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Frutta secca ‘nascosta’ e shock anafilattico, rischi alti per allergia

L'ultimo caso quello di una turista inglese 14enne morta a Roma dopo aver mangiato un dolce. L'immunologo: "Serve più attenzione da parte delle famiglie sui ragazzi"

Frutta secca - FOTOGRAMMA

Tra gli alimenti più pericolosi tra quelli che provocano allergie "primeggiano le 'nuts', dalle arachidi alle noci, ma genericamente la frutta in guscio e secca, in grado di provocare reazioni acute che spesso si manifestano in forma drammatica. Ad essere più esposta a tali problematiche è soprattutto la popolazione pediatrica, sia perché tra i bambini più alta è l'incidenza di allergia alimentare, sia perché in quella fascia d'età maggiore è la probabilità di impattare con cibi ad elevato rischio di 'allergeni nascosti' come merendine, gelati o caramelle. Diventa pertanto fondamentale che il paziente allergico e la sua famiglia siano educati alla lettura e alla corretta comprensione delle etichette". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è Mauro Minelli, immunologo clinico e allergologo, Fondazione italiana per la Medicina personalizzata, dopo il caso della turista 14enne inglese - allergica alle arachidi - morta a Roma dopo uno shock anafilattico conseguenza di un dolce che conteneva tracce di frutta secca. "E' molto importante conoscere il proprio quadro allergologico, anche e soprattutto a partire dalla più giovane età", avverte lo specialista.

"Non è affatto una novità, per chi si occupa di allergologia, sapere di casi molto gravi occorsi soprattutto a soggetti giovani che avevano accidentalmente ingerito cibi ai quali erano fortemente allergici. Si tratta di tragici incidenti spesso causati da ingredienti sensibilizzanti 'nascosti' nell'alimento ingerito", prosegue Minelli sul caso della giovane inglese. "Si tratta di fenomeni affatto dose-dipendenti, nel senso che nelle allergie alimentari vere la reazione può essere determinata dall'assunzione di piccolissime quantità di allergene alimentare che, talvolta, non viene nemmeno ingerito, ma addirittura solo inalato perché, magari, presente nell'aria o diffuso coi fumi della cottura".

Secondo l'immunologo, "le ragioni per le quali l'allergene nascosto viene ingerito possono certamente dipendere da una 'reattività crociata' tra allergeni alimentari diversi o da una cross-contaminazione tra alimenti, ma spesso conseguono ad una scarsa chiarezza delle etichette, ad una incompleta o scorretta indicazione delle sostanze utilizzate, a nomenclature complesse e diverse nei diversi Paesi. A proposito di reattività crociata - osserva - è indispensabile che i soggetti interessati o i loro familiari tengano sempre ben presente che una persona allergica deve fare attenzione non solo agli allergeni inalabili a cui è dichiaratamente sensibile, ma anche ad alcuni alimenti che possono contenere gli stessi agenti allergizzanti contenuti nei pollini a cui reagisce".

Molti pollini hanno al loro interno antigeni che sono presenti anche in alcuni alimenti vegetali. "I soggetti allergici a quei pollini - chiarisce Minelli - possono manifestare reazioni allergiche non solo se respirano quell polline, ma anche quando quegli alimenti vengono ingeriti, tanto più (ma non necessariamente) durante la stagione della pollinazione. Sul piano clinico, tali reazioni possono presentarsi con prurito, edema delle labbra e all'interno della bocca, immediatamente dopo l'ingestione degli alimenti vegetali. Questi sintomi caratterizzano la cosiddetta sindrome orale allergica (Soa). Ma possono essere possibili reazioni anche molto più gravi. Dunque - raccomanda l'esperto - i soggetti allergici devono sapere che la loro allergia già documentata verso pollini o componenti delle polveri può comportare una collaterale reattività dopo ingestione di alcuni alimenti che tecnicamente vengono definiti 'crocianti', proprio perché 'crociano' con gli antigeni degli inalanti a cui il singolo individuo reagisce".

"Sul piano allergologico - approfondisce Minelli - l'arachide include al suo interno almeno 8 allergeni diversi indicati con la sigla comune 'Ara h' e numerazione progressiva da 1 a 8. Si tratta di molecole proteiche appartenenti alla famiglia delle cosiddette 'proteine di deposito' (o storage protein) stabili al calore e alla cottura e, pertanto, in grado di provocare reazioni anche con cibi cotti innescando reazioni sistemiche molto severe, talvolta letali. Nell'ambito di questa grande famiglia di proteine sensibilizzanti, gli allergeni Ara h2, Ara h6, Ara h7 appartengono al gruppo delle '2-S albumine', Ara h1 a quello delle vicilline e Ara h3 a quelle delle legumine. Queste proteine allergizzanti stabili, differentemente da quelle labili facilmente degradabili dalla lavorazione, dalla cottura o dagli enzimi presenti nella saliva o nell'intestino, hanno la capacità di arrivare in circolo in forma più o meno intatta dando luogo nei soggetti sensibilizzati a reazioni sistemiche", conclude lo specialista.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Cronaca

**Giubileo: ancora nessun ‘effetto Anno Santo’,...

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**Giubileo: ancora nessun 'effetto Anno Santo', camion bar e bancarelle attendono i pellegrini**

Ancora niente 'effetto Giubileo' in via della Conciliazione, in attesa della fine dei lavori per la nuova Piazza Pia che il sindaco Roberto Gualtieri ha annunciato entro l'apertura della Porta Santa del prossimo 24 dicembre. Tra i negozianti e i locali che hanno preso il posto delle antiche botteghe in area Vaticano, molti turisti abituali e ancora nessun pellegrino religioso. "Per ora abbiamo diversi turisti benestanti, d'altra parte siamo ancora in alta stagione. I pellegrini arriveranno", racconta all'Adnkronos uno dei dipendenti delle attività vista Cupolone. Il bilancio degli affari "è positivo rispetto all'estate dell'anno scorso ed è in linea con il flusso dell'ottobre 2023".

Fra un cappuccino e un rosario da regalare, i visitatori sono soprattutto stranieri. Secondo uno dei baristi davanti a San Pietro, "il primo bilancio potremo farlo solo dopo il ponte di Ognissanti questo fine settimana, e capire se davvero inizia l'onda del Giubileo o è un fenomeno più casuale".A proposito di oggetti religiosi, passeggiando verso la basilica, si sentono pareri differenti, fra chi delinea una situazione "nella norma" e chi invece lamenta di "non incassare niente da una settimana. Questi clienti che sono entrati adesso sono un miracolo -spiega, indicando dei potenziali avventori- e non è detto che comprino". Tutti però condividono "la trepidante attesa dell'inizio dell'Anno Santo".

Più seccati invece i proprietari e i gestori di bancarelle e camion bar: "Ancora tutto tace, ma abbiamo il timore che presto ci faranno sgomberare come ci hanno allontanato dal Colosseo", raccontano. "Noi non lavoriamo più di tanto con i pellegrini - spiega un uomo in camice sul furgoncino mentre porge dell'acqua a un turista - loro sono già attrezzati con il pranzo al sacco, con panino, frutta, acqua, da noi proprio non ci vengono. Dopo il Covid il flusso è ormai costante". Un suo collega, parcheggiato davanti a Piazza San Pietro, infine, sottolinea: "C'è stata una timida crescita fra settembre e ottobre, abbiamo lavorato eccome, pure più che ad agosto. Ma - conclude - è sempre un turismo 'mordi e fuggi'".

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Cronaca

Medicina, Viora (Aogoi): “Ginecologi con donne in...

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"Società scientifiche importanti anche per aggiornamento scientifico fondamentale per professione"

Elsa Viora, past president Aogoi

"Dobbiamo essere accanto alle donne in un percorso di prevenzione, di diagnosi e di cura delle malattie che comprendono un percorso non solo diverso per quanto riguarda la gestione della fisiologia e della patologia, ma anche proprio un collegamento tra le varie strutture che operano a formare la sanità italiana: il territorio, l'ospedale e, appunto, l'università". Così Elsa Viora, past president Aogoi, Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani, alla vigilia del 99° Congresso nazionale della Sigo, Federazione italiana di ginecologia e ostetricia (Aogoi-Agui-Agite), che si terrà dal 3 al 6 novembre a Firenze, spiega all'Adnkronos Salute che "gli ospedali sono una parte importantissima della sanità", ma "con la pandemia Covid abbiamo capito che, in effetti, molte attività possono e devono essere fatte sul territorio. In tutta questa rivalutazione, ristrutturazione della sanità, non solo da un punto di vista proprio economico, ma anche strutturale, va ripensato il ruolo dell'ospedale" all'interno di "un percorso virtuoso".

La prevenzione "viene fatta sul territorio - chiarisce Viora - e la donna viene inviata in ospedale per una continuazione di un percorso di secondo livello, di diagnosi o di cura, di chirurgia. Questa stessa donna dovrà poi ritornare sul territorio in modo che ci sia una vera continuità assistenziale affinché la donna sia davvero al centro". In questo contesto "le società scientifiche - continua la past president Aogoi - oltre ad occuparsi della parte clinica, quindi essere a fianco di tutti noi operatori, devono anche svolgere un ruolo importante per l'aggiornamento perché, per noi medici, la formazione non finisce mai. Il nostro è un lavoro in continua evoluzione e l'aggiornamento scientifico è fondamentale per la nostra professione".

Questo, prosegue Viora, "si attua in vari modi, anche attraverso la partecipazione ai congressi. Il congresso nazionale è davvero un momento di scambio di opinioni, di incontro di persone amiche, di relazioni sociali, ma è soprattutto aggiornamento scientifico e tutto questo è davvero fondamentale per tutti noi. L'Aogoi in questo si è sempre spesa tantissimo, sia nell'organizzare dei congressi regionali e del nazionale, ma anche in termini di formazione e aggiornamento con i corsi Fad gratuiti non solo per tutti i nostri soci, ma per tutti coloro che desiderano accedere. Questo significa che nel nostro lavoro - che sta diventando, ahimè, sempre più complesso, sempre più difficile, anche nelle relazioni con le donne perché la società sta cambiando come la tecnologia e tantissime cose - noi dobbiamo saperci adeguare, dobbiamo saper governare questi cambiamenti e per questo credo che possiamo avere due parole chiave. Una è la competenza. Noi non dobbiamo assolutamente rinunciare a quello che è il pilastro della nostra professione e che è la competenza scientifica e l'aggiornamento. E l'altra parola chiave credo possa essere rispetto, che significa rispetto per la persona assistita, per le donne, le coppie che si rivolgono a noi, ma un rispetto che deve essere reciproco".

Solo "se riusciremo a restaurare una relazione medico-paziente, nel nostro caso medico-donna, che sia basato sulla fiducia reciproca - conclude la specialista - potremo davvero pensare di continuare a lavorare in modo più sereno. Questo è davvero fondamentale. Da parte nostra, competenza scientifica e aggiornamento e rispetto verso la persona, un rispetto che deve essere reciproco".

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Medicina, Trojano (Sigo): “Ginecologia in cambiamento...

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Alla vigilia del congresso nazionale: "Mai dimenticare etica e importanza del clinico"

Vito Trojano presidente Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia

"La ginecologia e l'ostetricia", intesa come area unica, "più di ogni altra ha subito e sta subendo un processo di aggiornamento e cambiamento" innanzitutto "per la problematica relativa alla denatalità, ma anche nella terapia, con farmaci intelligenti e con l'introduzione dell'intelligenza artificiale nella diagnostica clinica". Nel cambiamento è accanto alle istituzioni anche per "tutta la problematica relativa alla medicina di genere e alla disforia di genere". Lo ha detto Vito Trojano presidente Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia, all'Adnkronos Salute, alla vigilia del 99° Congresso nazionale della Sigo, Federazione italiana di ginecologia e ostetricia (Aogoi-Agui-Agite), che si terrà dal 3 al 6 novembre 2024 a Firenze.

"Questo processo" che interessa tutto il Servizio sanitario nazionale "non deve mai far dimenticare però - aggiunge Trojano - il ruolo e l'importanza della clinica, e del medico, all'interno di un sistema che, anche se avanza tecnologicamente, deve sempre considerare l'aspetto etico e professionale, il ruolo e l'autonomia del professionista nell'ambito della cura e del rapporto con la paziente. E' una cosa che abbiamo difeso sempre come società scientifiche e lo abbiamo fatto a tutti i livelli, sia nel rapporto con il territorio, ma anche all'interno degli ospedali e delle nostre università, con la formazione".

Questo percorso "ci deve vedere attori in un cambiamento radicale, che modifica anche il sistema sanitario nazionale e deve avere le istituzioni come interlocutori diretti - aggiunge il presidente Sigo - Tra risultati del Piano nazionale esiti che l'Agenas ha pubblicato giusto qualche giorno fa si vede, accanto al problema ingravescente della denatalità", il fatto che sono "ancora aperti molti ospedali che sono al di sotto dei 500 parti all'anno e", d'altro canto, "diminuiscono quelli intorno ai 1.000 parti. Sono delle realtà importanti. Il problema dell'accorpamento, di cui noi siamo sempre stati grandi sostenitori, è legato proprio alla possibilità di creare punti nascita in sicurezza, in base a quella che era la legge Fazio del 2010 che si articolava su vari fattori, fra cui proprio la guardia ginecologica e ostetrica 24 ore su 24 e la guardia anestesiologica. Un ospedale al di sotto dei 500 parti - rimarca Trojano - non potrà mai garantire un sistema di assistenza e di accoglienza, anche perché la spesa economica supera quelli che sono i budget di Drg".

A Firenze "parleremo con gli interlocutori - afferma il presidente Sigo - da cui vogliamo risposte. Non crediamo che grandi sovvenzioni a livello del sistema sanitario possano modificare" la situazione, "se non si organizza e pianifica come questo denaro debba essere speso a livello territoriale, nelle nostre aziende ospedaliere. Vogliamo dare suggerimenti e idee nuove alla politica e alle istituzioni, suggerimenti e idee che vengono dall'esperienza del nostro lavoro, dalla ricerca, dalla collaborazione con le aziende farmaceutiche e tecnologiche".

"Questa è la Sigo di oggi, impegnata con l'Istituto superiore di sanità in un processo di cambiamento, che sono le linee guida. Questa è la Sigo - conclude Trojano - che si rivolge ai giovani e cerca di passare un testimone che abbia questi requisiti per una sanità migliore, per un sistema sanitario più efficiente e integrato, ma che va difeso nella sua universalità e nella sua equità. E' un sistema che tutto il mondo ci invidia".

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