Perugia, Scoccia contro hater sui social: “Fake, metteteci la faccia”
“Perché non vieni fuori col tuo vero nome anziché commentare molti dei miei post trincerandoti dietro uno pseudonimo? Lo fai spesso e sei sempre molto aggressivo o aggressiva. Cos'è? Non hai coraggio di far vedere chi sei? È molto più facile per te rimanere nell'anonimato?”. Scrive così Margherita Scoccia al commento di un hater anonimo sul proprio profilo Instagram. La presa di posizione dell’ex candidata sindaco arriva sotto il post nel quale fa riferimento all’articolo del Corriere della Sera intitolato ‘Il caso dei frati d’Assisi che ‘benedicono’ la candidata alla Regione col Cantico nel programma’, servizio nel quale viene riportata una dichiarazione della consigliera comunale di Perugia che più di un mese fa aveva detto: ‘San Francesco e i ‘comunisti’? Che brutto speculare sul Poverello di Assisi’. Agli attacchi ricevuti da parte del profilo fake, 257 post, 52 follower in cinque anni di attività e una vipera come immagine, Scoccia rivolgendosi direttamente a @jack221946 chiede: “Caro o cara @jack221946, coraggio, si faccia vivo o viva con nome e cognome. La discussione è aperta ma serve che ci metta la faccia”.
“L’uso dei social media ha trasformato radicalmente il modo in cui comunichiamo e partecipiamo al dibattito pubblico - dice la consigliera comunale - Tuttavia dobbiamo riconoscere e affrontare una questione sempre più urgente: la diffusione dei profili fake e la questione dell’odio online. Gli hater anonimi che si nascondono dietro identità fittizie non solo compromettono il dialogo costruttivo ma minano anche la sicurezza e il benessere delle persone. Gli attacchi veicolati da profili falsi, in maniera particolare durante i periodi di campagna elettorale, alimentano una spirale di odio e creano un clima di tensione e paura, e tutto quanto diventa più pericoloso se si pensa alla fortissima presenza dei minorenni sulle piattaforme digitali. Non possiamo più tollerare nessun genere di episodio di violenza verbale, per promuovere una maggiore trasparenza in una rete che deve essere sempre più civile e sicura andrebbero responsabilizzate le piattaforme per controlli più rigorosi e incentivato l’uso di identità verificabili”.
Cronaca
Migranti, nuovo gruppo su nave Libra: verranno portati in...
Piantedosi: "Fiducioso" che il decreto sui Paesi sicuri possa superare la mancata convalida dei trattenimenti da parte dell'autorità giudiziaria. Ma il tribunale di Catania annulla il provvedimento di trattenimento per un migrante perché "l'Egitto non è un Paese sicuro"
Migranti nei centri in Albania, si ricomincia. Un nuovo gruppo è stato preso oggi, 4 novembre, a bordo dalla nave Libra della Marina Militare, in acque internazionali a sud di Lampedusa. Dopo uno screening a bordo i migranti saranno quindi trasferiti nei centri in Albania.
Piantedosi: "Con decreto Paesi Sicuri problema superato"
Le operazioni di trasporto di migranti verso l'Albania "possono riprendere", aveva anticipato poco prima il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, a margine della riunione ministeriale del G7 sullo sviluppo urbano sostenibile".
"Sono fiducioso" che il decreto sui Paesi sicuri dei giorni scorsi possa superare la mancata convalida dei trattenimenti da parte dell'autorità giudiziaria, ha precisato. "Se non lo fossi stato non l'avremmo fatto", ha chiarito il ministro. Sull'ipotesi che i trattenimenti possano non essere convalidati, Piantedosi ha aggiunto: "Non credo che riaccadrà ma nel caso ci sono le sedi opportune". "Io ho sempre detto che le questioni giudiziarie si risolvono attraverso percorsi giudiziari - ha sottolineato - Noi abbiamo già fatto impugnazioni in Cassazione, alcune saranno decise anche relativamente presto. Tutto le questioni di diritto sono opinabili nell'ambito giudiziario".
Il protocollo Italia-Albania, ha quindi ribadito il titolare del Viminale, "è un progetto che non può non proseguire". "Al 2026 sarà regolamento europeo che entra in vigore sul quale i Paesi di frontiera come l'Italia sono obbligati - ha sottolineato Piantedosi - Quello che abbiamo fatto è un investimento necessario per predisporci in anticipo rispetto all'applicazione di una normativa europea e c'è tutta l'Europa che guarda a questa applicazione con molto interesse".
Tribunale Catania: "In Egitto gravi violazioni dei diritti umani"
A smentire l'ottimismo del ministro c'è già però un nuovo intervento del tribunale di Catania che ha annullato il provvedimento di trattenimento per un migrante egiziano che aveva chiesto nei giorni scorsi lo status di rifugiato perché, secondo i giudici, l'Egitto non è un Paese sicuro. Si tratta del primo provvedimento emesso dopo l'approvazione del nuovo decreto legge sui Paesi sicuri.
In Egitto ci sono "gravi violazioni dei diritti umani, che -in contrasto con il diritto europeo - persistono in maniera generale e costante e investono non solo ampie e indefinite categorie di persone, ma anche - sottolineano i magistrati - il nucleo stesso delle libertà fondamentali che connotano un ordinamento democratico e che dovrebbero costituire la cornice di riferimento in cui si inserisce la nozione di Paese Sicuro".
Cronaca
Artrite psoriasica, ok Aifa a rimborsabilità monoclonale...
L'annuncio di Ucb Italia
L'artrite psoriasica colpisce oltre 100mila persone in Italia. Per questi pazienti oggi arriva una buona notizia: l'Aifa ha approvato la rimborsabilità di bimekizumab per l'artrite psoriasica attiva (PsA). La Commissione europea aveva concesso l'autorizzazione all'immissione in commercio del farmaco per questa indicazione nel giugno 2023. Bimekizumab è il primo e unico trattamento progettato per inibire selettivamente e direttamente le interleuchine IL-17A e IL-17F, molecole messaggere del sistema immunitario all'organismo, che svolgono un ruolo chiave nei processi infiammatori. Lo annuncia Ucb Italia con una nota. Bimekizumab - si legge - è già entrato nella pratica clinica del nostro Paese nel marzo 2023 per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a severa, negli adulti candidati alla terapia sistemica.
L'artrite psoriasica è una malattia reumatica infiammatoria, parte del gruppo delle spondiloartriti, caratterizzata da manifestazioni articolari periferiche e/o assiali (coinvolgendo la colonna vertebrale e le articolazioni sacro-iliache). Colpisce principalmente pazienti con psoriasi cutanea, sia in fase attiva che pregressa. I sintomi principali includono dolore, gonfiore, calore e rigidità delle articolazioni coinvolte. Se non trattata, questa malattia può risultare altamente invalidante, compromettendo significativamente la qualità della vita dei pazienti. L'artrite psoriasica, inoltre, è un'affezione ad interessamento sistemico, associata a molte altre patologie (metaboliche, cardiovascolari e intestinali).
L'approvazione di bimekizumab nell'artrite psoriasica - riporta la nota - è confermata da due studi registrativi di fase 3 (Be Optimal e Be Complete), in cui il farmaco ha mostrato miglioramenti rispetto al placebo nei sintomi articolari e cutanei nelle popolazioni naïve ai farmaci biologici e in quelle con risposta inadeguata agli inibitori del Tnf (Tumor Necrosis Factor). I risultati dettagliati degli studi Be Optimal e Be Complete sono stati pubblicati su 'The Lancet'. Nella PsA, bimekizumab è approvato da solo o in combinazione con metotrexato per il trattamento di adulti che hanno avuto una risposta inadeguata o che sono risultati intolleranti a uno o più farmaci antireumatici (Dmard - Disease-Modifying AntiRheumatic Drug). Oltre all'efficacia il farmaco ha manifestato un buon profilo di sicurezza, e questo è fondamentale per una malattia cronica.
"Nell'oltre 80% dei pazienti affetti da malattia psoriasica, la prima manifestazione è cutanea, seguita poi da sintomi articolari. E' fondamentale che il paziente consulti tempestivamente un dermatologo, poiché alcune forme di psoriasi, come la psoriasi inversa, l'onicopatia psoriasica e quella del cuoio capelluto sono maggiormente associate allo sviluppo dell'artrite psoriasica - spiega Antonio Costanzo, professore ordinario di Dermatologia presso Humanitas University e responsabile dell'Unità operativa di Dermatologia presso Humanitas Research Hospital - Questi segni possono portare il clinico a chiedere al paziente se avverte dolori, il che spesso indica una fase iniziale di infiammazione delle entesi, prima che si arrivi a una condizione clinica conclamata. In questi casi possiamo svolgere un'azione sinergica con i colleghi reumatologi, soprattutto quando la psoriasi cutanea è particolarmente estesa, utilizzando farmaci che potrebbero persino prevenire lo sviluppo dell’artrite nei soggetti predisposti. Uno studio americano su dati amministrativi - sottolinea l'esperto - evidenzia che chi riceve un trattamento con farmaci biologici per la psoriasi ha un rischio ridotto fino al 90% in meno di sviluppare artrite psoriasica, rispetto a chi non riceve tali farmaci. La diagnosi e la terapia precoci, insieme a una stretta collaborazione con il reumatologo, sono fondamentali per identificare i pazienti che necessitano di attenzione specialistica".
"Il controllo della malattia è sostanziale per il benessere del paziente e per prevenire gravi complicanze - evidenzia Roberto Caporali, professore ordinario di Reumatologia all'Università di Milano e direttore del Dipartimento di Reumatologia e scienze mediche, Asst Gaetano Pini-Cto - E' importante ricordare che la malattia non colpisce solo la pelle e le articolazioni, ma può anche coinvolgere il sistema cardiovascolare, l'intestino e altri organi. Un intervento precoce con farmaci appropriati può prevenire queste complicazioni. E' essenziale adottare un approccio olistico, considerando la malattia come una condizione multisistemica. In questo contesto, la collaborazione tra dermatologi e reumatologi diventa cruciale. La psoriasi e l'artrite psoriasica rappresentano sfide significative - rimarca lo specialista - e molti pazienti non sono consapevoli dei rischi a cui sono esposti. La diagnosi e il trattamento tempestivi, insieme alla collaborazione tra specialisti, sono i fattori chiave per ottenere risultati ottimali. La ricerca continua a progredire, offrendo nuove opportunità di trattamento, ma è fondamentale applicare le strategie terapeutiche fin dall'inizio. Un ritardo nella presa in carico può portare a un aggravamento della condizione del paziente".
"Prima di affrontare il tema della presa in carico del paziente - afferma Valeria Corazza, presidente di Apiafco, Associazione psoriasici italiani - è indispensabile discutere della mancanza di informazione che impedisce sia ai medici che ai pazienti di riconoscere i segni iniziali dell'artrite psoriasica. Se è vero che una diagnosi tempestiva e il trattamento con farmaci efficaci possono ridurre significativamente il rischio di sviluppare comorbidità, è altrettanto essenziale che i pazienti diventino consapevoli del legame tra psoriasi e artrite psoriasica. Anche se stiamo compiendo grandi progressi, permane una preoccupante inconsapevolezza su queste patologie, di fronte alla quale non possiamo arrenderci. Tanto è vero che, come associazione, continuiamo a informare e coinvolgere i pazienti: noi non vogliamo che le persone si compiangano, ma comprendano le opportunità che attualmente esistono per migliorare i loro problemi, sia per quanto riguarda la cute, che le articolazioni. L'arrivo degli anticorpi monoclonali e i recenti progressi della ricerca ci invitano a rivedere il nostro approccio: ciò che è utile per la psoriasi lo è spesso anche per l'artrite - puntualizza Corazza - In passato si era soliti considerare le malattie in modo separato; ora riusciamo a vedere un'interconnessione tra le due".
Sul tema della necessità di informazione torna anche Antonella Celano, presidente di Apmarr, Associazione nazionale persone con malattie reumatologiche e rare: "Esiste una crescente necessità di informazione per indirizzare i pazienti verso centri specializzati, evitando così che la malattia progredisca. Un altro aspetto fondamentale è l'accesso all'innovazione. Attualmente, i farmaci disponibili tendono a concentrarsi su una sola dimensione della patologia, trascurando l'importanza di un approccio globale. E' vitale continuare a investire nella ricerca per sviluppare terapie capaci di rispondere in modo adeguato a tutte le manifestazioni della PsA, garantendo così ai pazienti un trattamento più completo e efficace. Affrontare queste lacune è essenziale per migliorare la qualità della vita delle persone con artrite psoriasica e assicurare loro una cura adeguata e tempestiva".
"Oggi le persone affette da psoriasi e artrite psoriasica affrontano diverse sfide che compromettono una presa in carico adeguata - osserva Silvia Tonolo, presidente Anmar, Associazione nazionale malati reumatici - Una delle principali problematiche è rappresentata dalle lunghe liste d'attesa che ritardano l'accesso a diagnosi e trattamenti essenziali. Inoltre, i Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (Pdta) sono spesso disattesi, limitando così l'efficacia delle cure e creando discontinuità nel trattamento. Questo è aggravato dall'assenza di integrazione della telemedicina nei percorsi assistenziali, un'opportunità che potrebbe migliorare l'accesso alle cure e facilitare la comunicazione tra pazienti e professionisti della salute. Strumenti come il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e la Piattaforma di telemedicina Sir rappresentano risorse preziose, ma non vengono sempre utilizzati in modo ottimale per supportare i pazienti. La loro integrazione nei percorsi assistenziali è cruciale per una gestione più fluida e coordinata della patologia".
"Sono molto orgogliosa di rappresentare Ucb in occasione dell'ingresso nella pratica clinica del nostro paese di bimekizumab anche per l'artrite psoriasica, oltre che per la psoriasi - dichiara Laura Antonioli, Medical Affairs Head presso Ucb Italia - Questo testimonia l'importanza e l'impegno dell'azienda nel trovare soluzioni efficaci per patologie che presentano ancora molti bisogni insoddisfatti. Il meccanismo d'azione di bimekizumab si è rivelato efficace, svolgendo un ruolo importante in alcuni processi infiammatori, come le patologie di cui stiamo parlando. Per Ucb l'innovazione rappresenta un elemento fondamentale. I misuratori di beneficio sono strumenti importanti, che raccolgono in un unico sistema, molteplici indicatori delle varie manifestazioni della malattia. I dati dimostrano chiaramente come il farmaco faccia la differenza nel migliorare la qualità della vita dei pazienti. Ma per garantire che queste soluzioni terapeutiche raggiungano chi ne ha realmente bisogno, noi adottiamo un approccio di partnership con gli attori del sistema salute, in particolar modo con le associazioni pazienti. Il nostro obiettivo è coinvolgere attivamente le associazioni, dando vita a progetti che vadano oltre la semplice commercializzazione del farmaco. Desideriamo supportare e valorizzare iniziative capaci di avere un impatto significativo sulla vita delle persone. Con questo impegno - conclude - possiamo fare un ulteriore passo avanti: assicurarci che i pazienti possano sfruttare al massimo le soluzioni innovative disponibili per loro".
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Cronaca
Infezioni stagionali, al via campagna ‘Abituati a...
Presentata a Roma iniziativa promossa da Pfizer, esperti 'in Italia polmonite e influenza tra prime 10 cause morte ma per tassi di copertura vaccinale in Europa è fanalino coda'
Ogni anno soprattutto in autunno pneumococco, influenza, virus respiratorio sinciziale (Rsv) e Sars-CoV-2 causano infezioni respiratorie che minacciano la salute pubblica con il rischio di gravi conseguenze nei malati cronici, nelle persone anziane e più fragili della società. Quest'anno, inoltre, lo scenario si prevede ancora più critico: in Australia è stata registrata una delle stagioni influenzali più intense degli ultimi 10 anni e una nuova variante di Sars-CoV-2, la Xec, potrebbe affiancarsi all'Rsv e ad altri patogeni, aggravando la situazione. Anche le condizioni climatiche, come sbalzi termici o un freddo prolungato, potrebbero favorire la diffusione di queste infezioni, rendendo la situazione ancora più impegnativa per il nostro sistema sanitario.
Di fronte a un quadro così complesso, Pfizer rinnova il proprio impegno a sostegno della salute pubblica, sostenendo un approccio integrato alla prevenzione e concentrandosi sulle categorie più a rischio - come anziani e persone con fragilità immunitarie - attraverso la campagna 'Abituati a proteggerti'. L'iniziativa, autorizzata dal ministero della Salute e realizzata con il patrocinio delle principali società scientifiche del settore e associazioni di categoria - Federfarma; Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale); Fofi (Federazione Ordini farmacisti italiani); Sigg (Società italiana di gerontologia e geriatria); Simg (Società italiana di medicina generale); Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) e Siti (Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica) - mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della vaccinazione come pilastro fondamentale per ridurre il rischio di complicanze e proteggere la salute respiratoria. Incoraggiando il dialogo con i professionisti sanitari, medici e farmacisti, la campagna - presentata oggi a Roma - offre informazioni chiare e affidabili su queste misure preventive e i benefici per i soggetti più fragili: https://www.azioneprevenzione.it/abituati-a-proteggerti.
Le infezioni respiratorie - è emerso dall'incontro promosso da Pfizer nel centro congressi Roma Eventi - rappresentano una delle maggiori cause di mortalità a livello globale, con un impatto stimato dall'Oms di circa 2,5 milioni di decessi all'anno, molti dei quali evitabili attraverso vaccinazioni e cure adeguate. In Italia, patologie come polmonite e influenza figurano tra le prime 10 cause di morte, evidenziando la necessità di una prevenzione mirata. Tuttavia, i tassi di copertura vaccinale nel Paese rimangono insoddisfacenti: secondo il recente rapporto Ecdc, l'Italia si colloca tra il 16esimo e il 17simo posto su 28 Paesi europei per copertura vaccinale nelle diverse fasce d'età, evidenziando l'urgenza di migliorare l'adesione alla vaccinazione. Fondamentale, quindi, rafforzare in Italia l'adesione alle vaccinazioni, in linea con quanto previsto dal Piano nazionale prevenzione vaccinale, per mitigare l'impatto di un possibile incremento delle infezioni respiratorie, dovuto alla co-circolazione di virus.
"La co-circolazione di patogeni respiratori come l'influenza, il virus respiratorio sinciziale, Sars-CoV-2 e lo pneumococco rappresenta una minaccia complessa, che colpisce duramente le fasce più vulnerabili del-la popolazione, come anziani e persone con malattie croniche - afferma Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit - La compresenza di questi virus durante la stagione fredda aumenta il rischio di infezioni multiple, complicando i quadri clinici e causando un significativo sovraccarico del sistema sanitario. Gli ospedali e le strutture di assistenza rischiano di saturarsi, con un impatto negativo sulle risorse destinate ad altre patologie. La prevenzione attraverso la vaccinazione, insieme a un monitoraggio epidemiologico costante, diventa quindi cruciale per ridurre la diffusione di questi patogeni, limitare le complicanze e proteggere la salute pubblica. Solo un approccio coordinato e multidisciplinare ci permette di affrontare in modo efficace queste sfide stagionali, garantendo la resilienza del sistema sanitario".
La task-force di esperti ha evidenziato che proteggersi, soprattutto nei mesi autunnali e invernali, è fondamentale per ridurre il rischio di infezioni e contenere l'impatto di patogeni come influenza, pneumococco, Rsv e Sars-CoV-2. Questi virus rappresentano una minaccia significativa, in particolare per le fasce di popolazione più vulnerabili, come anziani e persone con condizioni croniche, per le quali l'incremento dei ricoveri può creare una pressione considerevole sulle strutture sanitarie. La vaccinazione è stata indicata come uno strumento essenziale non solo per proteggere il singolo individuo, ma anche per ridurre la diffusione virale e alleggerire il carico sul Servizio sanitario nazionale.
"Garantire una campagna vaccinale efficace per questa stagione richiede una pianificazione attenta e un'organizzazione capillare, affinché ogni cittadino abbia accesso alle protezioni disponibili contro i principali virus respiratori, come influenza, Rsv, Sars-CoV-2 e pneumococco - evidenzia Roberta Siliquini, presidente Siti - La co-circolazione di questi patogeni rappresenta una minaccia significativa, specialmente per le persone più vulnerabili, come anziani e soggetti con patologie croniche. Assicurare che tutte le soluzioni vaccinali siano distribuite in modo omogeneo sul territorio nazionale è essenziale per rafforzare la resilienza del nostro Ssn e ridurre il rischio di sovraccarico durante i picchi stagionali. E' fondamentale, inoltre, promuovere una cultura della prevenzione, sensibilizzando i cittadini sui benefici della vaccinazione e rendendo facile l'accesso ai vaccini, sia per quelli già disponibili che per quelli di nuova introduzione. Solo con un approccio integrato e un impegno collettivo potremo affrontare con maggio-re sicurezza la stagione invernale e proteggere la salute pubblica".
Durante l'incontro, è stato inoltre sottolineato il ruolo chiave della medicina generale e delle farmacie nella promozione della prevenzione: il coinvolgimento capillare dei medici di famiglia e farmacisti è essenziale per sensibilizzare la popolazione e facilitare l’accesso alle misure preventive. In questo contesto, tutti i cittadini sono incoraggiati a rivolgersi con fiducia a queste due figure chiave per ottenere informazioni chiare e affidabili sulla prevenzione delle infezioni respiratorie e sull'importanza di proteggersi.
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