Harris-Trump, è testa a testa in Georgia e North Carolina: l’ultimo sondaggio
La dem e il tycoon praticamente appaiati nei due Stati 'battleground' del sud che potrebbero rivelarsi decisivi per la vittoria finale
Kamala Harris e Donald Trump sono praticamente appaiati in Georgia e North Carolina, due Stati 'battleground' del sud che potrebbero rivelarsi decisivi per la vittoria finale. E' quanto emerge da nuovi sondaggi condotti da Ssrs per la Cnn, secondo i quali Trump è in vantaggio su Harris 48% a 47% tra i 'probabili elettori' in Georgia, mentre lo scenario si ribalta in North Carolina.
I distacchi tra i due candidati si trovano all'interno del margine di errore e quindi non c'è un chiaro favorito in alcuno dei due Stati. Il North Carolina ha votato repubblicano nelle ultime tre elezioni presidenziali, anche se nel 2020 Trump ha vinto su Biden di poco più di un punto percentuale. Quattro anni fa in Georgia, invece, Biden sconfisse Trump con un margine inferiore a un punto, dando ai democratici la prima vittoria dopo quella di Bill Clinton nel 1992.
Sono intanto oltre 60 milioni gli elettori che hanno già votato in 47 Stati e nel Distretto di Columbia, dove si trova la capitale Washington, riferisce la Cnn, precisando che si tratta di circa il 38% dei circa 158 milioni di voti espressi nel 2020. Secondo l'emittente, 10 Stati hanno già superato il 50% dei voti totali di quattro anni fa, guidati dalla Georgia, dove i voti espressi sono già oltre due terzi.
Esteri
Netanyahu avverte: “Israele può raggiungere qualsiasi...
Il discorso alla cerimonia di chiusura del corso per ufficiali delle Idf. Ma la risposta di Teheran, replica l'Iran, "sarà brutale"
"Oggi Israele ha più libertà di azione in Iran di quanta ne abbia mai avuta" e "può raggiungere qualsiasi luogo in Iran se necessario". Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, tornando sulla recente rappresaglia dello Stato ebraico contro la Repubblica islamica durante un discorso pronunciato alla cerimonia di chiusura del corso per ufficiali delle Idf.
"L'obiettivo principale che ho fissato è impedire (che l'Iran si doti di, ndr) armi nucleari", ha osservato Netanyahu, citato dal sito di Haaretz. Il primo ministro ha anche parlato del rapporto tra il suo governo e la Casa Bianca, sostenendo di "apprezzare la politica degli Stati Uniti, ma quando è necessario, dico di no".
Se ci fosse una rappresaglia dell'Iran per l'attacco subito da Israele, gli Stati Uniti sosterranno lo Stato ebraico ha intanto riferito ieri la Casa Bianca, chiedendo a Teheran di non rispondere alla rappresaglia israeliana.
Iran: "Risposta sarà brutale"
Nonostante l'avvertimento, l'Iran ha avvertito che risponderà in modo “brutale” all'attacco israeliano contro le sue installazioni militari, e Israele “se ne pentirà”, riporta l'agenzia di stampa iraniana Tasnim. “La recente azione del regime sionista, che ha attaccato parti del nostro Paese, è stata un atto disperato, e la Repubblica islamica dell'Iran risponderà in un modo brutale che farà rimpiangere Israele”, le parole di Mohammad Mohammadi Golpayegani, capo dello staff della Guida Suprema iraniana Ayatollah Ali Khamenei.
Il Paese risponderà in modo "definitivo e doloroso" probabilmente prima delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, ha detto ieri una fonte di alto rango alla Cnn. "La risposta della Repubblica islamica dell'Iran all'aggressione del regime sionista sarà definitiva e dolorosa", ha affermato la fonte. Sebbene la fonte non abbia fornito una data esatta per l'attacco, ha affermato che "probabilmente avverrà prima del giorno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti".
Tregua in Libano, le condizioni di Netanyahu
Un qualsiasi accordo di cessate il fuoco con Hezbollah ''deve garantire la sicurezza di Israele'', ha detto intanto il primo ministro israeliano durante l'incontro a Gerusalemme con i due inviati degli Stati Uniti per il Medioriente, Amos Hochstein e Brett McGurk.
"Il primo ministro ha chiarito che la questione principale non sono le carte per questo o quell'accordo, ma la determinazione e la capacità di Israele di garantire l'applicazione dell'accordo e di prevenire qualsiasi minaccia alla sua sicurezza da parte del Libano", ha affermato l'ufficio di Netanyahu in una nota al termine delll'incontro.
Esteri
Lotteria da 1 milione di dollari per Trump, causa contro...
Il patron X e Tesla citato nella causa che mira a frenare le sue donazioni a 'fortunati' elettori del tycoon registrati negli Stati in bilico
Elon Musk non si è presentato in tribunale a Philadelphia per rispondere alle accuse del procuratore distrettuale Larry Krasner, che lo ha citato in giudizio per il suo piano di assegnare via lotteria un milione di dollari al giorno agli elettori pro-Trump in Stati chiave per le prossime elezioni presidenziali. Lo riporta la Cbs, ricordando che la giudice del caso, Anne Marie Coyle, aveva ordinato al magnate di presentarsi di persona. La mancata presenza in tribunale potrebbe far rischiare al proprietario di SpaceX e Tesla, noto e attivissimo sostenitore di Trump, un'accusa di oltraggio alla corte.
Krasner e i membri del suo ufficio hanno incontrato gli avvocati di Musk nell'aula civile del giudice Angelo Foglietta, poco dopo che questi, nella serata di ieri, avevano depositato presso la Corte distrettuale di Philadelphia, un tribunale federale, una richiesta per trasferire la questione nella loro giurisdizione - e fuori dalla locale Court of Common Pleas. Un giudice ha concesso il trasferimento. Gli avvocati di Krasner hanno detto che contesteranno la raccomandazione. “Procederemo alla corte federale e cercheremo di affrontare le questioni in quella sede e di farle affrontare in una corte statale. Questo è un caso che affronta questioni di diritto statale”, ha dichiarato l'avvocato John Summers.
Musk, che ha di fatto accompagnato Donald Trump in buona parte della sua campagna elettorale, ha donato decine di milioni di dollari all'America Pac, una super comitato d'azione politica ('super Pac') costituito quest'estate per sostenere il candidato repubblicano. Il premio della lotteria indetta da Musk va ai firmatari di una petizione che chiede agli elettori di sostenere la libertà di parola e il diritto di possedere armi. Secondo il sito web del super Pac, almeno 12 persone avrebbero già ricevuto premi da 1 milione di dollari, di cui quattro solo in Pennsylvania.
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Esteri
Elezioni Usa, voto per corrispondenza senza limiti:...
I quattro astronauti americani a bordo della Stazione Spaziale Internazionale hanno espresso il proprio voto direttamente dalla termosfera
Quando manca meno di una settimana al voto per le elezioni presidenziali americane, si è già da qualche giorno iniziato a votare per corrispondenza, con alcune schede arrivate anche da molto, molto lontano. Secondo quanto riferito dall'addetto agli affari pubblici della Nasa, Jimi Russell, i quattro astronauti americani a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) - in orbita intorno al pianeta - hanno tenuto a esprimere il proprio voto direttamente dalla termosfera, a circa 400 km di distanza dalla superificie terrestre. Tra questi ci sono Suni Williams e Butch Wilmore, i due astronauti bloccati nello spazio che hanno visto la loro missione di otto giorni prolungarsi di otto mesi a causa di un malfunzionamento tecnico al Boeing Starliner che avrebbe dovuto riportarli a casa. In una conferenza stampa del mese scorso, Wilmore aveva dichiarato che era “molto importante per noi cittadini partecipare a queste elezioni”.
Gli americani che vivono o viaggiano all'estero possono compilare un modulo per posta, a condizione che siano registrati nel precedente Stato di residenza. Ma votare dallo spazio è decisamente più complesso: le schede elettorali per il voto assente o anticipato sulla Iss vengono scaricate con una password speciale, compilate, caricate e criptate a bordo. I satelliti della Nasa le trasmettono poi a un terminale a terra a White Sands, in New Mexico, da cui vengono trasferite a Houston. Dalla città texana le schede vengono infine inviate agli impiegati delle contee per essere archiviate. Nelle passate elezioni del 2020, l'astronauta Andrew R. Morgan aveva raccontato al Washington Post di essersi premurato di richiedere la sua scheda elettorale alla contea di Lawrence, in Pennsylvania, per votare alle elezioni. “Ad essere del tutto onesti, al di fuori degli anni presidenziali, non sempre mi sforzo di votare”, aveva detto Morgan all'epoca. “Ma volevo esercitare questo diritto dalla Stazione Spaziale Internazionale”.
Dal 1997, gli astronauti statunitensi dispongono di una procedura chiara per esprimere il proprio voto dallo spazio, dopo che l'ex astronauta John Blaha aveva sollevato la questione con la Nasa prima delle elezioni presidenziali del 1996, durante le quali si trovava a bordo della stazione spaziale russa Mir. Un anno dopo, è stata sancita l'opportunità di “votare mentre si fluttua”: un processo, a volte lungo un anno, che inizia sulla Terra prima del lancio e culmina con l'invio dallo spazio della scheda elettronica criptata. Altri Paesi hanno seguito l'esempio. Il cosmonauta russo Anatoly Ivanishin nel 2020, utilizzando una scheda online, ha espresso il suo voto dall'orbita sulle modifiche costituzionali proposte dal presidente Vladimir Putin, volte a mantenerlo al potere fino al 2036. Ivan Vagner, un altro russo in orbita, ha invece espresso il suo voto sulla questione giorni dopo attraverso un 'proxy' - un elettore incaricato di rappresentarlo sulla Terra.
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