Il Tre pronto per il Palazzetto dello Sport: “Dalla periferia al mio sogno”
L'artista si racconta alla vigilia del grande live del 9 novembre a Roma, Sanremo? "Lo rifarei ma non quest'anno"
"Vivere in periferia è un vantaggio, lì le opportunità te le devi creare e stare ai margini a volte ti fa rimanere concentrato sull'obiettivo”. Romano classe 1997, Il Tre, all’anagrafe Guido Luigi Senia, si racconta all’Adnkronos alla vigilia del grande appuntamento del 9 novembre, per il primo live al Palazzetto dello Sport di Roma dove l’artista si riunirà ancora con i suoi fan per una grande festa. Dalla periferia al primo Palazzetto, passando per il palco di Sanremo e dischi certificati. “E’ stato un anno bellissimo. Ho fatto un sacco di cose. Da ‘Fragili’ a ‘Camminare sulla Luna’ fino a ‘Occhi Tristi’ ho riempito degli spazi che gli ascoltatori volevano che io riempissi, quindi sono molto soddisfatto”, commenta Il Tre.
‘Occhi tristi’ è il suo ultimo singolo dove esplora i temi dell’amore e della nostalgia, alternando il desiderio di rimediare ai propri errori al sapore dolceamaro della consapevolezza che nulla potrà tornare come prima. “Nel bene o nel male, tutti i miei pezzi parlano di relazioni: o con me stesso o con gli amici o con una persona con la quale ho condiviso molto”. ‘Occhi tristi’ “parla delle mie esperienze passate, personali e anche di desideri”. Un errore da non voler più ripetere? “Trascurare le persone di valore, questo tra tutti”.
La passione per il rap nasce da piccolino: “A 15 anni avevo bisogno di sfogarmi perché non parlavo con le persone intorno a me. Ho iniziato così a scrivere rime, prima per gioco, poi è diventata una cosa seria”. Nel suo percorso artistico e personale la famiglia “è stata una parte fondamentale. La mia famiglia è quello da cui tutt'ora prendo ispirazione, a volte per scrivere, per trovare delle idee. E’ uno dei valori più importanti che mi porto dentro”. E il supporto è arrivato strada facendo: “Il loro supporto è arrivato nel momento giusto, quando ho dimostrato che la mia passione non era un fuoco di paglia”.
Partito dal niente, Il Tre è oggi uno dei rapper più amati dai giovani e in pochi anni e con solo due dischi ha conquistato le classifiche italiane: “L'ostacolo più difficile da superare è stato quello di perseverare, perché comunque non è sempre detto che i risultati arrivino dopo poco tempo, magari dopo anni. Io ho iniziato a fare musica a 15 anni, oggi ne ho 27: un po’ di strada ne ho fatta”.In un panorama rap spesso caratterizzato da testi controversi, Il Tre si distingue per uno stile definito ‘educato’. "Non c'è un'etichetta", afferma. "Io semplicemente scrivo quello che vivo. Parlo di me, delle mie relazioni con gli amici, dei miei stati d'animo, della mia quotidianità. Se questo risulta diverso rispetto ai temi attuali, per me è soltanto un vantaggio. La diversità è un privilegio, una virtù, e sono contento che sia così”.
La sua poetica, quindi, non nasce da una volontà di differenziarsi, ma da un'esigenza di autenticità. "Non la metto a paragone con quella degli altri", spiega. "Io faccio il mio, poi sì, sento le altre canzoni chiaramente, però non mi viene da dire che la mia poetica è differente. Scrivo quello che vivo”. E precisa: “Non credo che gli altri non siano educati", precisa. "Magari hanno una vita diversa dalla mia, delle abitudini differenti, dei contesti diversi. Sono cresciuti in contesti diversi, quindi chiaramente si adeguano e parlano di quello che vivono. La mia vita è una vita normale: un ragazzo che voleva spaccare nella musica e fai i conti con i lati oscuri di questa vita, delle relazioni e dei propri demoni interiori”.
Un dissing da dedicare? “Ne avrei più di uno”, scherza l’artista che aggiunge: “Al momento non mi interessa: io faccio il mio e sono contento così. Ho ottenuto comunque dei grandi traguardi. Tra una settimana sarò al Palazzo dello Sport, quindi sarei uno stolto a pensare a un dissing”. Sulle piattaforme streaming, spesso criticate, Il Tre ha una visione pragmatica: "Con il passare degli anni si evolvono anche i sistemi di comunicazione e i metodi per ottenere il successo. Quindi ci sta che un ragazzo possa arrivare al successo in maniera precoce, però poi deve essere bravo a mantenerlo. Se non sei bravo, i nodi vengono al pettine”.
Il mio obiettivo? "Creare canzoni che rimangano nel tempo, non semplici hit. Voglio che la mia musica trovi spazio negli ascoltatori e resti lì a lungo". Quanto a Sanremo, Il Tre non ha dubbi: "Un'esperienza assurda che rifarei, ma con più calma. Quest'anno ho avuto troppi impegni". Ora tutta la sua energia è concentrata sul 9 novembre per il suo primo live al Palazzetto dello Sport di Roma: "Sono emozionato, è una data che aspetto da sempre. Sto preparando un grande show con sorprese, ospiti e pezzi nuovi. È la chiusura di un capitolo e l'inizio di uno nuovo. Io e il mio team abbiamo lavorato tanto per questo obiettivo, e ora puntiamo ancora più in alto". (di Loredana Errico)
Spettacolo
Morto Hudson Meek, attore di ‘Baby Driver’:...
Per i postumi di un incidente avvenuto in Alabama: sarebbe caduto da un'auto in movimento
Hudson Meek, l'attore adolescente apparso nel film del regista Edgar Wright "Baby Driver - Il genio della fuga", è morto domenica 22 dicembre in Alabama dopo essere caduto da un'auto in movimento. Aveva 16 anni. "I nostri cuori sono spezzati nel condividere che Hudson Meek è andato a casa per stare con Gesù, si legge in un post sul suo account Instagram. "I suoi 16 anni su questa terra sono stati troppo brevi, ma ha realizzato così tanto e ha avuto un impatto significativo su tutti quelli che ha incontrato".
L'incidente è avvenuto giovedì sera a Vestavia Hills, in Alabama, secondo il sito di notizie locali AL.com, come riporta "Variety". Meek "ha riportato ferite da corpo contundente dopo essere caduto sulla strada da un veicolo in movimento", ha dichiarato il vice-coroner Bill Yates ad AL.com. Meek è stato portato in ospedale ed è morto nella notte tra sabato e domenica. La polizia di Vestavia Hills sta indagando sulla sua morte.
Hudson Meek ha avuto diversi ruoli da baby attore, il più importante dei quali nel film d'azione del 2017 "Baby Driver": ha interpretato una versione giovane del protagonista Baby (Ansel Elgort), un autista professionista in fuga con la passione per la musica. È apparso anche in nelle serie tv "McGyver", "Genius", "Found", "Legacies" e "Badamanu Cadets".
Spettacolo
MasterChef Italia 14, al via stasera la Masterclass: le...
18 i concorrenti pronti a tutto per tenersi allacciato il grembiule bianco conquistato nelle selezioni delle scorse settimane. Più due riserve pronte a entrare in gioco, in qualsiasi momento
MasterChef Italia 14 entra nel vivo: dopo i due live cooking delle scorse settimane, oggi, giovedì 26 dicembre, si spalancheranno le porte della Masterclass per ospitare le prime sfide studiate dal trio di giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, che metteranno alla prova fin da subito gli aspiranti chef: 18 i concorrenti pronti a tutto per tenersi allacciato il grembiule bianco conquistato nelle selezioni delle scorse settimane. Più due riserve pronte a entrare in gioco, in qualsiasi momento.
La prima puntata della MasterClass di MasterChefItalia 14 inizia alle 21.15 in esclusiva su Sky Uno e in streaming solo su NOW, con i due episodi sempre disponibili on demand e visibili su Sky Go.
Chi sono i concorrenti
A contendersi il titolo di nuovo MasterChef italiano, nel cooking show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy, ci sono: Alessia, cameriera 21enne di Parma; Anna Yi Lan, 32 anni, consulente di moda, che ha origini cinesi, è nata a Milano ma vive a Venezia; Claudio, 33enne della provincia di Brindisi, titolare di un centro revisioni; Franco, direttore marketing 43enne, veronese e ora a Milano; Gaetano, 19enne palermitano e ora studente universitario a Milano; Gianni, 30 anni della provincia di Palermo, commesso in un negozio di elettronica; Giulio, bagnino 35enne della provincia di Pisa; Ilaria, 26 anni da Roma, animatrice per bambini; Jack, 26 anni dell’hinterland di Milano, content creator e social media manager; Katia, impiegata 43enne dalla provincia di Napoli; Laura, 29 anni, bresciana ed attualmente disoccupata; Linda, barista 49enne di Torino; Martina, capocameriera 25enne nata a Pietrasanta che vive vicino a Vicenza; Mary, 30 anni e manager nelle risorse umane, nata a Milazzo ma residente in provincia di Bergamo; Reza, consulente vendite 56enne di origine iraniana che vive tra Parigi e Roma; Samuele, 19 anni di Desenzano del Garda, alla ricerca di un impiego dopo aver conseguito il diploma all’Istituto Alberghiero; Simone B., contadino 29enne che vive e lavora vicino a Belluno; Simone G., 35enne della provincia di Cuneo, imprenditore nel settore dell’edilizia.
I due aspiranti componenti cono Pino, falegname 61enne che è nato a Bari ma vive vicino a Chieti, e Sara, modella 26enne della provincia di Napoli.
Mystery Box e Invention Test
La prima tappa del loro viaggio prenderà inizio come sempre con una Mystery Box, che farà riemergere ricordi ed esperienze personali portando i cuochi amatoriali in gara a partire dalle proprie radici e dal proprio “nido”; a seguire, per l’Invention Test, dal nido si sposteranno in un “bosco”, per una passeggiata nel bosco tra profumi intensi e sapori aromatici.
La rotta della Masterclass proseguirà verso Marano Lagunare (Friuli Venezia Giulia), dove la Riserva Naturale alle foci del fiume Stella, un paradiso per uccelli e piante autoctone, farà da sfondo alla prima Prova in Esterna della stagione. Tra canneti e casoni, gli antichi rifugi che assicuravano ristoro ai pescatori, i cuochi amatoriali troveranno dei veri e propri esperti di questo ecosistema: la chef Chiara Pavan, 1 stella Michelin e 1 stella Verde Michelin al ristorante Venissa nella laguna veneta, e 25 pescatori pronti a giudicare le portate dei due menù.
La brigata che non si dimostrerà all’altezza incappando subito in un passo falso dovrà affrontare il primo Pressure Test dedicato a uno dei comfort food per eccellenza della cucina mondiale. Chi tra gli aspiranti chef riuscirà a mettersi in salvo senza perdere l’orientamento?
Spettacolo
Caso ‘Rust’, archiviata l’accusa di...
Il PM ritira l'atto di appello
La procura di Santa Fe ha archiviato definitivamente le accuse di omicidio colposo contro Alec Baldwin. L'attore era stato indagato per la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins, avvenuta nell'ottobre 2021. L'incidente mortale avvenne durante le riprese di una scena del film 'Rust'. A causare la tragica morte della Hutchins, 42enne di origini ucraine, fu uno sparo partito dalla pistola di scena usata da Baldwin che però era stata caricata con proiettili veri. Nel corso del tragico evento era rimasto ferito anche il regista del film Joel Souza. Ieri l'ufficio del procuratore distrettuale di Santa Fe ha annunciato, in un comunicato stampa, che il procuratore speciale Kari Morrissey ha ritirato l'atto di appello dello stato depositato il 21 novembre. "La decisione odierna di respingere l'appello è la conferma finale di ciò che Alec Baldwin e i suoi avvocati hanno detto fin dall'inizio: è stata una tragedia indicibile ma Alec Baldwin non ha commesso alcun crimine", hanno detto il legali della star hollywoodiana, Luke Nikas e Alex Spiro, in una conferenza congiunta. ''Lo stato di diritto rimane intatto nel New Mexico'', hanno detto ancora a 'Hollywood Reporter'.
Il caso contro il produttore e attore è stato archiviato 'con pregiudizio', si legge ancora su 'Hollywood Reporter', il che significa che Baldwin non può essere processato nuovamente. Gli avvocati di Baldwin avevano sostenuto che la polizia e l’accusa avessero nascosto prove importanti che avrebbero potuto chiarire perché la pistola usata da Baldwin contenesse cartucce non a salve. "La scoperta tardiva di queste prove ha influito sull'equità fondamentale del procedimento - ha dichiarato il giudice Mary Marlowe Sommer archiviando il caso - non c’è modo per la corte di correggere questo errore. L'archiviazione è l’unico rimedio garantito''. Sommer inoltre ha denunciato l’accusa per cattiva condotta perché aveva ''intenzionalmente e deliberatamente nascosto'' prove chiave alla difesa incolpando i pubblici ministeri di ''cattiva condotta intenzionale e deliberata''. Parlando la scorsa settimana del caso 'Rust' nel corso del podcast 'Fail Better' di David Duchovny, Baldwin aveva spiegato che si sentiva ottimista anche se i suoi 'nemici' sembravano determinati a vederlo andare in prigione per la tragica sparatoria.