Abodi: “San Siro? L’interesse di Milan e Inter è un segnale concreto, il percorso è segnato”
Passione per lo sport, con un occhio di riguardo per i valori olimpici e tante aspettative per Milano-Cortina 2026. È stata inaugurata oggi, al Palazzo della Regione Lombardia a Milano, la 42esima Milano international ficts fest sport movies & tv 2024. Una rassegna dedicata alle pellicole sportive e alla celebrazione dei protagonisti dello sport.
Tra i rappresentanti delle istituzioni, il ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’Assessore allo Sport del Comune di Milano Martina Riva. E poi campioni come Alice Bellandi (oro olimpico nel judo a Parigi), Marta Maggetti (oro nella vela), Giacomo Gentili e Andrea Panizza (argento nel canottaggio) e l’atleta paralimpica Giusy Versace.
Proprio il ministro Abodi, a margine dell’evento, ha toccato diversi temi ai microfoni dell’Adnkronos. Tra questi, l’avvicinamento alle Olimpiadi invernali del 2026: “I 458 giorni che mancano a Milano-Cortina sembrano tanti, ma sono pochissimi. È un‘impresa complessa, affascinante, emozionante e ci stanno lavorando due squadre. Una è la Fondazione, l’altra è la Società Infrastrutture Milano-Cortina per tutte le opere olimpiche, le opere pubbliche. Si tratta di investimenti rilevanti, che resteranno come eredità positiva per la comunità interessata dai Giochi. La più estesa area di sempre per Olimpiadi e Paralimpiadi”. Abodi ha poi aggiunto: “Stiamo lavorando bene, stiamo lavorando insieme. Siamo orientati verso lo stesso obiettivo, si vince insieme e non pensiamo ad altro. Anche se il calcio ci insegna ogni giorno che esistono il pareggio e la sconfitta, qua dobbiamo vincere. Vuol dire presentarci nel modo giusto, accoglienti, organizzati e competitivi. È un modo per presentare la nazione al mondo, più di quanto già facciano le sue eccellenze ogni giorno”.
Il ministro ha poi virato su altri temi di stringente attualità, come la questione stadio per Inter e Milan: “I club hanno avviato la manifestazione di interesse per San Siro? Penso che sia un segnale di concretezza, serietà e coerenza rispetto alle cose che sono state dette. Ci siamo incontrati pochi giorni fa con il ministro Giuli, il sindaco Sala e i massimi rappresentanti dei due club e delle rispettive proprietà e questo è un passaggio naturale. Credo che quel progetto finalmente possa andare avanti. Così come credo che andrà avanti il progetto della vendita di San Siro. È arrivata la valutazione dell’Agenzia delle Entrate e con la manifestazione di interesse il percorso è segnato. Speriamo ora che sia accelerato”.
Un pensiero è andato anche al recente dramma di Matilde Lorenzi e alla questione sicurezza sugli impianti sciistici: “Doveva uscire un decreto in questi giorni, ho ritenuto opportuno attendere e riparlarne per rispetto di ciò che mi sono detto con il papà di Matilde. Perché questo momento di dolore immenso abbia un momento di riflessione ulteriore per capire come migliorare la sicurezza. È già a un ottimo livello, però questi casi ci dicono che c’è sempre qualcosa di più da organizzare. Chiederò al papà e alla mamma di Matilde di incontrarci nelle prossime settimane, per chiudere il decreto entro l’anno”. (di Michele Antonelli)
Cronaca
Welfair 2024, territorio ospedali e cronicità i temi del...
Annunciata anche l’apertura imminente di 5 nuovi ospedali in Lazio
La connessione fondamentale tra sanità e territorio, due concetti legati indissolubilmente dal Pnrr e l’apertura imminente di 5 nuovi ospedali nel Lazio sono tra i temi affrontati oggi nel corso della prima giornata di Welfair, la Fiera del fare Sanità, organizzata da Fiera Roma ed Experience - Fare Sanità in collaborazione con Ltm&Partners e IdeaGroup che, nel corso dei 3 giorni di manifestazione che raggruppa i più importanti protagonisti della sanità dando loro la possibilità di confrontarsi, ampliare i loro orizzonti, conoscere e indirizzare le prospettive del Servizio sanitario nazionale.
Dopo i saluti istituzionali di Fabio Casasoli, amministratore unico Fiera Roma - si legge in una nota - ha preso la parola Pietro Piccinetti, vice presidente di Aefi, l’Associazione esposizioni e fiere italiane, il quale ha sottolineato quanto sia strategico per le aziende partecipare alle fiere ricordando come, secondo il rapporto Prometeia-Aefi, la crescita generata negli ultimi 10 anni dalle imprese che hanno partecipato alle manifestazioni fieristiche internazionali sia stata quasi doppia rispetto al trend generale dei comparti di riferimento. Per la Regione Lazio, Fabio De Lillo, direttore generale della Direzione regionale ‘Coordinamento delle attività strategiche delle spese farmaceutiche’, ha annunciato l’apertura imminente di 5 nuovi ospedali - il nuovo Umberto Primo, Tiburtina, Latina, Rieti Acquapendente e l’Ospedale del Golfo - ma anche il progetto di Roma Cardio Protetta con 350 nuove apparecchiature come defibrillatori di ultima generazione in grado di geolocalizzare all’istante un paziente in difficoltà. Obiettivo della Regione Lazio è quello di incentivare i medici a restare, in primis tramite un piano assunzionale da 665 milioni di euro che porterà in media un 17% in più di presenze nella sanità, con 14 mila persone da qui al prossimo anno in tutti i settori sanitari, dagli operativi agli amministrativi, passando per medici, infermieri e tutte le professioni sanitarie.
Come ha ricordato Enzo Chilelli Coordinatore del Comitato Scientifico di Welfair: “L’obiettivo della manifestazione è proprio questo, ovvero far diventare le buone pratiche esistenti delle prassi consolidate, ma non solo, l’altro obiettivo principale è dimostrare che il nostro tessuto industriale nazionale può diventare in qualche modo un volano di sviluppo. I governi regionali si trovano di fronte a sfide molto impegnative, dal nuovo piano sanitario internazionale al riordino della sanità integrativa, passando per l’accesso alla medicina di base, il Dm, il Pnrr e la sua applicazione. Di questo discutiamo a Welfair 2024, sperando, senza presunzioni, di trovare delle soluzioni”. Sulla prevenzione è intervenuto Giovanni Scapagnini, Neuroscienziato e Coordinatore scientifico di Welfair: “La prevenzione non ha mai generato un vero mercato e come tale non è mai stata venduta in maniera adeguata. Il problema oggi è quello di comunicare la buona scienza e le buone pratiche alla gente, perché la vera missione è colpire la coscienza di ognuno di noi. In una società che invecchia è la cultura dell’invecchiamento che deve cambiare”.
Con i cambiamenti nella funzione e il ruolo del direttore generale - Dlgs 502/92 e al Dlgs 229/99 - si è aperto un ambito dove non solo possono mantenere, ma addirittura espandere la loro autonomia di scelta: l’ambito dell’innovazione organizzativa soprattutto per quanto attiene l’assistenza territoriale e l’integrazione ospedale-territorio. Tra i numerosi direttori generali presenti al dibattito, è intervenuto anche Marco Mattei, capo di gabinetto del Ministero della Salute che ha affrontato il tema della funzione organizzativa delle aziende e il ruolo delle direzioni generali, esprimendo la volontà del ministero di valorizzare il ruolo e le funzioni del direttore generale ritenute strategiche per garantire la trasformazione organizzativa richiesta alle aziende del pnrr e dal dm 77.
Al vertice della Sanità del Comparto Difesa e sicurezza, protagonisti sono stati i medici affrontando tematiche come formazione, scuole di specializzazione, corsi di medicina generale e di previdenza. La sanità militare e il comparto difesa e sicurezza rappresentano un’eccellenza della nostra sanità non solo come sostegno nella quotidianità, ma in prima linea negli scenari di crisi internazionale, al fianco delle persone in quanto individui al di là della loro appartenenza.
Sul panorama della gestione delle malattie croniche in Italia, la recente bozza del Piano nazionale della cronicità 2022 - si è ricordato - rappresenta un passo significativo verso un approccio più integrato ed efficace promuovendo la prevenzione, la diagnosi precoce, la continuità delle cure e l’adozione di tecnologie innovative come la sanità digitale e la telemedicina. Solo per citare alcuni dati: su circa 4 milioni di non autosufficienti, 1 milione conta sulla badante, 300.000 sono nelle Rsa, 1 milione e mezzo ha l’indennità di accompagnamento (senza che si sappia come viene realmente spesa), mentre 2 milioni e mezzo di soggetti non ricevono servizi perché non appartengono a nessun flusso. L’obiettivo deve essere quello di raggiungere anche loro, in primis servendosi del territorio, del contributo fondamentale che può arrivare dai comuni. Un filo conduttore che lega il centro alla periferia mediante l’educazione terapeutica, partendo dagli studi nella pratica, dalle esperienze del medico, ai bisogni del paziente. Nel tavolo ‘Update on scientific approach to Healthy aging’, coordinato dal professor Salvatore Di Somma, docente di Medicina interna e direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina d’Emergenza dell’Università Sapienza di Roma, si è discusso del ‘segreto’ della longevità del Cilento, regione dove gli anziani sono biologicamente molto più giovani che altrove. Malattie frequenti nell’anziano come l’infarto miocardico o il tumore sono rarissimi, la demenza senile, in particolare l’Alzheimer, è praticamente sconosciuta e nessuno ha mai avuto un problema di depressione o di ansia.
Sulla questione indaga lo studio “Ciao” (C.ilento I.nitiative on A.ging O.utcomes), un progetto che coinvolge le Università di San Diego California Usa, Sapienza di Roma, Lund di Malmoe Svezia, Waltraut Bergmann Stiftung di Berlino e il Great Italy (Global Research on Acute Conditions team). La ricerca per identificare il ‘fattore X’ (in particolare gli elementi nutrizionali) che rende questa longevità in salute possibile è ancora in corso, ma il candidato numero uno sembrerebbe essere l’olio extravergine di oliva del Cilento. E ancora, in un paese come l’Italia in cui i 2/3 degli ospedali sono stati costruiti intorno agli anni ’40 ha senso domandarsi come sarà l’ospedale del futuro, che dovrà anche contribuire a ridisegnare il Ssn nel suo complesso. Per questo sarà smart – con interconnessione dei dati, telemedicina, assistenza da remoto, robotica, automazione, come l’Humanitas di Rozzano – e green. Gli ospedali saranno cioè poco energivori e poco inquinanti: si pensi a questo proposito che le strutture sanitarie sono responsabili del 5% delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Come fa già oggi il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico occorre pensare all’analisi dei consumi, a come migliorare il ciclo dei rifiuti, il 50% dei quali viene dalle sale operatorie. In prospettiva sarà addirittura un ospedale ‘senza mura’, perché gran parte delle prestazioni si svolgeranno a domicilio, mentre la struttura sanitaria sarà destinata solo all’acuzie. Sarà costruito con materiali innovativi, ad esempio antibatterici o antivirali per ridurre le infezioni.
Uno spazio particolare è stato dedicato al Fse, strumento potentissimo che permette di snellire innumerevoli processi burocratici e garantire una maggiore qualità delle prestazioni mediche fornite. Per l'applicazione concreta nell'attuare il Fse ci sono due sfide. La prima è la protezione della privacy relativa ai dati che vengono raccolti e la seconda è relativa al consenso che le persone devono rilasciare per consultare il fascicolo. Allo stato attuale, la percentuale di chi consulta il Fse è bassissima e c'è pochissima informazione anche da parte degli operatori medici. Attualmente la compilazione del Fse da parte dei medici è obbligatoria, ma non è prevista alcuna sanzione nel caso in cui la compilazione non venga effettuata. Ciò a cui bisogna arrivare è una vera e propria digitalizzazione, di cui il primo promotore sarà Agenas. Il secondo, e non meno importante, passo sarà avviare un processo di formazione per preparare medici e popolazione.
Oggi si è svolta anche la cerimonia di consegna della prima edizione del Premio Michele Leonardo Lo Tufo, un prestigioso riconoscimento intitolato a una figura di rilievo nella pubblica amministrazione e nell’innovazione sanitaria. I riconoscimenti sono stati assegnati all’Ospedale Niguarda, a Daniela Donetti, Direttrice Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma, e Giuseppe Quintavalle, Commissario Straordinario della ASL Roma 1, a Soresa per il progetto Sinfonia e alla ricercatrice e immunologa Chiara Agrati.
Cronaca
Dal 6 novembre all’ Università Tor Vergata convegno...
'Roma città in evoluzione: stato dell'arte, visioni e opportunità dell'urbanistica partecipata' promosso da Roma Capitale
L'Università di Roma Tor Vergata ospiterà dal 6 all'8 novembre il convegno internazionale 'Roma città in evoluzione: stato dell'arte, visioni e opportunità dell'urbanistica partecipata'. L'evento, promosso da Roma Capitale con il supporto organizzativo di Risorse per Roma, grazie alla realizzazione tecnica di Digital Led Srl in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata e lo spin-off DoT5-Lab, si propone di promuovere un confronto interdisciplinare sul futuro di Roma, con l'obiettivo di individuare le principali sfide e opportunità per uno sviluppo sostenibile, resiliente e inclusivo della città, con il coordinamento scientifico di Antonella Falzetti e Manuel Onorati.
Il convegno 'Roma città in evoluzione' si inserisce in un momento cruciale per il futuro urbanistico della Capitale, alla vigilia della discussione di importanti leggi in materia urbanistica presso la Regione Lazio e della delibera sulla modifica alle norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore di Roma. Questo contesto di fermento legislativo rende il dibattito e il confronto promossi dal convegno ancora più rilevanti e attuali. L'evento, infatti, offrirà l'opportunità di approfondire le implicazioni delle nuove normative e di analizzare le possibili conseguenze per lo sviluppo della città.
In particolare, il convegno si propone di fornire un quadro aggiornato sulle principali novità legislative in ambito urbanistico a livello regionale e comunale, analizzare le sfide e le opportunità che le nuove leggi pongono per la città di Roma, promuovere un dibattito costruttivo tra i diversi attori coinvolti nel processo di trasformazione urbana, al fine di individuare soluzioni condivise e innovative. Il convegno riunirà esperti del mondo accademico, istituzioni, professionisti e cittadini per analizzare le tendenze di sviluppo urbanistico di Roma, valutare l'impatto delle politiche urbane attuate negli ultimi anni e individuare le aree di criticità e i nodi da sciogliere per un futuro migliore della città.
Nel corso delle tre giornate, i partecipanti avranno l'opportunità di approfondire diverse tematiche cruciali per il futuro di Roma: sfide e opportunità per lo sviluppo futuro. La sostenibilità ambientale e la resilienza urbana. La mobilità sostenibile e la rigenerazione urbana. Il ruolo dell'innovazione tecnologica nella città del futuro. La partecipazione dei cittadini e la governance urbana. Le nuove frontiere dell'urbanistica: smart cities, città verdi e inclusive.
Al convegno parteciperanno numerosi relatori di spicco, tra cui: Nathan Levialdi Ghiron, Magnifico Rettore dell’Università di Roma Tor Vergata; Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio; Nicola Franco, Presidente Municipio Roma VI delle Torri; Svetlana Celli, Presidente dell’Assemblea Capitolina; Pasquale Ciacciarelli, Assessore Urbanistica, Politiche abitative della Regione Lazio; Maurizio Veloccia, Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale; rappresentanti dell'Ordine degli Ingegneri, dell'Ordine degli Architetti, del Collegio provinciale dei Geometri e geometri laureati di Roma, di Acer Roma, di Anci Lazio, di Federlazio Edilizia, di Aniem Lazio e dell'Ente Territorio per Roma.
E ancora docenti universitari provenienti da diverse università italiane; esperti in urbanistica, architettura e ingegneria. Il convegno dedicherà particolare attenzione al tema del policentrismo, analizzando l'evoluzione dei modelli urbanistici e il passaggio da una visione monocentrica a una policentrica della città. Verranno inoltre approfondite le forme di autorganizzazione e la città autoprodotta, con un focus sui quartieri di edilizia residenziale pubblica e le sfide che presentano. 'Roma città in evoluzione' si pone l'obiettivo di fornire un contributo scientifico al dibattito pubblico sulla trasformazione di Roma, promuovendo la diffusione di buone pratiche e modelli di riferimento in materia di urbanistica e di progettazione urbana.
Cronaca
Eleonora Daniele e il libro verità contro i tabù sulla...
'Ma siamo tutti matti?' è il titolo provocatorio dell'opera per dire basta a "un sistema che è rimasto a guardare". Dieci storie più una, quella del fratello Luigi morto nel 2015. "La sua mano è sulla mia e con lui scrivo queste pagine"
"Storie di malati mentali, delle loro famiglie e di un sistema che è rimasto a guardare". Eleonora Daniele, giornalista e conduttrice Rai, voce e volto di tante campagne solidali, le mette nel libro 'Ma siamo tutti matti?', edito da Rizzoli. Dieci storie di cronaca raccolte dall'autrice in oltre vent'anni di racconto della società italiana, più l'undicesima. La sua storia, la storia della sua famiglia, quella del fratello Luigi morto una mattina di febbraio a 44 anni in un istituto sanitario di Padova. "Soffriva di autismo, trattato per anni come un matto, senza capire la differenza sostanziale tra malattia mentale e disabilità mentale grave", dichiara Daniele in un'intervista all'Adnkronos Salute. Luigi non ce l'ha fatta, ma "è ancora qui con me e insieme stiamo scrivendo queste pagine", si legge nel capitolo 'La sua mano sulla mia', che apre l'opera.
"E' un libro tosto", dice Daniele. A cominciare dal titolo che "è una chiara provocazione". Siamo tutti matti "intanto perché la parola matto viene usata con troppa leggerezza, in maniera assolutamente sbagliata e discriminatoria. Sulla malattia e la disabilità mentale c'è e persiste un'ignoranza di base e diffusa", riflette l'autrice. E poi siamo tutti matti perché "dopo la legge Basaglia del 1978, in tutti questi anni, il sistema di presa in carico del paziente è stato demandato in toto alle famiglie e questa oggi è diventata un'emergenza sociale". Nell'Italia del post-Covid, nell'era dei social, dell'uso sempre più frequente in ogni piazza d'Italia di sostanze stupefacenti, il disagio latente si amplifica a dismisura ed esplode, analizza Daniele. "E' un'emergenza così evidente, ormai, che se non si fa qualcosa con urgenza si rischia veramente di non riuscire più a salvare nemmeno il salvabile".
E invece "l'idea di salvezza" è la ragione di vita più forte per le famiglie di chi soffre. L'autrice lo spiega quando prova a descrivere la "mancanza costante e continua" che prova per Luigi che non c'è più: "La cosa che mi manca di più è il fatto di non avere avuto il tempo. Perché tu hai un'idea di salvezza, tu familiare vuoi comunque salvare la persona che hai accanto, la vuoi salvare della sofferenza, dal pregiudizio e dallo stigma, dai pensieri cattivi e da tutto il male del mondo, dalle cattiverie delle persone che non capiscono, dall'ignoranza", incalza Daniele. "La vuoi salvare e invece non ti viene permesso farlo. O perché ti manca il tempo o semplicemente perché ti trovi a combattere contro i mulini a vento". Nessuno che riesca ad aiutare davvero chi ami, intorno c'è il vuoto e "tu ti senti perso, solo e abbandonato. Ti senti disperato e vivi in maniera disperata, non dormi la notte". Non ci riesci oppure non puoi, perché "questi malati a volte non ti fanno dormire, a causa della loro malattia passi le notti in bianco. C'è gente che si chiude nelle camere a chiave, per paura o per vergogna. Ma puoi vivere chiuso a chiave per tutta le vita?", domanda l'autrice.
"Di fatto la Basaglia è stata applicata a metà - denuncia - Dovevano essere inserite nel territorio tutta una serie di strutture di presa in carico e di difesa, per gli stessi malati, per i loro familiari e anche per quelli che non li conoscono, che girano per le strade e devono poterlo fare in tranquillità e in sicurezza. Tutto questo non è successo" e Daniele lo sa perché ne ha sperimentato "i danni emotivi", i traumi che feriscono i parenti tanto quanto i "danni effettivi" subiti dai malati. "Sono la più giovane di 4 figli", ricorda. "Due sorelle più grandi, poi Luigi e dopo 6 anni io. Nella mia infanzia ho vissuto la sua adolescenza come una madre, perché mia mamma lavorava e le mie sorelle erano già fuori casa. Da bambina mi sono trovata ad affrontare il momento più difficile di mio fratello, quello in cui non era più bambino e tu non sai più come fare, perché un bimbo più o meno lo gestisci, mentre un ragazzo grande e grosso no".
Dopo un periodo in un ospedale psichiatrico di Padova - un posto che gli occhi di Eleonora bambina guardavano senza capire "cosa c'entrasse Luigi lì, perché dovesse stare in mezzo ai matti", scrive nel libro - il fratello dell'autrice tornò a casa fino a quando i genitori furono costretti a prendere "la decisione più sofferta", quella di trasferirlo in un istituto di Treviso. Fu "un taglio vertiginoso" eppure "non c'era più via di scampo né soluzione, gli attacchi aggressivi erano diventati ormai all'ordine del giorno e mio padre non riusciva più a trattenere l'impeto fisico di un ragazzone di vent'anni che aveva troppe crisi, autolesionistiche e non", continua il testo. "Nemmeno quel luogo c'entrava nulla" con Luigi, però con il passare dei giorni, dei mesi e degli anni "lui pian piano capì che quella era la sua nuova vita e quel posto la sua nuova casa". Insomma "sembrava tutto filasse liscio, ma avevamo sulla testa una legge tale per cui i disabili ricoverati in Rsa o strutture paraospedaliere dovevano essere ricondotti in residenze appartenenti al nucleo del comune di nascita". Così Luigi tornò "a Padova in un istituto più grande, con più strutture sanitarie per la cura e la logopedia". Di nuovo una speranza, invece fu quello "l'inizio della fine". Il 17 febbraio 2015 Luigi morì.
"In quell'istante provai il dolore più forte della mia vita, urlai senza fermarmi, sprofondata in un burrone dal quale ancora non sono risalita", mette nero su bianco l'autrice. E a voce lo ripete: "Tutto questo ha avuto chiaramente un impatto pesantissimo su di me e oggi la mia vita è dedicata anche a questo", a far sì che le cose possano cambiare. "La presa in carico di mio fratello, e oggi lo dico con grande consapevolezza, è stata traumatica - confida Daniele - per lui e per tutta la famiglia, perché già al tempo non c'erano strutture per i disabili mentali" e "negli anni la situazione è persino peggiorata". Per le persone con disabilità e per quelle con psicosi o che arrivano a commettere atti criminali: "Ci sono madri e padri che si trovano costretti a denunciare i figli e che nonostante tutto ce li hanno in casa. Ci sono situazioni in cui non scattano i codici rossi, donne come Rosa Maria Scorese stalkerizzata dall'assassino della sorella". Intanto "le Rems sono tutte piene, non ci sono posti e i pazienti psichiatrici sono nelle case". Mentre gli istituti che dovrebbero occuparsi delle persone con disabilità mentale "magari le ricoverano, ma raramente le recuperano e la differenza è netta".
"Chiedo ancora una volta: come è stata applicata la legge Basaglia?", insiste l'autrice. "Servono strutture a cui le famiglie si possano appoggiare, perché oggi le strutture sono pochissime e le famiglie restano abbandonate. Questa è la verità, questo è quello che raccontano tutti i familiari e questo è il dramma al quale voglio dare voce. Perché quando tratto certe storie lo faccio non da giornalista, ma da familiare, in questi problemi mi riconosco. Anche quando si parla di pazienti con malattie mentali gravissime o di assassini, che non c'entrano nulla con i disabili mentali" com'era Luigi, "i problemi assistenziali e le difficoltà di relazionarsi con le istituzioni competenti sono gli stessi e si stanno aggravando", avverte Daniele.
"Questo discorso lo faccio perché vorrei essere costruttiva - precisa - dare il mio contributo a un sistema che però va rivoluzionato e ripensato". La prima dedica dell'autrice è "ai nostri figli, affinché possano vivere in un mondo più sano". La seconda è "per Barbara Capovani, la giovane psichiatra che nell'aprile 2023 a Pisa è stata vittima di un femminicidio avvenuto per mano di un paziente psichiatrico. E qui si apre tutta la voragine delle violenze ai medici, dei giovani che certe professioni non le vogliono più nemmeno fare perché vengono aggrediti o comunque sono a rischio, in una situazione di costante pericolo perché chi dovrebbe essere preso in carico cammina per le strade". Daniele vuole "dare voce a queste persone e alle famiglie dei pazienti, che non hanno voce e che si isolano perché di malattie mentali non si può parlare. Voglio sfregiare questo tabù, gettarlo in pasto ai lupi" e lenire tanto dolore. "Nonostante lo abbia messo sotto la brace, il mio rimane rovente", confessa.
"Mio fratello lo vivo tutti i giorni, è una presenza costante nella mia vita", assicura la sorella. "Non posso lasciare la sua mano, perché lui mi sta ancora accompagnando", scrive nel libro. "La sua mano mi stringe e il suo sorriso mi infonde, nonostante tutto, la voglia di lottare". Ecco perché Luigi "non è morto. Mi sta accompagnando per stravolgere le cose, tenendosi in equilibrio tra cielo e terra. Servono coraggio e determinazione per spaccare un macigno che continua a roteare all'infinito schiacciando vite umane e i loro diritti. Servono nuove idee per ripensare la malattia mentale dentro un sistema di vita efficace che diminuisca sofferenza e faccia filtrare luce ove l'oscurità ci ha inghiottiti. Affinché la morte di ogni nostro familiare abbia un senso e la dignità di essere ricordata, io lotto". Il primo grazie è quello di Simone Cristicchi che di 'Ma siamo tutti matti?' firma la prefazione: "Le storie che ci racconti - scrive il cantautore che ha portato gli ospedali psichiatrici sul palco di Sanremo vincendo il festival nel 2007 con il brano 'Ti regalerò una rosa' - serviranno per vincere quel silenzio complice e ridare una dignità a chi è stato travolto, prima dall'uragano del destino e poi dalla cattiveria degli uomini. Saranno storie per debellare il virus più nefasto dei nostri tempi: l'indifferenza. Saranno specchi per guardarsi nell'altro, perché, come diceva qualcuno, 'da vicino nessuno è normale'".