Fitta nebbia in campo. In classifica i rossoblù agganciano i ducali al 14° posto con 14 punti come Como e Cagliari
Il Genoa batte 1-0 il Parma nel posticipo dell'undicesima giornata di Serie A disputato allo stadio 'Tardini' della città emiliana, sotto una nebbia via via sempre più fitta. A decidere il match il gol di Pinamonti al 35' della ripresa. In classifica i rossoblù agganciano i ducali al 14° posto con 14 punti come Como e Cagliari.
Il match
Dopo poco più di 10' i padroni di casa perdono per un infortunio muscolare Bernabé, sostituito da Haj Mohamed. Un'occasione per parte nella prima frazione. Mihaila sfiora il gol su punizione a due in area al 28', appena prima dell'intervallo è pericoloso Frendrup con un sinistro potente sul quale di supera Suzuki a respingere. Nell'intervallo i ducali perdono anche Haj Mohamed per un problema alla caviglia, entra Almqvist. In avvio di ripresa gol annullato ai Thorsby per un fallo di mano dello stesso giocatore rossoblù. Al 13' pericoloso il Genoa. Ripartenza che premia Pinamonti, che da posizione defilata calcia fortissimo di destro: Suzuki salvato dal palo, poi è decisivo Delprato che respinge il destro a colpo sicuro di Badelj.
Al 28' Pinamonti serve sulla corsa Ekhator, che batte Suzuki con un destro vincente, gol annullato per fuorigioco di partenza dell'attaccante rossoblù. Al 35' arriva il gol partita di Pinamonti, a segno con un facile tap-in dopo la respinta di Suzuki sulla conclusione di Ekhator. Al 41' scocca l'ora di Balotelli che entra al posto di Ekhator tornando a giocare una partita in Serie A dopo 4 anni e mezzo. SuperMario si becca anche un giallo per proteste dall'arbitro Guida nei minuti di recupero.
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Empoli-Como 1-0, gol di Pellegri
L'Empoli sconfigge 1-0 il Como nel posticipo dell'undicesima giornata di Serie A, disputato allo stadio 'Castellani' della città toscana. A decidere il match il gol di Pellegri al 2' della ripresa. In classifica l'Empoli aggancia al decimo posto con 14 punti il Torino, mentre i lariani restano fermi a quota 9 in 14/a posizione insieme a Cagliari, Parma e Genoa.
Il match
Primo tempo avaro di emozioni. I padroni di casa fanno la partita ma senza mai concludere a rete, gli ospiti ci provano con Belotti ma la sua conclusione termina di poco a lato. In avvio di ripresa al 2' i toscani sbloccano la partita. Pellegri si avventa su una maldestra respinta della difesa del Como, entra in area e scarica in porta un destro potentissimo che batte Reina. Al 10' altra chance per l'Empoli, Gyasi si avventa sul secondo palo anticipando Moreno, l'attaccante calcia, Reina si immola e respinge. Al 25' Empoli vicinissimo al raddoppio, azione in solitaria di Colombo che rientra sul sinistro e calcia sul secondo palo, palla fuori di pochissimo. Nella seconda metà della ripresa, con generosità, il Como si butta in avanti alla ricerca del pareggio ma la squadra di Fabregas non riesce a rendersi pericolosa e i toscani tornano a vincere dopo 5 giornate.
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Valencia, la testimonianza di Garzelli: “Dopo...
L'ex ciclista, vincitore del Giro d'Italia nel 2000, oggi vive a pochi chilometri dalla città spagnola e ha fondato lì una scuola di ciclismo: "Ora serve l'essenziale"
"Gli ultimi giorni sono stati complicati. Io vivo a Betera, a 4 chilometri da Valencia e solo per semplice fortuna non siamo stati toccati dal disastro". Il racconto all’Adnkronos di Stefano Garzelli, vincitore del Giro d'Italia del 2000 e fondatore in Spagna dell’Escuela de ciclismo che porta il suo nome, inizia così. "Martedì scorso ho accompagnato i miei figli a scuola, mi hanno richiamato poco dopo per l’allerta meteo e sono tornato a prenderli. A noi è andata bene, ma la quantità di morti della Dana al momento è ancora indecifrabile".
"Il disastro non è successo in città – precisa l’ex ciclista - ma a circa 300 metri dal fiume Turia, toccando tutti i piccoli paesi attaccati. Nel 1957 qui ci fu un’inondazione (la Gran riada de Valencia, ndr) e il corso del fiume venne deviato. Valencia si è salvata per questo". In zona, tutti erano in stato di agitazione già da qualche giorno: "Anch'io, 12 anni fa, ho vissuto una cosa simile e la mia casa è stata distrutta. Stavolta siamo stati avvisati dalle tv, arrivate addirittura prima dell’allarme".
Garzelli fatica a trovare le parole giuste per descrivere il dramma di una comunità: "Purtroppo, non ci sono. Al momento tanta gente non può mangiare, centinaia di persone sono chiuse dentro casa e sono state distrutte ottantamila macchine".
Un problema che si intuisce dai numerosi video che girano sui social: "Qui le strade sono strette e un simile accumulo non permette nemmeno l’intervento di mezzi pesanti. E pensiamo anche ai negozi distrutti. Tanti hanno perso la vita, altri i propri cari, chi si è salvato ha perso il futuro. Le conseguenze si vedranno nei prossimi mesi, forse anni".
L'ex ciclista tocca anche un altro tema: "Ora non bisogna sottovalutare il problema delle infezioni, legato ai morti rimasti per strada e non ancora trovati. È il motivo per cui tanti girano in mascherina. E non voglio parlare di un fenomeno ripugnante come lo sciacallaggio, per fortuna limitato soprattutto ai primi giorni".
Da anni, il campione gestisce a due passi da Valencia la “Escuela de ciclismo Stefano Garzelli”, riconosciuta fucina di talenti in Spagna. “Dopo averla messa in salvo – spiega Garzelli – abbiamo pensato di dare un contributo nel nostro piccolo. Ai discorsi economici penserà poi il governo, ora serve l’essenziale e abbiamo organizzato una raccolta fondi per comprare cibo e beni di prima necessità per le famiglie in difficoltà. Insieme a tante altre iniziative, come quelle partite dal Valencia e dal Levante, ricominceremo. L’importante è continuare a parlarne. E non dimenticare". (di Michele Antonelli)
Sport
Thomas Ceccon e il pisolino a Parigi 2024: “Volevo...
Ad Alessandro Cattelan, il nuotatore azzurro racconta la verità dietro lo scatto in cui dormiva a terra che ha fatto il giro del mondo durante le Olimpiadi
"La storia del pisolino a Parigi 2024? È stata venduta un po' male". Thomas Ceccon, medaglia d'oro alle ultime Olimpiadi, torna sulla foto che ha fatto il giro del mondo lo scorso agosto, quando fu immortalato mentre dormiva in terra, su un prato, durante i Giochi. Ospite di 'Supernova', il nuovo podcast di Alessandro Cattelan, il nuotatore spiega che non aveva tentato di dormire sul letto per poi spostarsi all'aperto, ma di aver deciso di riposarsi lì dove si trovava quando si è accorto di essere stanco.
"Avevamo fatto la staffetta la mattina e siamo usciti senza rientrare. Ero proprio imbestialito e sono andato via subito senza dire niente a nessuno. Era un pomeriggio dove volevo stare per i fatti miei, a me piace stare solo. Vado a farmi un giro, c’era questa panchina, così mi sono piazzato. Ho detto: 'mi butto perché sono stanco e voglio un attimo riposarmi'. È arrivato questo e ha fatto la foto", ha spiegato Ceccon. "È stata venduta un po’ male - ha continuato - perché io nei giorni prima avevo criticato il villaggio dicendo che faceva schifo e non si poteva dormire. Poi hanno scattato la foto e collegato le due cose, sembrava che dormissi lì al posto che dormire nel villaggio. Invece avevo finito le gare e volevo stare un po' per i fatti miei". A Cattelan ha spiegato anche di aver tentato inizialmente di riposare sulla panchina, ma di aver preferito il prato. "Avevo provato a dormire sulla panchina ma era scomoda - ha spiegato nel corso del podcast - perché a righe, poi uscivo con i piedi e l’angolo mi batteva sul polpaccio. Così ho messo un asciugamano, non mi butto in terra".
Come lui stesso ha ricordato, però, Ceccon aveva criticato l'organizzazione dei Giochi, tema sul quale l'atleta è tornato anche durante la chiacchierata con Alessandro Cattelan. "A Tokyo nonostante il letto di cartone, c'era un materasso morbido, mentre a Parigi al posto del materasso - ha spiegato nella puntata di 'Supernova' - c'erano tre pezzi di filamenti riciclati, una cosa scomodissima. Le persone alte 2,10 metri dovevano attaccare due letti per poter dormire. I francesi, che già sapevano com'era il villaggio, hanno tutti preso un hotel vicino alla piscina. Le condizioni non erano ottimali e tantissimi atleti si sono spostati". Nonostante i disagi però l'atleta ha ricordato anche la 'magia' di vivere per qualche giorno a stretto contatto con i migliori sportivi del mondo. "L'olimpiade - ha detto - è sempre una cosa che apprezzi, nel villaggio olimpico vedi che Nadal o Federer mangiano di fianco a te. Ho conosciuto Phelps, che era il mio idolo da bambino: non pensavo fosse così tanto alla mano, gentile e disponibile. Non è scontato da un personaggio così".
Dopo la vittoria alle Olimpiadi si è concesso una bella pausa. "Ho sempre fatto massimo 10 giorni di stop, perché quando smetti di allenarti perdi subito il fiato e dopo un po' anche la sensibilità. Stavolta ho fatto un mese di pausa per la prima volta ed è stato bellissimo". Durante il podcast, Ceccon ha anche detto qualcosa sulla sua vita privata: al momento non è fidanzato e non gli dispiace stare solo. "Mi alleno tutti i giorni fino al sabato mattina per poi riprendere il lunedì. Avrei il tempo di uscire e di fare vita sociale ma mi metto sul divano e praticamente resto lì fino alla domenica sera. Stare a casa da solo non mi pesa, secondo è bellissimo".