Germania, governo Scholz appeso a un filo: “Voto di fiducia a gennaio”
Joerg Kukies nuovo ministro Finanze dopo il licenziamento del liberale Christian Lindner. La Cdu chiede il voto di fiducia subito
E' crisi di governo in Germania. Il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha confermato oggi che chiederà un voto di fiducia al Bundestag a gennaio per poi indire elezioni generali anticipate a fine marzo, malgrado le richieste dell'Unione (Cdu/Csu) di anticipare la mossa alla settimana prossima. Un'analoga richiesta è arrivata da Sahra Wagenknecht, leader del Bsw.
Oggi Scholz incontrerà il leader dell'opposizione Friedrich Merz (CDU) nella sede della Cancelleria alle 12.30 per discutere di come procedere fino a nuove elezioni, riporta Der Spiegel. La fine naturale della legislatura è prevista per settembre del 2025. I parlamentari tedeschi dovranno decidere se vogliono che vengano indette elezioni anticipate, che potrebbero svolgersi "al più tardi entro la fine di marzo", cioè sei mesi prima della data inizialmente prevista.
La decisione arriva a seguito dell'implosione del cosiddetto governo “semaforo”, cioè l’esecutivo guidato da Spd insieme a Verdi e Fdp, dovuto al sollevamento del liberale Christian Lindner dall'incarico di ministro delle Finanze. Al suo posto Scholz ha deciso di nominare Joerg Kukies, il suo ex consigliere economico. Al licenziamento di Lindner è seguita l'uscita dei ministri liberali dall'esecutivo.
Cdu/Csu: "Voto fiducia subito"
Il gruppo parlamentare tedesco della Cdu/Csu ha chiesto a Scholz di porre la questione di fiducia al Bundestag già la prossima settimana. "Da ieri sera la coalizione semaforo è storia", ha dichiarato il capogruppo dell'Unione Friedrich Merz per il quale non esiste una base per un'alleanza di governo tra SPD, Verdi e FDP. Con la fine della coalizione, è finita anche la legislatura, ha argomentato: "Non c'è assolutamente motivo per aspettare fino a gennaio per chiedere un voto di fiducia", ha aggiunto. "Deve essere chiesto al più tardi all'inizio della prossima settimana", ha affermato Merz.
Con il ritiro dal governo della FDP, è ormai chiaro che in Parlamento non esiste una maggioranza che abbia fiducia nel Cancelliere federale, ha sostenuto Alexander Dobrindt, leader della CSU al Bundestag. Una permanenza del governo sarebbe 'arrogante e irrispettosa' nei confronti degli elettori.
La decisione di Scholz
L'annuncio di Scholz di licenziare Lindner è arrivato ieri, mentre erano in corso tese trattative tra i partner della coalizione semaforo - Spd, liberali e Verdi - sul bilancio. "Ho chiesto al presidente di sollevare il ministro delle Finanze dalle sue funzioni. Sono obbligato a fare questo passo per evitare danni al nostro Paese", ha detto Scholz in un discorso alla nazione, spiegando di aver "perso la fiducia" in Lindner. "Avrei voluto risparmiarvi questa difficile decisione. Soprattutto in tempi come questi, in cui l'incertezza cresce", ha aggiunto, accusando ancora Lindner di essere "solo interessato alla sopravvivenza del suo partito e di tattiche politiche meschine. Non voglio sottoporre il Paese a questo tipo di comportamento", ha scandito il cancelliere.
Lindner, secondo quanto riferito dalla Bild, aveva chiesto a Scholz di convocare elezioni anticipate all'inizio del 2025. Dopo il siluramento di Lindner, il presidente del gruppo dei liberaldemocratici al Bundestag, Christian Dürr, ha annunciato il ritiro del partito dalla coalizione di governo e tutti i ministri liberaldemocratici hanno lasciato l'esecutivo.
Il ministro dei Trasporti Wissing resta
Solo il ministro dei Trasporti tedesco, il liberale Volker Wissing, ha deciso di restare in carica. Wissing ha anche scelto di uscire dalla Fdp. In una conferenza stampa tenuta questa mattina, Wissing ha annunciato che il Cancelliere Olaf Scholz gli aveva chiesto nel corso di una conversazione privata se volesse rimanere ministro e che lui aveva risposto affermativamente.
Ha quindi informato il leader della Fdp e ministro delle Finanze uscente, Christian Lindner, che avrebbe lasciato il partito, senza prevedere al momento l'adesione ad altro movimento politico. "Non mi sto allontanando dai valori fondamentali del mio partito", ha dichiarato Wissing. Si tratta di una decisione personale: "Voglio rimanere fedele a me stesso".
A prendere le distante dalla scelta di Wissingi sottosegretari al ministero a guida Fdp dei Traporti del governo tedesco, Daniela Kluckert, Oliver Luksic e Gero Hocker. "Dopo la sua decisione, non abbiamo più fiducia in Volker Wissing. Abbiamo immediatamente chiesto al ministro di concordare il nostro allontanamento dagli incarichi con il Presidente", fanno sapere con un post su Instagram.
Il messaggio di Steinmeier
"Il nostro Paese ha bisogno di maggioranze stabili e di un governo capace di agire. Questo sarà il mio metro di giudizio": ha detto da Palazzo Bellevue, il Presidente federale tedesco Frank-Walter Steinmeier. "La fine di una coalizione non è la fine del mondo. È una crisi politica che dobbiamo lasciarci alle spalle", ha affermato, indicando nel voto di fiducia la via attraverso la quale il Parlamento può aprire la strada a nuove elezioni. Steinmeier ha lasciato intendere che non si opporrà e scioglierà il Parlamento se Scholz dovesse fallire nel voto di fiducia. "La nostra democrazia è forte", ha aggiunto il presidente federale, sottolineando che ora è il momento della ragione e della responsabilità. "Non è il momento delle tattiche e delle schermaglie", ha concluso: "Mi aspetto che tutti i responsabili rendano giustizia alla portata delle sfide".
Esteri
Germania: Puglierin (Ecfr), senza elezioni tempestive ‘non...
Se non verranno indette nuove elezioni entro la fine di marzo, il rischio è che la Germania debba attendere fino a giugno per avere un nuovo governo “pienamente funzionante e dotato di una propria maggioranza”. E non è nemmeno detto che questo accada, rileva Jana Puglierin, senior policy fellow e capo dell’ufficio berlinese dell’European Council on Foreign Relations.
La conseguenza, spiega, è che Berlino “non sarà in grado di svolgere un ruolo di primo piano a livello europeo” in un momento in cui l’elezione di Donald Trump getta nuovi interrogativi sul futuro dell’Europa. Se negli ultimi tre anni la Germania non si è distinta in questo senso, ora vedremo ancora meno iniziativa, flessibilità e prevedibilità” da parte dell’economia più importante dell’Ue.
Il cancelliere Olaf Scholz sembra intenzionato a guidare un governo di minoranza dopo l’uscita del ministro delle finanze, il liberale Christian Lindner. Il crollo della coalizione è coinciso con l’elezione di Trump. Sembra “incomprensibile”, commenta Puglierin, visto che “ora più che mai la Germania è chiamata ad agire. Ma è anche vero che la coalizione è stata completamente incapace di governare negli ultimi mesi”.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la legge di bilancio da approvare per il 2025, ed è difficile che passi con l’uscita dei liberali dal governo. Ma se si entrasse in regime di gestione provvisoria, Berlino non sarebbe in grado di aumentare i propri impegni per colmare il vuoto che potrebbe lasciare la politica statunitense guidata da Trump: sia in merito al supporto a Kyiv, sia per le nuove richieste della prossima amministrazione di Washington, come la spesa militare.
Esteri
Harry espulso dagli Usa? Cosa succede al principe con la...
Non è mai corso buon sangue fra il neo presidente degli Stati Uniti e il duca e la duchessa di Sussex
La vittoria di Donald Trump non avrà reso contenti il principe Harry e Meghan Markle. Non è mai corso buon sangue, infatti, fra il neo presidente degli Stati Uniti e il duca e la duchessa di Sussex, che senz'altro avranno seguito attentamente i risultati delle elezioni, sperando che Kamala Harris potesse andare alla Casa Bianca al posto del tycoon. Tuttavia, secondo il figlio di Trump, Harry non dovrebbe essere rimpatriato dopo le sue ammissioni di uso di droga nell'autobiografa 'Spare'.
Prima di conoscere il principe Harry, Meghan aveva criticato pubblicamente Trump in vista delle elezioni del 2016, affermando che la prospettiva che diventasse presidente le aveva fatto venire voglia di restare in Canada. Ma mentre Trump era ancora alla Casa Bianca, nel 2020 il duca e la duchessa di Sussex si sono trasferiti negli Stati Uniti, stabilendosi in California, uno Stato che storicamente vota per i Democratici. Con l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali del 2020, Meghan e Harry invitarono a votare e a "respingere l'incitamento all'odio, la disinformazione e la negatività online", in quello che fu interpretato come un attacco a Trump. Nel settembre dello stesso anno, il tycoon attaccò Meghan, dicendo che "non era un suo fan", prima di aggiungere che il principe Harry "avrebbe avuto bisogno" di molta fortuna.
La faida ha continuato ad aumentare dopo le elezioni del 2020 e tre anni dopo, durante un'intervista mondiale in esclusiva con Gb News , Trump ha espresso chiaramente i suoi sentimenti sulla duchessa del Sussex. "Ha mancato di rispetto" alla defunta regina Elisabetta II - disse alla televisione britannica - "Come si può essere così irrispettosi nei confronti della regina? Una persona incredibile, che per decenni non ha mai commesso un errore. Non riesco a pensare a un errore che abbia commesso, non è mai stata controversa. Ha attraversato decenni senza polemiche. Non puoi mancarle di rispetto e penso che Meghan sia stata molto irrispettosa nei suoi confronti, molto irrispettosa".
Quest'anno, in un'altra intervista esclusiva a Gb News, il figlio di Donald, Eric Trump, ha definito il duca e la duchessa del Sussex "mele andate a male". Il principe Harry e Meghan Markle hanno lanciato un appello in vista delle elezioni del 2024 ma, cosa fondamentale, hanno scelto di non sostenere alcun candidato o di non dare a intendere di sostenere né i democratici né i repubblicani. La coppia reale ha invece invitato il popolo americano a registrarsi per votare e far sentire la propria voce alle elezioni.
C'è poi da aggiungere la questione del visto statunitense del principe Harry, che negli ultimi 18 mesi è stato al centro di una causa giudiziaria. Il duca di Sussex ha ammesso nella sua autobiografia, pubblicata nel 2023, di aver assunto droghe, tra cui cocaina, cannabis e funghi allucinogeni. Un think tank conservatore, il 'The Heritage Foundation', si è scontrato con il Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti (Dhs) nel tentativo che i dati sui visti del duca di Sussex fossero resi pubblici. Dal momento che i richiedenti il visto sono tenuti per legge a dichiarare l'uso di droga e la mancata dichiarazione può comportare l'espulsione, il think tank si è chiesto come il principe Harry sia riuscito a restare negli Stati Uniti dopo aver ammesso di aver fatto uso di droga nella sua autobiografia 'Spare'.
Tuttavia, nonostante la faida in corso tra i Sussex e i Trump, sembra che Harry non dovrà preoccuparsi di ulteriori sviluppi nel suo caso dopo che sono stati depositati due ordini e un 'memorandum opinion' sigillati, che hanno di fatto chiuso il caso. Eric Trump ha inoltre confermato che suo padre non ha intenzione di riesaminare la questione dei visti negli Stati Uniti, ponendo fine a qualsiasi timore che Harry sia a rischio di espulsione, commentando: "Non me ne frega niente se lui ha fatto uso di droghe. Non significa niente. Posso dirvi che mio padre e tutta la nostra famiglia nutrono un enorme rispetto per la monarchia".
"Conosciamo il re da sempre - ha continuato - Infatti, non molto tempo fa stavo proprio guardando un album fotografico e mi sono imbattuto in una foto di lui con mio padre nella hall di Mar-a-Lago". Tuttavia, il secondo figlio di Trump ha colto l'occasione per scoccare un paio di frecciatine ai Sussex, affermando che Harry "è guidato da una moglie piuttosto impopolare, sia qui che nel Regno Unito". Eric ha aggiunto che Harry sembra "essere andato fuori di testa ed è triste vederlo in questo modo".
Esteri
Transizione: Bergamaschi (Ecco), con Trump potenziale...
Un passo indietro di Donald Trump sul sostegno economico alle politiche climatiche Usa sarebbe una mossa autolesionista, che tuttavia "aprirebbe spazi" per le aziende europee e cinesi. Lo dice Luca Bergamaschi, direttore e co-fondatore del think tank italiano per il clima Ecco, in occasione del briefing stampa pre-Conferenza sul clima (Cop) di Baku.
La vittoria del tycoon statunitense "rafforza le posizioni degli interessi" legati ai combustibili fossili, portati avanti da enti che hanno supportato Trump molto più di una figura come Elon Musk, che pure è allineato con le industrie della decarbonizzazione. Secondo Bergamaschi, questo è un problema nel momento in cui le industrie del fossile non riescono a presentare soluzioni convincenti per portare avanti il processo di transizione.
Il direttore di Ecco definisce "interessante" la crisi politica che si è aperta in Germania, dove è saltata la coalizione guidata da Olaf Scholz e si prospetta un governo di minoranza dopo l'allontanamento dei liberali di Christian Lindner. Sia che si vada avanti con l'appoggio esterno dei liberali, sia che si vada alle elezioni e vincano i conservatori della Cdu, spiega, è probabile che si dovranno adottare politiche espansive di bilancio: potenzialmente è una buona notizia per la Germania e anche per l’Italia, viste le interconnessioni tra le due economie.