Alluvione Spagna, proseguono le ricerche dei dispersi a Valencia: almeno 95 i morti
Corpi nelle auto e nei garage. In migliaia ancora senza elettricità. Molte le strade chiuse e il servizio ferroviario rimane sospeso. Sanchez: "Restate a casa"
E' salito ancora, ad almeno 158 morti, il bilancio delle alluvioni che hanno colpito la Spagna, e in particolare la provincia di Valencia. Le ricerche dei dispersi vanno avanti senza sosta nella provincia di Valencia e in quelle vicine di Castiglia-La Mancha e in Andalusia, dove si concentra la maggior parte delle vittime. Alle operazioni di soccorso partecipano un migliaio di soldati dell'Unità militare di emergenza, oltre a migliaia di guardie civili, vigili del fuoco e agenti di polizia.
Il ministro della Difesa Margarita Robles ha dichiarato alla stazione radio Cadena Ser che un'unità militare specializzata sta setacciando il fango e i detriti con cani antidroga nelle zone più colpite. Alla domanda se il numero delle vittime potesse aumentare, ha detto: "Purtroppo non siamo ottimisti". Le squadre hanno portato con sé 50 obitori mobili. "Ci sono persone morte all'interno di alcuni veicoli", ha affermato dal canto suo il ministro dei trasporti spagnolo Óscar Puente in riferimento a centinaia di auto e camion bloccati su strade macchiate di fango marrone.
Migliaia di utenti sono ancora senza elettricità nelle proprie case e i danni materiali sono incalcolabili. Ci sono ancora molte strade chiuse nella provincia di Valencia, dove migliaia di auto sono rimaste bloccate, spazzate via, e il servizio ferroviario ad alta velocità tra Madrid e la Comunità Valenciana e il corridoio mediterraneo per Barcellona è sospeso, così come la maggior parte dei treni suburbani.
Sanchez a Valencia: "La Dana continua, restate a casa"
Dopo aver annunciato tre giorni di lutto nazionale e la dichiarazione della zona come “altamente colpita”, il premier spagnolo Pedro Sanchez ha chiesto oggi alle persone che vivono nelle province di Valencia e Castellón "di rimanere a casa perché la Dana continua" e di "rispondere a tutte le chiamate dei servizi di emergenza". A Valencia per partecipare a una riunione della protezione civile Sánchez ha iniziato il suo intervento ringraziando le squadre di soccorso che continuano a lavorare in aiuto della popolazione. "La priorità in questo momento è trovare le vittime, i dispersi, placare l'angoscia che le famiglie stanno vivendo, e in secondo luogo mettere tutte le risorse dello Stato dal punto di vista economico a disposizione della ricostruzione e del ritorno il prima possibile alla normalità".
Dal re appello all'unità: "Non è ancora finita"
Un appello "all'unità negli aiuti e nel sostegno" alle persone colpite dalle alluvioni da parte delle amministrazioni e della società civile per superare il "trauma" provocato dall'ondata eccezionale di maltempo è stato lanciato dal sovrano spagnolo Felipe VI. Il re ha elogiato le squadre di soccorso e di emergenza per gli sforzi profusi ed è tornato a ribadire la "desolazione e costernazione" sua e della regina. Felipe VI ha nuovamente esteso le condoglianze alle famiglie delle vittime e la propria solidarietà a quanti hanno subito danni, sottolineando che l'ondata di maltempo non si è ancora conclusa e ci sono ancora "previsioni di rischio".
Le previsioni
Il maltempo provocato dal ciclone Dana si è infatti spostato. Questo giovedì, forti piogge minacciano due aree in particolare: il nord-est (allerta arancione nel nord di Castellón e nel sud di Tarragona) e il sud-ovest (allerta gialla nelle province di Cadice, Huelva e Siviglia in Andalusia e in tutta l'Estremadura).
Polemiche su mancate allerte
E' polemica intanto per la mancata allerta delle autorità. L'agenzia meteorologica nazionale AEMET ha lanciato un'allerta rossa per la regione di Valencia martedì mattina e le condizioni sono peggiorate nel corso della giornata. Ma solo in prima serata è stato istituito l'organismo regionale incaricato di coordinare i servizi di emergenza. Dopo le 20:00 è stato diramato un avviso da parte della protezione civile che invitava i residenti della città costiera mediterranea di Valencia a non uscire di casa. Ma per molti era già troppo tardi. Centinaia di automobilisti si erano già messi il viaggio per ritrovarsi intrappolati sulle strade e abbandonati alla mercé di impetuosi torrenti d'acqua.
Esteri
Lotteria da 1 milione di dollari per Trump, causa contro...
Il patron X e Tesla dovrà difendersi nella causa che mira a frenare le sue donazioni a 'fortunati' elettori del tycoon registrati negli Stati in bilico
Elon Musk non si è presentato in tribunale a Philadelphia per rispondere alle accuse del procuratore distrettuale Larry Krasner, che lo ha citato in giudizio per il suo piano di assegnare via lotteria un milione di dollari al giorno agli elettori pro-Trump in Stati chiave per le prossime elezioni presidenziali. Lo riporta la Cbs, ricordando che la giudice del caso, Anne Marie Coyle, aveva ordinato al magnate di presentarsi di persona. La mancata presenza in tribunale potrebbe far rischiare al proprietario di SpaceX e Tesla, noto e attivissimo sostenitore di Trump, un'accusa di oltraggio alla corte.
Krasner e i membri del suo ufficio hanno incontrato gli avvocati di Musk nell'aula civile del giudice Angelo Foglietta, poco dopo che questi, nella serata di ieri, avevano depositato presso la Corte distrettuale di Philadelphia, un tribunale federale, una richiesta per trasferire la questione nella loro giurisdizione - e fuori dalla locale Court of Common Pleas. Un giudice ha concesso il trasferimento. Gli avvocati di Krasner hanno detto che contesteranno la raccomandazione. “Procederemo alla corte federale e cercheremo di affrontare le questioni in quella sede e di farle affrontare in una corte statale. Questo è un caso che affronta questioni di diritto statale”, ha dichiarato l'avvocato John Summers.
Musk, che ha di fatto accompagnato Donald Trump in buona parte della sua campagna elettorale, ha donato decine di milioni di dollari all'America Pac, una super comitato d'azione politica ('super Pac') costituito quest'estate per sostenere il candidato repubblicano. Il premio della lotteria indetta da Musk va ai firmatari di una petizione che chiede agli elettori di sostenere la libertà di parola e il diritto di possedere armi. Secondo il sito web del super Pac, almeno 12 persone avrebbero già ricevuto premi da 1 milione di dollari, di cui quattro solo in Pennsylvania.
Esteri
Elezioni Usa, voto per corrispondenza senza limiti:...
I quattro astronauti americani a bordo della Stazione Spaziale Internazionale hanno espresso il proprio voto direttamente dalla termosfera
Quando manca meno di una settimana al voto per le elezioni presidenziali americane, si è già da qualche giorno iniziato a votare per corrispondenza, con alcune schede arrivate anche da molto, molto lontano. Secondo quanto riferito dall'addetto agli affari pubblici della Nasa, Jimi Russell, i quattro astronauti americani a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) - in orbita intorno al pianeta - hanno tenuto a esprimere il proprio voto direttamente dalla termosfera, a circa 400 km di distanza dalla superificie terrestre. Tra questi ci sono Suni Williams e Butch Wilmore, i due astronauti bloccati nello spazio che hanno visto la loro missione di otto giorni prolungarsi di otto mesi a causa di un malfunzionamento tecnico al Boeing Starliner che avrebbe dovuto riportarli a casa. In una conferenza stampa del mese scorso, Wilmore aveva dichiarato che era “molto importante per noi cittadini partecipare a queste elezioni”.
Gli americani che vivono o viaggiano all'estero possono compilare un modulo per posta, a condizione che siano registrati nel precedente Stato di residenza. Ma votare dallo spazio è decisamente più complesso: le schede elettorali per il voto assente o anticipato sulla Iss vengono scaricate con una password speciale, compilate, caricate e criptate a bordo. I satelliti della Nasa le trasmettono poi a un terminale a terra a White Sands, in New Mexico, da cui vengono trasferite a Houston. Dalla città texana le schede vengono infine inviate agli impiegati delle contee per essere archiviate. Nelle passate elezioni del 2020, l'astronauta Andrew R. Morgan aveva raccontato al Washington Post di essersi premurato di richiedere la sua scheda elettorale alla contea di Lawrence, in Pennsylvania, per votare alle elezioni. “Ad essere del tutto onesti, al di fuori degli anni presidenziali, non sempre mi sforzo di votare”, aveva detto Morgan all'epoca. “Ma volevo esercitare questo diritto dalla Stazione Spaziale Internazionale”.
Dal 1997, gli astronauti statunitensi dispongono di una procedura chiara per esprimere il proprio voto dallo spazio, dopo che l'ex astronauta John Blaha aveva sollevato la questione con la Nasa prima delle elezioni presidenziali del 1996, durante le quali si trovava a bordo della stazione spaziale russa Mir. Un anno dopo, è stata sancita l'opportunità di “votare mentre si fluttua”: un processo, a volte lungo un anno, che inizia sulla Terra prima del lancio e culmina con l'invio dallo spazio della scheda elettronica criptata. Altri Paesi hanno seguito l'esempio. Il cosmonauta russo Anatoly Ivanishin nel 2020, utilizzando una scheda online, ha espresso il suo voto dall'orbita sulle modifiche costituzionali proposte dal presidente Vladimir Putin, volte a mantenerlo al potere fino al 2036. Ivan Vagner, un altro russo in orbita, ha invece espresso il suo voto sulla questione giorni dopo attraverso un 'proxy' - un elettore incaricato di rappresentarlo sulla Terra.
Esteri
Italia-Libia, Kamel Ghribi: “Lungimirante accordo...
"L’incontro di ieri tra il Primo Ministro libico, Abuhulhamed Mohamed Dabaiba, e la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, è stato concreto e lungimirante. Ha rinsaldato la relazione bilaterale italo-libica, costruendo i presupposti per una collaborazione di lungo periodo che metta al centro non solo le evidenti problematiche migratorie, che pure hanno una loro centralità, ma numerosi ambiti di sviluppo comune".
Lo ha detto Kamel Ghribi, presidente di Gksd Investment Holding che, assicura, "ha dato e darà il proprio contributo, sia nell’ambito sanitario che negli altri settori, nei quali ha sviluppato una competenza molto forte come quelli riguardanti l’energia e le infrastrutture".
"È questo il senso del protocollo da noi ieri sottoscritto con il governo libico. Conosco molto bene la Libia da decenni e conosco l’energia e la leadership che contraddistingue Giorgia Meloni - dice - e penso che le qualità del popolo libico, guidate da un leader saggio e con grande esperienza imprenditoriale, come Dabaiba, possano rappresentare il migliore presupposto per stabilizzare l’area del Mediterraneo centrale attraverso canali di crescita comune e di prospettiva che recuperino e rilancino la lunga e proficua storia che lega Roma e Tripoli. La Libia è un grande paese in via di ricostruzione e ormai da oltre un decennio alla ricerca di pace interna e stabilità. Uno sviluppo sostenuto dall’Italia è ingrediente fondamentale per arrivare a questi obiettivi. Noi faremo la nostra parte con grande entusiasmo. Siamo pronti a collaborare anche nella prospettiva di partnership comuni ed egualitarie con paesi africani nella logica del piano Mattei".