Elezioni Usa, Harris o Trump? Da LeBron James a Carl Lewis, con chi stanno gli sportivi
Tanti campioni non si sono tirati indietro negli ultimi giorni, con endorsement da una parte e dall'altra in vista dell'election night. Ecco le loro preferenze
Kamala Harris o Donald Trump? L'America è chiamata al voto e oggi i campioni dello sport non si tirano indietro. Con endorsement da una parte e dall'altra in vista dell'election night . Come accaduto anche in passato, i fuoriclasse dell'Nba sono stati tra i primi a esporsi sulla corsa alla Casa Bianca. Posizione netta per LeBron James, Steph Curry, Steve Kerr e Gregg Popovich, schierati con Kamala Harris e contrari a un secondo mandato di Trump. “Di cosa stiamo parlando qui? Quando penso ai miei figli, alla mia famiglia e a come cresceranno, la scelta è chiara. Vota per Kamala Harris!” le parole affidate ai social da Lebron. Dalla parte dell'attuale vice di Joe Biden ci sono anche i tennisti Andy Roddick e Coco Gauff, l'ex stella della nazionale di calcio Megan Rapinoe e un'icona senza tempo come Carl Lewis, vincitore di dieci medaglie olimpiche (9 ori e un argento tra salto in lungo, 100 e 200 metri e 4x100) in 4 edizioni dei Giochi, dal 1984 al 1996.
E per Donald? Da tempo, al tycoon non manca il supporto di una leggenda del wrestling come Hulk Hogan, che pochi giorni fa al Madison Square Garden ha invitato i "veri americani" a votare per Trump. Gli altri endorsement sono poi arrivati da Mike Tyson, pronto a tornare sul ring per la sfida allo youtuber Jake Paul, e dal'ex pilota automobilistica Danica Patrick, che ha presentato l'opzione come scelta "razionale e logica". E ancora, tra gli altri, dall'ex kickboxer Andrew Tate e l'ex running back Nfl Ottis Anderson fino a Nick Bosa, stella della difesa dei San Francisco 49ers. Tra gli sportivi conservatori e con posizioni pro-Trump anche il fighter di arti marziali miste Colby Covington e il quarterback Brett Favre. (di Michele Antonelli)
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Colavita vince il Campionato Italiano GT Endurance con la...
Il giovane pilota, il più giovane di sempre a esordire nell'EuroNascar, si è raccontato all'Adnkronos
Aspettando il Mondiale costruttori di Formula 1, c'è già una Ferrari che esulta. È quella di Leonardo Colavita, giovane pilota che ad appena 19 anni ha trionfato, insieme ai compagni di squadra Simone Riccitelli e Christoph Ulrich, nel Campionato Italiano GT Endurance con la sua Ferrari 488. "In griglia ero talmente concentrato che non ricordo nulla della partenza, né chi avevo intorno né chi mi è venuto a salutare e ad augurare buona fortuna. Alla fine ho rilasciato un anno di pressione e fatica, la gioia è stata liberatoria" lo racconta all'Adnkronos proprio Colavita, già diventato nel 2021 il più giovane pilota ad aver mai esordito in EuroNascar.
"Il Campionato GT Endurance si compone di quattro gare da tre ore l'una, in cui tre piloti si danno il cambio in altrettanti pit stop", spiega Colavita, "questa era la mia seconda partecipazione e finalmente sono riuscito a riscattare il campionato dello scorso anno, dove abbiamo perso all'ultima gara". Proprio la delusione del 2023 è servita per trarre insegnamento e migliorare: "Ricordo bene quella gara, è stata disastrosa, ci è finita la benzina proprio negli ultimi giri quando eravamo in testa. Quest'anno invece avevamo faticato un po' in qualifica e poi ho avuto un piccolo incidente in partenza. La partenza è fondamentale, e bisogna fare attenzione a non farsi coinvolgere in incidenti che possano precludere la gara", racconta Colavita, "fortunatamente sono riuscito a rimontare, ma poi al mio compagno è esplosa una gomma e siamo dovuti rimanere fermi per 14 giri. Alla fine però siamo riusciti a finire la gara e i nostri rivali non sono arrivati primi, quindi abbiamo conquistato i punti che ci servivano per vincere il titolo".
Colavita ha una storia particolare. Nato a Roma, è cresciuto negli Stati Uniti e l'Italia l'ha riabbracciata soltanto per correre l'EuroNascar. Oggi vive a Boston e studia "management": "Durante il periodo scolastico non ci sono gare, ma non smetto mai di allenarmi. Oltre agli esercizi fisici ci sono le ore da passare al simulatore per studiare i circuiti e le attività commerciati legate allo sviluppo della macchina". E in futuro il sogno è chiaro: "Il mio grande obiettivo è vincere la 24 Ore di Le Mans".
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As Roma, Friedkin decidono di non decidere: Juric resta per...
Non si cambia almeno fino alla sosta, per la conferma servono i risultati
Una prima decisione è arrivata: non decidere, almeno per le prossime due partite. Dan e Ryan Friedkin hanno comunicato alla squadra, e fatto trapelare all'esterno di Trigoria, che Ivan Juric resta l'allenatore della Roma per la trasferta in Belgio con l'Union Saint Gilloise di giovedì e per il turno di campionato di domenica in casa con il Bologna. La prospettiva è quella di vivere alla giornata, con i risultati ad allungare o accorciare la permanenza dell'allenatore croato. I contatti avviati per individuare una soluzione alternativa restano in piedi e la possibilità di cambiare guida tecnica durante la sosta per le nazionali, subito dopo questi due appuntamenti ravvicinati, resta un'opzione.
La domanda che arriva subito dopo la notizia, e che tutti i tifosi della Roma si stanno ponendo, è soprattutto una: è una scelta convinta, perché si crede, come si fa dire a chi riporta indirettamente la voce della proprietà, che Juric sia l'allenatore giusto per poter arrivare alla svolta che serve, oppure è una decisione imposta dalla carenza di soluzioni o, peggio ancora, dalla difficoltà di pianificare un futuro che vada oltre la prospettiva immediata?
C'è un primo dato che sembra evidente. La sproporzione nell'approccio al problema, i risultati che mancano, adottato verso l'allenatore che i Friedkin avevano scelto per una programmazione triennale, Daniele De Rossi, esonerato dopo 4 partite (3 pareggi e una sconfitta) e verso Ivan Juric, allenatore scelto per arrivare fino a giugno, confermato dopo tre sconfitte (inclusa quella rovinosa di Firenze) un pareggio, e una sola vittoria nelle ultime 5 partite di campionato.
Non è solo un problema di trattamento diverso, che può essere dettato anche da ragioni extra campo, ma anche e soprattutto di classifica: la Roma è stata risucchiata ai margini della zona retrocessione, vanificando qualsiasi ambizione stagionale e correndo rischi inimmaginabili solo un mese e mezzo fa.
L'altro fattore da considerare è quello ambientale. Il rapporto rotto con la tifoseria dopo l'esonero di De Rossi è difficilmente recuperabile. Farlo senza dare una prospettiva che non sia credibile sembra ancora più difficile. (Di Fabio Insenga)
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L’Inter affronta l’Arsenal dopo 21 anni....
Dopo 21 anni, l’Inter ritrova l’Arsenal. Archiviate le prime tre giornate della fase campionato di Champions League, la squadra di Inzaghi arriva alla sfida di domani mercoledì 6 novembre a San Siro (calcio d’inizio alle 21) con 7 punti. Un bottino messo insieme grazie ai successi contro Stella Rossa (4-0) e Young Boys (0-1) e allo 0-0 contro il Manchester City. Anche gli inglesi hanno collezionato 7 punti nelle prime tre uscite europee, grazie alle vittorie contro Shakhtar (1-0) e Psg (2-0), e allo 0-0 al debutto contro l’Atalanta. Nell’ultimo weekend, l’Inter ha superato 1-0 il Venezia, i Gunners hanno perso con lo stesso risultato contro il Newcastle.
Sono soltanto due i precedenti tra l’Inter e i londinesi in gare ufficiali. Risalgono entrambi alla fase a gironi della vecchia Champions, stagione 2003-04. Allora, i nerazzurri vinsero 3-0 a Londra con gol di Cruz, Van der Meyde e Martins, perdendo 5-1 a San Siro (doppietta di Henry, altre reti di Ljungberg, Edu e Pires, momentaneo pari di Vieri). La curiosità è che gli inglesi non hanno segnato in nessuna delle ultime quattro trasferte italiane in Champions: l’ultimo marcatore in una sfida contro squadre di Serie A è stato Emmanuel Adebayor, nel 2-0 contro il Milan del marzo 2008.
L’arbitro sarà il romeno Istvan Kovacs, che ha già diretto i nerazzurri nel 2020 (ai gironi contro lo Shakhtar, 0-0) e pochi mesi fa, nell’andata degli ottavi di finale dell’ultima edizione di Champions contro l’Atletico Madrid. Quel giorno, vittoria per 1-0 degli uomini di Inzaghi. Per entrambe le squadre, un successo mercoledì sera sarebbe un’ipoteca sul passaggio del turno.