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Gaza, 25 morti in bombardamento a Beit Lahiya: 13 erano bambini

Lo denunciano fonti mediche citate dall'agenzia palestinese Wafa, affermando che le vittime sono tutti civili

Raid su Gaza - (Afp)

Sono almeno 25 le persone rimaste uccise in un bombardamento israeliano che nelle scorse ore ha colpito una casa a Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo denunciano fonti mediche citate dall'agenzia palestinese Wafa, affermando che le vittime sono tutti civili. Fra i 25 morti, 13 erano minori. Secondo l'agenzia Wafa ci sarebbero ancora persone sotto le macerie.

Al Jazeera descrive anche un video che mostra i residenti che recuperano i corpi delle persone uccise, tra cui un bambino, da sotto le macerie della casa presa di mira. I medici hanno detto che la stessa città era stata colpita in precedenza nel corso della giornata, uccidendo almeno sette persone dopo un attacco a due case. Israele ha schierato i carri armati a Jabalia, Beit Hanoon e Beit Lahiya il 5 ottobre e ha ordinato a centinaia di migliaia di residenti palestinesi di fuggire a sud della Striscia.

Barnot domani in visita nella regione

Visita in Israele e nei Territori palestinesi per il capo della diplomazia francese Jean-Noël Barrot. Sarà nella regione per chiedere un cessate il fuoco a Gaza e "il rispetto del diritto internazionale umanitario", come ha detto su France 2, annunciando che "domani sera" sarà in "Israele e nei Territori palestinesi per incontrare le autorità, gli operatori umanitari, per portare la voce della Francia in questa regione in cui la guerra è già durata troppo". "Le violazioni del diritto internazionale umanitario sono inaccettabili e devono finire", ha aggiunto il ministro che era già stato in Israele in occasione del primo anniversario dall'attacco del 7 ottobre 2023 nel Paese.

Cisgiordania: 4 palestinesi uccisi

Quattro palestinesi sono morti durante operazioni militari israeliane in Cisgiordania. Lo affermano fonti palestinesi. Secondo il ministero della Salute di Ramallah, due uomini sono morti in un raid di un drone a sud di Jenin. Segnalata anche l'uccisione di altri due palestinesi nei pressi di Tubas. I militari israeliani hanno riferito di un'operazione con un drone contro "una cellula di terroristi armati" a sud di Jenin.

Dall'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele, e con l'inizio delle operazioni militari israeliane contro Hamas nella Striscia di Gaza, è peggiorata la situazione già tesa in Cisgiordania. Da allora, secondo il ministero della Salute di Ramallah, sono 738 i palestinesi uccisi in Cisgiordania in operazioni militari israeliane, scontri armati e attacchi di estremisti.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Esteri

Elezioni Usa, il ‘rebus’ di Putin: meglio Trump...

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L'analisi di Politico: "Se il Cremlino dovesse esprimere un voto, non c'è dubbio che sceglierebbe il caos"

Trump, Putin e Harris

Per chi tifa Vladimir Putin? Gli Stati Uniti votano per eleggere il nuovo presidente, si va alle urne per scegliere tra Donald Trump e Kamala Harris. Se Putin potesse entrare in un seggio americano, a chi darebbe il suo voto nell'election day? "Se il Cremlino dovesse esprimere un voto, non c'è dubbio che sceglierebbe il caos, la polarizzazione e la disillusione nei confronti della democrazia americana. Ad oggi, sembra avere buone possibilità di vincere", scrive l'edizione europea di Politico in un'analisi in cui si evidenziano i motivi per i quali il presidente russo, Vladimir Putin, non avrebbe motivi di preferire Donald Trump a Kamala Harris o viceversa come nuovo inquilino della Casa Bianca.

Quando il tycoon vinse le elezioni nel 2016, a Mosca saltarono i tappi di champagne, ricorda Politico Europe, secondo cui, tuttavia, otto anni, due elezioni e un'invasione dell'Ucraina dopo, questo scenario difficilmente si ripeterà. E questo nonostante molti osservatori ritengano che la scelta del Cremlino ricada anche oggi sul candidato repubblicano.

"Putin è un uomo basso e vanitoso" e "al Cremlino piace il fatto che l'alto e ricco Trump sia in sua assoluta soggezione", ha premesso Nina Khrushcheva, professoressa alla New School di New York e pronipote dell'ex leader sovietico Nikita Khrushchev.

Perché Putin preferisce Trump

Certamente l'elemento che in teoria dovrebbe spingere il governo russo verso Trump è la sua posizione sull'Ucraina. Il candidato repubblicano ha promesso di mettere fine alla guerra in un giorno, presumibilmente costringendo Kiev a fare concessioni territoriali e "Putin ha disperatamente bisogno di una vittoria - ha affermato il suo ex speechwriter Abbas Gallyamov - Un conflitto prolungato che non è in grado di vincere non aiuta la sua legittimità".

Perché a Putin non piace Trump

Trump, tuttavia, ha un lato negativo. Come Mosca ha imparato a sue spese durante il suo primo mandato, scrive Politico, non sempre mantiene le sue promesse. In particolare, non ha mantenuto quella di riparare le relazioni con la Russia e di revocare le sanzioni occidentali per la sua invasione della Crimea e dell'Ucraina orientale. Tutto questo spinge Mosca a dubitare del fatto che l'ostilità di Washington di colpo sparisca se venisse eletto il tycoon.

"Le elezioni non cambieranno nulla per la Russia, perché i candidati riflettono pienamente il consenso bipartisan secondo cui il nostro Paese deve essere sconfitto", ha affermato su Telegram il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che ha definito "banalità" le parole di Trump sulla fine della guerra e i suoi buoni rapporti con la Russia.

"Non può fermare la guerra. Non in un giorno, non in tre giorni, non in tre mesi. E se ci provasse davvero, potrebbe essere il nuovo Jfk", ha aggiunto Medvedev, mentre il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha evidenziato che "chiunque vinca le elezioni, non vediamo alcuna prospettiva che l'America cambi il suo corso russofobo".

Se vince Harris...

Le prospettive di una vittoria di Harris, invece, malgrado la sua ostilità aperta potrebbero non essere così negative per il Cremlino come si penserebbe. Lo scorso settembre la candidata dem ricevette un apparentemente sarcastico 'endorsement' da Putin. Il presidente Joe Biden era "il nostro preferito", disse a Vladivostok e, dopo il ritiro del presidente, Putin precisò che la Russia avrebbe fatto ciò che Biden aveva chiesto ai suoi sostenitori di fare cioè "sostenere" Harris. "Ha una risata così espressiva e contagiosa, dimostra che sta facendo bene", affermò suscitando risate nel suo pubblico.

Secondo Krushcheva, tuttavia, quelle parole potrebbero avere un fondo di verità. La promessa di Trump di una fine della guerra rapida in Ucraina, anche se assicurasse territorio a Mosca, potrebbe non essere l'esito preferito da Putin. "Ha fatto della guerra il fulcro della sua eredità, e quindi la combatterà finché ne avrà bisogno, vorrà e potrà", ha rimarcato Krushcheva, secondo cui Harris potrebbe aiutare il presidente russo in questo prolungando uno status quo che Mosca ritiene stia giocando a suo favore.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Esteri

Elezioni Usa, duello Trump-Harris: oggi 7 Stati chiave e 13...

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Potranno indicare la via verso la Casa Bianca dei due candidati

Donald Trump e Khamala Harris - (Afp)

Non solo saranno solo sette gli Stati decisivi per le sorti del duello nelle elezioni di oggi negli Usa, ma sono 13 le contee di questi Stati che potranno indicare la via verso la Casa Bianca a Kamala Harris o Donald Trump. Le contee battleground sono -secondo una mappa elettorale del Cook Political Report ripresa da Axios - tre in Pennsylvania, due in Georgia, North Carolina, Wisconsin e Michigan, ed una sia in Arizona che in Nevada.

Se si paragonano le mappe elettorali delle contee dei diversi cicli elettorali, si nota che nel 2016 oltre 200 contee dove aveva vinto Barack Obama nel 2012 furono conquistate da Donald Trump. Quattro anni fa Joe Biden riuscì a riconquistare meno della metà di queste, ma fu sufficiente a vincere. Ecco la lista delle contee da tenere d'occhio stanotte, secondo il sito indipendente specializzato in analisi elettorali.

Le contee da tenere d'occhio

 Baldwin County, Georgia - Situata nel centro dello Stato, è una contea principalmente rurale con una significativa popolazione afroamericana e due università, lontana dai principali centri urbani. Dal 2004 ha votato dem alle presidenziali, ma il margine si è andato progressivamente riducendo, dell'1,7 nel 2016 e dell'1,3 nel 2020. Una vittoria di Trump nella contea confermerebbe che la campagna di Harris non è riuscita a mobilitare voto di afroamericani e giovani.

 Fayette County, Georgia - Situata nei sobborghi di Atlanta, la contea solitamente è vinta dai repubblicani, ma ultimamente si sta orientando verso i dem a causa dell'allontanamento dal partito repubblicano trumpizzato da parte degli abitanti con istruzione universitaria dei sobborghi. Basti pensare che nel 2016 il tycoon vinse con un vantaggio di 19 punti, ma nel 2020 di appena 7. Secondo analista Dave Wasserman, Harris deve almeno "arrivare vicina" alla vittoria in questa contea per essere competitiva in Georgia.

Cabarrus County, North Carolina - E' un sobborgo di Charlotte dove nelle ultime due elezioni ha vinto Trump, ma anche in questo caso il suo vantaggio si è più che dimezzato, dai 20 punti del 2016 ai 9 del 2020. Se Trump il suo vantaggio dovesse oggi scendere ulteriormente, a cinque punti o meno, allora secondo l'analista, Harris avrebbe "una buona possibilità" di conquistare lo Stato.

Nash County, North Carolina - Nei pressi della città di Raleigh, è veramente una contea battleground: nel 2016 è stata vinta da Trump e nel 2020 da Biden, in entrambi i casi per un pugno di voti. Ma nelle elezioni di Midterm due anni fa il senatore repubblicano, Ted Budd, ha avuto nella contea un vantaggio di sette punti.

 Muskegon County, Michigan - Situata nei pressi della città di Grand Rapids, la contea è stata vinta nelle ultime tre elezioni dai democratici, ma con percentuali sempre in diminuzione: dal 18% di Barack Obama all'1,5% di Hillary Clinton allo 0.6% di Biden. Al contempo però va notato che la governatrice democratica Gretchen Whitmer ha avuto un robusto sostegno nella contea, come anche il referendum per difendere il diritto all'aborto del 2022. Una vittoria di Harris nella contea, questo sarebbe un segnale positivo per il sostegno delle donne bianche e lavoratrici.

 Saginaw County, Michigan - Un'altra contea battleground nei pressi del lago Huron, vinta da Obama nel 2012, da Trump nel 2016 e da Biden nel 2020 per appena 303 voti. Se Trump dovesse riconquistare la contea, sarebbe un segnale, sottolinea l'analista di Cook Political Report, che i sondaggi hanno sottostimato il suo sostegno tra i bianchi senza istruzione universitaria.

 Bucks County, Pennsylvania - Anche in questa contea gli elettori bianchi senza istruzione universitaria rappresentano metà dell'elettorato, la percentuale più alta dei sobborghi di Philadelphia. Quattro anni fa Biden vinse con un margine di 4 punti: una sconfitta di Harris confermerebbe il temuto problema della democratica con i maschi bianchi della working class. Ed un segnale preoccupante arriva dal fatto che nel 2024 il numero degli elettori registrati nella contea come repubblicani ha superato i democratici per la prima volta in 15 anni.

 Cumberland County, Pennsylvania - Conquistare o almeno arrivare vicino alla vittoria in questa contea, che si trova nei pressi della capitale statale Harrisburg, potrebbe aiutare molto Harris in questo che viene considerato il battleground state più decisivo. La sfida è complessa perché Trump ha vinto sia nel 2016, di 18 punti, che nel 2020, di 11, ma negli ultimi tempi la demografia della contea si è diversificata ed è diventata più Dem-friendly.

Northampton County, Pennsylvania - Questa contea, nell'est dello Stato, ha predetto tutti i vincitori delle presidenziali dal 1920 ad oggi, tranne che in tre casi. E' un battleground: nel 2016 Trump vinse per 4 punti e Biden nel 2020 per 1,2. La contea, che ha un 16% di popolazione ispanica, in maggioranza di Puerto Rico, è al centro dell'attenzione di strateghi elettorali e media da quando al comizio di Trump al Madison Square Garden Puerto Rico è stato definito "un'isola galleggiante di spazzatura".

Sauk County, Wisconsin - Situata nei pressi di Madison, anche questa contea rurale è battleground, con vittorie alternate di dem e repubblicani. Spesso sul filo del rasoio: Biden quattro anni fa vinse per 600 voti mentre Trump nel 2016 la conquistò con un margine di meno 200 voti.

 Ozaukee County, Wisconsin - Un sobborgo di Milwaukee, è una delle tre contee che formano lo zoccolo duro dei repubblicani nello Stato. Ma negli anni recenti i democratici hanno conquistato terreno: Trump nel 2016 ha vinto per 19 punti e nel 2020 per 12. Se Harris riuscirà a ridurre ulteriormente questo gap, questo potrà essere d'aiuto per compensare i voti rurali, tradizionalmente repubblicani.

 Maricopa County, Arizona - La contea, che comprende Phoenix e quindi il 60% degli elettori dell'intero Stato, è stata al centro nel 2020 di una delle più accanite e prolungate contestazioni elettorali, anche con minacce violente e dimostrazioni. Quattro anni fa vinse Biden con un vantaggio di 2,2 punti, simile a quello, 2,9, che nel 2016 diede la vittoria a Trump. I funzionari elettorali locali hanno già avvisato che potrebbero essere necessari fino a 13 giorni per sapere i risultati nella contea cruciale.

Washoe County, Nevada - Anche questa contea comprende una città, Reno, la seconda più popolosa dello Stato. Nelle due ultime elezioni è andata ai democratici, nel 2016 a Clinton con un margine di 1,3 punti, nel 2020 a Biden con un più consistente 4,5. I democratici hanno bisogno di vincere la contea per bilanciare una possibile sconfitta nella contea di Clark, che comprende Las Vegas e dove i repubblicani vengono dati in buona posizione, per porter vincere lo stato.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Elezioni Usa, oggi il voto: ecco la lunga sfida...

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Ma non è detto che alla fine si saprà il nome del vincitore tra Kamala Harris e Donald Trump

Kamala Harris e Donald Trump - Afp

Ci siamo, l'attesa è finita. Usa ai seggi, oggi 5 novembre, per le elezioni presidenziali 2024 che vedono sfidarsi all'ultimo voto Kamala Harris e Donald Trump. Dalla nostra mezzanotte, con i primi risultati da Indiana e Kentucky, fino alle 6 del mattino, con quelli di Alaska e Hawaii di mercoledì, inizierà la lunga maratona dell'election night americana, con i seggi che chiuderanno in orari diversi negli Stati attraversati da sei diverse fasce di fuso orario. E non è detto che alla fine della lunga maratona si saprà ancora il nome del vincitore tra la dem e il tycoon in corsa per la Casa Bianca.

Duello all'ultimo voto

Anzi è molto improbabile che questo avvenga, considerato come i sondaggi continuino a descrivere il duello come un testa a testa all'ultimo voto, anche se non si prevede che si dovranno aspettare cinque giorni, come è successo quattro anni fa perché le procedure di spoglio dei diversi Stati non erano adatte a far fronte all'altissimo numero di voti per posta arrivati nel mezzo della pandemia.

Anche quest'anno si prevedono alte percentuali di voto in anticipo e per posta, ma molti Stati hanno aggiornato le procedure per velocizzare i tempi. In queste ore, i media americani continuano a pubblicare le mappe elettorali degli Usa, con i tanti, ma meno popolosi, Stati rossi, cioè dati come sicuri per Trump - in cui figura anche l'Iowa in cui, secondo un sondaggio del weekend, Harris sarebbe passata in vantaggio - e quelli, in numero minore, blu, considerati sicuri per la democratica.

Secondo i calcoli della Cnn, Harris potrebbe contare su 226 voti elettorali e Trump su 219, e ai due candidati mancherebbero 44 e 51 voti elettorali rispettivamente per arrivare al numero magico di 270 voti per avere la maggioranza nel Collegio Elettorale. Voti che dovranno conquistarsi nei sette Stati chiave, in giallo sulla mappa. Ecco quindi nel dettaglio l'orario di chiusura dei seggi in questi Stati dove si gioca la partita decisiva per la Casa Bianca e, per orientarsi, l'ora in cui l'Associated Press - che tradizionalmente diffonde i risultati - diede le prime proiezioni e poi proclamò il vincitore quattro anni fa.

Georgia (16 voti elettorali)

Con la chiusura dei seggi prevista per le 19 ora locale, all'una da noi in Italia, sarà il primo degli Stati chiave da dove arriveranno i primi dati. Nel 2020 i primi risultati furono annunciati venti minuti dopo la chiusura dei seggi nello Stato che fu formalmente aggiudicato a Biden solo il 19 novembre, 16 giorni dopo il voto, quando ormai il democratico aveva già raggiunto i 270 voti elettorali e vinto le presidenziali.

North Carolina (16 voti elettorali)

Mezz'ora dopo, alle 19.30, l'una e mezza da noi, arriveranno i primi dati anche dallo stato del Sun Belt, in cui i democratici hanno vinto alle presidenziali solo due volte dal 1968. Lo stato continua ad essere comunque competitivo, con Trump che ha vinto nel 2020 per appena un punto. Nel 2020 i primi risultati furono annunciati alle 19.42, e la vittoria del repubblicano il 13 novembre. Quest'anno le procedure di voto e di spoglio delle schede potrebbero essere rallentate nelle contee maggiormente colpite dall'uragano Helene.

Pennsylvania (19 voti elettorali)

Chiudono alle 20 ora locale, le 2 di notte in Italia, le urne nello stato chiave considerato il più cruciale di tutti, quello in cui non si può perdere per vincere la Casa Bianca. Nel 2020 i primi risultati furono annunciati nove minuti dopo la chiusura delle urne, ma solo il 7 novembre Biden vinse, con un vantaggio di appena 80mila voti, il suo Stato natale e il suo bottino di voti elettorali che gli hanno consegnato la presidenza.

Michigan (15 voti elettorali)

Con lo stato diviso in due 'time zone', i seggi chiuderanno tra le 20 e le 21, ora di Washington, le due e le tre del mattino in Italia. Quattro anni fa, i primi risultati furono annunciati alle 20.08, e Biden fu dichiarato vincitore nel pomeriggio del giorno successivo, riconquistando lo stato del Mid West che faceva parte fino alla decisiva vittoria a sorpresa di Trump nel 2016 del cosiddetto "Blue Wall", il gruppo di Stati che per quasi 30 anni votarono dem alle presidenziali.

Arizona (11 voti elettorali)

Alle 21 ora di Washington, le tre del mattino in Italia, chiudono anche i seggi in Arizona. Solitamente i primi risultati nello stato arrivano un'ora dopo che tutti i seggi sono stati chiusi, e quattro anni fa sono stati annunciati alle 22.02. Biden fu dichiarato vincitore alle 2.51 del giorno successivo, secondo democratico a vincere nello stato in quasi 70 anni.

Wisconsin (10 voti elettorali)

Alle nostre tre del mattino chiudono i seggi anche in questo Stato che, come il Michigan e la Pennsylvania, faceva parte del "Blue Wall" prima delle vittorie di Trump nel 2016. I primi risultati sono stati riportati quattro anni fa alle 21.09 e Biden è stato dichiarato vincitore alle 14.16 del giorno successivo, con un margine di vantaggio inferiore all'un per cento.

Nevada (6 voti elettorali)

Sarà l'ultimo degli Stati chiave a chiudere i seggi, alle 22 ora di Washington, le quattro del mattino in Italia. La legge elettorale dello stato non permette di iniziare a rilasciare risultati fino a quando l'ultima persona in fila non abbia votato. Quattro anni fa i primi risultati furono diffusi alle 23.41 ora di Washington, e la vittoria di Biden proclamata il 7 novembre, giorno in cui ha conquistato la presidenza.

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