Connect with us

Published

on

Depistaggio Borsellino, Pm: “Poliziotti reticenti e in malafede’

L'autodifesa di Maniscaldi in aula, le accuse del legale dei figli del giudice: "Sapevate e avete taciuto"

Il pm Maurizo Bonaccorso

(dall'inviata Elvira Terranova) - Per la Procura di Caltanissetta i quattro poliziotti che facevano parte del Gruppo investigativo ‘Falcone e Borsellino’, e che oggi sono imputati per depistaggio sulle indagini sulla strage di via D’Amelio, nel corso dei processi, sono stati “reticenti” e “in malafede”, hanno “reso false dichiarazioni”, con l’obiettivo di “inquinamento probatorio”. Maurizio Zerilli, Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi e Angelo Tedesco, oggi sessantenni, rischiano il processo depistaggio per aver mentito, secondo l’accusa, al processo in cui si cercava la verità sul falso pentito Vincenzo Scarantino. Non usa mezzi termini il pm Maurizio Bonaccorso nella discussione davanti al gup di Caltanissetta, David Salvucci. Una discussione durata quasi due ore in cui il magistrato, che tra pochi giorni lascerà la Procura di Caltanissetta per fare ritorno a Palermo, elenca le contestazioni ai quattro poliziotti, tutti presenti in aula. Per ribadire, alla fine,la richiesta di rinvio a giudizio. “Agli imputati vengono contestate una serie di condotte che si concretizzano in false dichiarazioni e reticenze, secondo l’impostazione accusatorie mascherate da ‘non ricordo’. A parte dei singoli casi di false dichiarazioni e reticenze che si riferiscono a episodi specifici, singoli, ad esempio quella è la falsa dichiarazione di Di Gangi a proposito della pistola puntata a Vincenzo Scarantino, quando ci fu la famosa colluttazione dopo la ritrattazione televisiva, tutte la altre false dichiarazioni, tutte le altre reticenze mascherate da ‘non ricordo’ si riferiscono a momenti scuri dell’attività investigativa del Gruppo Falcone e Borsellino che, secondo la tesi accusatoria, rappresentano dei momenti fondamentali nell’attività di inquinamento probatorio”, dice.

"Per comprendere quello che è l’atteggiamento psicologico dei testi che sono venuti qui a deporre, testi coinvolti in quelle indagini, occorre procedere a una analisi di questi momenti che sono scottanti”, dice ancora Bonaccorso. “E c'è una proporzionalità diretta dei ‘non ricordo’, che sono tantissimi, che sono stati tutti cristallizzati nei capi di imputazione- prosegue il pm Bonaccorso- C’è un rapporto di proporzionalità diretta tra la maggiore connotazione negativa di questa attività di indagine è il numero dei ‘non ricordo’. Questo perché c’è la percezione di muoversi in un campo minato dove una risposta sbagliata può avere conseguenze devastanti. Il dato su cui bisogna riflettere, e ora farò un esempio diretto, progressioni dichiarative nel corso degli anni dei testimoni che venivano a deporre in qualità di appartenenti al Gruppo Falcone e Borsellino. Per comprendere a pieno l’atteggiamento di assoluta malafede dei testimoni che hanno fatto parte del Gruppo Falcone e Borsellino, nel processo Borsellino quater e depistaggio, sarebbe opportuna una analisi completa della evoluzione dei processi che si sono celebrati Noi abbiamo un prima e dopo, un avanti Spatuzza e dopo Spatuzza. Abbiamo Borsellino uno, bis e ter prima di Spatuzza e dopo Spatuzza abbiamo il Borsellino quater e depistaggio. Se andiamo ad esaminare le dichiarazioni dei poliziotti nei primi tre tronconi quando ancora non si era il smantellato il castello di menzogne, abbiamo dei testimoni tranquilli e sereni che rendono dichiarazioni che dopo scopriremo essere totalmente false”.

Subito dopo tocca all’avvocato di parte civile, Fabio Trizzino, che rappresenta i figli del giudice Paolo Borsellino. Trizzino è anche il figlio di Lucia Borsellino, figlia maggiore del magistrato ucciso in via D’Amelio. “Avete visto che stavano creando il mostro (Scarantino ndr) e avete taciuto. Poi, quando finalmente l’impostura si è disvelata, dovevate darci una mano. Dovevate dirci quello che avete visto, quello che i vostri colleghi hanno commesso. Alcuni hanno mentito in maniera spudorata. Abbiamo assistito a momenti in cui avete umiliato i vostri colleghi, la memoria dei vostri colleghi”. Rivolgendosi direttamente ai 4 poliziotti imputati per il depistaggio sulle indagini sulla strage di via D’Amelio, l’avvocato Fabio Trizzino, che rappresenta i figli del giudice insieme con l’avvocato Vincenzo Greco, ha chiesto al gup di Caltanissetta David Salvucci il rinvio a giudizio per i quattro poliziotti accusati del depistaggio.

“Chi ha partorito il depistaggio lo ha fatto nel momento in cui ha deciso di accelerare la strage- dice il legale - L’agenda rossa non l’hanno presa né Zerilli né Di Gangi o Maniscaldi. E’ stata fatta sparire da chi aveva da temere qualcosa. Però non ci avete aiutato, ci avete umiliato. E questo a mio giudizio è grave. Vi siete accorti e avete coperto”. Per Trizzino il depistaggio “è iniziato alle 17 del 19 luglio 1992. Loro sono stati chiamati a fare parte di un abominio. Ciascuno è entrato, ha fatto il suo. Siccome sono validi poliziotti, sono convinto che si sono resi conto di quello che stava accadendo. Hanno in un primo momento taciuto, durante il primo, secondo e terzo dibattimento. In qualche modo è comprensibile il loro atteggiamento”. E ancora: “Ho avuto la sensazione che loro vivessero questi processi come una somma ingiustizia in ragione del fatto che coloro che li dovevano dirigere nel corso delle indagini, sono stati semplicemente sfiorati e non coinvolti per come era necessario quantomeno con riferimento alla figura di Giovanni Tinebra (ex Procuratore di Caltanissetta ndr), Carmelo Petralia e Annamaria Palma (ex pm di Caltanissetta ndr). Ma questo non li giustifica”. Rivolgendosi ancora ai poliziotti imputati dice: “Avete taciuto durante il processo bis quando è venuto fui il problema dell’indottrinamento a Scarantino. Con una sentenza aberrante i giudici del secondo grado hanno trasformato in una attività meritoria quella di Mattei e Ribaudo. Che Scarantino fosse antropologicamente inadeguato, ad avere avuto qualche ruolo nella esecuzione di una strage, per la vostra esperienza investigativa lo sapevate”.

Poco prima, uno dei 4 imputati, Vincenzo Maniscaldi, oggi in pensione, chiede di rendere dichiarazioni spontanee e di essere esaminato. Mette subito in chiaro: “Non ho reso false dichiarazioni" durante il processo a Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, i tre poliziotti accusati di concorso in calunnia aggravata dall'avere favorito Cosa nostra. Sono quattro le condotte che vengono contestate a Maniscaldi. Come ricorda il suo legale, l'avvocato Giuseppe Panepinto, nel corso dell’esame di Maniscaldi il poliziotto avrebbe dichiarato il falso nel corso dell'udienza dibattimentale a carico di Bo "nel momento in cui Giuseppe Orofino avrebbe riferito al Tribunale che già alla data del 10 agosto 1992 avrebbe denunciato lo smarrimento del documento della 126". Orofino venne arrestato nel 1993, poi condannato in via definitiva e quindi assolto nel processo di revisione nel 2017. Ad accusare il carrozziere e altre 6 persone era stato il falso pentito Vincenzo Scarantino che si era autoaccusato di avere partecipato alla strage insieme a Salvatore Candura, anche lui calunniatore. Secondo l'accusa iniziale, supportata dalle indagini del gruppo di investigatori Falcone-Borsellino capitanato da Arnaldo La Barbera, Orofino avrebbe fornito una targa pulita per la 126 rubata - che avrebbe anche tenuto nella sua officina - utilizzata come autobomba in via Mariano D'Amelio a Palermo il 19 luglio 1992 per uccidere il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e gli agenti della Polizia di Stato Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

L'avvocato Panepinto ha poi ricordato la seconda contestazione a Maniscaldi: "Nell'ambito dello stesso procedimento penale avrebbe dichiarato falsamente che i brogliacci della trascrizione dell'intercettazione telefonica presso l'abitazione di Vincenzo Scarantino a San Bartolomeo al Mare, avrebbe dichiarato falsamente che dovevano essere sottoscritti i brogliacci anche da un ufficiale di Polizia giudiziaria che non aveva partecipato all'ascolto". "Era una frase di considerazione generale- spiega Mansicaldi - ho dato la mia idea che poteva succedere, perché succedeva molto spesso anche alla Squadra mobile di Palermo. Perché prima di andare al gruppo 'Falcone e Borsellino' mi capitava che il collega si dimenticasse di mettere una firma". Poi Vincenzo Maniscaldi ha parlato del funzionamento della sala d'ascolto per ascoltare le conversazioni di Scarantino, che da poco aveva iniziato a collaborare con i magistrati. "Era una prevenzione, non era un servizio importante. Lui poteva solo fare telefonate ma non riceverle. Noi non sapevamo quando telefonava e a chi telefonasse". Alla domanda dell'avvocato Giuseppe Panepinto su chi facesse l'attività per le intercettazioni presso l'abitazione di Vincenzo Scarantino, Maniscaldi risponde: "A volte saliva l'operatore e diceva: ci sono delle telefonate. L'attività di ascolto la faceva l'ufficiale e non l'agente". E aggiunge: "Non avevamo una presenza fissa nella sala d'ascolto ma ci recavamo saltuariamente. La mattina accompagnavamo i figli di Scarantino a scuola e poi passavamo alla sala ascolto, se c'erano telefonate le ascoltavamo”. Però tiene a precisare che il “22 e il 23 giugno del 1995” era a Palermo, quando secondo l’accusa ci sarebbero state delle ‘anomalie’ sul telefono di Scarantino. “Io arrivo a Imperia solo il 24 giugno – spiega - e ascolto e verifico le telefonate di Scarantino avvenute in precedenza”. Secondo l’accusa nei giorni precedenti si sarebbero verificate delle anomalie, persino delle ‘manomissioni’. Poi Maniscaldi, visibilmente emozionato, aggiunge: “Non ho mai travisato né travisato niente".

A inizio udienza a intervenire è l’avvocato dello Stato Giuseppe La Spina,m che chiede l’esclusione della Presidenza del Consiglio e del Viminale dalla responsabilità civile. "La Presidenza del Consiglio non può essere chiamata come responsabile civile perché non vi sono appartenenti alla Presidenza del Consiglio, non vi sono lavoratori, manca il nesso di immedesimazione organica. L'articolo 538 del Codice di procedura penale impone la condanna in solido del responsabile civile solo quando c'è un imputato la cui attività può essere riferita alla responsabilità civile. La citazione va ritenuta nulla per difetto dei requisiti", dice. Il legale ha anche chiesto l'esclusione di responsabilità civile del Ministero dell'Interno. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Caltanissetta, David Salvucci, ha citato invece nella scorsa udienza la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell'Interno quali responsabili civili. Nell'ambito di un troncone dell'inchiesta sul depistaggio, in sede di udienza preliminare, si sono costituiti parte civile i figli di Borsellino, Manfredi, Lucia e Fiammetta, rappresentati dagli avvocati Vincenzo Greco e Fabio Trizzino. Sono state, invece, rigettate tutte le altre richieste avanzate di costituzione come parte civile dai parenti delle vittime della strage di via D'Amelio, dal poliziotto Antonio Vullo, l'unico superstite della strage, e da Salvatore Borsellino, fratello del giudice. Gli imputati sono gli agenti Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, già parte del pool investigativo ''Falcone Borsellino’ difesi dagli avvocati Giuseppe Panepinto, Giuseppe Seminara e Maria Giambra. Gli imputati sono tutti presenti in aula. "Le funzioni della Polizia Giudiziaria sono subordinate all'ufficio del Pubblico ministero. Deposito la documentazione dei decreti di istituzione del Gruppo Falcone e Borsellino il primo decreto da conto che si tratta di un organo ad hoc che avrà funzioni di polizia giudiziaria". Per l'avvocato di parte civile, Fabio Trizzino, che rappresenta i figli del giudice, la Presidenza del Consiglio "è responsabile civile". Ma il Gip non accoglie la richiesta dell'Avvocatura dello Stato. Viminale e Presidenza del Consiglio restano responsabili civili. Prossima udienza il 13 novembre.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cronaca

La lezione di Falcone, a ‘BellaMa” Diaco con...

Published

on

Nella puntata di venerdì

Il post di 'BellaMa' per annunciare la puntata

La lezione di Falcone e Borsellino a 'BellaMa''. Domani, venerdì 8 novembre, alle 15.25 su Raidue, Pierluigi Diaco racconterà la mafia alla Generazione 'Z' con l'aiuto di Salvo Sottile. Un tema caro ai due giornalisti che hanno vissuto in qualche modo entrambi da vicino la tragica fine di Giovanni Falcone: Sottile, nel 1992 giornalista al Tg5, fu infatti inviato a Palermo per la strage di Capaci, in cui il magistrato morì insieme alla moglie Francesca Morvillo e a tre uomini della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Quanto a Diaco, da studente, con Andrea Scrosati, era riuscito a portare proprio Falcone al liceo Visconti di Roma, pochi giorni prima che fosse assassinato e fu proprio dopo quei tragici eventi che decise di diventare giornalista. Tra l'altro, da stretto collaboratore di Maurizio Costanzo, Diaco ha visto da vicino anche un altro attentato di mafia, quello di via Fauro del 1993 a Roma, con l'esplosione di un'autobomba che aveva come obiettivo proprio Costanzo.

I 20 concorrenti e i 30 opinionisti del programma di Rai 2 in onda dal lunedì al venerdì dalle 15.25 alle 17, si sono rivolti ai telespettatori della Rai per invitare il pubblico a seguire la puntata dedicata al ricordo e alla testimonianza dei due giudici assassinati dalla mafia con queste parole, pubblicate sui loro social, e accompagnate da una foto che ritrae insieme Falcone e Borsellino: "Domani la puntata di #bellama sarà dedicata alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Tutti noi vi aspettiamo per onorare, insieme a Salvo Sottile che sarà ospite in studio, due grandi uomini che hanno onorato lo Stato. Affinché nessuno dimentichi! Sintonizzatevi domani su Rai 2. Ci teniamo tutti moltissimo”.

Continue Reading

Cronaca

Capotreno accoltellato a Genova, il 21enne arrestato:...

Published

on

Questo è l'elemento nuovo che emerge dall'udienza di convalida di Fares Kamel Salem Alshahhat

Controlli della polizia in una stazione

Fares Kamel Salem Alshahhat ha dichiarato alla giudice Camilla Repetto di essere stato colpito con un manganello dal capotreno Rosario Ventura prima di accoltellarlo, lunedì scorso alla stazione di Genova Rivarolo. Questo è l'elemento nuovo che emerge dall'udienza di convalida che si è tenuta questa mattina nel carcere di Marassi, dove il 21enne è rinchiuso con le accuse di lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale.

Come emerso nei giorni scorsi, il capotreno aveva con sé un manganello telescopico che porta per legittima difesa, avendo subito aggressioni in passato. Lo stesso Ventura ha però negato di averlo usato contro il giovane che lo ha accoltellato.

Cosa hanno detto, le versioni

Le versioni dei due sono in contrasto: il corpo di Alshahhat non presenta segni compatibili con l'uso di un manganello, mentre il tratto della stazione in cui è avvenuta l’aggressione non è coperto da telecamere, e non ci sono testimoni oculari. Al termine dell'udienza di convalida nel carcere di Marassi, l’avvocato di Alshahhat, Barbara Squassino, sentita dall'Adnkronos, ha confermato che il suo assistito sostiene di essere stato colpito prima di accoltellare Ventura. La giudice Repetto deciderà sulla convalida entro domani.

La pm Sabrina Monteverde ha chiesto la detenzione cautelare in carcere, citando il pericolo di fuga e di recidiva, mentre la difesa di Alshahhat ha chiesto che non venga applicata alcuna misura, in alternativa l’obbligo di dimora o i domiciliari. Un ulteriore elemento emerso riguarda il coltello, che Alshahhat afferma di aver preso dalla borsa della ragazza minorenne con cui viaggiava, anch’essa denunciata per gli stessi reati. I due erano sul treno senza biglietto e, una volta fatti scendere, Ventura sarebbe stato aggredito con sputi, calci e pugni, prima delle coltellate. Ventura è stato medicato all’ospedale con diciotto punti di sutura.

Continue Reading

Cronaca

La denuncia di Chiara su TikTok: “Rischio di essere...

Published

on

Attraverso la piattaforma social, Chiara ha denunciato le violenze subite dall'ex fidanzato

Chiara Balistreri - TikTok

Chiara Balistreri è una giovane ragazza di Bologna che ha denunciato sui social le violenze domestiche subite dall'ex fidanzato: "Preferisco registrarmi da viva prima che diventi l’ennesimo caso di femminicidio", ha detto. La sua storia è ormai al centro delle cronache: lui l'ha massacrata con calci e pugni, lei ha trovato il coraggio di denunciare circa due anni e mezzo fa dopo cinque anni di violenza domestica e ora si sente nuovamente in pericolo di vita.

La storia di Chiara Balistreri

Chiara ha raccontato che il suo ex è scappato dagli arresti domiciliari. "Dire che sono amareggiata, incazzata, delusa, spaventata è dir poco", dice la 21enne di Bologna. "Vorrei ringraziare il giudice che gli ha dato la possibilità di tornare a casa sua con gli arresti domiciliari, di farlo scappare la seconda volta dopo che si è dichiarato latitante per due anni e mezzo", continua la denuncia della ragazza pubblicata sul profilo TikTok.

"Come posso mai stare tranquilla ad andare a lavoro e a condurre una vita normale?", ha aggiunto Chiara che teme per la sua vita da quando l'ex fidanzato è tornato a piede libero. "Mi chiedo perché in Italia bisogna per forza aspettare la tragedia per muoversi a fare qualcosa nel giusto modo. Preferisco dare la mia testimonianza e parlarne ora da viva prima che diventi l'ennesimo caso di femminicidio", conclude la 21enne nel video che ha totalizzato più di 3,5 milioni di visualizzazioni.

@chiara_balistreri___

.

♬ suono originale - Chiara______🤍

Chiara aveva spiegato in un precedente video che in questi due anni e mezzo il ragazzo non ha mai smesso con le minacce: "Mi diceva che sarebbe ritornato a bruciarmi con l'acido, a uccidermi per averlo denunciato".

Chiara Balistreri non si sente al sicuro e teme per la sua vita: "Ho denunciato, ma se tornassi indietro ci penserei più volte prima di farlo perché non c'è giustizia, ho solo fatto incattivire il mio carnefice. Se dovesse succedermi qualcosa, voglio che rimanga la mia testimonianza e soprattutto vorrei essere l'ultima", ha chiosato nel video pubblicato lo scorso 28 ottobre.

@chiara_balistreri___

.

♬ suono originale - Chiara______🤍

Gli episodi di violenza risalgono a due anni e mezzo fa. Dopo aver rischiato di perdere la vita, Chiara ha deciso di denunciare le violenze subite. È a quel punto che l'ex fidanzato è fuggito tornando nel suo paese d'origine, per poi tornare dopo due anni in Italia, nella stessa città di Chiara. L'avvistamento è stato segnalato da una telefonata anonima. Chiara ha denunciato nuovamente l'uomo e il giudice ha optato per la detenzione domiciliare, nonostante ciò l'ex è nuovamente scappato e adesso si trova a piede libero.


Continue Reading

Ultime notizie

GR Audio (Giornali Radio)38 minuti ago

GrAudio edizione delle 19:30 del 7 novembre

Economia1 ora ago

Bellucci (Fdi): “Il Governo Meloni ha puntato sul...

Il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali è intervenuta nel corso della 15a edizione del Salone della Giustizia, durante...

Sport1 ora ago

Ambrosini: “Il Milan ha qualità da grandi...

"Per Fonseca è ora di raccogliere quanto seminato" Dall'attesa alle conferme, chiare dopo la storica notte del Santiago Bernabeu e...

Cronaca2 ore ago

La lezione di Falcone, a ‘BellaMa” Diaco con...

Nella puntata di venerdì La lezione di Falcone e Borsellino a 'BellaMa''. Domani, venerdì 8 novembre, alle 15.25 su Raidue,...

GR Audio (Giornali Radio)2 ore ago

GrAudio edizione delle 18:30 del 7 novembre

Sport2 ore ago

Real Madrid, Ancelotti in bilico? Allegri in pole per...

L'ex tecnico della Juventus sarebbe il primo nome per la panchina dei Blancos Carlo Ancelotti in bilico al Real Madrid?...

Cronaca2 ore ago

Capotreno accoltellato a Genova, il 21enne arrestato:...

Questo è l'elemento nuovo che emerge dall'udienza di convalida di Fares Kamel Salem Alshahhat Fares Kamel Salem Alshahhat ha dichiarato...

Cronaca2 ore ago

La denuncia di Chiara su TikTok: “Rischio di essere...

Attraverso la piattaforma social, Chiara ha denunciato le violenze subite dall'ex fidanzato Chiara Balistreri è una giovane ragazza di Bologna...

Lavoro2 ore ago

Ecoluxury 2024, per turismo sostenibile si stimano 215 mln...

L'effetto cicloturismo è di 7,5 milioni di viaggiatori e 9,4 miliardi di euro Il turismo sostenibile e di alta gamma...

Salute e Benessere2 ore ago

Trump, cosa dicono gli scienziati. Dominici (Harvard):...

Parla la data scientist celebrata dal Time tra i 100 'top influencer' del settore salute. "E' importante che chi guiderà...

Spettacolo2 ore ago

X Factor 2024, stasera puntata a tema dance: il terzo Live...

Protagoniste della serata cover di brani ritmati e ballabilissimi. Alla fine, come sempre, il ballottaggio e un artista da eliminare...

Economia2 ore ago

Piano Mattei a Ecomondo, al centro filiera biocarburanti e...

'Africa Green Growth Forum' organizzato con Mase e Struttura missione Presidenza del Consiglio per il Piano Mattei Formare nuovi professionisti...

Sport2 ore ago

Psg, scoppia il caso Donnarumma: ora rischia la panchina

Il portiere azzurro ha ricevuto forti critiche in Francia Scoppia il caso Gigio Donnarumma al Paris Saint-Germain. Dopo la sconfitta...

Lavoro2 ore ago

Usa, Milani (Cam. Comm. Italia-Usa New York): “Ci...

Già dal primo giorno il mercato azionario ha reagito con positività e nuova energia "Trump ha vinto in maniera netta...

Esteri2 ore ago

Kennedy jr alla sanità Usa? Le reazioni: “Come...

I commenti di Burioni e Lopalco. Rezza: "Rischio estremismi in sanità americana limitati, politiche vaccinali gestite da Stati" Robert Kennedy...

Cronaca2 ore ago

Malaria in Veneto, sintomi e come si trasmette: prevenzione...

E' una malattia infettiva causata da un protozoo (parassita del genere Plasmodium) che si trasmette all'uomo attraverso la puntura di...

Esteri2 ore ago

Trump presidente, Biden: “Gli ho assicurato...

Il Presidente uscente: "Onorerò la costituzione, è quello che meritano gli americani. Non si può amare il nostro Paese soltanto...

Salute e Benessere2 ore ago

Trump, cosa dicono gli scienziati. Giordano (Sbarro):...

L'oncologo della Terra dei fuochi parla dallo 'swing state' più decisivo, la Pennsylvania. "Un impegno forte per la ricerca è...

GR Audio (Giornali Radio)3 ore ago

GrAudio regione Puglia delle 17:25 del 7 novembre

GR Audio (Giornali Radio)3 ore ago

GrAudio regione Sicilia delle 17:15 del 7 novembre