Farmaceutica: Gedeon Richter Italia certificata Great Place to Work inclusivo
L'ad Labbate: "Da sempre impegnati a garantire ambiente di lavoro sano equo per benessere persone"
La filiale italiana di Gedeon Richter, società farmaceutica multinazionale con sede in Ungheria, ha ottenuto la Certificazione della parità di genere (standard nazionale UNI/PdR 125:2022) da Bureau Veritas e, per il secondo anno consecutivo, il titolo di Great Place to Work*, considerato a livello globale come indicatore di eccellenza nella cultura aziendale. I riconoscimenti - si legge in una nota - hanno radici in una cultura aziendale inclusiva e orientata al benessere dei propri collaboratori. Gedeon Richter vanta il centro di ricerche farmacologiche più importante dell'Europa centro-orientale, più di 200 prodotti distribuiti in 100 Paesi del mondo e oltre 12mila dipendenti a livello globale.
"Da sempre ci impegniamo nel garantire un ambiente di lavoro sano, equo e inclusivo, dove viene valorizzata l'unicità di ogni persona - commenta Maria Giovanna Labbate, amministratrice delegata di Gedeon Richter Italia - Siamo orgogliosi di avere ottenuto questi due riconoscimenti che certificano il nostro impegno nel garantire la parità di genere all'interno della nostra azienda e a promuovere il benessere delle persone in ogni aspetto della vita personale e professionale sul luogo di lavoro".
Sin dalla sua fondazione, la centralità della figura femminile in Gedeon Richter Italia rappresenta un principio cardine, essendo l'azienda impegnata a 360 gradi sul benessere e salute della donna in tutte le fasi della vita, dall'adolescenza all'età adulta, fino alla maturità. Questo impegno si riflette anche nella creazione di progetti significativi e partnership strategiche che mirano a promuovere l'empowerment femminile e ad avanzare nel campo della cultura ed educazione, contribuendo a creare un ambiente di lavoro e una società più inclusivi e orientati al futuro. Lavorare in Gedeon Richter Italia si traduce nel collaborare in team cross funzionali aperti, inclusivi e non gerarchici, in continua evoluzione e che abbracciano l'incertezza e l'ambiguità con maggiore fiducia. L'azienda sostiene sia lo sviluppo professionale, sia il benessere dei dipendenti, con l'obiettivo di favorire un clima di fiducia e spirito di squadra e offrire un'esperienza lavorativa significativa alle persone che contribuiscono ogni giorno alla sua crescita.
Lavoro
Inps, politiche attive fondamentali per il mercato del...
A Milano, in Bocconi, presentazione del Rapporto annuale con il presidente Fava e il Direttore generale Vittimberga
In Lombardia c’è il 17% delle imprese e dei datori di lavoro del Paese che apportano all’Inps il 19% degli assicurati sul totale nazionale, pari a circa 5 milioni di posizioni, il 5% in più rispetto al 2019. Di questi i giovani fino a 34 che pagano i contributi sono 1,4 milioni. Numeri che confermano, anche dall’osservatorio dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale che la Lombardia rappresenta la locomotiva d’Italia. Una tendenza che trova conferma anche nell’aumento della retribuzione media annua lorda che nel 2023 è stata di 30 mila euro, il 16% in più della media nazionale, in crescita dell’8% rispetto al 2019.
Dati che evidenziano la resilienza del mercato del lavoro italiano con un incremento degli occupati che a maggio 2024 ha raggiunto quasi 24 milioni di lavoratori su base nazionale. L’aspetto più significativo riguarda l'aumento dei dipendenti a tempo indeterminato che tra gennaio 2016 e dicembre 2023 cresciuto da 15,14 milioni a 17,52 milioni. Numeri che trovano conferma anche nelle settimane lavorate cresciute a 44,6 nel 2023.
Sono alcuni dei dati del XXIII Rapporto Annuale dell’INPS presentati oggi a Milano presso il Dipartimento di Studi giuridici dell’Università Bocconi. L’evento introdotto dal direttore del dipartimento di Studi giuridici Cesare Cavallini, oltre al Presidente Gabriele Fava, ha visto la partecipazione dei professori Maurizio Del Conte e Rossella Cappetta, il Direttore centrale Studi e Ricerche di INPS Gianfranco Santoro, il Direttore Generale INPS, Valeria Vittimberga.
"Se vogliamo avere un sistema previdenziale sostenibile dobbiamo aumentare la base occupazionale. Per farlo serve un nuovo patto con il tessuto produttivo. Il Rapporto INPS evidenzia come nel 2023 mentre la spesa per ammortizzatori sociali sia stata in linea con la media europea, quella per le politiche attive abbia un valore significativamente inferiore rispetto ad altri paesi UE ed è importante continuare nell’azione di governo per sviluppare un sistema che incentivi strutturalmente la partecipazione e il reinserimento nel mondo del lavoro, in particolare per i soggetti più deboli come giovani e donne, collegando il sostegno economico delle politiche passive alle politiche attive, in cui la formazione, anche professionale, gioca un ruolo fondamentale”.
A dirlo il Presidente dell'INPS Gabriele Fava che nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza dell’acquisizione delle nuove competenze richieste dal mercato del lavoro. “Il 75% delle imprese italiane con più di 10 dipendenti lamenta una carenza di competenze, il cosiddettoskill shortage. Le cause del mancato incrocio tra domanda e offerta di lavoro sono principalmente due: inadeguatezza delle competenze dei candidati e inefficacia delle politiche attive. Questo divario può essere colmato rafforzando l'interazione tra il sistema formativo e le imprese. Potenziare i servizi per il lavoro e la formazione diventa cruciale per ridurre il disallineamento tra le competenze richieste dal mercato e quelle possedute dai lavoratori. Gli ultimi dati di Eurostat disponibili mostrano che il job vacancy rates è sempre molto alto in Italia superiore a quello di Francia, ma nei primi mesi del 2024 grazie anche agli investimenti del PNRR è in leggero miglioramento”.
“Il coordinamento tra le politiche del lavoro, sia di quelle passive che di quelle attive, è un tema fondamentale non solo per l'economia del Paese, ma anche per la sostenibilità a lungo termine del sistema previdenziale. È con questa consapevolezza che l'INPS si è impegnato nell'implementazione del Sistema Informativo per l'Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL), la piattaforma voluta dal Ministero del lavoro e gestita dall'istituto per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Questa piattaforma è stata dotata dell'algoritmo "SIISL Best Match", un'intelligenza artificiale che consente di calcolare l'affinità tra i profili dei lavoratori e le offerte di lavoro. Non solo. L'INPS sta lavorando all'introduzione nel SIISL di strumenti di autoemplyment e di sistemi di accesso al microcredito", aggiunge il Direttore Generale dell’Istituto Valeria Vittimberga.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
Lavoro
Startup: Servati ottiene 350mila euro di finanziamento per...
Realizzata con materiali che vengono poi riutilizzati per iniziare un nuovo ciclo di produzione
Una scarpa riciclabile al 100%, realizzata con materiali che vengono poi riutilizzati per iniziare un nuovo ciclo di produzione. È questa l’idea che ha fatto nascere la start up Servati, in provincia di Lecce, precisamente nell’ecosistema del distretto industriale di Casarano. I founder sono due giovani pugliesi, Matteo Di Paola, classe 1997, laureato in Economia, che si occupa di amministrazione e gestione, e Marco Primiceri, classe 1998, laureato in Design e comunicazione visiva, che segue il reparto stile e lo sviluppo dei prodotti. I due giovani imprenditori pugliesi hanno ideato un modello di economia circolare secondo cui le scarpe, al termine dell’utilizzo, possono essere disassemblate: i componenti del vecchio paio di sneakers vengono riciclati per nuove produzioni. Merito di un brevetto depositato nel 2022 che tutela l’incastro tra suola e tomaia che permette alla scarpa di reggersi unita senza l’uso di colle o cuciture irreversibili. Il prodotto è, dunque, formato soltanto da due elementi che corrispondono ad altrettanti materiali: la gomma e il poliestere, totalmente riciclabili. Non si utilizzano colle, non si utilizzano solventi chimici, non si utilizzano termoadesivi.
“Stiamo costruendo una factory del futuro, un ambiente dove la tecnologia supporta l'ingegno e la creatività delle persone”, spiegano i due founder. “La nostra struttura è equipaggiata con oltre 15 macchine di stampa 3D, potenziate da software di intelligenza artificiale che migliorano la qualità della produzione. Grazie a scanner 3D all’avanguardia, possiamo velocizzare i processi di reverse engineering, ingegnerizzando nuovi modelli a partire da prototipi fisici esistenti. L'uso di laser avanzati consente, inoltre, di offrire un servizio di personalizzazione su misura per i nostri clienti”, aggiungono. Nei primi mesi del suo sviluppo, Servati ha già raggiunto traguardi significativi. Tra questi, spiccano tre lanci di prodotto, tutti esauriti in tempi record, con uno dei restock terminato in soli 20 minuti. A coronare questo successo iniziale, l’azienda ha raccolto un finanziamento di 350.000 euro in una serie di round di investimento tra fondi pubblici e privati, che ha fornito lo slancio necessario per accelerare la crescita e sviluppare un piano di investimenti volto alla costruzione di una fabbrica innovativa.
Ora Servati si prepara a lanciare due nuovi modelli di sneakers, interamente realizzati con tecnologia di stampa 3D: l’Hyper M1 e l’Hyper Boots. Saranno stampati in edizione limitata, cento pezzi numerati per ognuna delle due serie. “Grazie all'introduzione di perfezionamenti incrementali nel sistema di stampa, è stato possibile migliorare l'efficienza produttiva, riducendo i potenziali difetti nel prodotto finale. Ma non solo, stiamo lavorando per innovare il settore della moda attraverso un approccio ciclico e sostenibile, con l'obiettivo di eliminare gli sprechi. Il nostro brevetto introduce nel mondo delle calzature il concetto di chiamato 'boomerang process'. Questo processo permette ai nostri clienti di chiudere il ciclo produttivo in maniera responsabile”, concludono i due founder.
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Lavoro
Pensioni, Fava (Inps): “Servono politiche attive per...
Così il presidente dell’Inps all’Università Bocconi di Milano dove ha presentato il XXIII Rapporto annuale dell’Istituto
In Italia ci sono 10,4 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni, quelli che lavorano sono circa 7 milioni, di questi l'80% presenta contributi stabili nell'ultimo quinquennio, coprendo mediamente circa l'80% dell'intero periodo. E’ illustrando questo scenario che il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, ha presentato all’Università Bocconi di Milano il XXIII Rapporto annuale dell’Istituto. “Ciò di cui c’è bisogno oggi -sottolinea Fava- sono le politiche attive; il razionale è che se vogliamo arrivare a un sistema pensionistico sostenibile, non ci sono molte ricette, se non prevalentemente, sostanzialmente e strutturalmente una: l’aumento della base occupazionale”. Questo, aggiunge , “vuol dire fare un nuovo patto col tessuto produttivo affinché assuma e dia migliori stipendi coerentemente alla produttività”. E poi, “bisogna parlare con i giovani per poter fare in modo che maturi in loro la consapevolezza del loro futuro professionale e previdenziale”. Questo “è il fil rouge che contraddistingue il nostro rapporto annuale”, a cui “vengono collegate ulteriori politiche attive quali la formazione continua, la formazione professionale, interventi a favore di anziani e donne. Il tutto in una visione olistica: o stanno insieme queste dimensioni, e possiamo arrivare a risultati concreti, altrimenti raramente oggigiorno possono funzionare”.
La decontribuzione per chi assume under 35 “è assolutamente un buon inizio; la nuova manovra porta delle migliorie a favore dei giovani e dell’occupazione e su questo andremo sempre più avanti”. “La manovra -sottolinea Fava- è coerente, prudente e, in prospettiva, dovrebbe aiutare”.
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