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Laurea honoris causa a Pupi Avati, ‘emozione riceverla con 60 anni di ritardo’

Roma Tre ha conferito il riconoscimento al regista per il film 'Dante'

Laurea honoris causa a Pupi Avati, 'emozione riceverla con 60 anni di ritardo'

L’Università degli Studi Roma Tre ha conferito oggi la Laurea honoris causa in Italianistica a Pupi Avati, per lo studio e la promozione dell’opera e della figura di Dante. "Devo ammettere che è una grandissima emozione arrivare con sessant’anni di ritardo a un riconoscimento di questo genere. Ho ritrovato esattamente quello che era il mio stato d’animo - ha confessato il maestro Avati - quando incominciai il rapporto con l’Università a vent’anni, attendendo di diventare dottore in scienze politiche, per una carriera diplomatica. Non è accaduto niente di quello che immaginavo accadesse ed accade oggi, con un ritardo di così tanti anni, che impreziosisce questa opportunità che mi viene data".

Dopo i saluti del Rettore dell’Ateneo, Massimiliano Fiorucci, e dopo l’intervento dei docenti Maurizio Fiorilla e Anna Pegoretti, il maestro Pupi Avati ha svolto la sua lectio magistralis dal titolo 'Dante'. L’impegno pluridecennale di Avati sulla vicenda umana e la biografia intellettuale dell’Alighieri si è concretizzato nel film 'Dante' (2022) e nel romanzo 'L’alta fantasia. Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante' (2021), che riflette da vicino la sceneggiatura. Avati ha coltivato l’idea per oltre vent’anni, durante i quali non ha mai smesso di studiare e di affrontare con caparbietà la spaventosa mole della bibliografia dantesca, confrontandosi con la comunità degli studiosi.

All’interesse per Dante si unisce la grande competenza e la felice capacità di Avati, già chiara in 'Magnificat' (1993), di raccontare il Medioevo attraverso puntuali e ambiziose ricostruzioni di ambienti, costumi, usi. Alla cerimonia hanno preso parte Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca, e Massimiliano Smeriglio, Assessore alla Cultura del Comune di Roma e tanti amici e ammiratori del regista. Sin dalla fondazione, Roma Tre ha messo al centro lo studio e l’insegnamento della figura e dell’opera di Dante.

Nell’ateneo, quando era ancora la Facoltà di Magistero, ha insegnato Giorgio Petrocchi, cui si deve la prima vera edizione critica della Commedia, quella su cui tutti abbiamo studiato il testo del poema. A lui è intitolata la biblioteca del polo umanistico dell’università, che possiede un importante fondo con i libri di un altro grande studioso di Dante, Umberto Bosco, cui si deve la monumentale impresa dell’Enciclopedia Dantesca.

La tradizione di studi danteschi a Roma Tre è proseguita negli anni, grazie alla presenza di dantisti di vaglia, a insegnamenti dedicati (quello di Filologia e critica dantesca e quello di Letteratura italiana del Medioevo) e a progetti di ricerca. Non mancano iniziative legate alla cosiddetta Terza Missione dell’Università, a cominciare dal Festival Dantesco, che – in collaborazione con l’Associazione Xenia e la Fondazione Roma Tre Teatro Palladium – promuove l’incontro tra le arti performative e l’opera dantesca attraverso produzioni teatrali e cinematografiche realizzate dagli studenti delle scuole e delle università.

Proprio al Teatro Palladium il 5 maggio prossimo verrà proiettato il film 'Dante' in un incontro in cui Pupi Avati dialogherà con i docenti e gli studenti. L’evento sarà preparato da alcune lezioni dedicate ai problemi di ricostruzione della biografia dantesca.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Spettacolo

‘Squid Game 2′, nella nuova stagione un...

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La serie Netflix è stata presentata al Lucca Comics & Games, dal 26 dicembre su Netflix

Lee Jung-jae in 'Squid Game 2'  - Netflix

C'è un po' di Italia nell'attesissima seconda stagione di 'Squid Game 2', dal 26 dicembre su Netflix. "Ho usato due canzoni italiane: una è di Puccini tratta da 'Nessun dorma' nel primo episodio e l'altra è 'Time to say goodbye' ('Con te partirò') di Andrea Bocelli". A dirlo è il creatore e regista Hwang Dong-hyuk, in occasione della presentazione al Lucca Comics & Games a cui hanno partecipato anche i protagonisti Lee Jung-jae, interprete di Seong Gi-hun, e Wi Ha-jun, interprete di Hwang Jun-ho. I nuovi episodi seguiranno l'anima della prima stagione: "vogliamo continuare a mostrare come la società capitalistica di oggi promuove un sistema competitivo, che non solo porta a un divario di ricchezza ma crea anche perdenti nel gioco", spiega Hwang. "Il messaggio è che dobbiamo lavorare tutti insieme per costruire una società giusta per tutti", dice Lee. "Recitando mi sono interrogato su cosa significhi essere umani e far parte della natura umana, ma anche sull'egoismo e sull'avidità", aggiunge Wi.

I nuovi episodi sono ambientati tre anni dopo aver vinto lo Squid Game: il Giocatore 456 ha rinunciato ad andare negli Stati Uniti e fa il suo ritorno con un nuovo piano in mente. Gi-hun si tuffa ancora una volta nel misterioso gioco di sopravvivenza, iniziando un altro gioco di vita o di morte con nuovi partecipanti riuniti per vincere il premio di 456 miliardi di won. La battaglia tra Gi-hun (Lee Jung-jae) e il Front Man (Lee Byung-hun) entra nel vivo, mentre Gi-hun cerca vendetta in un nuovo gioco letale. Dalla prima stagione torna anche il Reclutatore (Gong Yoo) e fanno il loro ingresso i nuovi membri del cast Yim Si-wan, Kang Ha-neul e Park Gyu-young. "La seconda stagione si concentrerà molto sull’esperienza di 456 sul tentativo di rientrare nel gioco e di fermarlo dall’interno”. Inoltre, sono stati introdotti nuovi giochi: "i personaggi torneranno nella stessa isola e quindi ci sono delle stanze che sono simili al passato, come il dormitorio. Ma ci saranno anche posti nuovi così come nuovi giochi”, svela il creatore.

Nel 2025 debutterà la terza stagione e il regista promette: "ne vedremo delle belle con nuovi giochi mortali e ritroveremo 'Un, due, tre, stella' con la bambola gigante". Su un possibile remake americano firmato da David Fincher, Hwang si è detto "curioso di vedere il risultato. Ma non c'è ancora nulla di ufficiale".

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Spettacolo

Alfonso D’Apice al Grande Fratello: dopo Temptation...

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Si sono lasciati solo poche settimane fa, ora i due ex fidanzati si ritroveranno insieme nella Casa più spiata d'Italia. L'indiscrezione di Dagospia

Alfonso D'Apice e Federica Petagna - Temptation Island

Alfonso D'Apice sarà un nuovo concorrente del Grande Fratello e il suo ingresso nella Casa lascerà senza parole l'ex fidanzata Federica Petagna. A lanciare l'indiscrezione è stato il giornalista Giuseppe Candela sul portale di informazione Dagospia.

Alfonso D'Apice al Grande Fratello

Federica Petagna è entrata a far parte del reality show condotto da Alfonso Signorini solo la settimana scorsa, durante la diretta del 28 ottobre. La sua esperienza al Grande Fratello è cominciato con un filmato che mostrava la sua recente partecipazione al docureality Temptation Island, insieme al fidanzato, ormai ex, Alfonso D'Apice.

Sul sito di Dagospia si legge: «Alfonso Signorini gioca la carta Temptation Island. Nella casa più spiata d’Italia lunedì scorso ha fatto il suo ingresso Federica Petagna, la ragazza ha partecipato al docureality prodotto da Fascino con il fidanzato Alfonso D’Apice. La coppia ha interrotto al falò il viaggio nei sentimenti ma il reality di Canale 5 li riporterà sotto lo stesso tetto. Alfonso parteciperà al Grande Fratello in qualità di concorrente».

La storia di Federica e Alfonso

L'indiscrezione lanciata da Dagospia sembra certa e i telespettatori attendono solo il momento in cui Federica e Alfonso si incontreranno di nuovo, probabilmente nella prossima puntata che andrà in onda lunedì 4 novembre.

Federica ha conosciuto Alfonso quando aveva 12 anni, stavano insieme da 8 anni e convivevano da uno, in provincia di Napoli. Lei ha 20 anni ed è estetista. Ha deciso di partecipare a Temptation Island perché stanca della gelosia del fidanzato. A detta sua, Alfonso non le permetteva di andare a ballare e nemmeno di mangiare una pizza con le amiche. Non poteva fare nulla senza la sua presenza.

All'interno del villaggio, lontana dal controllo del fidanzato, Federica ha assaporato la libertà. La 20enne si è avvicinata molto al single Stefano, con cui si è creata una grande complicità. Dopo il falò di confronto anticipato, Federica e Alfonso hanno deciso di uscire insieme per riprovare a creare una relazione più sana. Ma poco dopo, Federica ha capito che Alfonso non era la persona giusta per lei e non ha più fatto ritorno nella casa in cui convivevano. Ora la 20enne è entrata nella Casa del Grande Fratello ma il suo cuore sembra battere per Stefano, il single conosciuto all'interno del docureality, con cui ha iniziato una frequentazione.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Spettacolo

Al Bano: “Romina era convinta che separandoci Ylenia...

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Il cantante torna in libreria con l'autobiografia 'Il sole dentro': "Gli Anni 90 sono stati atroci. Attorno a me c’era un incendio il cui combustibile era il gossip"

Al Bano - Fotogramma

"Dopo la perdita di Ylenia, niente è stato come prima. Romina era convinta che se ci fossimo separati, lei sarebbe tornata. Anche sua madre lo era". A raccontarlo è Al Bano nella sua autobiografia 'Il sole dentro', in libreria edita Mondadori, in cui ha dedicato due capitoli alla figlia, scomparsa nel 1993 a New Orleans. In un primo momento quel dolore ha unito la coppia ma "è un colpo durissimo, spesso letale per qualsiasi rapporto", scrive. L'ultimo concerto prima della separazione è stato il 4 luglio 1994, c'erano 40mila persone. Al Bano e Romina si sono esibiti con 'We'll Live It All Again', che in italiano significa 'Lo vivremo ancora'. "Ironico in quella situazione" perché "noi ci stavano congedando come un duo artistico dal pubblico". Ma "anche i grandi amori finiscono, perché dovrebbero essere esentati da un termine?", si legge.

Gli Anni 90 "sono stati atroci. Attorno a me c’era un incendio che divampava il cui combustibile era il gossip", ricorda il cantante di 'Nostalgia canaglia', diviso tra l'elaborazione della scomparsa della figlia e "avvoltoi che si cibavano di falsità". C'è chi sosteneva che Al Bano e Romina avessero rinchiuso la Ylenia a casa per farsi pubblicità: "Certa umanità fa schifo". In tutto quel marasma di bugie, gossip e dolore Al Bano doveva prendersi cura delle figlie, a quel tempo piccole, Cristel e Romina jr.: "Romina cominciò a viaggiare in cerca di ciò che le mancava, ed io diventai per loro papà e mamma". Nel frattempo, la decisione di allontanarle per protezione: "Le portai in Svizzera a casa di un mio carissimo amico [...] ogni sera mi mandavano via fax i disegni che avevano fatto". Non solo "meschinità" ma anche "preziosi gesti di solidarietà". Al Bano racconta della telefonata inaspettata di Sophia Loren: "col pianto in gola mi disse 'di qualunque cosa tu dovessi aver bisogno in America, fammi sapere, farò di tutto per aiutarti'". Affetto anche da Silvio Berlusconi: "mi ha messo a disposizione il suo aereo privato per gli spostamenti".

'Il sole dentro' molto più di un'autobiografia. Un viaggio alla scoperta di Albano, un nome voluto da padre che nel 1943 si trovava sul fronte albanese a combattere contro i greci. In seguito, quando ha inciso le prime canzoni per il clan di Celentano ha iniziato a farsi chiamare Al Bano: "a quel tempo si usavano i nomi d'arte anglosassoni per dare una verniciata di internazionale ai cantanti o agli attori". Un libro diviso in quattro parti, in cui Al Bano si racconta senza filtri, con sincerità e genuinità, che sono anche la chiave del successo ancora oggi dal Giappone alla Russia, dagli Stati Uniti all’America Latina. Un uomo, prima di essere un artista, che ha conosciuto la fatica, quella vera, e il sacrificio. A Milano "ho fatto l’imbianchino, non mi pagavano". Dopo la richiesta di ospitalità respinta da un convento "ho vissuto in un cantiere in costruzione, usando sacchi di cemento vuoti per chiudere le finestre, e un’asse di legno come porta", scrive nel libro.

Al Bano ha vissuto tante vite: la povertà, il distacco dalla sua terra per andare a Milano a cercare fortuna e poi la celebrità con il primo album nel 1967 che porta il suo nome. Molte pagine sono dedicate all'amore. Il primo incontro con Romina Power sul set del film 'Nel sole': "era una ragazza immersa in pensieri e poesia che rifiutava la vita mondana e amava la natura. Non avevo mai incontrato una ragazza così". L'amore è nato gli ultimi tre giorni di lavorazione del film: "non pensavo che Romina potesse provare interesse per un cantante italiano che proveniva dal mondo contadino del profondo Sud". Il resto è storia.

Il "cantante innamorato", come si definisce, dopo la separazione con Romina ha trovato un "sorriso al momento giusto". E quel sorriso è stato di Loredana Lecciso: "portando le bambine a scuola vedevo spesso questa ragazza bionda con un sorriso che mi affascinava". Tra di loro "scoppiò subito una scintilla che fu subito un incendio". Per un periodo, come scrive Al Bano, Loredana ha dato troppa importanza alla televisione "ma dopo qualche anno ha cambiato idea". Oggi "è una madre attenta e premurosa, che segue da vicino i figli che studiano a Milano". Tra di loro c'è tutt'ora "un rapporto vivace, forte, mai banale". Per la Lecciso parole di affetto messe nero su bianco da Al Bano: "non la ringrazierò mai abbastanza per essere 'capitata' nella mia vita proprio quando di una meraviglia del genere avevo un grandissimo bisogno".

Ne 'Il sole dentro' anche il racconto dei tanti incontri, che hanno costellato la carriera di Al Bano: quello a Rio de Janeiro con Giovanni Paolo II, a Vienna con Michail Gorbacev (ex presidente dell'Urss), in Russia con Diego Armando Maradona, a Santa Marta con papa Francesco in udienza privata e a Cellino San Marco, nella sua tenuta, con l'attore Morgan Freeman. Incontri speciali che il cantante non solo racconta nelle oltre 300 pagine, ma li ha anche racchiusi in alcuni scatti pubblicati alla fine dell'autobiografia, che prende per mano il lettore tra gli alti e i bassi della sua vita e carriera, ma con un'unica certezza: "La musica non mi ha mai abbandonato e io non l'ho mai tradita".

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