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Elezioni Usa, oggi il voto: ecco la lunga sfida dell’election night

Ma non è detto che alla fine si saprà il nome del vincitore tra Kamala Harris e Donald Trump

Kamala Harris e Donald Trump - Afp

Ci siamo, l'attesa è finita. Usa ai seggi, oggi 5 novembre, per le elezioni presidenziali 2024 che vedono sfidarsi all'ultimo voto Kamala Harris e Donald Trump. Dalla nostra mezzanotte, con i primi risultati da Indiana e Kentucky, fino alle 6 del mattino, con quelli di Alaska e Hawaii di mercoledì, inizierà la lunga maratona dell'election night americana, con i seggi che chiuderanno in orari diversi negli Stati attraversati da sei diverse fasce di fuso orario. E non è detto che alla fine della lunga maratona si saprà ancora il nome del vincitore tra la dem e il tycoon in corsa per la Casa Bianca.

Duello all'ultimo voto

Anzi è molto improbabile che questo avvenga, considerato come i sondaggi continuino a descrivere il duello come un testa a testa all'ultimo voto, anche se non si prevede che si dovranno aspettare cinque giorni, come è successo quattro anni fa perché le procedure di spoglio dei diversi Stati non erano adatte a far fronte all'altissimo numero di voti per posta arrivati nel mezzo della pandemia.

Anche quest'anno si prevedono alte percentuali di voto in anticipo e per posta, ma molti Stati hanno aggiornato le procedure per velocizzare i tempi. In queste ore, i media americani continuano a pubblicare le mappe elettorali degli Usa, con i tanti, ma meno popolosi, Stati rossi, cioè dati come sicuri per Trump - in cui figura anche l'Iowa in cui, secondo un sondaggio del weekend, Harris sarebbe passata in vantaggio - e quelli, in numero minore, blu, considerati sicuri per la democratica.

Secondo i calcoli della Cnn, sulla base di questa mappa Harris potrebbe contare su 226 voti elettorali e Trump su 219, e ai due candidati mancherebbero 44 e 51 voti elettorali rispettivamente per arrivare al numero magico di 270 voti per avere la maggioranza nel Collegio Elettorale. Voti che dovranno conquistarsi nei sette Stati chiave, in giallo sulla mappa. Ecco quindi nel dettaglio l'orario di chiusura dei seggi in questi Stati dove si gioca la partita decisiva per la Casa Bianca e, per orientarsi, l'ora in cui l'Associated Press - che tradizionalmente diffonde i risultati - diede le prime proiezioni e poi proclamò il vincitore quattro anni fa.

Georgia (16 voti elettorali)

Con la chiusura dei seggi prevista per le 19 ora locale, all'una da noi in Italia, sarà il primo degli Stati chiave da dove arriveranno i primi dati. Nel 2020 i primi risultati furono annunciati venti minuti dopo la chiusura dei seggi nello Stato che fu formalmente aggiudicato a Biden solo il 19 novembre, 16 giorni dopo il voto, quando ormai il democratico aveva già raggiunto i 270 voti elettorali e vinto le presidenziali.

North Carolina (16 voti elettorali)

Mezz'ora dopo, alle 19.30, l'una e mezza da noi, arriveranno i primi dati anche dallo stato del Sun Belt, in cui i democratici hanno vinto alle presidenziali solo due volte dal 1968. Lo stato continua ad essere comunque competitivo, con Trump che ha vinto nel 2020 per appena un punto. Nel 2020 i primi risultati furono annunciati alle 19.42, e la vittoria del repubblicano il 13 novembre. Quest'anno le procedure di voto e di spoglio delle schede potrebbero essere rallentate nelle contee maggiormente colpite dall'uragano Helene.

Pennsylvania (19 voti elettorali)

Chiudono alle 20 ora locale, le 2 di notte in Italia, le urne nello stato chiave considerato il più cruciale di tutti, quello in cui non si può perdere per vincere la Casa Bianca. Nel 2020 i primi risultati furono annunciati nove minuti dopo la chiusura delle urne, ma solo il 7 novembre Biden vinse, con un vantaggio di appena 80mila voti, il suo Stato natale e il suo bottino di voti elettorali che gli hanno consegnato la presidenza.

Michigan (15 voti elettorali)

Con lo stato diviso in due 'time zone', i seggi chiuderanno tra le 20 e le 21, ora di Washington, le due e le tre del mattino in Italia. Quattro anni fa, i primi risultati furono annunciati alle 20.08, e Biden fu dichiarato vincitore nel pomeriggio del giorno successivo, riconquistando lo stato del Mid West che faceva parte fino alla decisiva vittoria a sorpresa di Trump nel 2016 del cosiddetto "Blue Wall", il gruppo di Stati che per quasi 30 anni votarono dem alle presidenziali.

Arizona (11 voti elettorali)

Alle 21 ora di Washington, le tre del mattino in Italia, chiudono anche i seggi in Arizona. Solitamente i primi risultati nello stato arrivano un'ora dopo che tutti i seggi sono stati chiusi, e quattro anni fa sono stati annunciati alle 22.02. Biden fu dichiarato vincitore alle 2.51 del giorno successivo, secondo democratico a vincere nello stato in quasi 70 anni.

Wisconsin (10 voti elettorali)

Alle nostre tre del mattino chiudono i seggi anche in questo Stato che, come il Michigan e la Pennsylvania, faceva parte del "Blue Wall" prima delle vittorie di Trump nel 2016. I primi risultati sono stati riportati quattro anni fa alle 21.09 e Biden è stato dichiarato vincitore alle 14.16 del giorno successivo, con un margine di vantaggio inferiore all'un per cento.

Nevada (6 voti elettorali)

Sarà l'ultimo degli Stati chiave a chiudere i seggi, alle 22 ora di Washington, le quattro del mattino in Italia. La legge elettorale dello stato non permette di iniziare a rilasciare risultati fino a quando l'ultima persona in fila non abbia votato. Quattro anni fa i primi risultati furono diffusi alle 23.41 ora di Washington, e la vittoria di Biden proclamata il 7 novembre, giorno in cui ha conquistato la presidenza.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Esteri

Ucraina, la corazzata di Kim: “15.000 truppe...

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La previsione del ministro ucraino della Difesa, Rustem Umerov, che parla di un primo scontro "su scala ridotta" tra truppe ucraine e i soldati di Pyongyang

Soldato in Ucraina

L'Ucraina si aspetta possano essere fino a 15.000 le truppe nordcoreane schierate sulla linea del fronte a sostegno della Russia per quella che considera una "operazione militare speciale" nell'ambito della guerra in corso da quasi 1000 giorni.

In un'intervista alla sudcoreana Kbs il ministro ucraino della Difesa, Rustem Umerov, ha parlato del primo confronto tra truppe ucraine e nordcoreane, riferendo di uno scontro "su scala ridotta", ma rispondendo "sì" alla domanda se possa essere considerato l'inizio della partecipazione di Pyongyang al conflitto, innescato dall'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina, avviata il 24 febbraio di due anni fa.

Secondo il ministro, i soldati nordcoreani sono tra le truppe russe. E Umerov ha detto di aspettarsi che cinque unità, ognuna composta da 3.000 soldati, vengano dispiegate nel nordest, nell'est e nel sudest lungo un fronte di circa 1.500 chilometri.

Sulle truppe nordcoreane schierate nella regione di Kursk per contrastare l'avanzata ucraina, che avrebbero iniziato a combattere in prima linea, a fianco dei militari russi, era intervenuto ieri per primo Andrii Kovalenko, capo del Centro per la lotta alla disinformazione presso il Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell'Ucraina.

10.000 truppe nordcoreane in Russia

Secondo il ministero della Difesa sudcoreano, oltre 10.000 truppe nordcoreane sono schierate in Russia, con un numero "considerevole" inviato al fronte. "Più di 10.000 truppe nordcoreane sono andate in Russia e riteniamo che un numero considerevole di questi soldati si sia spostato nelle zone al fronte, Kursk compreso", ha detto il portavoce del ministero, Jeon Ha-kyou, durante un briefing, come riporta stamani l'agenzia sudcoreana Yonhap..

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Esteri

Alluvione Spagna, continua ricerca dei dispersi: conclusa...

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Soccorritori setacciano strade, parcheggi e centri commerciali alla ricerca delle persone scomparse. Le vittime al momento sono 215

I danni dell'alluvione in  Spagna - (Afp)

Una settimana dopo le inondazioni che in Spagna hanno devastato numerosi comuni della provincia di Valencia, continuano le ricerche delle persone scomparse, la riparazione delle infrastrutture, il ripristino dei servizi e le operazioni di bonifica. Il centro che coordina la risposta al disastro ha portato a 211 il numero dei morti nella Comunità Valenciana. A questi si devono aggiungerne altri tre in Castilla-La Mancha e uno in Andalusia, per un totale al momento di 215 vittime.

In Catalogna, la Dana comincia a ritirarsi questo martedì, dopo che nelle ultime ore le piogge torrenziali hanno mandato in tilt i trasporti allagando strade, ferrovie e l'aeroporto. Per oggi c'è ancora il rischio di precipitazioni nell'Ebro e nelle regioni nord-occidentali di Girona.

Martedì prossimo il Consiglio dei ministri approverà la dichiarazione di emergenza della protezione civile per le zone più colpite che, tra le altre misure, prevede un aiuto finanziario alle vittime. Martedì prossimo, il governo andaluso attiverà gli aiuti ai 285 comuni colpiti della comunità.

Intanto una buona notizia arriva sul parcheggio del centro commerciale Bonaire ad Aldaia, completamente sommerso dall'acqua dopo le alluvioni. "Non sono stati trovati cadaveri'' e "sono tutte vuote'' le auto ispezionate, hanno affermato i vigili del fuoco a 'El Paìs'.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Esteri

Elezioni Usa, ultimi colpi Trump-Harris: “Mettete...

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I due candidati hanno tenuto i loro ultimi eventi della campagna elettorale negli stati chiave. Voto concluso in villaggio New Hampshire: è parità

Elezioni Usa, l'America decide. Trump:

Election Day negli Usa. Americani oggi alle urne per eleggere il loro prossimo presidente. La vicepresidente Kamala Harris e l'ex presidente Donald Trump hanno concluso la loro campagna elettorale con i rispettivi comizi finali, il repubblicano nel Michigan, la democratica in Pennsylvania. Ma anche quella di oggi non sarà una giornata di completo relax per i due candidati alla Casa Bianca.

Secondo la Cnn, Harris trascorrerà la giornata a Washington Dc rilasciando alcune interviste radiofoniche, mentre in serata attenderà i risultati del voto presso la Howard University, l'università dove si è laureata. La candidata democratica, inoltre, domani ha invitato i suoi principali donatori a un briefing elettorale. Trump, invece, dovrebbe tenere il suo 'watch party' a Palm Beach, in Florida.

Insulti e accuse in ultimi comizi

"Potrebbero essere tra le elezioni più serrate della storia. Conta ogni voto", ha detto da Philadelphia la candidata democratica. "In queste elezioni abbiamo la possibilità di voltare finalmente pagina rispetto a un decennio di politica guidata da paura e divisione - ha aggiunto senza citare il rivale Donald Trump - Ne abbiamo abbastanza".

In Pennsylvania, in una delle ultime tappe della campagna elettorale, Trump cita Mike Tyson in un passaggio del discorso e raccoglie il suggerimento urlato da un sostenitore presente al comizio: Kamala Harris dovrebbe salire sul ring contro l'ex campione dei pesi massimi. "Sarebbe interessante", dice Trump. "Mike ne ha passate tante, ma è ancora in grado di combattere. Ve lo immaginate Mike... Qui qualcuno dice 'fai salire Mike sul ring con Kamala'.... Sarebbe interessante".

Cercando fino all'ultimo il sostegno di elettori arabi e musulmani, Trump non risparmia accuse ad Harris. "Stiamo mettendo insieme la più grande e più ampia coalizione nella storia politica americana. Include numeri record di elettori arabi e musulmani in Michigan, che vogliono pace - si legge in un post diffuso nelle ultime ore su X - Sanno che Kamala e il suo gabinetto guerrafondaio invaderanno il Medio Oriente, con milioni di musulmani uccisi e avvieranno la Terza guerra mondiale. Votate Trump e riportate la pace".

"Portare l'America" verso "nuove vette di gloria", la promessa di Trump. "Con il vostro voto - ha detto alla folla - possiamo risolvere tutti i problemi con cui fa i conti il nostro Paese e portare l'America, il mondo, verso nuove vette di gloria".

L'ex presidente ha sostenuto che il suo vero avversario in queste elezioni non era la vice presidente Kamala Harris, ma piuttosto il "malvagio sistema democratico". "Sconfiggeremo il sistema corrotto a Washington. Perché non sono candidato contro Kamala, sono candidato contro un malvagio sistema democratico. Queste sono persone malvagie", ha detto Trump durante il suo comizio finale a Grand Rapids, nel Michigan, iniziato ben dopo la mezzanotte ora locale. "La maggioranza silenziosa è tornata e domani dovete uscire e votare", ha aggiunto Trump, parlando della campagna elettorale come di un "viaggio incredibile. Ed è molto triste in un certo senso, perché, sapete, abbiamo fatto tutto questo, e questo è l'ultimo (comizio, ndr), ma ecco la buona notizia, tutto quello che stavamo facendo era metterci nella posizione per vincere, cosa che possiamo fare molto facilmente domani se ci presentiamo".

Voto concluso in villaggio New Hampshire, parità tra Harris e Trump

Parità assoluta tra Kamala Harris e Donald Trump nel minuscolo villaggio di Dixville Notch, nel New Hampshire dove, come da tradizione, si è votato a mezzanotte. Su sei elettori, la candidata democratica ha conquistato tre voti, gli stessi del rivale repubblicano. Le operazioni di voto si sono concluse in 15 minuti. E' dal 1960 che la cittadina difende il primato di essere la prima ad esprimersi. Una volta che tutti i voti sono stati espressi, le schede vengono conteggiate e i risultati annunciati ore prima di qualsiasi altro luogo degli Stati Uniti.

Allarme su interferenze elettorali

Si intensificano gli allarmi dei funzionari dell'intelligence Usa su interferenze straniere, dalla Russia in particolare, nell'Election Day e anche dopo il voto. Fbi, Office of the Director of National Intelligence (Odni) e Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (Cisa) affermano di aver "osservato avversari stranieri, Russia in particolare, condurre ulteriori operazioni di influenza volte a compromettere la fiducia dell'opinione pubblica nell'integrità delle elezioni Usa e aklimentare divisioni tra gli americani".

Un 'impegno' che, dicono le tre Agenzie, si intensificherà per tutto l'Election Day e anche dopo il voto, con maggiore 'attenzione' per gli stati chiave, Arizona, Nevada, Michigan, Wisconsin, Pennsylvania, Georgia e North Carolina. "La Russia è la minaccia maggiormente attiva", affermano in una dichiarazione congiunta. L'accusa ad "attori di influenza" legati alla Russia è di creare video falsi e 'notizie' false per intaccare la legittimità del voto, spaventare gli elettori. "Sforzi" che, dicono le Agenzie, "rischiano di incitare alla violenza". "Prevediamo - chiariscono - che attori russi diffonderanno altri contenuti confezionati con questi temi durante l'Election Day e nei giorni e nelle settimane che seguiranno la chiusura dei seggi". "Attori" che, affermano, "hanno anche prodotto e amplificato un filmato recente che mostra in modo falso un'intervista a una persona" che parla di una presunta "frode elettorale in Arizona" per "favorire Kamala Harris". Affermazioni, aggiungono, già bollate come fake dalle autorità dell'Arizona.

Anche l'Iran ha avviato "attività informatiche dannose" con l'obiettivo di 'colpire' Trump. E, dicono, resta determinato alla rappresaglia per la morte di Qassem Soleimani, il generale iraniano ucciso nel gennaio 2020 in un raid aereo Usa in Iraq ordinato da Trump.

Il re dei podcast con Trump

Joe Rogan, il re dei podcast negli Stati Uniti, si schiera per il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. L'endorsement è arrivato all'ultima ora. Rogan, che ha intervistato Elon Musk, attira milioni di ascoltatori con 'The Joe Rogan Experience', è stato criticato per aver fatto disinformazione e commenti razzisti per i quali si è poi scusato. Per lui, noto fuori dagli Stati Uniti per le vesti di commentatore di arti marziali miste, da Musk arrivano "quelle che penso siano le ragioni più convincenti per Trump" e "sono d'accordo con lui". "Per la cronaca - ha aggiunto in un post su X dopo aver 'dialogato' a lungo nei giorni scorsi il tycoon - sì, questo è un endorsement per Trump". E il candidato repubblicano che sogna il ritorno alla Casa Bianca su X ha presto ringraziato Rogan: "Grazie per l'endorsement, Joe Rogan, è un grande onore!".

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