A Zanetti e Capello l'”Oscar della Tv e del cinema sportivo”
La Ficts Guirlande d'Honneur, l'Oscar della Tv e del cinema sportivo. Javier Zanetti e Fabio Capello, nel corso della presentazione di ‘Sport Movies & Tv 2024 a Milano, sorridono mentre ricevono la più alta onoreficenza della Federazione internazionale cinema e televisioni sportive: riservata a quei personaggi dello sport che si sono distinti in una significativa promozione dei valori culturali ed etici. La sala applaude, Javier Zanetti ha indossato per 858 volte la maglia della squadra di cui è vicepresidente: l'Inter. "Questo per me è un premio importante - dice all'Adnkronos - rappresenta i valori dello Sport" ricordando l'impegno a favore dei bambini in Argentina con la Fondazione Pupi.
Fioccano domande sull'attualità. A partire dalla prossima sfida con il Napoli: "Conosco benissimo Conte come lavora, stanno facendo molto bene - premette Zanetti- ma anche noi ci saremo, sono partite sempre combattute, importanti. Le due squadre hanno grandi giocatori, speriamo di competere fino alla fine". Sul capitolo pallone d'oro a Lautaro, finito al settimo posto, Zanetti invita il calciatore a non prendersela: "Tutti ci aspettavamo una posizione migliore - dice- ma va bene. Questi premi sono così, Lauti deve stare tranquillo perché con tutto quello che ha dimostrato con noi e con l'Argentina, con tutto quello che ha vinto, ha avuto riconoscimenti. Noi siamo sempre al suo fianco".
L'altro protagonista, Fabio Capello, viene annunciato come "uno dei più grandi allenatori con Carlo Ancellotti, Alex Ferguson e Bep Guardiola". Anche lui non si sottrae alle domande. La favorita dello scudetto? "Ho sempre detto l'Inter", risponde l'ex allenatore parlando poi della partita Milan-Monza: "Sarà un derby di famiglia, ci sono i ricordi di Berlusconi". Un piccolo commento sull'attaccante rossonero Leao? "E' un giocatore dalle grandi qualità, è un po' pigro e la pigrizia bisogna combatterla - dice Capello - può essere un grande giocatore, ma se resta così resta un incompiuto". E sempre a proposito di cuori rossoneri, non è sfuggita la battuta del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, presente all'evento: chi vince lo scudetto? "Temo non il Milan", ha detto il governatore.
Sport
Di Sante alla maratona di New York con le parole del Papa:...
Il giornalista si è raccontato all'Adnkronos a tre giorni dalla gara
"Lo sport costruisca ponti, abbatta barriere e favorisca la pace”. Con queste parole, pronunciate da Papa Francesco, Roberto Di Sante correrà domenica prossima, 3 novembre, la maratona di New York. Il giornalista, autore del libro 'Corri. Dall’inferno a Central Park', si cimenterà ancora una volta con una delle corse più dure al mondo. Oltre 42 chilometri di fatica e lacrime, ma anche bellezza e gioia: "Il sogno di completare la maratona di New York mi ha salvato la vita. Ogni volta che corro riscopro il mondo che mi circonda, lo vedo sotto una luce nuova. E alla fine non mi fermo mai", ha raccontato all'Adnkronos Di Sante, che dopo dieci anni è tornato nella Grande Mela per superare i suoi limiti: "Ringrazio l’Athletica Vaticana che mi ha dato la possibilità di farlo con la loro maglia e le parole del Santo Padre. Perché, anche di fronte a guerre senza pietà, non bisogna mai smettere di sognare. Soprattutto un mondo di pace".
"Dodici anni fa sono caduto in depressione", ha raccontato il giornalista, "in quel momento ero a Frascati e mi hanno portato a fare una passeggiata al parco. Lì ho visto diverse persone che correvano e ho avuto come un'illuminazione: ho capito che dovevo aggrapparmi a un sogno impossibile per ritrovare la luce in fondo al tunnel. In quel momento ho deciso che avrei corso la maratona di New York", così è nata la passione per la corsa di Di Sante. "Ricordo ancora che quando ho tagliato il traguardo di New York sono stramazzato al suolo per la fatica e ho giurato a me stesso che non avrei più corso in vita mia. Poi però ho completato anche le maratone di Berlino, Londra, Boston, Tokyo e Chicago, che mi hanno permesso di vincere, nel 2018, il premio 'Six Major Marathone'".
Ma la soddisfazione più grande rimane aver aiutato tante persone in difficoltà tramite il suo libro, 'Corri. Dall'inferno a Central Park', che quest'anno ha vinto il Premio Nazionale Alda Merini per la Narrativa: "Quando l'ho scritto non mi aspettavo andasse così bene, invece è diventato un best seller. Ogni volta che giro il mondo per partecipare a qualche maratona incontro tanti runner che mi dicono che li ho aiutati, che tagliano il traguardo e mostrano il mio libro nelle foto. Grazie alla corsa ho conosciuto tante persone, mi sono fatto molti amici e ho imparato a vedere il mondo in maniera diversa. Quando corri ti senti protagonista di un film, la maratona è un viaggio epico", ha concluso Di Sante.
Sport
Webuild, accordo con Bologna Fc per riqualificazione stadio...
Con il nuovo Stadio Dall’Ara la città si candida ad essere selezionata tra quelle che ospiteranno gli Europei di calcio del 2032
Bologna FC 1909 e Webuild hanno firmato un accordo di partnership con diritto di esclusività fino al 31 dicembre 2027 per lo svolgimento degli ulteriori approfondimenti di fattibilità tecnica e per la ristrutturazione e riqualificazione in modalità EPC (Engineering, Procurement and Construction) dello stadio Dall’Ara. L’iniziativa è parte di un più ampio progetto in PPP (Partenariato Pubblico Privato) sviluppato dal club con il Comune di Bologna. Con il nuovo Stadio Dall’Ara, la città si candida ad essere selezionata tra quelle che ospiteranno gli Europei di calcio del 2032.
Forte dell’expertise mondiale del Gruppo Webuild nel settore stadi, il progetto, che prevede un investimento complessivo stimato in euro 200 milioni, ha l’obiettivo di ristrutturare e valorizzare le aree dello stadio, inaugurato nel 1927, mantenendone la proprietà pubblica. Il Dall’Ara si trasformerà così in un’infrastruttura attiva 7 giorni su 7 con un alto livello di servizi in tutti i settori, in linea con le migliori best practice diffuse in ambito internazionale.
Elemento fondamentale della riqualificazione sarà la copertura dello stadio, a forma di guscio e in grado di permettere il passaggio di luce e aria. Saranno inoltre eliminate le strutture metalliche aggiunte in occasione dei campionati mondiali di calcio di Italia '90, salvaguardando la cinta muraria originale. L’impianto sarà realizzato secondo gli standard UEFA categoria 4 e avrà una capienza di oltre 30mila posti dalla visibilità ottimale, con tutte le tribune vicinissime al campo a circa 7 metri dalla linea di gioco.
Parte del progetto è anche la riqualificazione dell’area a nord di via Andrea Costa, nota con il nome “Antistadio”, a cui si aggiungerà la costruzione dello “Stadio Temporaneo” in un’area ad est di Bologna (zona F.I.C.O.), per ospitare le gare casalinghe del club durante i lavori. La progettazione è stata effettuata e curata dallo Studio Gau Arena dell’architetto Gino Zavanella di Roma.
Il Gruppo Webuild ha già realizzato 9 grandi stadi nel mondo. Tra questi il Meazza di Milano, tempio del calcio italiano costruito nel 1926 e noto anche come Stadio San Siro, ristrutturato alla vigilia dei mondiali di calcio di Italia ’90 da un pool di aziende guidato dalla Lodigiani, poi confluita nel Gruppo. L’intervento di allora sul Meazza è stato radicale, con la realizzazione del terzo anello di gradinate, sorretto dalle 11 torri cilindriche in cemento armato che sono oggi il segno distintivo dello stadio a livello mondiale. Per gli stessi mondiali, il Gruppo ha rimesso a nuovo anche lo Stadio Olimpico di Roma, con interventi sostanziali di ristrutturazione e copertura. Per i Mondiali FIFA 2022 ha poi costruito in Qatar l’Al Bayt Stadium, struttura innovativa e sostenibile dalla forma della tradizionale tenda qatariota, simbolo di accoglienza e ospitalità. Nel corso degli anni, ha realizzato inoltre lo Stadio di Rugby de L’Aquila in Italia, lo Stadio Nazionale “Lia Manoliu” di Bucarest, in Romania, così come i complessi sportivi di Chiang Mai e a Sud di Songkla in Thailandia, lo Stadio nazionale di Lagos in Nigeria e lo Stadio Omnisport Omar Bongo in Gabon.
Sport
Da Totti a Balotelli, psicologo sport: “Ritorno è...
Bussotti: "Si intrecciano dinamiche maschili legate alla rappresentazione di sé, sentirsi ancora vincenti o competitivi, uomini compiuti"
Le storie di Mario Balotelli e Francesco Totti tornano a intrecciarsi dopo il famoso 'calcione' che l'ex 10 della Roma diede all'attaccante dell'Inter nel 2010 durante Roma-Inter. Questa volta però i due condividono un ritorno, per Balotelli al Genoa, per Totti non si sa ancora in che squadra della Serie A. "La considerazione economica, contrattuale o di visibilità mediatica la lasciamo ad altri, ma i due campioni condividono oggi una logica del riscatto: il primo rispetto a una carriera che non è andata come le aspettative avevano fatto pensare, quel marchio da 'bad boy' uscito dal giro dei campionati che contano; Totti, che non deve dimostrare nulla dal punto di vista sportivo, si vede passare davanti una opportunità - imprevedibile a 48 anni - che rilancia la rappresentazione di sé. Sentirsi ancora vincenti, competitivi, una fiamma che non si spegne e una iniezione di autostima potente". Lo spiega all'Adnkronos Salute lo psicologo Pietro Bussotti, coordinatore di Psicologia dello sport dell'Ordine degli psicologi dell'Umbria.
"Sono campioni che sono stati una vita intera sul campo da calcio - sottolinea Bussotti - Per loro c'è un elemento identificativo fondamentale nel tornare a giocare ovvero riscoprire, anzi alimentare, una parte di te che volente o nolente avevi finito per accantonare. C'è in questo atteggiamento una profonda 'cura' identitaria, non nel senso sanitario", ma come "prendersi cura di una parte di sé trascurata e penso soprattutto per Totti - dopo le note vicende familiari - perché Balotelli è comunque un calciatore ancora in attività. Per l'ex 10 della Roma potrebbe esserci anche la voglia di essere mentore e guida per i più giovani, restituendo al mondo del calcio - che hai visto cambiare - le conoscenze e i valori che tu reputi importanti".
Perché della generazione di campioni che poi hanno vinto la Coppa del mondo nel 2006, Totti è l'unico che ha pensato, anzi annunciato un possibile ritorno in campo, mentre altri di quella squadra sono 'in campo' ma da allenatori (Gattuso, Nesta, Gilardino e De Rossi)? "Nella vita possono accadere delle opportunità imprevedibili - risponde lo psicologo dello sport - Qualcuno ha parlato del Como che ha pensato a Totti, una società che sta lavorando su una comunicazione diversa nel calcio italiano con un progetto internazionale e ambizioso. Il progetto potrebbe aver sedotto il campione. Ma - conclude l'esperto - la considerazione da fare è anche rispetto al pubblico che su questi rientri è molto 'stuzzicato' e ha voglia di vedere come andrà a finire".