo facilmente, resiste di forza a Pavlovic e poi batte Maignan, realizzando il suo 74° gol in Serie A.
Al 18' padroni di casa vicini al pari. Musah riceve palla in area all'altezza del vertice sinistro, con una sterzata improvvisa rientra e cerca il destro a giro verso il palo lontano. Meret immobile osserva il pallone uscire di un soffio. Al 20' spunto personale di Chukwueze che partendo da destra si accentra e dal limite cerca il sinistro: Meret respinge. Al 23' tirocross di Emerson Royal dalla destra. Una soluzione che voleva essere una palla messa in mezzo forte per Morata e che finisce per trasformarsi in una conclusione che attraversa l'area ed esce sotto lo sguardo di Meret che controlla. Poco prima della mezz'ora malinteso tra Buongiorno e Gilmour in fase di impostazione, praticamente nella loro area. La palla finisce a Musah, che sbaglia il controllo e favorisce l'uscita di Meret che gli esce a valanga sui piedi e salva.
Al 33' azione dei rossoneri da sinistra a destra con cross di Morata e controcross a trovare la testa di Loftus-Cheek, Meret para. Al 36' gli ospiti tornano a farsi rivedere dalle parti di Maignan, con un sinistro a giro di Politano: palla fuori non di molto. Dopo due minuti ancora partenopei in attacco con un'azione ben impostata che porta al tiro dal limite McTominay, Maignan para a terra. Al 43' arriva il raddoppio azzurro con Kvaratskhelia. Il georgiano si mette in proprio, parte da sinistra, si accentra e dal limite fa partire un destro all'angolino che batte Maignan. Al 2' della ripresa gol annullato a Morata. Sul cross da destra di Chukwueze, lo spagnolo nel mucchio stacca di testa e supera Meret ma in leggero offside e Colombo annulla. All'8' discesa sulla destra di Loftus-Cheek che con un'azione di forza arriva sulla linea di fondo e mette al centro. Morata e Okafor non ci arrivano per pochissimo.
All'11' Kvaratskhelia pesca in area Olivera premiandone la sovrapposizione interna, cross teso da sinistra al centro per Lukaku che con il mancino gira alto sopra alla traversa. Al quarto d'ora contropiede Napoli con Kvaratskhelia che da sinistra serve al centro l'accorrente McTominay, lo scozzese apre troppo il destro e praticamente davanti alla porta spreca una grande occasione. Al 17' Fonseca inserisce Leao e Pulisic, fuori Emerson e Okafor. Al 24' primo cambio per Conte cha inserisce Mazzocchi per Politano e si mette a 5 in difesa con un 5-4-1.
Al 32' doppio cambio per Conte che toglie i due mattatori della serata: escono Lukaku e Kvara, dentro Simeone e Neres. Al 38' si fa vedere Leao che sfugge al controllo di Mazzocchi e scarica un destro potente verso la porta, Meret alza in angolo. Al 40' Chukwueze se ne va a destra a Olivera, mette in mezzo dove c'è Pulisic, l'ex Chelsea spreca calciando alto da ottima posizione. Al 42' scocca l'ora del 16enne Camarda che entra al posto di Loftus-Cheek, con Fonseca che dispone la squadra con il 4-2-4 nei minuti finali, ma il Napoli si difende con ordine e non rischia più nulla fino al triplice fischio finale di Colombo.
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