Collaborazione internazionale per la ricerca: firmato a San Diego un accordo di partenariato tra l’Università degli Studi Link e La Jolla Institute for Immunology
Roma, 7 novembre 2024. L’Università degli Studi Link e il La Jolla Institute for Immunology di La Jolla, California, hanno firmato un accordo di collaborazione nell'ambito di un programma strategico volto a promuovere la ricerca scientifica e l'innovazione tra Italia e Stati Uniti. L'accordo inaugura una collaborazione culturale e scientifica all'avanguardia per sostenere l’eccellenza nel campo dell'immunologia.
“Questo accordo rappresenta un passo significativo per potenziare l'internazionalizzazione della nostra ricerca e promuovere l'eccellenza accademica", ha dichiarato Carlo Alberto Giusti, Rettore della Link. "Siamo entusiasti di collaborare con La Jolla Institute for Immunology per contribuire all'avanzamento della conoscenza scientifica, specialmente in aree di ricerca cruciali come l'immunologia, la medicina di precisione, l'invecchiamento e la ricerca traslazionale”.
A guidare questa iniziativa è la Professoressa Elisabetta Mantuano accademica nei settori della neuroscienza, dell'infiammazione e dell'immunologia presso l'Università della California, San Diego, dal 2007, e Professoressa di Patologia nonché Delegata del Rettore alla Ricerca presso la Link Campus University. La Professoressa Mantuano collaborerà strettamente con il Professor Alessandro Sette, uno scienziato di fama mondiale presso La Jolla Institute for Immunology, celebre per il suo lavoro pionieristico sulla risposta immunitaria, con contributi fondamentali nelle malattie infettive, autoimmunità e immunologia del cancro. Recentemente, il Professor Sette ha ampliato le sue metodologie dalla ricerca sulle malattie infettive per studiare le risposte delle cellule T agli allergeni comuni e per indagare nuovi elementi cellulari associati al morbo di Parkinson.
La partnership con La Jolla Institute for Immunology offre ampie opportunità a tutti i dipartimenti di ricerca dell’Università degli Studi Link, che aspira a diventare un centro scientifico di riconoscimento internazionale, specialmente per le facoltà di Medicina, Farmacia e Professioni Sanitarie. Nell'ambito dell'accordo, studenti e ricercatori avranno accesso a programmi di formazione avanzati, progetti di ricerca e iniziative innovative, che consentiranno loro di acquisire competenze d'avanguardia nelle scienze biomediche e farmacologiche.
La Professoressa Mantuano ha espresso il proprio entusiasmo per il potenziale della partnership: “Collaborare con La Jolla Institute ci permette di sfruttare capacità scientifiche straordinarie e di accelerare ricerche di grande impatto. Questa alleanza darà ai nostri studenti e ricercatori l'opportunità di essere in prima linea nei progressi che possono trasformare la sanità a livello globale”.
Questo progetto congiunto riflette l’impegno della Link nella costruzione di reti globali per affrontare le sfide cruciali in sanità e innovazione, offrendo agli studenti un accesso senza pari a figure di spicco nella ricerca scientifica.
Informazioni sul La Jolla Institute for Immunology
La Jolla Institute for Immunology è dedicato a comprendere le complessità e il potere del sistema immunitario affinché tale conoscenza possa essere applicata per promuovere la salute umana e prevenire un'ampia gamma di malattie. Dalla sua fondazione nel 1988 come organizzazione di ricerca indipendente e senza scopo di lucro, l'Istituto ha compiuto numerosi progressi verso il suo obiettivo: una vita senza malattie. Per maggiori informazioni, visita lji.org.
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Verso una salute cardiovascolare europea. Presentato il...
Primo Piano Nazionale contro le malattie cardiovascolari. Ciro Indolfi, Presidente FIC, “Urgente portare l’Italia a un livello di rischio più basso come Spagna e Francia”
Tra le priorità, screening obbligatori, aree pubbliche per l’esercizio fisico e intelligenza artificiale.
Roma, giovedì 7 novembre 2024 – Screening obbligatori nazionali per tutti i cittadini, già a partire dai 18 anni, per la valutazione del colesterolo e della pressione arteriosa, elettrocardiogramma una volta l’anno per gli over 65, aree pubbliche nelle città che incoraggino l’attività fisica come piste ciclabili e spazi in parchi pubblici, percorsi di cura chiari e omogenei, digitalizzazione per snellire la burocrazia, campagne educazionali per i cittadini dalle scuole ai luoghi di lavoro, innovazione tecnologica e intelligenza artificiale. Questi alcuni dei capisaldi del Piano Strategico Nazionale per la salute del cuore, il primo mai realizzato in Italia e presentato in un convegno nel corso della quinta edizione di Welfair 2024, la fiera del Fare Sanità a Roma dal 5 al 7 novembre – www.romawelfair.it .
Un documento corposo e ambizioso di 96 pagine che si propone di fornire una visione d’insieme, come guida di riferimento per le istituzioni, sul modello dei piani per altre principali patologie croniche come il Piano Oncologico Nazionale. A cura della Federazione Italiana di Cardiologia (FIC), in collaborazione con la Società Italiana di Cardiologia (SIC) e l’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), e con il sostegno della Società Europea di Cardiologia, il documento si inquadra nell’ambito di una azione di promozione della salute del cuore in corso nella UE. In Europa le malattie cardiache restano la causa più comune di mortalità, con una prevalenza di 113 milioni di persone affette, oltre 12,7 milioni di nuovi casi e una spesa complessiva che tocca i 300 miliardi di euro, pari al 2 per cento del PIL europeo.
“Il Piano Strategico mette in evidenza i punti critici e gli obiettivi legati alla promozione, prevenzione e formazione dei cittadini, alla salute cardiovascolare. Le malattie cardiovascolari sono la causa primaria di decessi in Italia e nel mondo. Nel 2023 le morti per questo tipo di malattie nel nostro Paese sono state circa 230.000, e ancor di più sono le complicanze che le patologie cardiovascolari croniche provocano, causando disabilità, disagi nelle famiglie ed elevati costi. Ciò nonostante, l'Italia, a differenza di altri paesi, non ha avuto finora un piano strategico per le malattie cardiovascolari - afferma il Prof. Ciro Indolfi, Presidente della Federazione Italiana di Cardiologia FIC.- In questo scenario l’Italia si colloca a un livello di rischio cardiovascolare moderato, a differenza di Paesi “cugini” a basso rischio come Francia e Spagna, che si traduce in un numero ancora allarmante di decessi che superano i 220 mila l’anno, con una prevalenza più elevata della media europea, pari a 7000 casi ogni 100.000 abitanti, e un impatto economico a carico dell’SSN e del sistema previdenziale, equivalente a circa 20 miliardi di euro nel 2021, tra costi diretti e indiretti”, dichiara Ciro Indolfi.
“Il peso di queste patologie aumenterà sempre di più in conseguenza dell’invecchiamento della popolazione che caratterizza in particolar modo l’Italia – avverte Pasquale Perrone Filardi, Presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC) -. Per cui, oggi, più che mai, è necessario e non più rinviabile lo sviluppo e l’attuazione di politiche concrete di promozione della salute del cuore, di gestione della cronicità e di programmi di prevenzione primaria e secondaria che tengano conto dei principali fattori di rischio cardiovascolare come colesterolo alto e ipertensione”.
Tema decisivo del documento è, dunque, quello della prevenzione. Secondo gli studi, il 40% dei nuovi casi e il 50% delle morti per malattie cardiovascolari sono potenzialmente evitabili, in quanto causati da fattori di rischio modificabili legati a comportamenti e stili di vita, come fumo, alimentazione scorretta, colesterolo alto e sedentarietà. “Per questo nel Piano si punta a promuovere campagne di disincentivazione del fumo, di educazione alimentare e all’attività fisica, dalla scuola fino ai luoghi di lavoro – sottolinea Alessandro Navazio, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) tra gli intervenuti al dibattito -. Nel documento si insiste molto anche sulla riduzione della sedentarietà, attraverso la riqualificazione di aree urbane dedicate a piste ciclabili e la promozione di spazi ricreativi in parchi pubblici che incoraggino l’attività fisica”.
“Ma oltre a questo, fondamentale è anche l’attività di screening al fine di intercettare precocemente i soggetti a rischio - puntualizza Perrone Filardi -. Nello specifico, tra gli obiettivi del Piano, quello di allargare a tutte le fasce di età, a partire dai 18 anni, screening obbligatori per la valutazione del colesterolo e dell’ipertensione arteriosa e dai 65 anni in su il controllo con elettrocardiogramma”.
Il piano strategico sulla prevenzione cardiovascolare parte dal presupposto che l'Italia, contrariamente a quello che si ritiene, non è un Paese a basso rischio cardiovascolare e “anche gli studi clinici condotti da ANMCO e da noi di Fondazione per il Tuo Cuore – ribadisce il suo presidente, Domenico Gabrielli - ci dicono che la situazione dei fattori di rischio cardiovascolare non è migliorata rispetto ai decenni scorsi e non è ottimale. Da qui la necessità di determinare un moto d'opinione e di interesse sulle problematiche della prevenzione cardiovascolare che coinvolga non solo i medici e gli infermieri, ma soprattutto i cittadini, le autorità e quant'altro serva per strutturare dei programmi finalizzati alla riduzione del rischio cardiovascolare. Per giungere alle famiglie, il coinvolgimento nello specifico dei medici di medicina generale è assolutamente importantissimo, anche perché loro sono deputati per contratto a ciò che è la sensibilizzazione alla prevenzione cardiovascolare. Riuscendo a fare un'azione capillare anche sugli studi dei medici di medicina generale, soprattutto su quelle associati, oppure sulle case della salute, si può sperare di riuscire a raggiungere meglio e più efficacemente i cittadini stessi”.
Nel documento ampio spazio è dedicato anche alla cura, a partire dalla presa in carico dei pazienti, che purtroppo non ha gli stessi standard su tutto il territorio nazionale. “Per questo, il documento, si propone di agire anche sulle difformità regionali, al fine di ridurre le disuguaglianze e garantire equità nelle cure. Il piano dedica particolare attenzione anche alla necessità di implementazione della telemedicina e dell’intelligenza artificiale. L’accesso all’innovazione tecnologica tra il 1990 e il 2020 ha permesso una riduzione del tasso di mortalità per queste patologie, ma il nostro Paese presenta ancora criticità rilevanti, basti pensare che il 60% dei pazienti candidabili, non ha accesso alla TAVI e a farmaci innovativi contro il colesterolo, come il Pcsk9, rappresentano solo lo 0,5% del consumo dei farmaci”, prosegue l’ANMCO.
“Il mantenimento della salute cardiovascolare è fondamentale non solo nella comunicazione sanitaria ai cittadini e le scelte di vita dei pazienti, ma anche e soprattutto nel coordinamento degli interventi assistenziali e informativi da parte dei diversi livelli del SSN. Il documento rende sempre più manifesta anche la necessità di rivedere il rapporto tra ospedale e territorio, di dotare il sistema di risorse umane, infrastrutturali e tecnologiche, più adeguate ai bisogni di salute e i servizi sociosanitari sempre più integrati e prossimi al cittadino: la continuità di cura tra i diversi setting assistenziali riveste quindi un ruolo cruciale. Dovremo ripensare ai nostri processi diagnostici e terapeutici alla luce della grande e non ancora esplosa innovazione dell'Intelligenza artificiale. L’Italia, in analogia con quanto accade a livello europeo, è dunque chiamata ad agire per migliorare il livello di salute cardiovascolare della popolazione e ridurre il carico delle patologie cardiache, per la prima volta in Italia oggetto di un piano programmatico di settore”, conclude Indolfi.
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EQUtv per la prima volta media partner di Fieracavalli
La tv dedicata al mondo del cavallo sarà protagonista nel Padiglione 2 del Masaf e Padiglione 4 alla 126^ edizione della Fiera di Verona in programma dal 7 al 10 novembre.
In diretta gli eventi, gli spettacoli e molto altro tra cui il primo podcast EQUtv e la visione in esclusiva per Fieracavalli del docu-film "Io sono Varenne - il figlio del vento"
7 novembre 2024. EQUtv, l’emittente televisiva visibile sul canale 151 del digitale terrestre, sulla piattaforma SKY al canale 220 e su quella di tivùsat al canale 51, per la prima volta sarà media partner di Fieracavalli 2024 la kermesse dedicata ai cavalli e all'equitazione, giunta alla sua 126^ edizione, che si terrà a Verona da giovedì 7 a domenica 11 novembre. Il canale tematico sul mondo del cavallo è pronto con una produzione composta da 12 telecamere fisse e mobili e una squadra di trenta persone tra giornalisti, operatori e tecnici di produzione. All’interno del Padiglione 2 del Masaf e dedicato al cavallo da sella italiano, verrà allestito uno studio TV in cui si avvicenderanno le istituzioni, i personaggi più noti e gli ospiti che presenzieranno la fiera, mentre due troupe esploreranno ogni angolo dei dodici padiglioni per raccontare in diretta ai telespettatori le novità, i convegni promossi dal Masaf, gli spettacoli organizzati dalle oltre 700 aziende espositrici. In aggiunta, le telecamere di EQUtv racconteranno nelle giornate di sabato 9 e domenica 10 le finali del circuito allevatoriale del Masaf per i cavalli di 3 anni con le prove di obbedienza e andature, morfologia e salto in libertà.
Ma c’è un’altra novità da parte di EQUtv: a Fieracavalli nascerà, in collaborazione con U-Black, il primo Podcast di EQUtv, un nuovo prodotto editoriale che condotto dal direttore di rete Giovanni Bruno, e dal vice-direttore di rete Eugenio De Paoli, dal "glass" situato nell'area A situato all'ingresso della Fiera. Da qui si condivideranno con gli utenti di Spotify, di Youtube e del canale TV tutti i contenuti della fiera in modo informale coinvolgendo i vip e i personaggi legati al mondo del cavallo.
E non è ancora finita. L'offerta di EQUtv a Fieracavalli si arricchisce di nuovi contenuti sportivi: dal Padiglione 8 verranno trasmesse in differita di 24 ore le principali gare internazionali di Jumping Verona. La programmazione prevede per venerdì 8 la spettacolare categoria a tempo da 1.55 metri
con Jump-Off (competition 3) e il piccolo Gran Premio (competition 5) di sabato 9 con 120.000 euro di montepremi. La spettacolare ‘FEI World Cup’ di salto ostacoli, invece, sarà analizzata in studio con un'ampie sintesi la settimana successiva nella trasmissione ‘Campo Ostacoli’.
EQUtv sarà presente anche al Padiglione 4 e metterà a disposizione dei visitatori l'apprezzatissimo selfie booth e tanti gadget. Inoltre, a chiudere tutte queste novità, ecco il docu-film "Io Sono Varenne - il figlio del vento", la prima produzione originale di EQUtv che ritorna sullo schermo e in esclusiva per Fieracavalli dopo il successo della scorsa primavera. La storia e le gesta sportive del più grande cavallo trottatore di tutti i tempi, narrate dall'inconfondibile voce di Luca Ward, è in programmazione alla Sala Mascagni nei seguenti giorni ed orari: giovedì, venerdì e sabato alle ore 14:00 e alle ore 19:00, mentre domenica alle ore 11:00 e alle ore 14:00.
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Digital Well-being: Cisco e OCSE realizzano il primo...
In sintesi
• Cisco e OCSE lanciano il Digital Well-being Hub per studiare in modo olistico l’impatto della tecnologia sul benessere e disegnare politiche inclusive.
• L’hub esplora gli effetti della trasformazione digitale sul benessere delle persone raccogliendo dal pubblico informazioni su temi quali la soddisfazione per la propria vita, la salute mentale, etica e strumenti di IA, competenze digitali, sicurezza informatica, impegno civico, consapevolezza sul clima, connessioni sociali. Inoltre, permette ai visitatori di consultare i dati OCSE correlati a varie dimensioni del benessere.
• La collaborazione con l’OCSE si inquadra nel programma di Cisco Country Digital Acceleration, una piattaforma di co-innovazione globale che sta aiutando a creare comunità inclusive ed economie resilienti.
Milano, 7 novembre 2024 - CISCO, leader tecnologico mondiale, insieme a OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo, hanno lanciato - in occasione della settima edizione del Forum sul Benessere Digitale organizzato dall’OCSE a Roma - il Digital Well-being Hub, la prima indagine trasversale sulla complessa relazione tra tecnologie digitali e benessere individuale.
Oggi l’IA e la tecnologia stanno trasformando rapidamente il modo in cui viviamo, lavoriamo e ci connettiamo; fino ad ora, però, non si era mai avuta una piena comprensione dell’impatto complessivo della trasformazione digitale sul nostro benessere.
L’esperienza quotidiana del digitale: il pezzo mancante del puzzle del benessere
Le ricerche condotte fin ora indicano che il 40% degli adulti dei paesi OCSE non hanno le competenze digitali di base, il che potenzialmente impedisce loro di esplorare in modo sicuro gli ambienti digitali, di comprendere il tema della privacy digitale e le implicazioni per la salute mentale delle attività online.
Lo scenario si fa anche più complesso se si tiene conto del fatto che oltre la metà dei lavoratori di questi paesi temono che i dati raccolti nelle applicazioni di Intelligenza Artificiale possano distorcere le decisioni che li riguardano.
Questo quadro, tuttavia, è ancora incompleto. Manca la comprensione di come questi fattori incidono sull’esperienza quotidiana delle persone: in che modo non avere competenze digitali potrebbe limitare le opportunità di lavoro? Le incertezze sulla tecnologia potrebbero spingere a non interagire in modo responsabile sui social media? Come potrebbero ostacolare l’accesso alla formazione online, a servizi sanitari o impedire l’impegno civico?
“Il benessere digitale non è univoco: è sfaccettato e interconnesso, serve una comprensione olistica per vivere in modo responsabile nell’era dell’AI, e in quello che verrà poi” spiega Guy Diedrich, SVP and Chief Innovation Officer di Cisco. “Non abbiamo, però, mai esaminato in modo completo l’impatto della tecnologia sul nostro benessere considerando vari aspetti della vita di ogni giorno, come l’educazione, la salute, il lavoro. Le informazioni che raccoglieremo dal Digital Well-Being Hub aiuteranno le persone ad avere una relazione più sana con la tecnologia e a creare un futuro digitale più sostenibile, sicuro e inclusivo. Capendo come la tecnologia influisce sul nostro stare bene potremo liberare il suo pieno potenziale”.
Unire i puntini nella vita digitale
Il Digital Well-being Hub lanciato oggi da Cisco e da OCSE ha l’obiettivo di approfondire la relazione tra tutti questi aspetti, con una vista olistica sul benessere digitale che crei connessioni tra fattori quali la soddisfazione per la propria vita, la salute mentale, strumenti e etica dell’IA, competenze digitali, sicurezza informatica, impegno civico, coscienza climatica e connessioni sociali. I contributi dati dai visitatori dell’Hub alimenteranno un progetto di ricerca pioneristico che andrà oltre l’aspetto tecnologico per individuare quegli elementi in grado di migliorare la qualità della vita digitale di tutti.
“Il Digital Well-Being Hub mostra come tecnologie evolute possono aiutare a creare comunità più sane e vivere meglio – e siamo solo all’inizio” ” ha dichiarato Fran Katsoudas, EVP and Chief People, Policy and Purpose Officer di Cisco. “Connettere i popoli del mondo attraverso esperienze condivise è una visione che ci dà speranza, ma contiene anche un importante appello a cui dare seguito: dobbiamo fare qualcosa per 2,6 miliardi di individui che ancora non hanno accesso a internet. Significa che un terzo degli abitanti del pianeta, per la gran parte nei paesi più poveri, non può partecipare e non sarà rappresentato. Impegnarci per ridurre questo divario è il primo e più importante passo per favorire il benessere globale delle persone nell’era digitale”.
Creare il primo Osservatorio del Benessere Digitale
Questo studio rivoluzionario, il primo a racchiudere in una vista unificata le diverse dimensioni del benessere, si confronta con le contraddizioni del mondo digitale. Lì dove la tecnologia digitale è accessibile, anche economicamente, e disponibile – e le persone dispongono delle giuste competenze - può migliorare il benessere economico e trasformare il modo in cui lavoriamo, viviamo, ci connettiamo. L’Intelligenza Artificiale, per esempio, può aumentare la produttività e migliorare le condizioni di lavoro; ma può anche mostrare dei bias nei confronti di donne e minoranze. Gli effetti della tecnologia sugli aspetti sociali, ambientali e relazionali del benessere sono meno evidenti “a occhio nudo”; un uso eccessivo o problematico del digitale può aumentare rischi e impatti negativi.
In parte piattaforma di crowdsourcing, in parte strumento di ricerca
Il Digital Well-being Hub si basa sul Well-being Framework dell'OCSE. Cattura dati in tempo reale legati al benessere delle persone, ai comportamenti digitali e alle disuguaglianze nell'uso della tecnologia. I visitatori dell'hub possono anche esplorare e interagire con le conoscenze attuali dell'OCSE sull'impatto della tecnologia e confrontare i dati a livello nazionale.
“Attraverso il Digital Well-being Hub, ascolteremo direttamente le persone per comprendere meglio l'interazione tra tecnologia e vita, che può informare nuove decisioni e politiche e stimolare l'azione per migliorare i risultati per le persone”, ha dichiarato Romina Boarini, Direttore del Centro OCSE per il Benessere, l'Inclusione, la Sostenibilità e le Pari Opportunità (WISE). “Fino al 14% delle persone che vive nei paesi OCSE si sente sola, un fenomeno che potrebbe essere esacerbato dall’uso di strumenti digitali. Grazie alla nostra collaborazione con Cisco, esploreremo le conseguenze inattese di un uso eccessivo o problematico del digitale e capiremo come le persone vivono nel mondo digitale. I risultati dello studio ci aiuteranno a plasmare le politiche al riguardo, per un futuro più equo e inclusivo”.
Com'è la vita digitale per te?
Nei prossimi mesi, Cisco e l'OCSE invitano le persone di tutto il mondo a contribuire con le loro esperienze attraverso l'Hub. Una volta raccolto un numero sufficiente di risposte, l'OCSE analizzerà e sintetizzerà le esperienze delle persone (i dati soggettivi) con le ricerche OCSE esistenti (dati oggettivi) per fornire una visione olistica del benessere digitale, che sarà presentata nel 2025.
Ulteriori risorse
• Digital Well-being Hub
• Post blog a firma di Guy Diedrich
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